Buiomega71 • 18/02/23 10:20
Pianificazione e progetti - 24775 interventiNel complesso è un buon film di fantascienza, il miglior film di Nolan dopo
Memento (almeno, per quel che ho visto della sua filmografia: lo straordinario
Memento appunto, il piatto e banale
Insomnia e i primi due impersonali e impassibili
Batman) e in parte mi devo ricredere sulla sua mano autoriale (totalmente anonima nella prima parte).
Se le stoccate noiose non mancano (buchi neri, gravità, discorsi sulla fisica quantistica) e si perde un po troppo tempo a giocare con le navette spaziali (anche se il silenzio dello spazio rimane suggestivo) mentre il pianeta di ghiaccio (un omaggio alla
Cosa carpenteriana?) dove sopravvive Matt Damon (ma la pressurizzazione è notevole) non ha lo stesso pericoloso fascino di quello interamente ricoperto d'acqua (anche se il montaggio alternato con la lotta tra Damon e McConaughey sul pianeta ghiacciato e Murph sulla terra devastata dalle tempeste di sabbia e l'incendio doloso ai campi di grano ha la sua carica di tensione) , il momento in cui McConaughey si infila nel buco nero in un trip allucinogeno mentale nelle profondità spaziali (la stanza mentale dimensionale che proietta il passato per cambiare il futuro, e quì dove si vede la mano di Nolan finalmente), la perdita di coscienza fluttuando per la galassia e il risveglio su Saturno (una copia farlocca del pianeta terra) con il cielo come se fosse uno specchio incrinato è puro cinema delle emozioni, visionario e affascinante che ripaga delle pause tediose.
E per una volta tanto la fantascienza buonista fa centro, in un incontro padre/figlia centenaria di rara commozione e una chiusa bellissima (Brand sola sul pianeta che sarà una nuova colonia terrestre) di grande suggestione.
Anche se , sinceramente, nella biblioteca dimensionale dove McConaughey è imbrigliato per avvisare la figlia in uno straordinario loop spazio/tempo non c'ho capito gran chè dai dialoghi, rimane un pezzo di cinema visionario davvero potente, dove salta fuori il regista di
Inception e i suoi labirintici giochi mentali (McConaughey che vede se stesso uscire dalla porta della stanzetta, le lancette dell'orologio, i libri che cadono, la figlia Murph vista in varie angolazioni tridimensionali, RESTA).
Più
2010 che
2001 (e per chi scrive il capolavoro incompreso di Peter Hyams è tra le opere di SF più sottostimate dell'intero genere) con quel troncone narrativo in dirittura d'arrivo che è un' esperienza fantameravigliosa che stimola l'encefalo, ripaga gli occhi e riscalda il cuore.
Forse la punta di diamante della nuova fantascienza filosofica (pur con i suoi limiti e i suoi difetti) dove lo slancio speranzoso e la forza dell'amore , per una volta nella vita, non hanno il sapore rancido di melassa fine a se stessa. Eppoi cosa non è quel viaggio lisergico/evangelico/spazio temporale nel buco nero della mente.
In parte mi devo ricredere (almeno qui) sul cinema di Nolan, come il cielo innaturale che sovrasta sulla copia della terra ricreata su Saturno.
POI DAVINOTTATO IL GIORNO 11/11/14
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