Buon piccolo horror della Amicus diretto con maestria da Baker, che ci trascina in un'atmosfera di terrore sin dal minuto quattro. La prima parte si regge oltre che sull'atmosfera data dal maniero in cui si svolgono le vicende, sull'interpretazione della Beachman; nella seconda parte ci pensa Cushing. Non male il finale cattivello. Piccola ma intensa la partecipazione di Lom, lodevoli le musiche.
Discreto horror di stampo marcatamente inglese (che punta più sulle atmosfere che sull'utilizzo di effetti grandguignoleschi) che, nonostante una storia non eccezionale e particolarmente coinvolgente, può contare su una discreta regia (del bravo Baker) e sulla solita buona interpretazione di Cushing. Qualche momento più riuscito degli altri e bel finale.
Bel film di Baker che ruota intorno a un'antica maledizione che verrà svelata nella parte finale del film. Ci sono diversi momenti di puro spavento e una crescente curiosità per lo sviluppo della vicenda. Baker si dimostra un buon regista quando deve concentrarsi su un'unica trama. Cushing come al solito dimostra di essere un idolo assoluto.
Notevole horror prodotto dalla Amicus, casa rivale della Hammer nella produzione di horror e thriller. Ben scritto e sopratutto diretto con competenza dall'esperto Roy Ward Baker, ha dalla sua un ritmo esemplare, con un crescendo irresistibile. Ottimo il cast. La Beachman è eccellente, Ogilvy azzeccato, Magee e Lom hanno piccole parti ma, in particolare il secondo, son sempre molto bravi. Cushing comunque una buona spanna su tutti, come suo solito. Da riscoprire.
Un castello, una fresca coppia di sposi, una maledizione... gli ingredienti non sono proprio originali, ma bastano un buon manico e un cast pressochè perfetto a creare un piccolo gioiellino horror che tiene incollati alla poltrona fino al gran finale. Peter Cushing entra in scena dopo quasi un'ora, ma gli è più che sufficiente per lasciare il segno.
Produzione Amicus fiacca e ripetitiva, ricama sul solito cliché della neosposa spaurita che va a vivere in una casa su cui grava una maledizione implacabile, qui materializzata attraverso una sanguinolenta mano strisciante. Nome di punta del cast, Cushing appare invero – e per lo più sporadicamente - solo da metà in poi e finisce oscurato da Lom e Whitehead, ambedue notevoli nel lungo flashback esplicativo che con la sua carica di angoscia e sadismo accende l’unica vampa nel torpore del déjà vu.
Horror della Amicus (uno dei pochi non ad episodi) davvero notevole: nella prima parte si crea un'atmosfera inquietante e piena di apparizioni e avvenimenti che non trovano spiegazioni ma che promettono molto; nella seconda parte arriva il grande Cushing e con lui il drammatico e sorprendente epilogo che mantiene le promesse. Belle le musiche, ottimo il cast che, oltre a Cushing, comprende una breve ma buona partecipazione di Herbert Lom, una brava Beacham e un funzionale Ogilvy. Da vedere.
MEMORABILE: Appena ho sentito: "uno specialista, il dottor Pope", ho capito che stava per entrare in scena il mitico Peter Cushing.
A causa di un antico misfatto, una greve maledizione incombe sulla famiglia di un nobiluomo che sul finire farà quadrare i conti col truce passato. Con quattro soldi la Amicus confeziona un horror dalle atmosfere bigie e incantate, come fosse una favola nera arricchita della presenza, da metà film in poi, dell'intramontabile Peter Cushing.
Incongruo ma intrigante horror Amicus che affida le sue alterne sorti agli inossidabili Ward Baker e Cushing. Ad una prima parte tradizionale e per molti versi vetero-gotica, se non decisamente naif (le apparizioni della mano, le materializzazioni del fantasma), fa così seguito una incalzante (per quanto un po’ arruffata e di “seconda mano”) escalation di violenza e ambiguità psichiatriche (le paure di gestazione e concepimento della Beachman). Il vecchio Roy è abilissimo a metter tutto nel calderone e a tenerci attaccati al ciuffo di Sir Peter.
Horror gotico piuttosto ripetitivo (probabilmente demodé già alla sua uscita); le continue e insistite manifestazioni spettrali (la mano morta, il ritratto del nonno) che causano spaventi e decessi ai personaggi, più che i nervi dello spettatore assaltano la sua pazienza: per quaranta minuti buoni ci si domanda quando è che arriverà il dottor Peter Cushing a far luce sulla vicenda, e quando finalmente entra in scena (con un'indimenticabile parrucca new-romantic) non fa che assistere impotente a un finale buono ma prevedibile.
MEMORABILE: Il flashback sull'origine della maledizione, che sembra ispirarsi all'analoga vicenda di Sir Charles in La furia dei Baskerville
Prezioso esempio di gotico targato Amicus diretto con buon polso dal grande Baker. La maledizione, pur essendo prodotto a budget contenuto, fa ancora a distanza di anni il suo bravo effetto, se si riesce a soprassedere sui simpatici spfx di sovrimpressione. Ottimo il cast in grado di sostenere con convinzione la storia di vendetta in stile nemesiaco (pagano i figli le colpe dei padri), con nota di merito al qui cattivissimo Herbert Lom, prepotente restauratore dell'allucinante "Jus primae noctis". Un po' forzata la presenza del Malleus. D'essai.
