La prima cosa che colpisce, di questo horror vampiresco settantiano, è l'inedita ambientazione belga, nelle Fiandre. La parte centrale del film, quella più pregnante, è girata in uno spettrale albergo di Ostenda, in riva al Mare del Nord. La coppia che vi arriva trova un clima di freddo e desolazione che il regista ha saputo rendere con efficacia trovando lì l'unica vera ragion d'essere di un film altrimenti non molto dissimile dalla tradizione vcampiresca femminile derivata dalla "Carmilla" di Le Fanu (all'epoca molto in auge sul greande schermo). Dopo un primo misterioso omicidio a Brugge (utile a regalarci qualche fugace scorcio della città belga) l'azione si trasferisce nell'abergo sul mare...Leggi tutto dove la contessa Elizabeth Bathory (leggendario personaggio che si diceva bevesse sangue di vergine per mantenersi giovane) incontra insieme alla sua accompagnatrice/amante la coppia protagonista. I rapporti tra i quattro si faranno sempre più morbosi, con l'unico uomo del gruppo destinato a finire presto sotto l'influenza della contessa mentre il regista continua a sfruttare al meglio l'ambientazione e i colori della notte inventandosi un notevole omicidio sotto la doccia. Aiutato da una fotografia suggestiva capace di valorizzare alcune belle inquadrature, il film si segnala per insolite dissolvenze a rosso e certi momenti di buon effetto che fanno un po' a pugni con scene al contrario banali o solo di raccordo.
Curioso horror vampiresco con venature erotiche. Il ritmo per tutta la prima parte è lentissimo e nel secondo tempo le cose migliorano solo parzialmente. Però la regia possiede una stile e una raffinatezza notevoli e la fotografia, che ricorda alcuni film di Mario Bava, è eccellente. Poi c’è una particolare atmosfera, tipica di alcuni horror dell'epoca, che rende il tutto piuttosto interessante e che riesce, anche se solo in parte, a tenere lontana la noia. Bravi gli attori e suggestive le musiche. Consigliato.
Buon film vampirico, con protagonista la contessa-vampiro Bathory (interpretata in modo regale da Delphine Seyrig), che seduce la ragazza di una coppia di giovani sposini. Nonostante la durata molto lunga, il film non annoia neanche per un minuto, vi è molta atmosfera e la scenografia dell'hotel vuoto funziona alla perfezione. Ottimo anche il cast di contorno e la scena sulla spiaggia. Da vedere assolutamente.
MEMORABILE: La morte accidentale di Ilona e quando la ragazza chiede alla contessa come mantenersi giovani!
Horror a due facce: a una parte narrativa bolsa, poco originale e a tratti anche abbastanza noiosa, se ne contrappone invece una registica che risulta essere abbastanza riuscita e raffinata anche se, naturalmente, non ci troviamo certo dinanzi a qualcosa di eccezionale. In definitiva un film dignitoso che si lascia guardare ma nulla di più.
Monotono e sanguinoso vampiresco ispirato alla leggenda della contessa Bathory, che si distingue unicamente per la fotografia luminosa e rosseggiante e per un pre-finale in cui il ruolo di Van Helsing viene svolto... dal fato. Il resto si riduce ad un lesbismo di bassissima lega condotto dalla Sewell, vampira ben poco intrigante a dispetto dell’aura enigmatica alla Baba Yaga.
In un albergo di Ostenda una bella sposina si ritrova a spartire le location con una piacente e lesbica signora, quest'ultima accompagnata dalla cameriera-amante. Pellicola quantomeno unica nel panorama horror dei primi Anni Settanta: per via della suggestiva ambientazione e per una tematica, insolitamente, femminista e omoerotica in tal direzione. Collocato nella tradizionale vena fantastica di matrice belga, sulla scia di Magritte, Delvaux, Wiertz e Khnopff, ha una struttura gelida, fredda e stilizzata vivacizzata, però, dall'inserimento di elementi commerciali quali nudo, sangue e violenza.
