Horror girato in fretta e furia dalla Empire di Charles Band, che chiama l'attore feticcio Jeffrey Combs per fargli girare un prologo in cui, nei panni del fumettista horror Colin Childress (la rivista per cui pubblica si chiama Cellar Dweller, da cui il titolo), rianima in cantina, grazie alle sue tavole, un terribile orco che squarta una ragazza lì di passaggio. Le fiamme s'impadroniscono in breve della cantina e Colin muore finendo per prendersi pure la colpa dell'omicidio. Anni dopo la casa di Colin è diventata un'accademia d'arte dove Whitney (Debrah Farentino), una bella fumettista che sogna di seguire idealmente le orme del defunto, si stabilisce nella cantina maledetta e comincia a ridisegnare...Leggi tutto lo stesso mostro di allora. La storia naturalmente si ripete e l'orco rispunta fuori, accoppando gli ospiti del luogo per sgranocchiarne pigramente gli arti. Una trama minimale, la cui unica particolarità sta nel parallelo tra storie disegnate e immagini filmate: l'orco infatti sembra agire seguendo i disegni che Whitney compone sulle sue tavole; la ragazza non immagina inizialmente di poter essere responsabile di morti altrui e si scatena tratteggiando in bianco e nero il mostro mentre ammazza prima di tutti la sua rivale... ma non passa molto tempo che il processo si invertirà: sarà l'orco cioè ad agire e le tavole a comporsi da sole seguendo uno schema prevedibile e già visto in buona parte dei film ispirati a questo tipo di interazione tra composizione artistica e realtà. Il resto sono lunghe camminate al buio che dovrebbero incutere terrore (ma Buechler, ottimo truccatore del campo, come regista vale poco), esibizioni assortite degli ospiti dell'accademia tanto per allungare il brodo (chi danza, chi scrive romanzi, chi filma...) e dialoghi poco significativi della protagonista con l'arcigna direttrice impersonata da Yvonne De Carlo (che fa di tutto per ostacolare la carriera di Whitney) o con il ragazzotto che fraternizza magari sognando di portarsi la ragazza a letto. Fortunatamente almeno l'orco una sua dignità a livello di make-up ce l'ha (come è normale che sia considerando il nome del regista) e un paio di effetti splatter non sono male (forse solo uno: la decapitazione dello scrittore tramite manata del mostro, perché poi si vedono soprattutto arti mangiucchiati dal mostro). Recitazione scadente, sceneggiatura ingenua e abbozzata in un pomeriggio: è evidente che si è puntato tutto sull'atmosfera (fallendo) e sull'idea del fumetto che “prende vita”, con un accurato montaggio teso a fondere i due mondi quanto più possibile. Penosi gli effetti speciali visivi che non comprendono il make-up.
"Ork" è un film sconclusionato ma molto divertente, ricco di begli effetti speciali del maestro Buechler. Il titolo italiano è probabilmente retaggio del precedente Troll diretto dallo stesso regista. Come detto nulla di che, ma è un film onesto che regala la sua ora e mezza scarsa di brividi a buon mercato, morti splatterose, un po' di nudo e un mostro abbastanza originale. Gioca un ruolo fondamentale anche la nostalgia, specie per chi, come il sottoscritto, vide "Ork" da bambino divertendosi come un pazzo. Ci manca l'Empire di Charles Band!
Classico prodotto Empire, di una pochezza disarmante! Buechler, ottimo creatore di mostri e affini, come regista non è che sia un granchè e Troll, a confronto di questo, sembra un film di David Cronenberg! Infantile e poveristico, dopo un promettente prologo con Jeffrey Combs (che poi appare nell'incubo della protagonista armato di ascia in look da zombi) il filmettino va in vacca quasi subito; fortuna che dura sì e no 80 minuti... La Farentino è da sturbo, la creatura di Buechler molto meno. E pensare che Band aveva prodotto Re animator...
MEMORABILE: Il mostro: "Dovunque c'è immaginazione io avrò dimora". E se lo dice lui...
La Empire di Charles Band era (quasi) sempre garanzia di film brutti e sconclusionati.
Questo "Ork" non fa certo eccezione con la sua creatura disgustosa che dal mondo dei
fumetti si sposta nella realtà combinandone di cotte e di crude. Trama e film son tutti qui: inutile aspettarsi altro. Orrido, eppure la nostalgia per (il trash) horror di una volta, ogni tanto torna a farsi sentire.
