Ernesto Gastaldi è nome importante per il cinema italiano: in veste di sceneggiatore ha dato corpo a storie (in maggior modo) interessanti alternate ad altre (in minor modo) trascurabili, spaziando all'interno dei generi, a volte da vero "terrorista" per le contaminazioni proposte. Eppure questa appare una delle peggiori pellicole italiane, ascrivibile al thriller, ma caratterizzata da scenografie inesistenti (una catapecchia ed un boschetto), attori inconsapevoli, musiche incredibilmente sperimentali ed una storia... inesistente.
MEMORABILE: Una mela rotola lungo un sentiero sino ai piedi di Pigozzi: non capiremo mai da dove viene e perché...
(Psico)dramma della crudeltà e della pochezza umana. Un gruppo di malvagi derelitti vaga in un grande nulla squallido e pauroso, provando a riempire il vuoto della scena con dialoghi minimi da salotto piccolo borghese. Notturno con grida è un documentario che parla di insetti, di piccole bestie schifose. Kurosawa non è così lontano e neppure Kiarostami se ci si pensa bene. Il finale è autopunitivo, devastante, come dire: "suvvia, niente paura, è solo un filmetto del terrore". Stupenda colonna sonora di Severino Gazzelloni a impreziosire.
Film bello quanto particolare, visionario, con ambientazioni ridotte all'osso, sceneggiatura particolare e musiche riciclate da altri film (nella scena della donna legata appare la musica di Morte sospetta di una minorenne). Praticamente incomprensibile, però piace.
Una bionda svampita peggio di Sandra Milo. Un macho che sta tramando l'omicidio dell'altrettanto avida moglie. Si perdono nel bosco, dove si verificano strane circostanze. Le cose positive di questo film si limitano a qualche flashback seppia, ad un atmosfera che, specie nel finale, si fa intrigante e ad alcune caratterizzazioni. Purtroppo il tutto è danneggiato da una messa in scena emaciata e da alcune battute ridicole ("Perchè non hai paura?", "Perchè sono cretina?". "Ma Plino il vecchio come si chiamava, da giovane?"). Per fautori del trash duro e puro.
Si stenta a credere a quanto accade sullo schermo ed ai dialoghi che si sentono (Plinio il Vecchio come si chiamava da giovane? E tante altre perle del genere). I personaggi vagano per un bosco senza che si sappia bene cosa ci facciano lì, né che si capisca come mai accadano certe cose. Il finale è degno del resto del film: da neurodeliri. Senza perché, senza se e senza ma: bah... Inutile indagare, inutile
farsi domande, meglio farsi, se ci riuscite, una sonora risata.
Bruttarello con un suo fascino. Pigozzi e la Brochard offrono un po' di buona recitazione, il resto del cast così così; molto belle le musiche, azzeccata la lugubre ambientazione nel bosco che sembra non avere uscita. Dialoghi abbastanza allucinanti, ma merita comunque la visione.
Due le chiavi di lettura: apologo sulla pochezza e l'amoralità dei ricchi che finiscono col farsi involontariamente ritorcere contro le loro azioni o pseudoslasher con velleità d'essere d'autore girato con quattro amici ubriachi, un budget da paghetta settimanale ed esiti lasciati al caso? Io seguo la 2^, visto che anche se le intenzioni erano alte la resa (che è ciò che veramente conta) rimane comunque impresentabile: attori da lancio di pomodori, regia assente, confezione imbarazzante e storia senza alcun senso spazio-temporale. Sta(lla)tico.
MEMORABILE: Un po' tutte le uscite da ricovero di Mara Chianetta, cerebrolesa ai limiti dell'umano.
Pseudo-sequel di Libido (i personaggi sono i medesimi, ma lo sviluppo narrativo è del tutto incongruente con la trama originaria), da cui riprende lo schema complottista per calarlo in un grossolano contesto soprannaturale. Goffo, fiacco, noioso e con dialoghi insulsi, tutto girato in un bosco in estrema economia e senza alcuna motivazione tecnico-artistica: più che un film, è un’allegra scampagnata tra amici, come infatti ebbe a dire lo stesso Gastaldi («Fu più che altro girato per divertimento»). Alle musiche di Gazzelloni si aggiunge il main-theme di Morte sospetta di una minorenne.
MEMORABILE: La Maryl: «Plinio il Vecchio, da giovane, come si chiamava?»; la Land Rover che ricompare dal nulla.
Formidabile, ma per apprezzarlo bisogna sentirlo in cuffia onde non perdere una sillaba, molto calmi e motivati. I concetti sono risaputi, ma specie alla fine son resi in un memorabile up and down. Che sia povera l'ambientazione è vero, ma a me viene in mente un film di circa 20 anni dopo che ha sbancato ai botteghini in cui i protagonisti tornano sempre al punto di partenza, ed io che di affinità non ne cerco mai ne ho trovata davvero tanta, in questo caso. Di demenzialità ne dicono non poche, ma alla fine che cos'è la gente troppo drogata dal denaro?
