Pink Floyd a Pompei - Film (1972)

Pink Floyd a Pompei
Locandina Pink Floyd a Pompei - Film (1972)
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Pink Floyd live at Pompeii
Anno: 1972
Genere: musicale (colore)

Cast completo di Pink Floyd a Pompei

Note: Prima: 2 settembre 1972, Edimburgo (versione corta da un'ora). Prima italiana, con titolo "Pink Floyd a Pompei": 30 aprile 1974 Cinema Mignon, Roma. Prima tv italiana con lo stesso titolo: 11 febbraio 1975 ore 22.30 Secondo canale. Aka "Pink Floyd a Pompei" o "Pink Floyd at Pompeii". Il concerto dura 1h. La director's cut dura 1h30' e comprende, oltre ai 15 minuti di studio footage, molte interviste inedite ai quattro in studio.

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La nostra recensione di Pink Floyd a Pompei

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

L'apoteosi del Pink Floyd sound. Il gruppo londinese, all'apice della creatività, viene chiamato dal regista Adrian Maben che ha avuto un'illuminazione dopo aver visitato l'anfiteatro di Pompei la sera: riprendere il gruppo mentre suona "live" tra le rovine e montare le immagini con altre relative a mosaici, vulcani in eruzione (il gruppo viene filmato mentre si aggira per Pozzuoli), magma, colonne e templi. In realtà solo tre dei sei pezzi vedono Waters, Gilmour, Wright & Mason suonare senza pubblico ("è una sorta di anti-Woodstock", dirà Maben) al centro dell'anfiteatro circondato dalla troupe e da enormi batterie di amplificatori...Leggi tutto e sintetizzatori: “Echoes” (che apre e chiude il film), “A Saucerful of Secrets” e “One Of These Days. “Careful With That Axe, Eugene”, “Set the Controls For the Heart of the Sun” e “Mademoiselle Nobs” (un blues "cantato" da un cane chiamato Nobs) sono invece girati a Parigi nel buio, con i quattro illuminati da uno decina di faretti mentre immagini di Pompei vengono sovrapposte o passano sullo sfondo. I sei pezzi, uniti, creano una sorta di concerto a porte chiuse destinato a fare epoca, un'ora di musica straordinaria (i pezzi erano tutti - tranne “Mademoiselle Nobs” che è una rivisitazione di "Seamus" - classicissimi del loro repertorio live dell’epoca) capace di astrarre completamente l'ascoltatore. Un anno dopo (nel 1972) Waters chiese a Maben se voleva riprenderli in studio durante le incisioni di "Dark Side of the Moon": i 15 minuti in studio associati a brevi interviste completarono l'opera, pur interrompendone la magia.

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Tutti i commenti e le recensioni di Pink Floyd a Pompei

TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/06/07 DAL DAVINOTTI
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Lele Emo 16/06/07 15:46 - 184 commenti

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Magnifico, superiore assoluto, sopra ogni altro concerto filmato di qualsiasi altra band in qualsiasi epoca. Questo è (!) il "delicato suono del tuono". L'apoteosi magistrale della musica moderna. Questo concept, perchè chiamarlo concerto è diminutivo sprezzante, sfiora la grandiosità della musica classica dei pilastri colossali noti anche ai non nati. Magistralmente psichedelico e di una rafinatezza mai più raggiunta da nessuno. Un trip dell'anima sconvolgente che si può amare o odiare, ma che mai potrà essere discusso.

Macigno 6/07/07 14:50 - 25 commenti

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Non si capisce cosa abbia portato il regista Adrian Maben ad inserire, nella inutile Director's cut uscita in dvd, scene spaziali riprese dal telescopio Hubble che con l'opera originale nulla hanno a che vedere. Come rompere l'incanto, in pratica, come spezzare il filo che già i troppi frammenti d'intervista aggiunti rischiavano di interrompere. Live at Pompeii era il fascino del gruppo che suonava nell'anfiteatro deserto, tra il silenzio e il ribollire della lava di Pozzuoli in quelle sovrapposizioni fotografiche rozze ma funzionali. Magico.
MEMORABILE: I capelli al vento di Gilmour durante i vocalizzi della parte conclusiva di Saucerful of Secrets.

ShangaiJoe 12/07/07 21:31 - 32 commenti

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Capolavoro assoluto. Indescrivibile. La prima volta che lo vidi capii che nella mia vita non ci sarebbe stato più nulla all'infuori di loro. L'esecuzione di Echoes è la certezza assoluta dell'esistenza di qualcosa di superiore che ci è concesso solo di intuire, ma che non riusciremo mai ad afferrare. I bending della Stratocaster di Gilmour arrivano fino al cielo e l'assolo a schermo splittato non è altro che la moltiplicazione della perfezione umana. In assoluto la più grande opera musicale mai eseguita nella storia dell'umanità.