Fondamentalmente è un prodotto mediocre, di quelli a cui difficilmente si affida una seconda opportunità di essere rivisto, anche se a onor del vero mantiene una minima parvenza di decenza. La storia di per sé può avere un certo fascino per gli appassionati del genere horror e, nonostante il trucco non possa ambire a livelli eccelsi (non permettendo all’orco di incutere il timore dovuto) e ci siano tutti i limiti tipici di una produzione a basso costo, è in grado di stimolare un flebile interesse.
In epoca adolescenziale era un mio cultissimo, ma d'altronde cosa chiedere di più se non Jeffrey Combs, un mostro economico e fiabesco, fumetti e bionde strepitanti. Ora, dopo tanti anni, mi arrendo all'evidenza di un suo invecchiamento terribile e alla scoperta di difetti che il mio occhio giovane non vedeva: l’infantilità, l’approssimazione, l’assenza di tensione. Dura poco e quel poco è forse anche troppo; per il giudizio, mi appello alla nostalgia e a quelle serate rampanti davanti a Odeon Tv.
Produzione Charles Band di pura e semplice serie B ottantiana, godibile se vista nell'ottica da "basse pretese" del periodo. La storia è semplice, la regia elementare e da straight-to-video, tuttavia il film è riscattato da una fotografia d'altri tempi persino buona e dai make-up vintage di Buechler, che dona un bel look al mostro di turno. Il cast di giovani lascia il tempo che trova, ma il film può contare sulle partecipazioni di due figure cult del genere come Combs e la De Carlo; un paio di scene splatter, per il resto siamo sul fantasy.
Un film fiacchissimo, con una trama ridotta all'osso e dalla durata ridicola (neppure un'ora e venti). Il cast è mediocre (se si eccettua Jeffrey Combs, che però si vede pochissimo) e come ciliegina sulla torta il finale è davvero assurdo. Decisamente migliore il precedente Troll, dello stesso regista.
MEMORABILE: Il ridicolo finale; Il videomontaggio dell'odiosa Amanda; La anziana che non si sa perché prende le fattezze del mostro.
Quando ci sono di mezzo grimori maledetti simil Necronomicon con cui si aprono fenditure verso altri mondi e si evocano figure infernali, in me scatta il riflesso pavloviano dell'apprezzamento. Si inizia benissimo con Jeffrey Combs, attore di culto degli horror ottantiani, che in perfetto stile Re-Animator se la vede con una mostrone peloso. Si prosegue con il detto mostro (una specie di Gremlin king size cattivissimo) che dilania a destra e manca. Buoni gli effetti speciali e simpatico il fumetto stile Dylan Dog. Divertente il finale nero.
MEMORABILE: Il mostro peloso artigianalmente ben realizzato da Buechler; I "pasti" del mostro.
Terribile. Povera Yvonne De Carlo, presa in prestito come nome di richiamo per questo horroretto. L'idea era simpatica: risvegliare e materializzare la "bestia" attraverso i fumetti, ma lo sviluppo sgangherato della trama, gli attori modesti, gli effetti speciali poveri ne fanno un prodotto anni '80 da scartare. Niente male il "gorillone" mentre mastica soddisfatto porzioni di cadavere!
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DiscussioneZender • 5/05/09 23:42 Capo scrivano - 47991 interventi
No, questo è lo Xamini mode, che ha pensato anche giustamente di segnalare non solo le chiamate in entrata ma anche quelle in uscita. Come gli ho scritto però è il caso di far decadere le chiamate non risposte dopo un certo periodo o si rischia l'affollamento...
Undying ebbe a dire: Conclude, commentando, Keoma:
"Ci manca l'Empire di Charles Band!".
Hai ragione: l'Empire sì, ma la Full Moon per niente!
No dai la Full Moon ancora sforna prodotti dignitosi. Ultimamente ho visto un gustoso Gingerdead man.
DiscussioneZender • 9/05/09 08:23 Capo scrivano - 47991 interventi
Keoma ebbe a dire: Ultimamente ho visto un gustoso Gingerdead man. Con un titolo così promette benissimo. Spererei di vederlo qui commentato, se l'hai visto. Da fan dell'omino di panpepato in generale godrei molto a leggerne il commento.
DiscussioneXamini • 11/05/09 11:38 Call center Davinotti - 545 interventi
Zender ebbe a dire: No, questo è lo Xamini mode, che ha pensato anche giustamente di segnalare non solo le chiamate in entrata ma anche quelle in uscita. Come gli ho scritto però è il caso di far decadere le chiamate non risposte dopo un certo periodo o si rischia l'affollamento...