Discussioni su Pasolini - Film (2014) | Pagina 2

DISCUSSIONE GENERALE

56 post
  • Markus • 9/10/14 08:23
    Scrivano - 4775 interventi
    Grazie. Mi par d'aver capito che nell'ormai lontano 1995 Marco Tullio Giordana "sfruttò" meglio la vicenda.
    Scamarcio ormai è come il prezzemolo...

    Il film volevo andarlo a vedere ma a Milano e provincia è pressoché scomparso dai cinema che frequento (prematuramente? E' andato male? Bah!).
  • Zender • 9/10/14 08:46
    Capo scrivano - 47782 interventi
    Eccellente Pigro, sapevo che vista la tua affezione alla persona non ci avresti deluso! Comunque mi sono chiesto se a Ferrara è venuto in mente di fare il film guardando la somiglianza di Dafoe e se avrebbe accettato di farlo con un altro attore al suo posto. Per Pigro quindi non così tragico come sembrava forse a troppi, è già un passo avanti (anche se certo Rebis fa da perfetto contraltare... :)
    Ultima modifica: 9/10/14 08:47 da Zender
  • Rebis • 9/10/14 18:02
    Compilatore d’emergenza - 4420 interventi
    A digestione avvenuta il film mi ha completamente attraversato senza lasciare traccia alcuna. Il che, se considero i nomi chiamati in causa, le potenzialità del soggetto e le ambizioni d’autore, è davvero avvilente.

    Il film di Giordana – che non era certo un capolavoro ma almeno un buon film - aveva contribuito a riaprire il caso giudiziario e questo, per un film di denuncia, è un obbiettivo raggiunto, forse il massimo riconoscimento possibile: ora, non è che si possa pretendere sempre l’eccellenza, meno che mai quando si affrontano personaggi complessi e controversi come in questo caso, però da un film su Pasolini il minimo requisito richiesto è che offra prospettive o chiavi di lettura originali, suggestioni, turbamenti emotivi. E invece, niente. Il che, è quantomeno paradossale per un’opera che ricostruisce l’ultimo giorno di vita di cotanto autore. Tolto il complottismo di Stato, tolte le ipotesi cavillose, rimane l’omicidio di un uomo qualunque. Cosa che Pasolini sicuramente non era. Se il prezzo del disincanto è la banalizzazione, allora meglio la mitologia. Le immagini ricostruite di Porno Teo Kolossal non hanno nulla di pasoliniano, nulla che richiami la sua estetica, sono fiaccamente provocatorie e brutte, generalizzano un individuo che mi pare tutto fuorché generalizzabile: rimane solo la presunzione di aver filmato immagini mai filmate. E quel che è peggio, non c’è traccia di umiltà, laddove sarebbe attesa e auspicabile, e intendo come sintomi di ignoranza e impertinenza le tentate analogie poste dal regista tra se stesso e il Pà.

    Leggendo le recensioni positive della critica ufficiale, alcune davvero entusiaste, mi sembra di riconoscere solo giustificazionismo a posteriori, esegesi elaborate, dura ermeneutica, revisionismo storico, tutto ciò che Pasolini, fondamentalmente, non era.

    Cinematograficamente il film vale più di un pallino, ma politicamente, ideologicamente ne vale anche meno: e non riesco proprio a valutarlo in altro modo.
    Ultima modifica: 9/10/14 18:10 da Rebis
  • Pigro • 9/10/14 18:23
    Consigliere - 1661 interventi
    Rebis, sei durissimo...! Ma già ieri sera, all'uscita, non scherzavi... ;-)