Vampirico particolarissimo, con una indubbia riuscita ambientazione ed una recitazione più che discreta. Ci sono elementi classici del vampirico 70 quali l' omosessualità, in questo caso indirizzata all'emancipazione della sessualità della donna dal potere dell'uomo. Si inverte quindi la linea, ma alla fine l'uso strumentale della passione c'è sempre. Ci sono momenti davvero forti, come il fattaccio nel bagno, con la vampira sofferente sotto la doccia per colpa della violenza del suo amante. Alla fine risulta tra i più originali del genere, da vedere!
A mio avviso è leggermente inferiore all'altro capolavoro horror del belga Kumel, "Malpertuis", tuttavia rimane uno dei più raffinati ed eleganti film di donne-vampiro mai realizzati. Delphine Seyring è una "contessa Dracula" di gran classe, algida ed ironica al contempo. Davvero incantevole Andrea Rau: minigonna, labbra rosse e un caschetto di capelli neri che la fa sembrare la Valentina di Crepax capitata (ma non "per caso") in un'intrigante ed ambigua avventura soprannaturale. Assolutamente da vedere.
Horror erotico di grande impatto. Bella la musica inquietante che lo accompagna. Interessante il riferimento al voyeurismo del protagonista, che si ferma curioso mentre portano via il cadavere di una giovane donna e viene... immortalato. Delphine Seyrig giganteggia.
Bella l'ambientazione belga in un hotel di Ostenda, desolato e invernale, dove il cielo è quasi sempre crepuscolare come se fossero le prime ore dell'alba. Gli esterni bui, i prati appena spruzzati di neve e il mare burrascoso si alternano agli interni liberty e luminosi dell'hotel, eleganti come la contessa protagonista. La trama si rifà a Carmilla, ambientato negli anni 70, e il tema era ancora originale (quello delle vampire lesbiche). Forse il difetto è proprio la troppa eleganza, Notevole il finale con l'automobile.
Oltre quarant'anni dopo, in uno sperduto albergo di Ostenda battuto dal maestoso Mare del Nord, torna, immutata, Elisabeth Bathory. Seducente gemma del vampirismo d'oltralpe, narrativamente scabra ma eloquente e sostanziosa sul piano visivo. La doppiezza dei personaggi rispecchia il desiderio inconfessabile di essere altro da sé, mentre l'inesorabile ars amatoria della Bathory - una voluttuosa Seyring - è resa dalle spire di una ritmica ipnotizzante e febbrile. Grande splendore figurativo. Il sovrumano è alluso e mai dichiarato. Miriam ne è il più insigne epigono. Evitare il doppiaggio italico.
MEMORABILE: La "madre" di Stefan nella serra; il macello nel bagno dell'albergo.
Vampiresco ben riuscito grazie alle inquietanti location e alle belle interpretazioni dei protagonisti. John Karlen è un affascinante ed ambiguo personaggio, mentre la sua compagna, Danielle Ouimet, funziona solo a tratti; la Seyrig ha parvenze dietrichane... Buona la tensione specie in alcune scene, gli effetti speciali nelle sequenze più cruente non sono all'altezza.
Vampiresse a Marienbad? Kumel cita o quantomeno allude, mira alto, e ribadisce la sua natura o ambizione di auteur che solo costeggia qualche convenzione del genere, con una cifra personale e - cosa che aiuta - più soldi a disposizione di Tio Jess o di Rollin. Stilizzato, rarefatto, decadente e moderno insieme, un film di grande fascino e notevoli qualità formali. Bellissime, ciascuna a suo modo, le attrici.
Ottimo film, di grande atmosfera e con un'ambientazione veramente anomala, per il genere. Delphine Seyrig è una delizia, ed ammalia con il suo incedere lento e ipnotico. Penso che il budget del film fosse veramente scarso, per cui il risultato è veramente al di sopra della media. Consigliato.
Kumel lascia perdere Venezia e ingaggia Ostenda come sfondo decadente per un languido vampirismo erotico al femminile (senza gli impacci dell'estetismo viscontiano). Il balletto a quattro (anche il maschio reca ambiguità sessuale) è costruito lentamente stillando umori goccia a goccia grazie all'azzeccatissimo cast (molte belle Rau e Ouimet, perfetta la Seyrig con quei toni insinuanti e fintamente cedevoli). Se cult significa film imperfetto e memorabile allora questo lo è senz'altro.
