Broker di borsa inglese cinico e freddo eredita un vigneto in Provenza; riscoprirà il passato e troverà l'amore. Prima commedia per Ridley Scott, è un film a tratti autobiografico: così come il protagonista ritrova le proprie origini, anche Scott torna, anche se parzialmente, alla sua patria inglese. E' un film discretamente divertente, ben fatto e ben montato, che ogni tanto osa debordare nella comicità slapstick e nei territori alla Tatì (purtroppo presto abbandonati). Crowe se la cava bene, anche fisicamente, ma il meglio viene dal grande Finney. Sottovalutato.
MEMORABILE: L'arrivo in Provenza con l' "incontro" con la Smart e la scena nella piscina.
Colpa del solito trailer fuorviante stavo per perdermi questa buona pellicola. Il film è l'opposto di quanto immaginavo. Per nulla banale e superficiale, descrive il lento risveglio dei sentimenti sopiti di uno spietato broker inglese quando questi viene a contatto con il mondo della sua giovinezza. Semplice e scanzonato il regista gira una pellicola quasi europea lontana anni luce dalle produzioni iperboliche Hollywoodiane. Bravissimo Russell Crowe.
Filmetto leggero che si spera sia solo una pausa nell'ottima filmografia del grande R. Scott. Tutto risulta già visto e sentito: la storia è quanto di più scontato si potesse proporre, con luoghi, situazioni e battute trite e ritrite. La regia si limita ad una piatta descrizione di luoghi (l'ambientazione è comunque magnifica) e situazioni. Gli attori recitano per onore di firma. C'è da sperare che per realizzare una tale pellicola il regista sia stato almeno ben pagato (ma questo è certo).
Film da cui mi aspettavo poco e poco è arrivato, a cominciare da Russell Crowe che male si adatta ad un personaggio che richiedeva doti attoriali più raffinate. Deludente anche la mancanza di capacità del regista di sfruttare le uniche cornici offerte dalla Provenza. Inutile, superficiale e molto scontata la parentesi londinese. Si salvano Albert Finney e la famiglia di simpatici vignaroli. Insomma un film assolutamente dimenticabile.
Scott è un ottimo regista, ma se questo film mi ha insegnato qualcosa, è che quest’uomo, quando tenta di amalgamare più generi (commedia-comico-sentimentale) finisce per fare la frittata (bruciacchiata e assai poco digeribile). Un'ora dopo averlo visto, mi ricordavo solo l’inizio e la parte finale, che risolleva leggermente la situazione. Mentre il mio cervello aveva saggiamente cancellato la parte centrale, fatta di scenette comiche di bassa lega, di banalità travestite da lezioni di vita e di personaggi di poco spessore. Crowe macchietta.
Questa volta proprio non ci siamo: Ridley Scott, ottimo regista che ci ha regalato veri e propri capolavori, confeziona una commediola scialba dove tutto è scontato e già visto. Gli attori, pur dignitosi, non è che si sprechino per sollevare il tono della pellicola e le uniche cose che si salvano sono la bella fotografia e la buona interpretazione di Albert Finney. Speravo che anche questa volta Scott riuscisse a regalare qualche emozione ma purtroppo così non è stato. Evitabile anche se non proprio pessimo.
Film anomalo e romantico di Ridley Scott, legato alla sua passione per il vino e per la Provenza. La storia in sé appare più che altro un pretesto per portarci nel cuore del Luberon, tra vigneti e villaggi incantevoli. Russel Crowe, cinico uomo d’affari londinese, si farà via via sopraffare dai sensi e dalla bella Fanny Chenal (Marion Cotillard). Bella la musica d'annata per una commedia piacevole, non priva di pregi, specialmente nel saper descrivere il lento e progressivo emergere nel protagonista dei ricordi dell'infanzia lì trascorsa.