    In effetti, io ci ho poi ripensato e solo a mente più fredda sono riuscito a mettere a fuoco cosa mi convince di questo film, e che già avevo accennato nel mio intervento nel forum ieri sera. Da "pasoliniano" o "pasolinologo", diciamo così.
    Gli ultimi anni di Pasolini sono stati caratterizzati da un'estetica del non-finito e della "bozza": un'idea di sfondamento dei confini. Dal "Perché realizzare un’opera quando è così bello sognarla soltanto?" detta da lui stesso nel "Decameron", al romanzo "Petrolio" che "non ha un inizio", fino alla sceneggiatura di "Porno-Teo-Kolossal" che finisce dicendo che "una fine non c'è". E nel mezzo, una enorme produzione di scritti che si intitolano "Bozza", "Appunto", "Frammento"...
    Ecco, ciò che mi convince nel film di Ferrara è proprio la sintonia con la "forma" pasoliniana degli ultimi anni: un film di bozze, appunti, frammenti. Tutto questo per raccontare una giornata, quindi giocando nella forzatura tra la coerenza temporale di una giornata e gli "sfondamenti" che rendono questa stessa giornata un febbrile accatastamento di accadimenti e di visioni.
    Certo, Ferrara non è Pasolini, e quindi va da sé che non colga - oltre la "forma informe" pasoliniana - anche i contenuti, o meglio, che li attraversi con una sua sensibilità, che si concentra maggiormente su alcuni aspetti, che magari per noi sono poco interessanti. Ma va dato atto a Ferrara di essersi misurato con questo "gigante" con una "rispettosa libertà", che ho trovato la migliore finora fra tutti quelli che ci hanno provato (uno per tutti, Grimaldi).
    Il film di Giordana è tutta un'altra cosa: Giordana analizza il caso giudiziario e affronta Pasolini da italiano (il suo titolo è lampante). Ferrara fa un'operazione diversa e non paragonabile: per lui "Pasolini" ha un'assolutezza che travalica l'Italia ed è capace di parlare - in modo diverso rispetto a noi - anche altrove. Sono sempre affascinato dagli stranieri che si avvicinano a Pasolini, perché lo fanno in modo naif (rispetto alla complessità che noi italiani sappiamo vederci), ma dimostrandoci che Pasolini va molto oltre il nostro modo di vedere, e quindi lasciandoci spiazzati perché ci sembra sempre che non abbiano capito nulla, ma forse hanno capito qualcosa di diverso rispetto a noi. Il titolo "Pasolini" del film va insomma inteso non nel senso del biopic: il nome è quello di un mito, la cui morte va raccontata in maniera "mitica".
    E ora smetto di scrivere perché altrimenti da 2 pallini e mezzo che ho dato rischio di cambiare e passare a 3 pallini... (e chissà che nei prossimi giorni non cambi davvero: dipende se "crescerà" o no nella memoria) ;-)
  • Zender • 9/10/14 18:28
    Capo scrivano - 47782 interventi
    Mi dispiace aver perso il vostro dibattito post-visione, ma mi accontento di quanto qui scritto e anzi forse è meglio, visto che resta eternato qui :) Non sapevo invece che ci fossero anche critiche positive ed entusiaste come scrivi, Rebis. Avevo capito che fosse stato sommariamente stroncato un po' da tutti.
  • Markus • 9/10/14 19:00
    Scrivano - 4775 interventi
    Grazie per questi contributi, ho letto con piacere. Beh, non mi resta che vederlo.
    Il film di Giordana - che non mi dispiacque, pur con qualche limite - mi restò ben in mente poiché all'epoca, da appassionato di Pasolini (più per la sua personalità/unicità che dei suoi film), lo vidi al cinema… a Bologna! ;)
    Ultima modifica: 9/10/14 19:17 da Markus
  • Cotola • 9/10/14 20:06
    Consigliere avanzato - 3844 interventi
    Cari Pigro e Rebis (in rigoroso ordine alfabetico), vi ringrazio per i vostri bellissimi interventi che pur opposti tra loro sono molto interessanti e denotano una passione ed una competenza notevoli. E' stato bellissimo leggerli. Io cercherò di andare a vedere il film anche se ormai pure a Torino resta in una sola sala e solo per due spettacoli serali.
    Siccome nessuno mi vuole accompagnare a vederlo non so se mi imbarcherò in una visione solitaria in sala oppure aspetterò l'uscita in dvd su cui Galbo nutre certezze granitiche e spero abbia ragione. Se lo vedo a breve mi faccio vivo qui o forse solo tramite recensione poiché dopo i vostri post il mio scomparirebbe e diventerebbe rosso di vergogna per le banalità che snocciolerei.

    Mi fa però piacere aver smosso le acque su questo film con il mio post. Non l'avessi fatto probabilmente ci saremmo persi questa bella discussione.

