Prima del Vizietto uno dei rarissimi film sul mondo gay italiano, esattamente romano. Insuccesso di pubblico e parziale insuccesso critico per Caprioli. Non si accettò la svolta drammatico/gialla che in realtà è un veicolo per raccontare la discesa agli inferi di un "diverso" in anni in cui l'outing era inimmaginabile. Impagabile Tognazzi, forse qualche vezzo di troppo ma eccellente. Perfetto Ronet nella parte del viscido commissario. In parte la Tamburi. Un film da riscoprire tenendo presente gli anni in cui fu girato.
MEMORABILE: La festa di Madame Royale, dove si parla solo francese. Caprioli con caschetto alla Brooks. Le scene nella metropolitana e nelle saune.
Maturo omosessuale che dà feste en travesti diventa confidente della polizia: una storia amaramente tragicomica, che dipinge con affetto un mondo borderline perennemente in pericolo e sotto ricatto. Lo sguardo di Caprioli è spigliato e malinconico, mentre Tognazzi è semplicemente formidabile nel dipingere in maniera perfetta il protagonista, giocando non solo di ovvi mimetismi ma anche di impercettibili sfumature. Ne vien fuori una commedia agra, tinta dolorosamente e inevitabilmente di cronaca nera. Partecipazione dei Legnanesi. Ottimo film.
Passato in sordina negli Anni Settanta per via dell'argomento trattato, è un film sentito e coraggioso nel descrivere una comunità di persone dalla vita latente, senza scadere nel macchiettismo più becero come spesso viene fatto in questi casi. Offre inoltre acuti spunti meritevoli di pensiero. Tognazzi è magnifico come interprete principale, in tutte le sue movenze e parole riesce a creare un gran bel personaggio convincente (persino nella seconda parte, tormentato nell'animo). Caprioli si ritaglia un bel ruolo, così come il resto del cast principale.
Audace colpo del solito Caprioli, regista sensibile e attore meraviglioso. In effetti, girare nell'italia del 1970 un film null'affatto metaforico a tematica omosessuale sarebbe già di per sè nota di eccellenza. Ma questo non si ferma alle intenzioni: è un'opera riuscita, mai reticente, squilibrata sicuramente, ma sono proprio il suo taglio fortemente barocco (attenti allo script di Zapponi e Medioli), la sua progressiva sterzata drammatica in un vicolo cieco a farne ai miei occhi un cult esclusivo. Ugo Tognazzi di una perfetta misura, untuoso Ronet.
Un corniciaio omosessuale diventa confidente di Polizia per salvare la sua figlioccia. Un coraggioso spaccato di un mondo borderline in un'epoca in cui certi argomenti erano praticamente tabù. Tognazzi, pre Vizietto, è a suo agio nella parte ed incarna perfettamente la figura interpretata.
Discreto. Non entusiasmante, in modo particolare per una seconda parte troppo telefonata, benché sincera. Tognazzi sugli scudi, mentre sono gli altri attori di prima fila a convincere poco. Non che Ronet e la povera Tamburi siano mai stati dei campioni, ma di certo questa non è la loro interpretazione migliore. Meglio Bonanni, corniciaio che vende quadri falsi. Curiosi volti fra i non accreditati.
Alessio, omosessuale fra "feste di corte", incontri occasionali e il suo rapporto con Mimmina, figlia di un suo amante morto, della quale egli è premurosa madre. Una Roma cupa col suo sottobosco malavitoso incornicia un dramma nel quale Tognazzi offre una prova attoriale indimenticabile, caratterizzando la sua figura con sguardi, movenze e voce perfetti. La rappresentazione del mondo gay che può apparire macchiettistica è nell'intenzione degli autori quella, con la sua estremizzazione, di dare dignità e voce a chi non ne aveva quegli anni bui.
Il battuage al Colosseo, le colorite feste en travesti, la diversità che sembra accettata dal resto del mondo, sono alcuni elementi di questa singolare opera di Vittorio Caprioli datata 1970. Nonostante tutto (incluso gli interpreti di gran pregio), dopo poco dal suo inizio, non si sa bene dove voglia andare a parare e questo sferragliante baraccone sbanda inesorabilmente verso il nulla. Occasione sprecata.