Herrkinski 8/08/08 22:06 - 8785 commenti

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Imperdibile esperienza audiovisiva, questo "Live At Pompeii" degli storici Pink Floyd. Oltre all'originalità dell'idea e alla bellezza incredibile delle immagini, si possono gustare alcuni dei più bei pezzi dei Floyd, nel periodo più sperimentale, psichedelico e creativo della loro intera carriera. Volenti o no, questo periodo trasuda ancora l'atmosfera del genio di Syd Barrett e la tetra e sognante schizofrenia musicale della band splende in queste lunghe tracce semi-strumentali, mentre la lava ribolle e la magia riempe l'anfiteatro. Mitico.
MEMORABILE: I riverberi schizodi della Fender torturata da Gilmour seduto per terra, il gong che scroscia sotto i colpi furiosi di Waters.

Matalo! 16/09/08 11:17 - 1381 commenti

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Ecco un ottimo sonnifero per chi soffre d'insonnia. I Pink Floyd sfruttano malissimo le suggestioni della città morta per eccellenza e si lasciano andare ad interviste narcisistiche e francamente inutili; Forse, a parte i soldi, poco a loro interessava. Band interessante anche se sopravvalutata ma con questo film fa un buco nell'acqua. Quando lo vidi c'era lo sconto pensionati: un anziano appoggiato sul palco del cinema Accademia si infuriò perché sperava fosse un film peplum, visto il titolo, e andò via.

Galbo 18/09/08 05:57 - 12683 commenti

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Le rovine della città di Pompei sono una cornice decisamente azzeccata per la musica psichedelica dei Pink Floyd (versione prima parte di carriera) e questo film ne è una bella testimonianza. Certo chi non apprezza la musica del celeberrimo gruppo inglese sarà annoiato dall’esecuzione di brani decisamente non commerciali. I loro tantissimi fans (molti dei quali considerano proprio questa parte del percorso artistico del gruppo quello migliore) ne saranno deliziati anche per il magnifico contesto scenografico.

Bruce 10/02/09 11:38 - 1026 commenti

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Ha il pregio di mostrare la band all'apice creativo, non con un classico concerto ma inquadrandola all’interno del vuoto anfiteatro di Pompei. Fortemente suggestivi sono gli accostamenti tra la musica psichedelica e le immagini delle rovine romane e del Vesuvio. Suoni e paesaggi si fondono con risultati onirici e spettacolari. Straordinario l’avvio con "Echoes" da Meddle.

Nando 21/04/10 16:46 - 3913 commenti

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In un contesto monumentale più unico che raro, il gruppo musicale inglese regala note ed immagini rimaste nella storia. Un suono stridente ed ipnotico che sommato alle rovine della cara Pompei regala un'emozione irripetibile. Siparietti tra i componenti del band, girati in bianco e nero, grande voglia di eseguire musica che rimarrà nel tempo.

Ziovania 30/11/10 13:25 - 337 commenti

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Il regista Maben ambienta una musica atemporale in luogo altrettanto lontano dallo spazio e dal tempo come quello delle rovine di Pompei. Il vecchio anfiteatro romano è allora il luogo ideale per una esibizione in cui è bandito l'elemento "pubblico", quasi a voler simboleggiare un'incontaminata simbiosi di suoni e natura. Quando poi nel missaggio di studio si tenta di capire chi si cela dietro questo sound, nel migliore dei casi da Waters e compagni si ottengono solo delle risposte evasive.

Mdmaster 8/12/10 09:35 - 802 commenti

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Oggi il live a Pompei dei Pink Floyd non ha la stessa valenza che aveva in precedenza, per tanti motivi. Rimane il testamento di un gruppo magico dove la visione superava ogni altra cosa e che, nei momenti migliori, riusciva a fonderla meravigliosamente con la psichedelia (dall'impronta Barrett) e il progressive. Essenziale per ogni fan della band, meno per chi è semplicemente interessato a una carrellata d'immagini con colonna sonora. A pensarci, è un perfetto complemento a The Wall: uno girato all'apice della creatività, l'altro al minimo.

