L'ultimo film di Alberto Sordi ha un che di patetico: con l'inseparabile Rodolfo Sonego l’Albertone nazionale imbastisce una storia che verrebbe raccontare l'amore impossibile tra un ottantenne e una giovane prorompente (Valeria Marini) più propensa a innamorarsi degli anziani che non dei pari età (rappresentati dal suo fidanzato ufficiale cui dà il volto il cabarettista Enrico Bertolino). Siamo ai limiti della gerontofilia, con una Marini che nella parte non riesce a convincere. Tanto è vero che la consueta misura della recitazione sordiana, degna ancora una volta di menzione e che dà al film una sua precisa credibilità e un suo senso artistico,...Leggi tutto si scontra con la recitazione singolare della Marini, ancora tutta da raffinare. Lei è volonterosa, s'impegna, ma non riesce a garantire lo spessore che un personaggio simile richiedeva. Così si finisce inevitabilmente col dirigersi spesso verso il trash, con punte massime nel tango galeotto durante il quale la Marini sfrega le cosce proprio lì dove il povero Sordi non può più sentire alcunché. Non che, ad ogni buon conto, la sceneggiatura fosse così strepitosa da meritare performance superiori, vista la ripetitività delle situazioni e la sostanziale non-evoluzione della vicenda. La mano di Sordi regista poi è oltremodo stanca, e se in pratica il film riesce a rendersi a tratti interessante è proprio per l'indubbio valore e professionismo della maschera sordiana, che trasmette la consueta umanità senza mai apparire forzata. Basta vedere i simpatici siparietti in casa con la comprensiva moglie Franca Faldini (recuperata direttamente dai primi film con Totò!), i momenti nei quali lo stupore e il nervosismo di Sordi si trasformano in pianti disperati e toccanti, l'incontro surreale coi parenti di lei... Rieditato come SPOSAMI PAPA’.
Il film lo vidi in tv, in occasione della morte di Sordi (2003) con il rimontaggio ed il nuovo titolo di "Sposami papà". Un film sfortunato, che non fu apprezzato dal pubblico e ingiustamente, perché è in fondo meglio di altri girati da Sordi negli ultimi trent'anni della sua vita e che invece riempirono le sale (ad esempio Il tassinaro). La cosa più strana è che la Marini recita bene e appare credibile, nella sua finta ingenuità, per cui significa che Sordi fece l'ennesima magia... Andrebbe riscoperto.
Nell'ipotesi che si riesca a raggiungere il traguardo, la visione del film lascia indifferenti, quando non basiti. Possibile che il grande Sordi - in duplice ruolo d'attore/regista - sia incappato in questa balorda (dis)avventura? Lascia l'amaro in bocca il congedo di uno dei nomi più importanti del nostro cinema, che cede, in ricordo, l'esatto contrario di quello a cui la sua filmografia ci ha abituato. Colpa d'un colpo di fulmine (e in questo non possiamo dargli torto) sferzato dalla sinuosa carne della maggiorata? Speriamo.
Un film che vuole sensibilizzare sul problema dei vecchi che si innamorano di giovani donne straniere, spesso losche e interessate, che dopo il matrimonio si prendono tutti gli averi del poveretto. L'idea è valida, lo svolgimento è buono, ma l'anello debole della catena (Valeria Marini) fa cadere tutto. Impacciata, in questo caso ridicolizza e rende improbabile tutto il film. Ci sarebbe magari stata meglio una Ramona Badescu.
Sordi qui è definitivamente sul viale del tramonto. Brutto modo per chiudere una così ricca e importante carriera. Sceneggiato con il fedele Sonego e autodirigendosi, l'attore romano dà corpo e anima ad un personaggio non dissimile da mille altri che lo hanno preceduto. Ma è opera che non sa di niente. Costruita su situazioni e battute già viste e già sentite svariate, infinite volte. E a completare il quadro una Valeria Marini che in questa occasione dà veramente il peggio di sé.
Sia pure con le migliori buone intenzioni (quelle di realizzare un film sugli innamoramenti e le pulsioni della terza età), Incontri proibiti è decisamente un amaro e malinconico congedo dal cinema per il grande Sordi. Il compitino viene svolto in modo didascalico ma senza autentica passione e tra l'altro con una regia (dello stesso attore romano) piuttosto mediocre. Anche la prova del cast (con il picco negativo della Marini) è al di sotto della sufficienza.
Nonostante la tematica importante e delicata (i desideri senili uno dei tabù tutt'ora esistenti) il film è soltanto uno spot per le Ferrovie dello Stato (imbarazzante la conferenza di Sordi). Per il resto è un film deplorevole, chiusura infame di una carriera grandiosa di un uomo grande come attore ma piccolo dentro. La Marini è assolutamente imbarazzante ma mai come Sordi stesso. Da cancellare, se si potesse.
Peccato che l'ultimo film del grande Alberto Sordi sia questo; non che l'idea di base sia brutta, ma la regia è talmente spenta e piatta da rendere il film noioso. Come se non bastasse poi, la Marini proprio non convince e non riesce a tenere testa ad Albertone, ancora una volta splendido protagonista nonostante l'età. C'è qualche momento riuscito, ma la pellicola in generale è di quelle trascurabili, mediocre anche nelle musiche di Piccioni, troppo simili ad altre fatte in precedenza.