Bella musica, belle donne, raffinati cromatismi, atmosfera morbosa, esosfera decadente (secondo una sensibilità settantiana) e regia con occhio estetizzante (che restituisce svariate belle immagini) danno sostanza al diafano fantasma che è il plot; vagante fantasma che è pretesto (non in senso deteriore) per sguinzagliare i valori plastici. E la superficie si autoesalta, approvando l'oblio diegetico, saccheggiando la cittadella della vicenda, sottolineando con languore i momenti topici. Non tutto quadra; ma l'intrattenimento è assicurato.
In certi film i colori rappresentano tutto, il guscio e il suo interno, l'evolversi della storia e il susseguirsi degli stati d'animo. Nel caso del film di Kumel i colori principali sono tre: rosso (il sangue scuro che fuoriesce dalle vene), blu (la notte fredda e la spiaggia deserta) e infine il grigio (l'alba, la prima nebbia del mattino, la morte inesorabile). Un film dove l'estetica, ma soprattutto la bellezza dell'estetica, è una disciplina e non un presuntuoso capriccio.
Concupiscente e lisergico, cadenzato e sospeso, non meraviglia il film di Kumel abbia i suoi cultori nostalgici e appassionati sostenitori. Merito principale del regista è aver creato, grazie a un'attenta direzione del cast e a un sesto senso estetico ragguardevole, un universo parallelo languido che resta ben impresso nella memoria, pur se atmosfera e côté han di gran lunga la meglio su uno script non banale ma certo dissanguato. Fondamentale l'apporto della buñueliana Seyrig, algida e immortale, mentre la bionda Ouimet è sposa d'abbacinante calore.
MEMORABILE: L'impagabile sguardo tontolone di Esser, il portiere d'albergo che si ritrova davanti decenni dopo la Contessa immortale.
Ancora una variazione sul tema della Contessa Bathory, diavolessa resa immortale mediante il sangue di giovani vittime. Questa volta però si punta decisamente sull'estetica e il bello grazie a una fotografia raffinata e le forme di attraenti attrici, così fisicamente diverse fra loro. La storia si dischiude rivelandosi alla fine una specie di dramma che, pur sbandando qua e là, diffonde un profumo seducente e inebriante.
Un film ben confezionato, soprattutto dal punto di vista fotografico, con colori vividi e rossi sgranati. Il resto è molto teatrale, girato quasi interamente in un albergo desolato e, a parte la suggestione suscitata dalla location, non si sobbalza sulla sedia. Anzi. Accade ben poco e la sceneggiatura sembra appoggiarsi fin troppo sulla smania pruriginosa della contessa per il gentil sesso. La crudeltà della leggendaria Bathory viene solo narrata e delle numerose vittime si scrive solo sui quotidiani. Il cast non spicca e la Seyrig diventa stucchevole.
Film di rara lentezza e noia, un'ora e mezza che non finisce mai e che scorre straziante in attesa che succeda qualcosa di particolare, che giustifichi la visione. Ma questo qualcosa non arriva mai. A poco servono le buone scenografie e le discrete location (sempre bellissima Bruges), uniche cose a salvarsi. Clamorosi il susseguirsi di errori, il montaggio disordinato e la sceneggiatura, confusa e piena di buchi. Per non parlare della scadente recitazione complessiva. Un film senza senso, senza genere, senza spiegazione.
La cura estetica impeccabile è quello che contraddistingue questa pellicola in cui il tema del vampirismo, sebbene centrale, rimane sempre sullo sfondo: è questo che dona ambivalenza a un racconto che lascia spesso nell'ambiguità. Un artificio narrativo non sempre impeccabile, che pure ben si presta alle atmosfere vacue e decadenti del nord Europa; fa da traino la prova attoriale della brava Seyrig, torbido catalizzatore di questa spirale di sensualità e morte.
MEMORABILE: La scena della doccia; Il seppellimento; Il finale.
Se nell’estetica la morte è una brezza gelida e cinerea che accarezza le location, nei personaggi è un infuocato abisso, un burrascoso viaggio psichico senza avvio né ritorno. Harry Kumel, vampirizzato dal mito e stregato dal sesso, dirige un horror femmineo con un linguaggio soavemente tragico e iconograficamente sublime. Di malvagia bellezza Delphine Seyrig.