MEMORABILE: "Io, il Signore, il tuo Dio, sono un Dio geloso che imputa ai figli - fino alla terza e quarta generazione - l'iniquità dei padri..."
Classico horror di ambientazione castellana tra storie di fantasmi, maledizioni dal passato e donne che urlano. La trama è tipica: la coppia che va a vivere nel castello avito dove la moglie comincia ad avere strane visioni e presentimenti (topos seguito anche nei film attuali, quando i protagonisti vanno ad abitare in una villetta familiare). Ottimi la fotografia, l'atmosfera e i costumi tardo settecenteschi.
Buon gotico d'annata che gode pienamente del suo valore aggiunto: la pluri sfruttata, fascinosa location principale, vista già in altre pellicole. Gli effetti speciali sono un po' artigianali (con l'eccezione della mano amputata che si muove, ripresa successivamente in La casa 2) per essere sempre pienamente apprezzabili. La recitazione del cast è discreta ma è la sceneggiatura in primis a suscitare interesse (in piena tradizione ghost story) e appunto l'atmosfera decadente che le confà.
MEMORABILE: La scena della profanazione della tomba: molto d'impatto per l'epoca.
Interessante gotico che, se visto con la giusta atmosfera, riesce a regalare ancora qualche brivido; merito di una storia non originale ma ben raccontata, con diverse annotazioni riuscite. Il cast è ottimo, soprattutto Cushing, Lom e la Beacham. A mio avviso sicuramente da recuperare, come anche altri film della Amicus.
Quello della giovane coppia che va ad abitare in una dimora sui cui grava una maledizione, era un espediente narrativo vecchio già all'epoca; tuttavia questo horror di ambientazione settecentesca scorre piuttosto bene, grazie a una regia elegante e capace di conferire il giusto clima di mistero e di tensione (Roy Ward Baker il genere lo ha frequentato spesso) e a ottimi interpreti, anche se i nomi di punta (Cushing, Lom e Magee) vengono relegati in secondo piano rispetto alla bella e terrorizzata Stephanie Beacham e a un reticente Ian Ogilvy.
Gotico debitamente orchestrato e condotto con mano sicura, ma assolutamente privo d'ogni scossa e sproporzionato rispetto all'esiguità del tema (una vendetta oltre il tempo). Tutto come previsto; apprezzabile, però, la chiusa laddove l'odio realizza il male placandosi nel bene d'una nuova vita. Cushing in ombra, svettano su tutti il sanguigno Lom e la cupezza di Whitehead.
Elegante pellicola d'artigianato, con una notevole scenografia d'interni, una location principale maestosa e apprezzabili costumi. Inizia benissimo, con le ingerenze dello "spirito" che spaventano la sposina appena arrivata, per poi proseguire con meno brio, nella un po' soporifera parte centrale, salvo riscattarsi in quella finale, davvero riuscita. La "mano" che uccide è forse anacronistica e certe apparizioni (e sparizioni) potevano essere evitate, perché, almeno con gli occhi del tempo attuale, appaiono poco appropriate e forse un po' baracconesche. Attori tutti ben in parte.
Tolte le invadenti quanto sfiancanti musiche di Douglas Gamley, il film procede con una carica allucinatoria e febbrile, stemperato da alcuni tocchi di posticcia psicoanalisi ma con argute intuizioni visive. Barker lavora di atmosfere, divinizza il genere e i suoi topoi ricavando dall’intero cast interpretazioni seducenti e materiche. Impetuoso il senso di smarrimento nel finale.
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Un altra edizione ?
Ma far uscire qualcosa di mai pubblicato no ?
Il film merita certamente,ma ci sono ancora tanti film totalmente inediti che meritano di essere messi su dvd !
Ciavazzaro ebbe a dire: Un altra edizione ?
Ma far uscire qualcosa di mai pubblicato no ?
Il film merita certamente,ma ci sono ancora tanti film totalmente inediti che meritano di essere messi su dvd ! Hai proprio ragione, ci son tanti di quegli horror della Tigon,Hammer,Amicus ecc, ancora inediti qui da noi, che è un vero peccato che ristampino gli stessi titoli.
Ma tanto noi sappiamo come vederli hehehe.
L'edizione in DVD della Pulp Video, nel formato full screen 4:3, presenta purtroppo alcune gravi carenze, soprattutto per quel che riguarda il versante audio, offerto nella traccia italiana e inglese. Se l'immagine, data l'importanza del titolo, e la buona definizione può essere comunque accettabile impostando i moderni televisori nel formato "smart" non tanto si può dire del vano audio, nel quale è dichiarata (sul retro del dvd) la presenza di una traccia italiana in dolby 5.1. Purtroppo questa non è presente e anzi, l'audio italiano, nelle due opzioni è fortemente "alterato" al punto che le condizioni per visionare il film sono due:
1) italiano con sottotitoli;
2) inglese (molto più nitida e chiara) con sottotitoli.
Peccato, perché la pellicola è proposta in versione integrale (a tratti subentrano pezzi in lingua originale).
Vano extra composto da un "doppio trailer" ed una povera photogallery.
Il dvd Milleniumstorm dna ha una buona qualità audio in italiano e inglese con sottotitoli in italiano. Nella traccia italiana non presenta parti in lingua originale.
Ha una durata di 1:30:41.
Il video è in 16.9.