Da Incantesimo napoletano, a Benvenuti al sud e Benvenuti al nord, si conferma la tendenza del regista Luca Miniero a dirigere commedie basate sulle dicotomie regionali. In questo caso una famiglia altoatesina deve fare i conti con le origini napoletane della madre e del fratello “ingombrante" di lei. Il film è più riuscito nella prima parte (con buone gag) che nella seconda, dove la sceneggiatura e il ritmo mostrano qualche cedimento di troppo. Buona prova della Cortellesi e Papaleo, mediocre Argentero.
Tanto per cambiare, in Italia arriva una commedia. Tra stereotipi regionali, gag che non fanno ridere e attori pessimi è difficile trovare qualcosa da salvare in questa pellicola di Miniero. Musiche e fotografia da fiction, montaggio e sceneggiatura non pervenuti. Forse il punto più basso è la gag della passata di pomodoro, ma è difficile scegliere quando il peggio abbonda. Sentire poi i Goblin maltrattati in una scena del film fa piangere. Da dimenticare.
Miniero si è decisamente specializzato nell'incontro/scontro culturale nord/sud d'Italia; stavolta si prende una bella famigliola pulita dentro e fuori in Alto Adige con un parente napoletano pregiudicato (ospite sgradito) e il gioco è fatto. Il film non funziona molto: la colpa è solo di una regia incapace di dare verve e di sfruttare al meglio le situazioni migliori gestendole spesso frettolosamente e dilatandone altre inutili. Restano le buone prove della Cortellesi e del "solito" Papaleo. Argentero ha una parte infelice.
Luca Miniero ci riprova col suo "giocare" fra nord e sud e stavolta ci propone una commedia che se non fosse per alcune gag di un bravo Rocco Papaleo sarebbe piuttosto fiacca. Paola Cortellesi è brava così come Angela Finocchiaro (che purtroppo appare troppo poco, pur lasciando il segno), Escluso Papaleo, il reparto maschile con Besentini e Argentero non offre grandi performance.
Peccato aver sprecato un sacco di belle location per la 345678 commediaccia uscita nei cinema italiani. Siamo sempre dalle stesse parti, con battutine che funzionano a tratti e altre brutte gag che quando erano inserite nei cinepanettoni facevano schifare il pubblico prezzolato e ora da loro stessi ricevono le risate più sperticate. Meno male che Papaleo, seppur viziato da un macchiettismo e una faciloneria di fondo, riesce a costruire un personaggio simpatico. Irritanti la Finocchiaro e la Cortellesi. Simpatico Ale, che fa almeno ridere.
MEMORABILE: L'inutilità del personaggio di Luca Argentero, succube che non riesce mai a imporsi nel corso del film.
Ormai, non si fanno più film che fanno veramente ridere, in Italia. Questo, al massimo, fa sorridere e solo per le gag di Rocco Papaleo; che, però, come napoletano non è così credibile. Il resto del cast, Paola Cortellesi compresa, non è all'altezza delle aspettative; nemmeno Angela Finocchiaro che, di solito, è molto divertente. Quanto a Ale non mi fa ridere qui come non mi ha mai fatto ridere con Franz. Infine Luca Argentero si muove male anch'egli. Buonista il finale per Papaleo.
Scialba commediola all'italiana come tante se ne sono viste negli ultimi anni. Un personaggio, Papaleo, che regge il film praticamente da solo, una valida comprimaria, la Cortellesi (orrendo però il suo accento locale) e un gruppo di attori di basso livello; così come la storia, ancora una volta una contrapposizione nord-sud che contiene l'ennesimo finale buonista. Questo genere di film, un tempo nostro cavallo di battaglia, sta ristagnando sempre più in un pericoloso immobilismo.
MEMORABILE: Papaleo arriva in treno e l'altoparlante annuncia "Intercity in arrivo sul binario"; peccato che le carrozze siano quelle usate per i treni regionali...
In pieno 2014 le caraterizzazioni Nord e Sud sono patetiche e stantie! Il personaggio della Cortellesi, finta perbenista e ipocrita mammina meridionale che si vergogna di esserlo e preferisce parlare con cadenza e dialetto altoatesini è un qualcosa di già visto e lo si vede nella realtà di tutti i giorni. Argentero fa il maritino ameba e sottomesso che sembra portare più l'abito da casalinga che i pantaloni e Papaleo fa il bulletto partenopeo. Defilata la bravissima Finocchiaro e Besentini, in un film che stufa presto e in cui si ride poco.
MEMORABILE: La Cortellesi repressa che si mette a parlare napoletano.
"Squadra vincente non si cambia": Miniero applica il detto al tema e ripropone il confronto nord/sud a base di pregiudizi reciproci, in un trionfo di luoghi comuni e banalità assortite. Resterà deluso chi si aspetta un poco più di incisività dalla presenza del personaggio del presunto boss interpretato da Papaleo: il tema dell'infiltrazione camorristica è sfiorato di striscio (vedi la pronta disponibilità dell'imprenditore locale), mentre si preferisce insistere sul dualismo schizoide Cristina/Carmela dell'esagitata Cortellesi. Commedia modesta e poco divertente.
La cinematografia italiana ci "regala" l'ennesimo sottoprodotto comico (con moralina annessa) che strappa qualche risata (Papaleo) mostrando in modo grossolano i vizi del neo dirigismo all'acqua di rose ma che in sostanza non punge fino a dove meriterebbe. La bocciatura è dietro l'angolo, ma una sufficienza risicata se la può prendere.
Se Benvenuti al Sud divertiva e Benvenuti al Nord deprimeva, qui stiamo un po' nel mezzo. Funziona Papaleo, al solito bravissimo, non funzionano la coppia Cortellesi-Argentero e il mix tra melassa e cattiveria che sembra la cifra (mancata) della nuova commedia italiana. Confezione da fiction di lusso, utilizzo criminale dei Goblin.