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Zender 10/12/10 09:22 - 321 commenti

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I veri fan del gruppo difficilmente non raggiungeranno l'estasi, di fronte a un film che sembra costruito apposta per esaltare la componente più sognante e quasi mistica della musica composta all'epoca da Waters e compagni. Pompei è lo scenario più indicato, la scelta di annullare il pubblico la più naturale quanto innovativa. Di fronte a un gruppo al suo apice compositivo prima della svolta di "Dark Side", a interpretazioni tanto sentite, ogni pretesa di cinema tradizionalmente inteso dovrebbe svanire. Nel caso dei fan, svanisce dopo 3 minuti.
MEMORABILE: Gilmour che intona con Wright i cori di "Celestial voices" (la sezione terminale di "Saucerful of secrets") mentre il vento gli scompiglia i capelli.

Cotola 3/10/11 23:12 - 9586 commenti

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Il “concerto” più strano della storia (senza pubblico) si rivela uno spettacolo unico e raro che delizierà i floydiani della prima ora (mentre non è dato sapere l’effetto su chi non è fan del gruppo londinese). La straordinaria musica, si fonde perfettamente, infatti, con le immagini di Pompei, del Vesuvio, della Solfatara, di Napoli e molto altro ancora. L’effetto è magmatico ed ammaliante, seppure il ritmo è spezzato da alcuni stralci di interviste che lasciano un po’ il tempo che trovano e da immagini “spaziali” (nel director’cut) che c’entrano come il cavolo a merenda.

Lucius 2/11/11 19:59 - 3029 commenti

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Chi si aspetta un concerto tradizionale rimarrà a bocca aperta; trattasi di un'opera audiovisiva sperimentale di grande ingegno che coniuga le musiche psichedeliche dei Pink Floyd con il fascino di un sito archeologico tra i più noti al mondo. Un anfiteatro che evoca la storia e un gruppo musicale che la storia l'ha fatta. E non occorre il pubblico, con una musica così saranno state deliziate anche le anime degli abitanti di Pompei, intrappolate in una sorta di limbo tra l'aldilà e il sito in questione. Meraviglioso viaggio interiore.

Disorder 19/08/13 15:17 - 1416 commenti

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Bella l'idea di far suonare i Pink Floyd nel bel mezzo delle rovine deserte di Pompei, così come quella di sovrapporre alla musica riprese di paesaggi primordiali come quelli della solfatara di Pozzuoli. Lascia un po' perplessi invece il lavoro di montaggio fotografico, dal sapore molto "seventies", a base di sovrapposizioni e sdoppiamenti vari. Le versioni live sono tutte di qualità; forse era il caso di dare spazio a qualche pezzo del primo album (ma qui è più una questione di gusti personali). Consigliato.
MEMORABILE: L'esecuzione di "One of these days" con sole riprese di Nick Mason in azione alla batteria (vennero smarrite tutte le altre registrazioni!).

Samdalmas 11/04/15 17:56 - 302 commenti

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Apoteosi della prima fase dei Pink Floyd, quella più psichedelica e sperimentale. L'idea semplice ma geniale di Maben fu di girare un anti-Woodstock, un concerto senza pubblico tra le rovine di Pompei, con la magia del luogo e la musica spaziale di Gilmour, Waters. Mason e Wright, da lì a poco destinati al grande successo di "Dark side of the moon" (di cui si vedono alcuni spezzoni in studio).
MEMORABILE: L'esecuzione della suite "Echoes" nell'anfiteatro vuoto; I colpi furiosi di Waters al gong.

Modo 7/06/15 00:55 - 984 commenti

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Live decisamente fuori dagli schemi... come lo è la musica lisergica dei Pink Floyd. Per chi li ama in questo periodo, è l'apoteosi. Chitarre psichedeliche a suono continuo e immagini decisamente accecanti. Musica e paesaggio sono veramente ben accostati, un tutt'uno. Non si poteva chiedere di meglio! Rivisto adesso forse è meno d'impatto che un tempo, ma resta un ottimo lavoro.

Jurgen77 21/10/15 08:10 - 629 commenti

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Psichedelico, allucinato... questi solo alcuni aggettivi per definire questo live/film dei Pink Floyd. Se l'idea di girare tra le rovine di Pompei era veramente fantastica, tutto il movie diventa poi difficile da digerire se non sotto l'effetto di qualche allucinogeno. Per i fan della prima ora sarà sicuramente un must, per quelli venuti dopo risulterà un po' ostico...