    Posso poi dire più in generale che capisco benissimo il monopallino di Rebis il quale dice che il film "tecnicamente" meriterebbe di più ma politicamente ed ideologicamente anche meno della monopalla.
    A volte (non molte per la verità) è successo anche a me di "punire" un film oltre i suoi meriti-demeriti tecnici per motivi diversi. In genere magari queste cose succedono con i film che trattano argomenti di cui siamo molto appassionati
    o che si stanno particolarmente a cuore.

    Infine riprendo anche uno spunto di Pigro il quale dice che è andato "prevenuto" al cinema e che da questo film non si aspettava nulla e quindi forse
    anche per questo il risultato è stato meglio delle previsioni.
    Voglio dire che a volte troppe aspettative su un film, un libro, un disco etc etc ci portano ad un
    maggiore carico di delusione nel caso in cui ci aspetta una ciofeca. Anzi in quest'ultimo caso è anche possibile che aspettandosi il peggio, questo
    poi non si verifichi ed il giudizio sia anche più
    "generoso" del previsto poiché non si è assistito
    alle debacle che ci si attendeva.
  • B. Legnani • 9/10/14 20:56
    Pianificazione e progetti - 14965 interventi
    Cotola ebbe a dire:

    Posso poi dire più in generale che capisco benissimo il monopallino di Rebis il quale dice che il film "tecnicamente" meriterebbe di più ma politicamente ed ideologicamente anche meno della monopalla.


    Ringrazio molto Pigro e Rebis.
    ---------------------------
    Su quanto quoto, francamente, non sono d'accordo (parlo in assoluto, non di questo film). Io non ho mai visto - per fare un esempio - i film di propaganda nazista, ma se ne vedessi uno, lo valuterei come film, non per l'ideologia. Non credo che alcuno possa dire che Morandini (primo dizionario che ho trovato) è nazista, ma dà 3 a IL TRIONFO DELLA VOLONTA' e 2 a SüSS L'EBREO.
    Ho dato un pallino e mezzo a BERRETTI VERDI non perché non concordo sul suo taglio politico, ma perché è un film brutto, non "inaccettabile vaccata", ma meno che mediocre.
    Ultima modifica: 9/10/14 20:57 da B. Legnani
  • Buiomega71 • 9/10/14 21:11
    Consigliere - 25998 interventi
    Abbraccio in toto il pensiero del Buono sull'ipotetica ideologia in un film. Anche il sottoscritto valuta un film come film e non per la sua palese (o presunta) ideologia (qualunque essa sia)
    Ultima modifica: 9/10/14 21:12 da Buiomega71
  • Cotola • 9/10/14 21:38
    Consigliere avanzato - 3844 interventi
    Sì Buono, hai ragione. Sapevo di non dover scrivere politico e ideologico ma ho riportato le parole di Rebis (o almeno credo). E credo che anche lui non volesse intendere politico ed ideologico in senso stretto. Ma forse poi questo potrà spiegarlo meglio lui.Avrei dovuto virgolettare i termini.
    Anche a me piacciono molto i film di Leni Reifensthal e certo non sono un nazista. E Suss l'ebreo non è in effetti (a mio avviso) un film da monopallino sebbene l'ideologia di fondo sia a dir poco spregevole. E si potrebbe continuare con gli esempi.

    Esprimerò quindi meglio il mio concetto. Volevo dire che a volte al di là della tecnica si può giudicare un film in modo più o meno generoso o severo per altri motivi che non solo quelli squisitamente cinematografici. Ti faccio un esempio personale: 127 ore di Boyle. L'ho monopallinato non perché sia terribile in assoluto e sotto tutti gli aspetti ma perché l'ho trovato troppo furbo e, a tratti, piagnucoloso. Perciò invece di dare due pallini o uno e mezzo ne ho assegnato uno solo. A volte mi capita di monopallinare film brutti ma non bruttissimi poiché a mio avviso i registi in certi casi si divertono a prendere per i fondelli gli spettatori
    con finali disonesti ed altro.

    Ho anche detto che a volte tendiamo a giudicare con più severità (ma perché no magari anche più lautamente) film da cui ci aspettiamo molto o a cui teniamo molto o ancora film che vertono su tematiche a noi care e di cui magari siamo "esperti". Per cui vedere maltrattato un libro che ci piace o un argomento che conosciamo ci porta ad
    essere più severi con quel film. Ad esempio Pigro
    magari avrebbe potuto monopallinare il film a prescindere dalla sua bellezza poiché essendo
    lui un pasolinologo d'eccellenza avrebbe potuto imputare a Ferrara (cosa che non ha fatto) di avere maltrattato la figura di Pasolini.