Commedia grottesca e amara con un Tognazzi perfetto e la buona regia di Caprioli. I sensibili temi trattati sono liberi da patetismi e luoghi comuni. Se si guarda la data il prodotto deve essere riconosciuto come audace e nuovo; l'insieme è svolto con originalità, sono notevoli le invenzioni di messa in scena (penso alle "riunioni" in costume, per esempio) e il resto del cast non fa una piega. Non mancano le battute ciniche e caustiche. Da vedere, senza dubbio.
Gran bel film, firmato da Caprioli, che presenta molti elementi interessanti e soprattutto coraggiosi vista l'epoca in cui fu girato: parlare di omosessualità in modo così schietto e franco, non doveva essere facile. All'inizio prevale
il divertimento, poi col passare dei minuti il riso lascia spazio alla grande amarezza ed alla tragedia. Tognazzi molto bravo e per nulla gigione nonostante il ruolo avrebbe potuto indurlo in tentazione. Il personaggio di Ronet provoca
disgusto e ribrezzo. Poco conosciuto: meriterebbe una giustissima riscoperta.
Ex ballerino, un corniciaio omosessuale viene costretto a diventare informatore della polizia... Ritratto di un mondo ai margini, fra escursioni notturne al Colosseo, cinema di quart'ordine, feste di travestiti, malavita di piccolo e medio calibro. Il passaggio dai toni grotteschi della prima parte a quelli sempre più drammatici dell'epilogo non è sempre convincente ma si tratta di un film originale, coraggioso per l'epoca, con un grande Tognazzi che anticipa per certi versi il personaggio di Renato di pochi anni dopo. Funzionale Ronet, commissario manipolatore.
Ancora una cronaca sommessa e minuziosa sulla marginalità: Caprioli ne fa uno stile. L'outsider Tognazzi in un mondo borderline di prostitute, travestiti, falsari, pornografi, mammane: ne risulta un ritratto a tutto tondo di lancinante solitudine (i rimpianti, l'attaccamento alla figlioccia) cui il grande protagonista dona vezzi che mai stonano. Ottimo Ronet, demonico sobillatore; male la Tamburi, troppo petulante. I minuti finali, con Madame Royale che ciancia atterrita in francese credendosi davvero regina, sono memorabili.
Vittorio Caprioli è sempre meglio come attore che come regista. Non tutte le scelte sono qui infatti apprezzabili, anche se il film è buono ed esplora con coraggio tematiche scabrose, per quegli anni. C'è da dire che grande merito va al solito, immenso Ugo Tognazzi, circondato da un buon cast, con una Jenny Tamburi ancora acerba. Molto buona la fotografia. Il ritmo a volta ha qualche calo ma fondamentalmente riesce a tenere viva l'attenzione con la sua bella e amara storia.
Prima parte ispirata: la ronda fra i battuage, inedita nel cinema nostrano, avviene senza caricaturali corse al ribasso, in quel Colosseo notturno già tana dei pischelli in Sotto il sole di Roma. Tognazzi domina sia in borghese che in piume e lingua francese, azzimando il giusto una maniera gay colta e sensibile. Accanto ha la Tamburi e Caprioli, spalle gustose. Ma la sterzata poliziesca pur funzionale a una trama rovina il trucco. La vicenda si normalizza e brutalizza. Dopo un'ora di film quel bellissimo invito a corte delle drag è solo un ricordo.
Deludente. Se si può apprezzare il tentativo di Caprioli di raccontare con una certa empatia la storia di un perdente omosessuale, non si può però essergli grati per il modo in cui porta sullo schermo la vicenda. La storia si snoda in maniera abbastanza tediosa e, pur potendo contare su un Tognazzi (che fa le prove per Il vizietto) idoneo alla parte, ha grosse mancanze recitative da parte della Tamburi. Ronet abbastanza rigido nel suo ruolo, ma la cosa può anche starci, Caprioli attore è qui discreto ma non convincente come in altre pellicole. Finale troppo prevedibile.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE:
Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT):
Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICA:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
DiscussioneMatalo! • 8/04/10 20:37 Call center Davinotti - 614 interventi
Zender ebbe a dire: Boh, togliamolo allora... che dici?
Vediamo se Matalo risponde alla chiamata.
Il mio timore è che sia stato confuso con il cuoco del ristorante, che si vede in campo lungo, il quale è Dante Cleri (capelli col riporto pure lui), accreditato.
DiscussioneMatalo! • 2/03/12 09:22 Call center Davinotti - 614 interventi
non ricordo nessun bracardi a dire il vero, ricontrollerò
DiscussioneZender • 2/03/12 09:24 Capo scrivano - 47727 interventi