Raffinato horror belga che, attraverso splendidi cromatismi, ci fa rivivere in chiave moderna la famigerata contessa Bathory. Il ritmo è lento, ma il regista è bravo a costruire un'atmosfera decadente e morbosa (senza però scivolare nel pacchiano) nonché un buon clima di mistero. Buona la prova degli attori, anche se a emergere è soprattutto la Seyrig con il suo magnetismo; magari si poteva sfruttare maggiormente il personaggio dell'ex poliziotto di Georges Jamin. Non male le musiche di François de Roubaix.
MEMORABILE: La morte in bagno; La sepoltura; Il beffardo finale.
Film dell'orrore con qualche punto di forza (un certo stile nella direzione, le belle ambientazioni, la buona fotografia) e diversi punti deboli:, a cominciare dall'assurdità della trama: la famosa contessa ungherese o meglio una sua discendente arriva come vampiro e tenta di "possedere" una giovane coppia. Ci sono alcune scene davvero ridicole: una su tutte la morte della cameriera della contessa, ma anche il volo dalla macchina non è male (evidentissimo l'uso di un manichino). Altro difetto di non poco conto è la lentezza. Buona comunque la prova del cast.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE:
Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT):
Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICA:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Certo caro Zender :) Diciamo che la cosa è narrata da Kumel con dovizia di ambiguità e quindi si presta (credo intenzionalmente) ad essere interpretata: Stefan è in viaggio di nozze con Valerie e le promette che la porterà presto a conoscere sua madre, ma in realtà noi capiamo che non ha nessuna intenzione di farlo perché, dice lui, questa madre è gelosissima del figlio e non accetterebbe nessuna donna al suo fianco. L'atteggiamento di Stefan è ambiguo, sembra che forzi le cose per non prendere il battello che li condurrà dalla madre e una volta in albergo chiede al portinaio di chiamarla ma allo stesso tempo (di nascosto) gli fa capire di darla per non raggiungibile. A cena quando Valerie gli propone di andarci da solo, lui non perde tempo ad accettare la proposta, come se in fondo non avesse aspettato altro... Quando però Valerie comincia a scalpitare perché la loro permanenza in albergo si prolunga oltremodo e comincia a sospettare delle parole di Stefan e della sua psiche (la picchia selvaggiamente, fa sesso con lei solo al buio, è attratto dalla morte), questi si vede costretto a chiamarla: ed ecco che salta fuori che è un uomo molto facoltoso. Il dialogo telefonico - che Valerie non può sentire - è indubbiamente quello tra due amanti (almeno in lingua originale... "Cosa farà Valerie quando saprà di noi? Cosa ce ne faremo di lei?"). Ora o Stefan deve raggiungere il suo amante (per soldi?) e spaccia alla moglie il loro viaggio come visita alla madre solo che poi non sa più come liberarsi di Valerie, oppure (meno probabile) costretto da Valerie a prendere contatto con la madre chiama il suo amante facendole credere che sta parlano con la suocera ma commette un'altro errore perché il suo amante capisce che Stefan si è sposato...
Ricordo che quando visionai il film in un mux precedente all'uscita in dvd, l'audio italiano (suppongo da tv locale) passava all'originale nelle scene "forti", come quella in bagno.
Nel dvd l'audio italiano ricopre tutto il film oppure passa all'originale duranti le scene più forti?
In caso fosse integrale significherebbe che il film è passato integrale nelle sale italiane (ed ha subito le censure solo per i passaggi televisivi), altrimenti stabilirlo risulterebbe problematico...
Ciao Deepred! Ho controllato, ma nella scena del bagno non ci sono dialoghi! Nel senso che lei si limita a dire "No! No! NO!"... Ma sia prima che dopo i dialoghi sono regolarmente doppiati... Non l'ho visto tutto in italiano perché dopo un pò ho mollato la spugna e sono passato al francese, ma ho sbirciato qua e là e mi sembra che il doppiaggio sia integrale...
Si, non ci sono dialoghi, mi ricordo che si notava nettamente il passaggio tra una traccia audio e un'altra (chi è pratico di mux penso conosca bene la sensazione). Quindi deduco che il film sia passato integrale nelle sale italiane (e tagliato in tv).