Spesso le commedie italiane degli ultimi anni hanno la tendenza a ripetersi, con i "buoni sentimenti" che alla fine vengono a galla. Questo film non fa eccezione, malgrado ci potessero essere i presupposti per qualcosa d'altro. Invece la prevedibilità la fa da padrona, col classico intruso, dapprima visto con diffidenza, che poco a poco conquista l'affetto di tutti. Si ride veramente poco e la vicenda scivola via veloce, lasciando un certo amaro in bocca. Papaleo si salva a stento, gli altri no.
Tremendo. Nonostante la confezione ben curata e il cast promettente (la Cortellesi di solito non mi dispiace, Papaleo non è male), la sceneggiatura è veramente insulsa. Lo definirei un Benvenuti al sud che tende al cinepanettone (con tanto di gag irritanti, come quella del gatto morto). Pochissimo da salvare.
Luca Miniero si conferma come il regista che analizza le differenze fra Nord e Sud Italia. Al sottoscritto onestamente ha stancato. Non bastano nemmeno bravi attori a salvare storie del genere, anche se il film, a tratti (ma proprio a tratti), fa sorridere. Tolto Luca Argentero che come attore vale veramente poco, del cast si salva Rocco Papaleo.
Un'accozzaglia di luoghi comuni, banalità e scrittura di bassissimo livello, per non parlare della sceneggiatura. Non si salva praticamente nulla di questa commediuccia diretta da Miniero, non nuovo a situazioni di imbarazzo per alcuni meridionali come il sottoscritto non favorevoli a certi "attacchi" culturali. Sì, forse ne uscirebbero vivi gli attori, povere vittime in un contesto tanto mediocre; in ogni caso la tollerabilità di Papaleo come boss napoletano dall'accento pugliese sarebbe bassa anche per il più estremo dei buonisti.
Commedia senza infamia e senza lode, incentrata sul tema delle diversità nord/sud. Non male le prove della Cortellesi e di Papaleo fratelli agli antipodi, mentre risulta insipida la prova di Argentero. Si lascia guardare e nel complesso ci consegna anche una bella morale, ma ha il difetto di non avere dei veri momenti di decollo. Si guarda, ma non va oltre i due pallini: mi aspettavo qualcosina in più.
Film divertente e ironico, recitato con maestria da una bravissima Cortellesi e da un ancor più speciale Papaleo. Suscita ilarità e risate ma anche quel senso di ingenuità e malinconia legato alla propria esistenza. Regia non eccellente ma calibrata per il risultato. I connotati fisici sono sempre la madre della verità ed è per questo che la fotografia non mente.
Oramai una consuetudine il confronto tra nord e sud per Miniero, che stavolta sceglie un'improbabile Alto Adige, dialetti e usi non consoni ma una discreta simpatia nella narrazione. Papaleo strappa sovente la risata, la Cortellesi ha buoni tempi anche se alla fine regala un finale troppo buonista, Argentero mediocre. Nel complesso una pellicola accettabile ma non certo memorabile.
La routine di una tranquilla famiglia del Nord viene sconvolta dall'arrivo di uno zio camorrista in attesa di giudizio. Seppur in maniera inaspettata le cose prenderanno una piega positiva. Il meglio del film ce lo regala Rocco Papaleo con alcune uscite veramente comiche, il peggio invece Argentero con una grigia interpretazione del padre senza attributi. Si gioca come al solito sui luoghi comuni ma le risate escono spontanee.
Brutto segno se una commedia dal tono dichiaratamente brillante non riesce a far ridere. Ed è questo che accade nel film di Miniero, ancora incentrato sulle differenze tra nord e sud e molti, troppi, luoghi comuni. Per una volta molto forzata e poco centrata la prova di Paola Cortellesi. Rocco Papaleo è una caricatura di boss, schiacciato in un ruolo del quale non sembra troppo convinto. Argentero è assolutamente anonimo. Tante banalità . Deludente.
Famigliola del nord con lei di origine campana che deve ospitare il fratello, presunto boss. Commedia piacevolmente ambientata tra chalet attorno a Bolzano, ribadisce la consueta dicotomia nord-sud ricca dei luoghi comuni che tutti conosciamo. La sceneggiatura è piuttosto lineare, il soggetto non banalissimo ma nel complesso potrebbe essere sfruttato meglio, perché in fin dei conti la pellicola è piacevole, con qualche trovata simpatica ma rimane nella media. Buono per Papaleo, mentre la Cortellesi non è ai livelli soliti. Si guarda ma senza pretese.
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Riflettevo sul fatto che ho dato al film un giudizio mediocre (due palle) ma forse ho "largheggiato": i film sulle differenze/contrasti regionali sono a mio parere ormai logori e questo non riesce a portare nulla di nuovo sull'argomento. Il finale poi è veramente pessimo, un pò di cattiveria in più non avrebbe guastato.
DiscussionePanza • 6/01/14 09:09 Contratto a progetto - 5247 interventi
Non ho capito neanche qui due secondi finali con la veduta di Napoli e i due palloncini che salgono in aria.
Concordo sul finale: li fanno così per ficcarci i sequel.
Francamente il film non mi è molto garbato e poi onestamente (limite mio, sia chiaro) non ne ho capito il significato. Brava la Cortellesi, questo si.
DiscussioneZender • 8/01/14 09:34 Capo scrivano - 48561 interventi
Beh il significato è sempre quello: il cattivone è sempre preso giustamente come esempio da evitare ma appena ti aiuta a far carriera o a risolvere i problemi si comincia a guardarlo in altro modo.