Il ferrini 21/11/15 02:34 - 2736 commenti

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Non senza difficoltà Adrian Maben riuscì a convincere la band a girare questo film concerto, la cui eccezionalità consiste soprattutto nell'assenza del pubblico. I Pink Floyd, all'apice della loro creatività (stavano registrando "The Dark Side of The Moon"), offrono una performance memorabile, accompagnata efficacemente dalle splendide immagini di Pompeii. Un documento assolutamente da vedere, che consegna alla storia il miglior momento del miglior gruppo rock mai esistito.
MEMORABILE: Il gong suonato da Waters in "A Saucerful of Secrets".

Parsifal68 13/09/16 13:01 - 607 commenti

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Con il live a Pompei del 1972 si chiude idealmente la prima fase della straordinaria carriera dei Pink Floyd, iniziata con la sperimentazione psichedelica e continuata poi con la fase delle grandi suite orchestrali. Concepito prima del leggendario "The dark side of the moon" del 1973, questo concerto senza spettatori incastonato tra le celebri rovine vesuviane è, a mio parere, un gioiello stilistico senza eguali nel quale i quattro musicisti britannici sono all'apice della loro creatività. Assolutamente da vedere.

Samuel1979 1/04/20 08:32 - 562 commenti

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Il live a Pompei è un chiaro inno alla visionarietà pura, in cui i paesaggi incantevoli e desolati ben si adattano alla musica celestiale dei Pink Floyd, qui all'apice della loro carriera. Uno dei momenti più toccanti del concerto è l'esecuzione del brano "Careful With That Axe, Eugene", pezzo sospeso tra sogno e incubo, in cui Waters sembra impazzire.

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Alex75 3/04/20 16:24 - 936 commenti

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L’anfiteatro vuoto di Pompei esalta le eteree e al tempo stesso possenti architetture sonore dei Pink Floyd più sperimentali, che qui suggellano la fine della prima fase della loro carriera, offrendo un’esperienza audiovisiva che può portare all’estasi gli “iniziati” e gli spiriti più ricettivi. Per quanto intensi e geniali siano stati anche i loro spettacoli degli anni successivi, forse è qui che Waters, Gilmour, Wright e Mason si avvicinano di più all’Assoluto, se esiste.
MEMORABILE: “A Saucerful of Secrets”, in particolare “Celestial Voices”; Il gong di Waters; Il Vesuvio fumante; Il cane Nobs.

Ultimo 7/07/23 16:15 - 1739 commenti

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Bellissimo concerto, una vera pietra miliare per gli amanti del gruppo britannico. I Pink Floyd si esibiscono nell'anfiteatro di Pompei senza pubblico e danno vita a uno show perfetto, nel quale vengono suonati i brani migliori del loro primo periodo. Il regista gestisce molto bene i tempi e la location suggestiva fa il resto. Si segnala come momento migliore "Echoes parte II". Per veri appassionati.

Paulaster 11/06/25 18:00 - 4950 commenti

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Più che un concerto vero e proprio, è un insieme di session nel quale i Pink Floyd danno prova dell’estro creativo. Girato dopo il periodo con Barrett prima dell’uscita di “The Dark Side of the Moon”, ha nella spoglia location il luogo senza tempo dove solo la musica domina lo spazio e i tappeti musicali di Gilmour o la struttura ritmica di Waters lasciano incollati alla visione. La regia inserisce scene di natura o sacre che non si rivelano necessarie.
MEMORABILE: “One of these days”; La parentesi in stile western ululata dal cane.
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  • Discussione Alex75 • 10/04/20 16:54
    Call center Davinotti - 710 interventi
    Per me, pinkfloydiano incallito, questo film è sempre stato un "must", degna chiusura della fase della band che reputo più interessante (soprattutto nella loro dimensione concertistica), pur amando molto anche gli album usciti dopo.
    Il mio album preferito nel complesso è Atom Heart Mother, anche se da un punto di vista dei contenuti gli preferisco The Dark Side of the Moon e da quello tecnico Wish You Were Here.
    Su Richard Wright (da cui era partita la discussione), credo che, pur defilato rispetto a Waters e Gilmour, abbia dato un contributo fondamentale nel tessere le trame musicali floydiane (al punto che, nei due dischi della band nei quali non ha suonato, si sente che manca qualcosa).
  • Discussione Zender • 10/04/20 18:06
    Capo scrivano - 49130 interventi
    Ti do ragione quasi su tutto (io forse preferisco More, anche se Atom è magnifico, e pure Ummagumma). Anche su Wright, pur se io adoro alla follia The final cut e (anche se l'ho sentito troppo) The Wall.
  • Discussione Poppo • 11/04/20 02:35
    Galoppino - 466 interventi
    a questo link una delle locandine storiche italiane
    https://img.cdandlp.com/2016/09/imgL/118324735.jpg
  • Discussione Zender • 11/04/20 08:26
    Capo scrivano - 49130 interventi
    Un po' poverella :)
  • Curiosità Lucius • 25/11/21 13:56
    Scrivano - 9053 interventi
    Direttamente dall'Archivio cartaceo Lucius, il flano d'epoca:

