Edwige Fenech protagonista assoluta di questa commedia poliziesca. Poco nudo ed erotismo, in compenso parecchie scopiazzature e scenette riciclate. La Amicucci è bella, fortissima ma un po' stupida, il suo assistente Tarallo (Vitali) è simpatico soprattutto quando fa coppia con il commissario (Carotenuto) che è sicuramente il migliore e più impegnato, ma riproponendo cose simili a quelle che Vitali ha sempre fatto con Banfi. La musica stranamente sembra plagiare la colonna sonora di Brigadiere Pasquale Zagaria..., carina la parte di Jimmy il Fenomeno.
Purtroppo manca un protagonista principale alla pellicola, che punta unicamente (in parte riuscendoci) sulla fascinosa presenza della Fenech, qua proposta in un apocrifo (La Poliziotta, è stato girato l'anno precedente da Steno ed interpretato da Mariangela Melato) in grado di dare corso ad una personale trilogia diretta da Michele Massimo Tarantini. La presenza di Mario Carotenuto, di Gammino e di Riccardo Garrone (quest'ultimi anche celebri voci di doppiatori) riesce comunque, in parte, a rendere gradevole la visione del film.
Pellicola dove si prova a trasformare Edwige Fenech in un'attrice comica, ma quel che funziona veramente sono le scene sexy. La poliziotta di Steno, con Mariangela Melato, c'entra poco, anche se qui, in altri ruoli, ritroviamo Mario Carotenuto, Gigi Ballista e Alvaro Vitali. Il film di Tarantini è una commedia scollacciata e pecoreccia dove abbondano i doppi sensi, i fidanzati guardoni, le scazzottate e gli inseguimenti demenziali in autmomobile. Edwige Fenech come poliziotta vola basso, ma per una serata spensierata va sempre bene.
MEMORABILE: Gianna: "Allora, Cecè, pecché num me toji la tù mano dar culo?" - Cecè: "Questa è la mano della legge che ti protegge".
Inguaribilmente brutto. Non me la sono sentita di rifilargli il mono-pallino, ma la tentazione si faceva sentire. Si salvano i grandi Ballista e Carotenuto, ma il resto... Fenech incredibile come semi-coatta che parla in romanesco, Vitali misero, Pambieri quasi fastidioso. Racconto frammentario. Non si vede una vera trama, non si vedono veri sketch. Tanti amati volti fra i non accreditati (vedi cast). Da evitare con cura.
MEMORABILE: Il grande Ballista al figlio Pambieri, benché sia in altra stanza e non lo veda: "E smetti di lasciare le tue impronte digitali sul culo di Gianna!".
Mediocre commediola sexy non ravvivata nemmeno dalla presenza dei soliti noti (Vitali, Carotenuto e compagnia...). La Fenech è sempre un bel vedere, comunque. Tarantini si limita a mettere insieme una serie di sketch, alcuni strabusati, per arrivare almeno a 90 minuti. La cosa migliore del film, però, rimangono i titoli di coda.
Tentativo di sfruttare l’onda lunga del successo de La poliziotta buttandola - come si dice in gergo - in caciara. Tutto s’involgarisce: dall'ambientazione al contesto sociologico; è evidente che Tarantini cerca la via della farsa rispetto al collega Steno. Nei panni della poliziotta c'è la Fenech (doppiata in un romanesco, che mal le s'addice) ed è il solo motivo - pruriginoso - per godere del film, che sul versante ridanciano è alquanto scarso malgrado il numero massiccio di caratteristi del cinema popolare anni '70.
La regina Fenech qui, oltre che bellissima, è grande mattatrice. Un po' coatta ma tosta e risoluta, mena di brutto e si rende subito troppo efficiente. Circondata da notissimi personaggi di genere, la nostra eroina gira in 126 portando ordine e disciplina. Ci sono sicuramente alcune parentesi trascurabili, tipo la scena nel carcere con la mamma disperata, dove il tentativo di inserire frammenti quasi seri, risulta inefficace. Mi è piaciuta abbastanza anche la parte nella villa dell'iniziazione, col ricercato Borotalco e i pesci piccoli da frittura.
