Ponendo in un ruolo secondario sparatorie e duelli, si concentra sull'aspetto psicologico di personaggi poi ampiamente ripresi in tanti western nostrani drammatici dedicati all'amicizia e alla fratellanza tradite, a pistoleri infallibili che si rivelano troppo potenti e pericolosi (Fonda e Quinn) e a banditi redenti (Widmark) che finiscono per diventare loro i veri custodi della legge. Di particolare interesse Quinn, ambiguo avventuriero in odore di "gayezza".
MEMORABILE: Fonda fa cadere le stampelle ad un personaggio,esattamente come farà il suo Frank in C'era una volta il West.
Straordinario vertice del western psicologico, estremo nei contenuti ma compattissimo nella forma, ricco di rafffinatezze visive e di sfumature di scrittura. Audacissima (siamo nei '50!) l'esplicita attrazione omoerotica di Quinn per Fonda (immensi), sfaccettato anche Widmark, per una volta non il duro tetragono un po' quadrato. Parecchie scene memorabili, indimenticabile la figura di Fonda, vestito di scuro e con le pistole dal calcio d'oro, nel finalone allo stesso tempo classico e coraggioso. Capolavoro.
Interessantissimo western cittadino; cos'è la città se non l'arroccamento di individui che demandano di togliere le castagne dal fuoco ad altri salvo poi ribellarsi al primo accenno contro chi li protegge? Uno dei migliori Dymtrik soprattutto per il personaggio di Fonda; nerovestito, pistole coi calci d'oro, elegante e sprezzante e con un compagno (Quinn) innamorato di lui. Un'anticipazione, in meglio, del vilain di C'era una volta il west.
I probi cittadini di Warlock assoldano un killer per difendersi dalle violenze di un gruppo di banditi, ma sono pronti a rinnegarlo una volta passato il pericolo. Western complesso, parabola sulla legge e sull'ordine. L'omoerotismo, non estraneo al genere (basti pensare a Fiume rosso), qui è più esplicito: Fonda, dalle eleganti movenze feline, è il credibile oggetto del desiderio di Quinn, zoppo e maledetto. Accanto a loro, spiccano anche Widmark in un ruolo particolarmente sfaccettato e l'intensa Malone. Finale di grande suggestione
MEMORABILE: La figura iconica di Fonda, l'ultimo duello di Quinn
È un western ricco. Ricco nella trama e nella caratterizzazione dei personaggi, ricco nella scenografia sia di interni che di esterni, molto caratteristici. La regia è ottima, non ci sono momenti di calo, anche le interpretazioni sono di buon livello con un Fonda perfettamente calato nel personaggio del pistolero, molto sicuro di sè, che sistema sempre le cose quando la legge non c'è o non basta. La parte sentimentale, un po' in sottofondo, è invece un motore importante che si svelerà alla fine. Forse un po' forzata la sparata finale di Quinn.
MEMORABILE: Molto belli i duelli di Fonda prima e di Widmark, dopo, con la mano ferita.
Straordinario esempio di cinema western che si dimostra sempre più complesso ed opulento man mano che i minuti passano. Tanti sono i temi (su tutti quello della legge) ed i topoi del genere che vengono affrontati e molto approfondita e caratterizzata è la psicologia dei personaggi principali. Coinvolgente nonostante le due ore di durata, con un ritmo sempre alto e con poche, ma utili, pause riflessive. Molti sono i momenti e le scene da ricordare. Palesi ed audacissime per l'epoca, le pulsioni omoerotiche di Quinn per Fonda.
Western dall'intelaiatura classica girato con gusto moderno e grande forza espressiva; raffinato e denso di sequenze memorabili, è sostenuto da una sceneggiatura di ferro, perfetta ambientazione e personaggi dalla psiche complessa ben restituita da attori in stato di grazia. Se si considera che è un prodotto di fine anni '50 gli si riconosce un'audacia senza compromessi che è un valore formale aggiunto.
Film straordinario che sotto gli abiti del western propone una fantastica sintesi delle umane vicende. Nel "mondo" di Warlock gli abitanti sono ignavi che desiderano l'uomo forte per poi temerlo e odiarlo. Nel film, con personaggi ben caratterizzati, c'è quasi tutto: la Giustizia, il senso del dovere morale e professionale, la codardia, la vera e la falsa amicizia in un rapporto di amore/gelosia complesso, il desiderio di riscatto da una condizione di malvagità mal sopportata. Grande film.
MEMORABILE: Lo sceriffo Baisedel, disperato per avere ucciso l'amico Morgan, scalcia l'anziano giudice e lo disprezza mentre striscia sotto il cadavere di Morgan.
Uno dei migliori film della carriera un po' sovrastimata di Dmytryk. Un western classico che all’apice dell’età d’oro del genere introduce qualche novità interessante, come la prevalenza dell’ambientazione cittadina sui tipici paesaggi naturali e l’ambiguità del personaggio interpretato da Quinn ai limiti dell’omosessualità. Il tema principale resta comunque quello dell’affermazione dell’ordine costituito sui vecchi valori del selvaggio west già alla base della famosa Sfida all’O.K. Corral. Tralasciabili le due sottotrame romantiche.