A suo modo un unicum nel cinema italiano (di genere?) dell'epoca, in cui è difficile discernere il confine tra il Bunuel a budget zero e la scampagnata tra amici di Vento dell'est, il sarcasmo e il ridicolo involontario, l'intellettualismo radicale e l'abuso di alcolici in fase di scrittura. I teschi carnevaleschi e il riciclo delle scene di Libido e delle musiche di Morte sospetta di una minorenne rafforzano la tesi "cialtronesca", ma noia (almeno in versione integrale) e non-sense non affievoliscono il senso di curiosità. ** con grande bontà.
Mi ha sconcertato: riprese traballanti, attori pessimi (tranne Pigozzi e la Scola), dialoghi ridicoli. Peccato perché l'inizio sembrava presagire altro. Si salvano l'ambientazione e la colonna sonora. Finale cattivo e interessante (un po' di strizza la mette) ma ormai inutile. Rispetto a questo Qualcosa striscia nel buio (simile come impianto) sembra Shining.
Se fosse stata una commedia avrei messo cinque pallini con grande enfasi, ma visto che di thriller parliamo, uno è già tanto. Mi sono fatta abbindolare dalla locandina, in perfetto stile anni 70 e dal titolo che non è malaccio. Il problema è che non c'è altro di accattivante. I dialoghi vorrebbero essere raffinati (forse) e risultano invece demenziali (si scomodano persino grandi nomi come Plinio il Vecchio, filosofeggiando anche con versi latini che ci stanno come la salsiccia imbevuta nel caffè). Imbarazzante! Gli attori completano il disastro.
La storia sulla carta poteva esser convincente, all'atto pratico lo è decisamente meno: un selvaggio faggeto nel Lazio, un gruppo di attori dal fiato cortissimo (la più convincente è la bella Gioia Scola, il che è tutto dire) per un’avventura che mischia le carte del soprannaturale con venature horror di serie Z. La messinscena è assai povera, con dieci metri di anonimo bosco - sempre quello - che dopo mezz'ora lo vorresti già disboscare per farci la Transamazzonica bis pur di non vederlo più. Molta noia, ma uno sguardo lo si può dare.
Se non fosse per il basso budget che ne limita l'espressione sarebbe tutt'altro che da scartare, questo film di genere thriller/esoterico, ambientato in un bosco di faggi, con tutte le implicazioni psicanalitiche che ne conseguono. Tutto sembra ruotare attorno a una eredità "sospesa". Tra citazioni colte di Plinio il Vecchio e misteriose apparizioni si arriverà al bandolo della matassa che condurrà all'identificazione dell'assassino.
MEMORABILE: La recitazione sopra le righe di Mara Maryl.
Se non avesse ambizioni serie (e addirittura autoriali) sarebbe una perfetta parodia del genere. Ogni cosa è memorabile se vista esclusivamente in ottica trash, a partire dal titolo che cozza con un film ambientato interamente di giorno, in un giardinetto pubblico, su uno sparuto gruppo di personaggi che vaga allucinato senza meta sciorinando dialoghi intellettualoidi assurdi para-polselliani. Numerose scene infilate in mezzo provenienti da Libido di ventisei anni prima, ma le incongruenze son talmente tante che non può collegarsi ad esso in alcun modo. Delirante ma con fascino.
MEMORABILE: "Plinio il Vecchio, da giovane, come si chiamava?"-
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Buiomega71 ebbe a dire: Purtoppo, come ben scrive l'amico Mco, del film in questione esiste solo una rarissima e costosissima vhs (Missing Video l'ha venduta a 125 euri!) edita dalla Gvr. Per fortuna esiste anche il director's cut da 94' (sito mr Gastaldi).
Vieni sul davibook e solo se non ci riesci fatti passare la mia mail. Ho già preso più di una sgridata a parlare in discussione generale di queste cose...FAUNO.
Domanda per chi ha visto entrambi i film: ma i flashback sono prelevati da Libido? Lo chiedo perché la grana della pellicola mi è sembrata differente (oltre al b/n seppiato dei flashback) e Pigozzi mi sembra notevolmente più giovane nei flashback.
Parte dei flashback provengono da Libido, alcuni invece a causa dell'assenza di Giannini in questo seguito, sono stati rigirati con l'ausilio del nuovo attore.
Ricordo l'intervista a Gastaldi dove dice, che per farsi dare i finanziamenti presentò ai produttori le scene di Libido, facendogli credere di averle girate da poco hehe.