MEMORABILE: La poliziotta attaccata dai bruti, lotta saltando per aria (tipo kung-fu) e li stende tutti!
Situazioni svariate in cui emerge la figura di una svampita poliziotta interpretata dalla fascinosa Fenech, stupidamente doppiata in romanesco. Commediola pseudo scollacciata di serie B in cui emerge il solito Carotenuto, valente interprete mentre Vitali appare privo di nerbo.
Divertente il personaggio della Fenech, Gianna Amicucci, neopoliziotta forte e determinta ma un po' tonta e burina: entra in polizia e ne fa di cotte e di crude. La affiancano un ottimo Carotenuto ed un Vitali sottotono ma forse per questo più efficace che altrove. E qui finiscono le cose positive, perché il resto del film è poca cosa, una trama banalotta costellata da cadute di stile gratuite e volgari (ogni tanto la Fenech deve cercare un uccello, per esempio...). Sfortunatamente gli episodi successivi saranno anche peggio.
MEMORABILE: Assalita da una banda criminale la Fenech diventa un misto tra Bruce Lee e Bud Spencer e li distrugge!
Trashissima commedia sexy del genere. Rispetto ad altre pellicole, questa è veramente debole, malgrado la presenza della sempre bellissima e intrigante Fenech. Vitali e Carotenuto sottotono e battute spicce di debole umorismo. Trama sempliciotta e poco "stimolante". La Fenech doppiata poi con parlata borgatara proprio non va...
Per andare avanti nel lavoro l'apparenza non è tutto. Questo è l'assunto da cui parte la Edwige nazionale, che tenta di smentire i comuni pregiudizi assolvendo compiti di primo acchito inadatti al gentil sesso, come sgominare gang di malavitosi. Tra botte e sganassoni, seni e reggicalze in evidenza, onorevoli, commissari e questori, si dipana un'avventura non memorabile per la nativa di Bona, qui accompagnata dal fido Carotenuto, da un immancabile Vitali e da un simpatico Ballista. La sua presenza è comunque buon motivo per gustarne la visione.
La bellezza di Edwige merita veramente il massimo, ma La poliziotta fa carriera (primo episodio di una trilogia interamente diretta da Michele Massimo Tarantini) non si spinge oltre a *! perchè - a parte la protagonista - il film è semplicemente brutto. La sceneggiatura è poverissima, quasi nulla, e questo condiziona anche le prestazioni di Mario Carotenuto e Alvaro Vitali, qui entrambi sottotono. Si salva solo la cura nella regia, gradevole ma fine a se stessa. Da evitare. Solo per i fan di Edwige.
Commedia che prende un po' di nerbo strada facendo. Dopo un inizio piuttosto anonimo (a parte naturalmente le fattezze fisiche della Fenech), con l'entrata in scena di Mario Carotenuto e il travestimento di Gianna qualcosa succede e qualche sorriso il film lo riesce a strappare. La trama è insignificante, ma non è importante ai fini del punteggio, sono i protagonisti e i comprimari che devono sfoderare tutto il loro mestiere per mantenere almeno un livello di sufficienza e in questo riescono bene. Ammirevole la Fenech, sempre a suo agio in qualsiasi ruolo.
Commediola senza sugo comico che si affida unicamente alla bravura dei caratteristi (che, da soli, sostengono il film, latente la sceneggiatura o uno straccio di trama). La Fenech è simpaticamente improbabile come borgatara, Pambieri irricevibile; Carotenuto è sempre lui e, nei duetti con Vitali, anticipa l'epico duello Auricchio-De Simone in Fracchia la belva umana. Peccato per certe volgarità che cercano di mascherare il fiato corto creativo.
Che del tessuto sociale de La poliziotta con la Melato non rimanesse nulla era scontato, ma il risultato è una farsa pecoreccia con fidanzati gelosi, medici maniaci che si eccitano a fare le iniezioni e prostitute assoldate per "convertire" omosessuali a forza. La Fenech non è Milian e se la sua caratterizzazione doppiata in romanesco non convince, tanto meno funzionano le parodie dei cliché poliziotteschi (scazzottate, inseguimenti, stupri) in salsa demenziale. Evita la monopalla solo per rispetto a caratteristi di razza (Carotenuto, Garrone).