Affarista senza scrupoli eredita una tenuta vinicola in Provenza e scopre che c'è altro nella vita. Storia classica, dalla trama prevedibile (dopo 10 minuti sai già come andrà a finire), che Scott racconta cercando di slalomare fra i trabocchetti della banalità, e riuscendo a dare un briciolo (ma solo un briciolo) di credibilità al protagonista, ben interpretato da Crowe. Anche la bellissima fotografia non si sottrae alla retorica immergendo le scene del lavoro a Londra in un gelido blu e quelle francesi in una calda solarità.
Sia Ridley Scott che Russell Crowe distruggono il mito che si erano creati. Impossibile che dopo film come Insider, Il gladiatore e via discorrendo, arrivino a realizzare un film come questo. Mieloso, scontato e ridicolo. Scopiazzato dal profumo del mosto selvatico.
Simpatica commedia che ha il pregio principale di mostrarci, con il pretesto di una piacevole storiella, gli incantevoli panorami della Provenza. Questo film è un inno alla “bella vita di una volta” (il vino, la campagna, le belle donne…) opposta all’esistenza asettica e disumana di chi vive solo per fare soldi (conflitto evidente anche nelle scelte cromatiche: è un continuo verde-oro versus un blu livido). Nulla di più di questo, certo, ma c’è bisogno anche di questi film per restare allegri. E poi Russell Crowe rimane sempre Russell Crowe.
MEMORABILE: Il breve dialogo di Max con il suo capo a proposito del quadro, alla fine.
Film banalotto, si può evitare. Russel Crowe discreto, ma la sceneggiatura alla fin fine risulta davvero già vista. La regia di Scott non è molto ispirata (ha fatto di meglio). Si può allegramente dimenticare.
È sicuramente un film banale, stereotipato e dopo nemmeno un quarto d'ora si capisce già come va a finire. Nonostante questo, risulta piacevole e divertente, quasi un intruso all'interno della filmografia del grande Scott che si cimenta con successo anche in una "americanata". Bene in un ruolo insolito Russel Crowe, deliziosa la bellissima Marion Cotillard.
MEMORABILE: Pardonne mes lèvres, elles trouvent du plaisir dans les endroits les plus inattendus.
Coraggioso Ridley Scott a cimentarsi in un genere "non suo": il risultato è più che sufficiente (ma solo se si tiene conto del fatto citato in precedenza). La sceneggiatura alquanto scontata non giova molto al film che però si fregia di ottimi attori (Crowe e Finney su tutti). I ritmi molto pacati e le ambientazioni confortevoli lo rendono piacevole.
Leggi Ridley e le aspettative schizzano alle stelle: invece se preso per ciò che è, una piacevole commedia romantica, l'opera riserva molte soddisfazioni. La regia non scade mai nel manierismo e si inginocchia con dignità alla piacevole sceneggiatura ricca di flashback malinconici alquanto riusciti. Crow ci mette la bravura e la Cotillard l'indefinibile bellezza.
Altre volte Ridley Scott ha fatto film patinati, luminosi (ma questo è un pregio in un momento dove le tenebre sembrano farla da padrone) e che raccontano storie tutto sommato semplici e favoleggianti, come questo A Good Year. In altri casi però, sotto una superficie levigata c'erano anche guizzi di originalità che distinguevano il prodotto. In questa occasione questi guizzi mancano e sono surrogati da attori che, si sarebbe detto una volta, commuovono e fanno sognare le sartine. A dire il vero qualcosa c'è, specie quando sono in scena i bambini...
Un broker inglese senza scrupoli eredita la tenuta dello zio in Provenza e poco alla volta riscopre i valori della vita. Scott dirige un film lontano dai suoi canoni abituali, ma a dispetto delle feroci critiche il risultato è tutt'altro che disprezzabile. Buonissimo cast con in testa un Crowe molto in parte e un gigionesco e divertito Finney. Fuori scala come sempre la bellezza della Cotillard. Parecchie le situazioni divertenti che ben si alternano ai momenti romantici incorniciati dal profumo del vino e dai meravigliosi paesaggi francesi.
