Ricostruzione romanzata dell’invasione gallica del 390 a.C. che, pur comprendendo sia i fatti storici sia i celebri episodi tramandati dai libri scolastici – la lunga barba bianca del senatore Papirio, le oche del Campidoglio, il «Guai ai vinti!», la leggendaria riscossa di Camillo al grido «Non con l’oro ma col ferro si riscatta la patria» - si abbandona ai luoghi comuni del peplum più ordinario e manicheo, spingendosi persino a mutare la sorte di Brenno, capo dei Galli. Il nerboruto e ferino Mitchell è doppiato dalla voce imperiosa di Arnoldo Foà.
Gentilomo ricostruisce a modo suo uno degli episodi più famosi della storia romana, tenendo conto anche della scarsezza di fonti. Il budget non è importante, ma la mano del regista è buona e le scene di massa non sono proprio da buttar via. Peggio funzionano gli interni, che devono basarsi sui dialoghi ampollosi e retorici di una sceneggiatura piuttosto banale, ma l'esperienza dei protagonisti riesce a dare al film una certa dignità. Mitchell è molto in forma, Serato è bravo come sempre, gli altri non demeritano. Niente di che, ma se vi piace il genere potrebbe meritare un'occhiata.
Mentre Brenno avanza minaccioso alla conquista di Roma, Furio Camillo se ne allontana, schifato per tanta corruzione; ma qualcosa alla fine fa mutare le sorti che paiono inevitabili. Peplum senza sapore che narra della discesa dei Galli nella caput mundi e in cui prevalgono gli interni, per evidenti questioni di budget. Gordon Mitchell tanto palestrato quanto qui decisamente poco espressivo nel ruolo di tiranno inaffidabile e senza pietà.
Uno degli episodi più noti della storia romana raccontato in modo giustamente romanzato per aderire all'immagine dei film mitologici che in quegli anni dominavano la scena. Notevole soprattutto Gordon Mitchell, in una delle sue migliori interpretazioni. Giacomo Gentilomo costruisce con professionalità le scene d'azione e sembra quasi divertirsi nel raccontare la nota vicenda.
Bigino per immagini di tutte le leggende che popolavano i libri delle scuole elementari del passato, dalle oche del campidoglio a Furio Camillo che affronta Brenno al grido di "non con l'oro si riscata la patria ma con la spada", cui gli sceneggiatori aggiungono l'immancabile traditore nel cuore del senato e l'altrettanto immancabile sottotesto sentimentale. Manicheo oltre ogni limite, con Mitchell che impersona un Brenno cattivissimo e Serato nei panni del valoroso e leale Camillo, si riesce comunque a vedere nonostante i bruschi passaggi e i salti immotivati della sceneggiatura.
MEMORABILE: Lo scontro finale a mani nude sul fiume fra i due contendenti.
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DiscussioneReeves • 3/03/24 20:06 Contratto a progetto - 758 interventi
La statua raffigurante Brenno fu conservata poi da Gordon Mitchell nella sua casa romana di via Volturno. Fonte: Il grande libro di Ercole di Marco Giusti.