    Non ti è mai capitato di giudicare con un po' più di severità un film che maltrattava completamente un
    libro che amavi poiché nella pellicola non vedevi
    "riprodotto" nemmeno nella più piccola parte lo
    spirito dell'autore e del libro?

    Spero di avere spiegato meglio ciò che intendevo dire.

    P.S.

    Tra l'altro questo è un caso limite poiché trattasi di monopallini e quindi danno più nell'occhio. Quando si "regala" o "toglie" un mezzo pallino, per qualche motivo personale, a film con pallinaggi più alti è ovvio
    che fa meno effetto.
    Ultima modifica: 9/10/14 22:40 da Cotola
  • B. Legnani • 9/10/14 22:00
    Pianificazione e progetti - 14965 interventi
    Cotola ebbe a dire:

    Non ti mai capitato di giudicare con un po' più di severità un film che maltrattava completamente un libro che amavi poiché nella pellicola non vedevi
    "riprodotto" nemmeno nella più piccola parte lo spirito dell'autore e del libro?


    Sì.



    Cotola ebbe a dire:

    Spero di avere spiegato meglio ciò che intendevo dire.


    Sì.
  • Pigro • 10/10/14 00:28
    Consigliere - 1661 interventi
    Cotola, sono d'accordo con quel che dici. E attendo il tuo commento con molta curiosità!

    Buono, in realtà secondo me l'ideologia si intreccia con la forma, secondo me. Il film non è mai mero esercizio, ma oggetto che comunica qualcosa, e se quel qualcosa che comunica è disprezzabile, non c'è tecnica che regga. Ma il discorso è in realtà molto complesso... troppo, per affrontarlo a quest'ora... ;-)
  • Rebis • 10/10/14 00:56
    Compilatore d’emergenza - 4420 interventi
    penso che Cotola e infine Pigro abbiano chiarito in maniera esemplare quanto intendevo.
  • Zender • 10/10/14 08:01
    Capo scrivano - 47782 interventi
    Personalmente sono d'accordo anch'io con Cotola, Pigro e Rebis, ma son due modi diversi di intendere la critica entrambi con una base. Dipende da come uno si pone davanti a un film e mi parrebbe ingiusto dover giudicare sbagliato uno dei due. L'importante (per quanto riguarda noi) è che nel commento si spieghino i motivi per cui si sceglie di dare un determinato giudizio. Non trovo comunque strano che si possa abbassare il voto per motivi "ideologici", soprattutto in casi come questo (Pasolini).
  • Rebis • 10/10/14 09:01
    Compilatore d’emergenza - 4420 interventi
    Esattamente, purché si intenda per ideologico l'ambito delle idee, la cifra intellettuale e concettuale di un'opera e del suo autore, e quindi in senso stretto l'estetica, il rapporto tra contenuto e forma, e non le grandi ideologie storico/politiche maturate tra ottcento e novecento.
    Ultima modifica: 10/10/14 10:08 da Rebis
  • B. Legnani • 10/10/14 09:19
    Pianificazione e progetti - 14965 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Esattamente, purché si intenda per ideolocico l'ambito delle idee, la cifra intellettuale e concettuale di un'opera e del suo autore, e quindi in senso stretto l'estetica, il rapporto tra contenuto e forma, e non le grandi ideologie storico/politiche maturate tra ottcento e novecento.

    Totalmente d'accordo.
  • Didda23 • 10/10/14 10:10
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    Un grazie di cuore a tutti per gli splendidi interventi. Conoscendo il pensiero rebisiano capisco perfettamente ciò che intende per "ideologico" e sono sulla sua stessa linea di pensiero.
  • Il Dandi • 10/10/14 18:18
    Segretario - 1488 interventi
    Pigro ebbe a dire:

    Che dire? Io lo leggo come un omaggio a Pasolini fatto da qualcuno che si muove da una posizione esterna al nostro contesto culturale e sociale.