MEMORABILE: L’iniziale umiliazione dello sceriffo in carica; La sfida fratricida tra Fonda e Quinn; Le pistole con il calcio d’oro gettate nella polvere.
Oberato da letture psicoanalitiche spesso oziose e fuori luogo, il film vive sulla dialettica, usuale nel western, fra la nascita della legge positiva (Widmark) e il tramonto dell'individuo che incarna un senso arcaico e soggettivo della giustizia. Tale ordinarietà è declinata, però, in modo vigoroso e vibra nascostamente di un'altra contrapposizione: quella tra un eroe solitario (Fonda) e la sua risentita ombra personale (Quinn), forse più reale di lui (tanto che alla morte dell'ombra si dilegua il personaggio che la proietta). Solido.
Per essere un western classico, questo "Ultima notte a Warlock" non è affatto male. Servito da un grande tris d'assi hollywoodiano (Fonda, Widmark, Quinn), è una pallicola (tratta da un romanzo) dotata dagli elementi classici del genere: amicizia virile, senso ambiguo della giustizia, ai quali si aggiunge anche una giusta dosa di crepuscolarismo. Da vedere.
Western molto interessante, carico di sfumature nella delineazione dei personaggi. Ognuno dei tre protagonisti abita un confine indefinibile tra bene e male, con il personaggio di Quinn che acquista evidenti sfumature omosessuali nella sua ossessione per quello di Fonda. Grande lavoro quindi da parte degli interpreti (anche Widmark nonostante abbia la caratterizzazione più semplice) e bel lavoro della regia, solida e che tiene alto il ritmo. Da non perdere.
Solido western in cui la durezza di alcuni personaggi, scolpiti dall'ambiente ostile in cui hanno sempre vissuto, è evidente, che siano uomini o donne. Più che gli scontri fisici, o a fuoco, qui sono spesso le parole a colpire gli interlocutori, disegnando la personalità dei protagonisti, su tutti il fratello del fuorilegge (bravo Widmark), Fonda (pistolero al soldo del miglior offerente), il suo socio (Quinn giusto per la parte), fedele fino all'autolesionismo e la donna che li segue sperando nella dipartita del primo. Qua e là perde qualche colpo, ma resta notevole nel suo genere.
MEMORABILE: Il discorso; Fonda: "Mi attira non essere niente"; "Da dove viene tanto amore?". "È l'unico che non mi ha mai visto come uno storpio"; "Ho vinto Clay"
Tipico western psicologico degli anni Cinquanta, uno di quei film che da un lato segnano la maturità del genere e dall'altro ne fanno presagire la fine. Dmytrik, autore già blacklisted ma poi passato dalla parte dei suoi persecutori, dimostra di saper dirigere gli attori, ma la storia è troppo carica di contenuti ostentati per risultare scorrevole. Su tutti spicca Richard Widmark.
Western "maturo" in cui viene privilegiata la componente psicologica rispetto alle scene d'azione. La regia di Dmytryk risulta un po' pesante e ciò, unito alla lunghezza non indifferente della pellicola (circa due ore), affatica un poco la visione, che rimane comunque di discreto interesse anche grazie alle prove attoriali. Niente da dire sulla realizzazione tecnica (buona la fotografia in CinemaScope) sicuramente di buon livello, mentre la sceneggiatura risulta un po' farraginosa. Un classico nel suo genere, che visto oggi appare leggermente datato.
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HomevideoRocchiola • 17/09/18 19:21 Call center Davinotti - 1224 interventi
Il DVD della Flamingo-Teodora uscita nella serie curata dal critico Vieri Razzini è discreto con un video piuttosto pulito anche se in alcune sequenze poco definito ed un audio dolby digital 2.0 più che dignitoso. Il tutto presentato nel corretto formato panoramico anamorfico 2.35.
DiscussioneRocchiola • 17/09/18 19:26 Call center Davinotti - 1224 interventi
Tra i comprimari da segnalare la presenza di DeForest Kelly il famoso Dottor McCoy della serie classica di Star Trek !!!
HomevideoRocchiola • 9/12/19 09:13 Call center Davinotti - 1224 interventi
Rivisto nella versione rimasterizzata in HD pubblicata un paio d'anni fa in DVD dalla A&R. Effettivamente ci sono dei miglioramenti rispetto alla vecchia edizione Flamingo-Teodora di cui sopra. Il video è decisamente più pulito anzi quasi perfetto nella sua assenza di difetti. Anche la definizione sembra un pelo più incisiva anche se alcuni passaggi restano un pò blandi ma credo sia un fattore imputabile alla pellicola originaria. I colori appaiono più equilibrati, ma anche in questo caso alcune sequenze tendono ad un'uniformità marrone-giallognola come già nella vecchia edizione nostrana. L'audio è quello originale d'epoca potente e mediamente chiaro. Non so quale master in HD abbiano utilizzato quelli della A&R (negli Usa, in Francia e Germania il BD è uscito solo di recente nel corso del 2019 e l'unico BD del 2017 è quello spagnolo della Llamentol di cui non ho trovato recensioni), però si tratta di un ottimo prodotto caldamente consigliato in assenza di un'edizione in BD italica.