    [img size=250]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images59/pompei.jpg[/img]
  • Homevideo Zender • 8/05/25 09:22
    Capo scrivano - 49130 interventi
    La nuova edizione in bluray del film è davvero spettacolare e seppellisce letteralmente quella precedente uscita in dvd nel 2003. La qualità dell'immagine è stratosferica, rigenerata nei colori e restituita nell'originale formato 4:3 (il dvd era in 16:9, tagliata sopra e sotto), riportata alla sua doppia durata originale. Nel senso che il bluray contiene entrambe le prime due versioni del film.

    FEATURE FILM
    è la versione uscita nel 1973 con l'aggiunta dei filmati (innestati tra i vari brani) che riprendono i Pink Floyd in studio ad Abbey Road durante le registrazioni di "The DarK Side Of The Moon" e la durata è di 1h25'01".

    CONCERT è la prima versione uscita nei cinema nel 1972 e che conteneva solo il concerto. La durata è di 1h02'48".

    L'audio (remixato per l'occasione nientemeno che da Steven Wilson) è impressionante!

    Il dvd del 2003 conteneva invece la versione "Director's cut" di Adrian Maben che al film originale aggiungeva parti del tutto inutili in comuputergrafica e qualche pregevole inserto inedito dei Floyd al lavoro in studio per un totale di 1h31'39".

    Insomma, questa nuova versione in bluray è davvero anni luce avanti a tutte le precedenti e fornisce finalmente tutto quello che era lecito chiedere relativamente a questo iconico momento nella storia dei Pink Floyd (e, per cert versi, della musica tutta).
  • Musiche Zender • 8/05/25 09:25
    Capo scrivano - 49130 interventi
    Parlare di colonna sonora per un film-concerto è piuttosto ridicolo, ma il doppio cd uscito insieme al doppio Lp, al doppio dvd e al bluray è veramente straordinario. Il remix operato da Steven Wilson (ormai il più celebrato specialista del campo, in ambito rock) sui nastri originali è sensazionale e rende in un istante obsolete tutte le uscite precedenti (quasi tutte uscite in bootleg tranne la comunque ottima unica versione ufficiale uscita in cd all'itnerno del box "The early years" di qualche anno fa).
  • Musiche Natron • 8/05/25 14:25
    Galoppino - 298 interventi
    Visto nei primi anni Novanta, una grande atmosfera rarefatta, essendo l'anfiteatro deserto, quindi credo addirittura in VHS
  • Homevideo Ruber • 15/05/25 19:22
    Formatore stagisti - 9460 interventi
    Leggo diverse recensioni su Amazon che il br non e immune da difetti. Al di la del discorso grana che ad alcuni piace ad altri no. Alcuni utenti scrivono anche che la confezione di cartone, è molto povera, mancanza dei cd audio o di un lp in accoppiata al br, immagini si di qualità, ma non eccelsa, tanto da far valere i trenta euro, e che quindi  il dvd può andar più che bene. L'immagine buona in 4k, ma scrivono:"girato in 35mm è gia di se in alta risoluzione a che serve il 4k ? perchè allora non farlo uscire in 4k uhd? Per spillarci altri soldi con future uscite?"  Audio con troppo contrasto e poca armonia tra i suoni. Spero di non pentirmi dell'acquisto vedremo quando mi ariverà...
  • Homevideo Zender • 16/05/25 07:34
    Capo scrivano - 49130 interventi
    Mah, io grana francamente proprio ne ho vista pochissima, per me si vede alla grande proprio. Ho il dvd e c'è una differenza come tra il giorno e la notte. La confezione di cartone purtroppo è una cosa che ultimamente si sta sempre di più diffondendo: non si rompe e anch'io la odio, questo è certo, ma ormai temo ci sia poco da fare... Cd e br ormai viaggiano separati, non ci vedo niente di strano, forse ci voleva una confezione che comprendesse tutto, ma... L'audio è allo stato dell'arte, Wilson è da sempre una garanzia ed è partito dal materiale originale. Ricordiamo che la registrazione è del 1972, non di ieri. Poi ci sarà sempre chi si lamenta, questo è certo.