    Questo sicuramente. Ferrara immagina la Roma del '75 piena di Graffiti e poster di Lou Reed, in cui Pasolini si aggira a bordo dell'Alfa GT in cerca di maschietti sulle note di musica pop-blues. Per questo ho scritto nel commento che la storia pare ambientata a Brooklyn, contesto senz'altro più familiare al regista.


    Ecco, se c'è una caduta (non di senso, ma di resa) è proprio nelle ricostruzioni di pezzi di "Petrolio" e di "Porno-Teo-Kolossal".



    Scene la cui pretesa visionaria mi fa pensare a "La casta" di René Ferretti, per cui sorvolo volentieri.



    Un po' "povera" la scelta del movente dell'omicidio. Che in effetti è una delle più probabili (il linciaggio-rapina del "frocio" finita male), ma che non dà conto della vera complessità di quell'omicidio.


    Su questo invece c'è da aprire un discorso più complesso: da anni esiste ormai un fronte "anticomplottista", secondo il quale le teorie del complotto fiorite sul delitto Pasolini nascerebbero dal desiderio della sinistra di consegnarlo alla Storia come martire dell'antifascismo a causa dell'imbarazzo per la vita sessuale del poeta. Il cugino di Pasolini Nico Naldini (il personaggio interpretato da Mastrandrea) è tra i primi a sposare questa linea e ritengo che la sua consulenza abbia potuto influenzare le scelte di Ferrara in questo senso.

    Denuncia non priva di fondamento, che oggi ripropone in veste di "verità scomoda" quella che per anni è stata additata come una verità "di comodo". Purtroppo è una visione che finisce per sovrapporsi ai fatti in maniera politica ed ideologica a sua volta, e porta sovente addirittura ad immaginare scenari ancor più complottisti e fantasiosi (si va dal "suicidio per delega" di Sanguineti alla "messa in scena del sogno semiologico" di Zigaina).

    Ferrara appare preoccupato di mettere in scena con piatta esattezza la dinamica delle ferite riportate da Pasolini. Ma contemporaneamente commette l'imperdonabile errore di mostrarci un Pasolini che decide, così d'emblée, di dirigersi spontaneamente all'Idroscalo allo scopo di consumare un incontro sessuale, e non fa alcuna menzione degli occhiali di Pasolini e degli altri oggetti estranei (un maglione e un plantare) rinvenuti a bordo dell'Alfa.
    Questo arbitrio a mio parere non è una libertà narrativa giustificabile: si chiama "onestà intellettuale", una delle cose per cui Pasolini viene di solito rimpianto.

    Non sono così digiuno di etica e di estetica da non sapere che un film non ha il dovere di sostituirsi ad un'inchiesta giudiziaria, ma non ha nemmeno il diritto di distorcerla agli occhi del mondo, facendole fare un passo indietro di 40 anni.

    Se l'aspetto "politico" e "ideologico" di un film appaiono metri di valutazione errati, consideriamone piuttosto quello "intellettuale" e "civile": ritengo gravissima la responsabilità che Ferrara si è voluto assumere, e temo che non se ne renda nemmeno conto lui stesso.
    Ultima modifica: 10/10/14 18:26 da Il Dandi
  • B. Legnani • 10/10/14 18:30
    Pianificazione e progetti - 14965 interventi
    Il Dandi ebbe a dire:
    Pigro ebbe a dire:

    Che dire? Io lo leggo come un omaggio a Pasolini fatto da qualcuno che si muove da una posizione esterna al nostro contesto culturale e sociale.


    Ferrara immagina la Roma del '75 piena di Graffiti e poster di Lou Reed, in cui Pasolini si aggira a bordo dell'Alfa GT in cerca di maschietti sulle note di musica pop-blues.


    O mamma mia...
  • Rebis • 10/10/14 18:56
    Compilatore d’emergenza - 4420 interventi
    Sono completamente d'accordo con te Dandi, anzi, col senno di poi mi dispiace aver utilizzato i termini "politico" e "ideologico", perché in effetti "intellettuale" e "civile" sarebbero quelli più appropriati. E' davvero avvilente l'uomo Pasolini che emerge dal film di Ferrara: un residuato di visionarismo utopistico, peggio, un apocalittico integrato.
    Ultima modifica: 10/10/14 19:08 da Rebis