Quando si pensa al volto di Crowe non riesce a uscirne come prima immagine quella di un uomo dedito a smancerie di sorta e amori romantici. E invece, in questa occasione, costui si muove tra presente e passato, soldoni e ricordi familiari, sino all'inevitabile electio vitae. Deliziose le parlate in francese che accompagnano questo filmetto (sorpresa, reca Ridley "Alien" Scott in calce!) che disegna l'esistenza semplice come panacea dell'essere umano. Se lo si guarda cenando o sepolti sotto una coperta di lana fa il suo effetto...
Commediola leggera leggera con una splendida fotografia e qualche momento spiritoso diretta da Ridley Scott con protagonista un Russell Crowe non particolarmente in forma ma che ci regala qualche gag simpatica. Ahimè, alcuni momenti di noia pervadono la pellicola, che a volte diventa melensa.
Se Ridley Scott prova a cimentarsi nella commedia romantica è lecito aspettarsi qualcosa di più rispetto al classico film americano. Invece questa pellicola non si discosta dai tipici clichè del genere: funziona, ma non ha nulla che la elevi dalla massa di discreti film che escono in gran numero ogni anno. Buona prova di Russel Crowe (anche per lui ruolo insolito), mentre la bellezza di Marion Cotillard focalizza l'attenzione.
Vini e soleggianti campagne francesi per uno Scott che vuole ancora una volta evadere dal suo tipico genere, l'azione. In realtà c'è anche Londra, una Londra fredda, spietata e pragmatica e un broker dalla storia poco credibile – sebbene una larga fetta della sua vita non ci sia stata narrata, un bambino cresciuto in quella maniera non può diventare un affarista di tal fatta e tantomeno "rinsavisce" così facilmente. Non si ride quasi per niente, ma la pellicola scorre più o meno lieta grazie a una deliziosa fotografia e al buon (e bel) cast.
Broker finanziario senza scrupoli eredita l'enorme tenuta vinicola in Francia dallo zio appena morto; deciso a venderla, poco a poco, rivedendo i luoghi della sua infanzia e grazie alla popolazione locale, comincerà a cambiare idea. Il canovaccio di base non brilla certo per originalità, oltretutto è pieno di stereotipi sui francesi. I paesaggi sono stupendi e il notevole cast aiuta molto. Storia semplice semplice per un film semplice semplice con un regista non proprio a suo agio per un film di questo genere. Comunque non male.
Ridley Scott si misura col genere sentimentale realizzando un film di buona fattura ma pretenzioso e ammiccante, che sfrutta le splendide ambientazioni del Luberon francese per trattare in modo confuso temi ampiamente scontati: la nostalgia per gli anni spensierati della gioventù, la semplicità della vita bucolica a confronto con la vita civilizzata, l'autenticità della natura rispetto al potere del denaro. Nulla di originale né di veramente approfondito, tutto scivola via con leggerezza.
Broker londinese arido e cinico è costretto a tornare in Francia, nei luoghi in cui ha trascorso parte della sua infanzia d'orfano presso uno zio proprietario di vigne d'uva pregiata... Pensavo che Scott avesse già toccato il fondo della sua carriera registica assai altalenante, ma mi sbagliavo: se la soldatessa Jane fa almeno digrignare i denti, qui siano di fronte ad un storia banalissima, un lungo e noioso spottone turistico dallo svolgimento assai prevedibile che spreca i talenti attoriali messi in campo, il cui unico pregio è quello di mostrare le bellezze provenzali(!).
Curioso vedere in regia Scott per questa commedia agrodolce che trova in Crowe un interprete inaspettatamente convincente; certo, la contrapposizione tra la vita frenetica londinese e quella più a portata d'uomo della campagna provenzale si basa su idee cinematografiche vecchie come il mondo, così come l'immancabile storia romantica, i ricordi d'infanzia e il prevedibile finale, però il film ha un andamento brioso, buoni dialoghi e la Provenza, pur un po' cartolinata, resta una cornice solare che infonde tranquillità e relax nello spettatore.