MEMORABILE: Le insopportabili uscite in bolognese di Pambieri.
Tarantini cambia registro rispetto al film di Steno di cui questo capitolo (e i successivi due) può considerarsi uno spin-off; si scende del tutto nella commediaccia con un'abbondanza di gag slapstick velocizzate e rocambolesche, una Fenech doppiata in romanesco (poco credibile ma tant'è) e un recupero di parte del cast del film precedente in ruoli maggiormente macchiettistici. La trama è ben poca cosa e le gag si susseguono senza troppa verve, con qualche raro momento d'ingenuo divertimento. Non inguardabile, però il rischio d'annoiarsi con un film comico non è mai un buon segno.
MEMORABILE: Il tentato stupro della Fenech a cui risponde con mosse di karate e acrobazie.
La Fenech dimostra di essere in grado di reggere un film da sola (pur con l'aiuto decisivo di bravi caratteristi) ed è così brava che qualche fugace nudo passa in secondo piano. Altro discorso per il livello del film, che si affida a uno script arrangiato e quasi del tutto privo di vis comica, costretto a ricorrere ai soliti luoghi comuni, risparmiando per fortuna volgarità gratuite e cadute nel cattivo gusto. Tutto sommato una commedia modesta, innocua, che però riesce a farsi seguire senza noia quasi sempre col sorriso sulle labbra. Agli appassionati del genere potrebbe bastare.
Uno degli esemplari più tristi e squallidi di commedia sexy all'italiana, che conferma anche la mediocrità del filone. La leggerezza è la consueta, il problema è la totale mancanza di battute degne o gag divertenti. Il tutto è ampiamente riciclato da altre pellicole. Anche il cast non funziona, con un Alvaro Vitali in tono dimesso e un'Edwige Fenech incomprensibilmente doppiata con un assurdo accento da borgatara. Se si pensa che manca anche Lino Banfi si capisce perché sia molto meglio evitare questo film, che regala ben pochi momenti degni di nota.
Non la migliore delle commedie sexy (anche se la Fenech si mostra meno che altrove) del periodo: Tarantini cerca di vivacizzare il ritmo ma le gag, spesso di grana grossa, sono puerili e la sceneggiatura è veramente poca cosa. Nella grande parata di caratteristi, utilizzati non al meglio, si distinguono i soliti Ballista e Carotenuto mentre gli altri, persino Vitali, sono sottotono. Qua e là, in virtù di qualche spruzzata surreale, si sorride ma questa sorta di sgangherata parodia del "poliziottesco" funziona pochino e il film si dimentica presto.
MEMORABILE: Il tormento dell'uccello; Gammino che disserta col televisore del cocchio.
Se nel film di Steno si ravvisava una certa cura, in questa trilogia della poliziotta con la Fenech si parte con una pellicola sostanzialmente povera di mezzi ma che regala ogni tanto qualche momento esilarante grazie alla collaborazione di alcuni caratteristi. Battute talvolta grossolane corredano il tutto. La regia di Tarantini fa quello che puó. Carotenuto in forma, Vitali e Pambieri deludono. Fenech bella ma pessimo il suo doppiaggio in romanesco.
Edwige Fenech doppiata in romanesco, Giuseppe Pambieri con i capelli ossigenati, Mario Carotenuto commissario con problemi nell'affrontare la tecnologia. Non ci sono eccessive sorprese in questo film, che però mantiene la promessa fatta a chi sceglie di vederlo: qualche semplice risata e un po' di scene di nudo di una Fenech davvero prorompente nel fisico tanto quanto è pasticciona come poliziotta.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Discussione124c • 3/01/09 12:56 Contatti col mondo - 5193 interventi
Mi domando: ma, secondo voi, l'attore Leslie Nielsen, i creatori di "Scuola di polizia" e quelli de "La pallottola spuntata", hanno mai visto "La poliziotta fa carriera" di Michele Massimo Tarantini ?