Un tema molto rischioso quello affrontato da Sordi (al suo ultimo film come attore e regista), che riesce almeno a non combinare un disastro conservando la giusta simpatia nelle battute e nelle espressioni; anche la Marini funziona. Le dolenti note arrivano però dalla sceneggiatura, che non esplora fino in fondo le possibilità del soggetto: lasciato molto sul vago nelle dinamiche tra i due, mette in bocca alla Marini pessimi dialoghi. Tremende le pezze in doppiaggio, palesemente in disaccordo con il labiale.
A differenza della maggioranza lo considero uno dei migliori lungometraggi del Sordi "fine stagione": divertente, grottesco, commovente. Sorprendente nella seconda parte del film in cui alterna momenti alla "Mario Pio" ad altri in cui sfoggia la sua vena drammatica. Affrontare il tema dell'amore giunto in tarda età... in maniera così giovanile non è molto semplice. Un gran merito va anche alla colonna sonora di Piero Piccioni, forse tra le più orecchiabili e riflessive della sterminata filmografia Sordiana.
MEMORABILE: Sordi oramai ottantenne che alla vista della giovane "amica" gigioneggia come un adolescente innamorato.
Generalmente detestata, una commedia gerontofila piuttosto ben girata e pure abbastanza sobria nell'affrontare un tema a rischio, almeno finché nell'ultima parte il film non crolla nel grottesco involontario, con il soggetto che deraglia e il montaggio che arranca tra ellissi e stranezze assortite, forse in parte causate dai noti ritocchi della produzione. Sordi si impegna, la Marini offre l'interpretazione forse migliore della propria carriera e le musiche di Piccioni complessivamente funzionano. Scarso, ma meno del previsto.
Fortemente bistrattato, questo film ha il pregio di mostrare una Marini perfettamente a proprio agio nel suo ruolo di ragazza un po' gerontofila e l'ultima apparizione su grande schermo di Franca Faldini. Sordi appare un po' troppo ingessato nel proprio ruolo nella parte iniziale, per poi dar sfogo a una performance volutamente macchiettistica e a tratti patetica, come può apparire la figura di un vecchio che si lascia trascinare, come un teen-ager, dalla passione travolgente verso una donna procace ed esuberante. Sottovalutato.
MEMORABILE: Sordi che da moribondo si ringalluzzisce istantaneamente appena riceva una telefonata della Marini.
Meno trash di quanto ti aspetti. Ha il pregio, affatto trascurabile, di affrontare un tema molto delicato senza cadere in facili volgarità; inoltre Sordi - alla soglia degli 80 anni - si dimostra ancora capace di una performance impeccabile. Purtroppo però non bastano una buona idea e un grande attore per fare un film; il resto del cast infatti delude ampiamente, a partire dalla Marini, e la fotografia paratelevisiva non aiuta. A complicare ulteriormente le cose la scena imbarazzante del tango, brutta e insistita.
Il commiato del grande Alberto Sordi con una malinconica commedia incentrata sull'innamoramento in tarda età che non ha il successo sperato. Sordi si comporta dignitosamente mentre Valeria Marini, deludente, interpreta la classica parte dell'ingenua svampita. Apparizione per la Faldini e nel complesso un'occasione mancata, nonostante le buone intenzioni.
Ultima opera del grande Sordi, che se da regista voleva trasmettere un senso di declino e congedo ci è riuscito. Non si comprende la scelta della Marini come coprotagonista femminile, che pur nel fiore della sua dirompente burrosità si muove su un piano recitativo più simile alla fiction che al film impegnato di un certo calibro. Tuttavia la sceneggiatura si salva grazie a una buona dose di garbo, che fa da cuscinetto ad alcuni passaggi decisamente imbarazzanti. Non lascia nulla, eppure al capolinea dell'evanescente favola il "saluto-firma" dell'iconico attore arriva dritto al cuore.
Meno banale di quanto possa apparire a una prima occhiata; è vero che ci mette un po' a ingranare, ma il film ha una doppia profondità: da un lato affronta il tema (abbastanza comune) dell'amore senile verso una persona molto più giovane; dall'altra (e qui sta il bello) la gerontofilia (approccio sentimentale all'epoca poco conosciuto). Girato con una certa sobrietà, si serve di un cast principale valido (molti sono i personaggi che servono solo da contorno) in cui danno il meglio un Sordi che passa con nonchalance dal faceto al serio e - a sorpresa - Valeria Marini, bella e brava.
MEMORABILE: Il ballo; Le nozze; L'ultima sequenza.
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CuriositàGugly • 14/02/08 22:15 Archivista in seconda - 4713 interventi
In alcune dichiarazioni rilasciate a Goffredo Fofi per un libro su Alberto Sordi, Franca Faldini racconta che fu stupita quando venne contattata per la parte della moglie, tanto da esigere un provino; peraltro, la sua piccola interpretazione fu la più apprezzata e venne individuato il suo ispirarsi per la figura di presidentessa di ente benefico a Maria Pia Fanfani.
Nessuno sa dove poter trovare il rimontaggio per la rai rinominato "Sposami papà"? Lo cerco da un bel pò di tempo... o comunque mi interesserebbe sapere quali differenze ci sono tra la versione cinematografica e televisiva.
Tra la prima e la seconda edizione ci sono poche brevi scene (spesso anche solo le parti finali di dialoghi) che mancano nell'una o nell'altra edizione. Del rimontaggio dovrebbe circolare la registrazione Rai ma putroppo non la posseggo.
Uscito di recente per Koch Media in DVD e Bluray. Strano il fatto che De Laurentiis abbia ceduto i diritti per la pubblicazione di un film appartenente alla sua casa cinematografica, che io sappia non era mai accaduto prima.