Ormai perso nei meandri di un cinema sempre più commerciale, Scott firma una commedia romantico-vinicola scontata, noiosa e fighetta. La storia del cinico broker che riscopre i veri valori della vita nell’amore e nella natura sembra uscita direttamente dai telefilm romantici che infestano i palinsesti tv in fascia protetta con l’aggiunta di un tocco da reality eno-gastronomico. E a poco servono le splendide quanto patinate immagini provenzali da cartolina. C’è da chiedersi come Scott abbia potuto dirigere i capolavori d’inizio carriera.
MEMORABILE: L’investimento di Fanny; Il riempimento della piscina vuota con Max al suo interno.
Commedia leggera forse eccessivamente punita per il nome clamoroso in cabina di regia e un cast non proprio di novellini, e conseguenti aspettative. Al netto di tutto ciò, un bello spot per la Provenza (che tuttavia è anche più bella), una buona prova di Crowe che si diverte a gigioneggiare dinanzi alla bellezza della Cotillard (e relativa chiappa), lasciando la Cornish (e relative chiappe) al suo amicone. Niente di particolarmente travolgente né sorprendente, ma un discreto divertissement.
La storia, per quanto prevedibile fin dai primi secondi, ci poteva anche stare. Era importante riuscire a trovare degli interpreti fisiologicamente adatti alla commedia sentimentale in modo da enfatizzare i punti di svolta di un copione che a conti fatti non regala che poche emozioni. Inevitabile che sul piano puramente tecnico non si possa dire molto, trattandosi di una produzione di un livello alto in grado di garantire una qualità eccelsa senza sforzo apparente. Che Scott abbia sempre fatto altro poco importa, perché il risultato lascia perplessi a prescindere.
Broker cinico eredita un casale in Provenza. Sceneggiatura che se fosse stata basata solo sui ricordi (ben fatti con Finney), sul vino e qualche differenza culturale, poteva anche funzionare. Invece è una commedia sentimentale e gli sviluppi son banali. Qualche incoerenza di età tra i vari ruoli (soprattutto la figlia illegittima) rende poco credibile la storia. Regia accettabile, ma trattandosi di Ridley Scott ci si aspettava di più. Fotografia con filtri blu (specie a Londra) che sembra una scelta discutibile. Crowe con la simpatia radente lo zero.
MEMORABILE: La partita a tennis al limite dello sciocco; Le scene presunte comiche con la Smart; L'omaggio a Tati e Trenet.
Pellicola da dimenticare, che rasenta il banale e pure la noia, dato che è tutto già visto. Una storia che coinvolge pochissimo e che non ha momenti da ricordare, in cui il mieloso regna sovrano. Si fa fatica a credere che un regista del calibro di Ridley Scott abbia diretto una storia simile. Russell Crowe è tutt'altro che convincente, come d'altronde il resto del cast.
Da Massimo a Maximillian, Russell Crowe torna sotto la guida di Scott nei panni di uno spietato broker che, richiamato in Francia dopo la morte dello zio vinicoltore, riassapora i semplici piaceri della vita e la gioia dell'infanzia perduta. Tutto già scritto e confezionato con la faciloneria di una qualsiasi commediola di secondo piano, fra l'esasperato riguardo per le splendide vedute della Provenza, la prevedibilità degli avvenimenti e l'innocuità dell'umorismo. Ciononostante, se non si fa troppo caso alla rinomanza di regista e cast, il tutto scorre con apprezzabile rilassatezza.
MEMORABILE: Gli scorpioni in camera; Il piccolo Max non sa perdere a tennis; Crowe nella piscina vuota e infangata; La bella cuginetta con la schiena scottata.
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