DiscussioneGugly • 3/01/09 13:53 Archivista in seconda - 4712 interventi
non saprei...comunque non credo,la comicità americana è molto diversa da quella italiana, e perviene alla maggioranza tradotta, e quindi adattata, magari tenendo presente proprio tali modelli, ma sono gli editori italiani che ci pensano, non gli americani.
Discussione124c • 3/01/09 19:35 Contatti col mondo - 5193 interventi
Gugly ebbe a dire: non saprei...comunque non credo,la comicità americana è molto diversa da quella italiana, e perviene alla maggioranza tradotta, e quindi adattata, magari tenendo presente proprio tali modelli, ma sono gli editori italiani che ci pensano, non gli americani.
Capiosco. Conunque, tornando al film. Da notare anche la presenza, nel variegato cast di Giuseppe Pambieri e di Riccardo Garrone, nei ruoli del figlio dottorino del questore e del criminale Borotalco. Pambieri e Gammino, rivali in amore per Gianna Amicucci, ogni volta che sono insieme sullo schermo sono deliziosamente ironici.
Discussione124c • 11/01/09 20:08 Contatti col mondo - 5193 interventi
Beh, se proprio devo trovare dei difetti a questo film, forse è quello di rendere Edwige Fenech quello che non è: un'attrice comica...Però, con Alvaro Vitali a mezzo servizio, l'esperimento era giusto tentarlo! Tarantini scelse di fare di Gianna una romana, a differenza de "La Poliziotta" di Steno e della Melato che era milanese, perché si sa che i romani sono i più schietti e divertenti. Ha però il pregio di non far scadere la commedia nel dramma (lo stupro alla Melato non viene ripetuto con Edwige, che mena cerci scappellotti...), ma di mettere in burla politici, poliziotti e ben pensanti con la questione del pappagallo.
Curiosità124c • 4/09/09 11:25 Contatti col mondo - 5193 interventi
Edwige Fenech è doppiata da Vittoria Febbi e Alvaro Vitali, come nei suoi primi film, dove ha sempre dei ruoli molto secondari. da Vittorio Stagni, padre di Ilaria.
"Questo lavoro non va assolutamente considerato il seguito de La poliziotta con Mariangela Melato.
Quel film aveva intenti sociali che qui mancano del tutto.
La Melato era una donna che aveva problemi con la società, io invece sono una poliziotta sul piano comico.
Ne faccio di tutti i colori, sbaglio tutto, provoco un macello, ma alla fine colpisco il cattivo.
Questo è il primo film comico alla Harold Lloyd con una protagonista femminile.
Recito vestitissima e la comicità è più nel dialogo che nelle situazioni.
Mi è stato chiesto di recitare, non di spogliarmi, in definitiva.
Segno, questo, della mia evidente evoluzione."
Fonte: La commedia erotica italiana / a cura di Michele Giordano / Gremese editore
Il dvd editato dalla NoShame è ottimo dal punto di vista della qualità audio/video, siamo sopra la media.
Film restaurato e impostato per la prima volta nel corretto formato cinematografico originale 16:9 2:35:1 anamorfico.
Su Iris (e su Mediaset in generale) viene fatto passare in 16:9 anamorfico ma 1:85:1, un passo in avanti rispetto ai precedenti fullscreen, ma ancora non nel corretto formato.
Bellissimo il menù, in tinta con il tema del film, nel corretto formato 16:9. Veramente bello.
Versione integrale : durata 89 min e 31 sec
Unico neo totale assenza di extra, nemmeno del classico trailer. Ma personalmente mi sento di consigliarlo comunque all'acquisto.
Il film venne ufficialmente presentato da Edwige Fenech a "Colpo di fortuna" del 27 novembre 1975 condotto da Pippo Baudo.
Un Baudo ammaliato dalla prorompente bellezza della Fenech, la quale spiega che nel film ha praticato judo e dato botte a tutto spiano, lo presenta come un film "divertentissimo":
La telecamera indugia sul volto mozzafiato dell'attrice, che dice di essere nata a Bona, in Algeria. Ovviamente il nome della città genera ilarità e Baudo risponde "Mi sembra giusto!":