Maturo avvocato donnaiolo perde la testa per una prosperosa ragazzotta, e superando tutte le remore possibili inizia a frequentarne la modesta famiglia... Abbandonata l'Almeria Giraldi tenta la commedia di costume: risultato non malaccio, che centellina l'amaro fino alla sgargarozzata finale. A tratti siamo un po' dalle parti del buzzatiano Un amore, ma con meno tragedia. Efficace, con un Tognazzi al solito bravissimo. Musichette di Bacalov, che ricicla per l'ennesima volta il motivetto de Lo scatenato
Il titolo ha davvero poco a che fare col film, tanto per cominciare. Tognazzi, nella parte di un avvocato milanese ricco, scapolo e annoiato, fronteggia per tutto il film un'ingenua e scontrosa ragazzona della periferia romana, in preda a sentimenti di seduzione, sfida e ossessione. Ritratto impietoso dell'Italia semplice e insieme famelica e bramosa di "arrivare", è un film davvero divertente e allo stesso tempo molto amaro, che può ancora insegnarci molto su come noi italiani siamo davvero.
Commedia di costume tratta dall’omonimo romanzo, pervasa da un’amara ironia sulle brame erotiche e materiali degli italiani. Il superlativo Tognazzi si specializza nel ruolo dell’uomo di mezza età che perde la testa per un’adolescente; l’esordiente Rei in quello della ragazzina abulica e apparentemente ingenua, poi replicato – in una più provocante e grintosa veste hippy – in Oh dolci baci e languide carezze.
Discreta commedia con un Tognazzi che da cacciatore diventa preda. Cerca di far sua la "bisbetica", ma sarà lui stesso ad essere "domato" e vittima degli eventi. Del resto, chi la fa l'aspetti. Ugo Tognazzi riceve il Nastro d'Argento per il suo ruolo, peraltro meritatissimo. Indimenticabili le sue facce bramose e i flash immaginari in cui fa suo l'oggetto del suo desiderio, la "bambolona" del titolo, ragazzotta ben messa e dalla bellezza piuttosto atipica.
Il succo del film è riassumibile con 2 proverbi: chi la fa l'aspetti e soprattutto l'abito non fa il monaco, perché chi sembra sprovveduto può rivelarsi ben più furbo di te. Questa sorta di antipatica rivalsa popolare si avvita su se stessa impantanandosi sui continui approcci del protagonista, sui suoi monologhi interiori e su riempitivi inutili (il domestico gay). La meteora Rei, benchè mummificata, riesce a sprizzare parecchio livore nel finale. Non resta che gustarsi l'inizio folgorante e un Tognazzi che fa Tognazzi. Molesto il fischiettìo di Bacalov.
MEMORABILE: Il primo ingresso di Tognazzi (invadentissimo) in casa della bambolona.
Da un romanzo della De Cespedes una graffiante satira di costume, molto in voga negli anni 60-70. Magistralmente diretta e sceneggiata da Giraldi con un Tognazzi ad altissimi livelli (Nastro d'argento per questo film) che ancora una volta interpreta il professionista attempato e facoltoso innamorato di una donna molto più giovane. Finale, come al solito, inaspettato. Una volta in Italia si potevano continuamente gustare buone pellicole come queste. Senza pretese eccessive ma fatte con mestiere e professionalità. Oggi sono solo un lontano ricordo.
Per far durare il film 102 minuti, ci si incastrano due divagazioni fastidiose per quanto sono inutili: quella del domestico gay e quella del padre di Tognazzi in fuga dalla moglie. L'uomo ricco e maturo turlupinato dalla ragazza giovane e povera è un luogo comune del cinema di quegli anni (scontri generazionali e di classe...), e si rivede in molti altri film, tutti migliori di questo, che vuole ammantare di mistero la personalità della torpida Ivana facendone una dark-lady alla... vaccinara, e servendo un patetico micro-colpo di scena finale. Tognazzi è impeccabile, il resto è mediocre.
La prima cosa che viene da dire è: troppo lungo. Tognazzi è bravissimo come sempre, la opima Rei è sorprendentemente perfetta per il ruolo, ma il resto non funziona poi tanto. Cast secondario non brillantissimo (neppure la Brignone), a esclusione del piccolo ruolo di Ignazio Leone. Film talora interessante, ma spesso noioso.
Di notevole c'è solo il grande Tognazzi, che rappresenta alla perfezione lo stereotipo dell'uomo di mezza età che perde la testa per una giovane. Per il resto si tratta di una gradevole commedia con finale prevedibile. La Rei è scelta perfettamente (è davvero una bambolona) e interpreta bene il ruolo della ragazza molto più "smagata" di quanto dovrebbe.
Tognazzi in grande forma, soggetto interessante e buona sceneggiatura per una commedia amara, cinica e grottesca, girata correttamente: un curioso oggetto in celluloide che funziona ancora bene. È una riflessione sul costume italico e su certi suoi tic, con marcati innesti di critica sociale e ai risultati del cosiddetto "boom economico" (che nel 1969, data di uscita della pellicola, era già nella fase di declino). Fulminante il finale.
Una commedia di costume che fa molto Anni Sessanta con un Ugo Tognazzi molto bravo nel suo ruolo e una Isabella Rei che svolge con discreta sufficienza il suo ruolo di "bambolona" finta ingenua. Lo svolgimento è interessante specie nella prima parte e poi pian piano arriva talvolta ad annoiare. Il finale è piuttosto sorprendente.
Affermato avvocato si invaghisce di una prosperosa diciassettenne di modesta famiglia e, per poterla frequentare, giunge al fidanzamento. Il suo scopo è portarsela a letto ma la ragazza è meno ingenua di quel che appare... La storia è quella, raccontata tante volte, della sbandata di un uomo di mezz'età per una donna molto più giovane e se il film è piacevole da seguire, nonostante la lunghezza eccessiva e parentesi superflue, lo si deve ai due protagonisti: Tognazzi nella parte ci sguazza, mentre Rea risulta perfetta per il suo personaggio indolente e solo apparentemente passivo.
Giraldi allunga per quasi due ore un soggetto piuttosto esile, che avrebbe retto bene un episodio di mezz'ora, infarcendolo di inutili digressioni al solo scopo di mostrare qualche attrice seminuda. La storia poi, piuttosto telefonata, doveva risultare obsoleta già all'epoca dell'uscita del film e il "colpo di scena" finale coglie uno spettatore già piuttosto annoiato. Buono il cast, con un Tognazzi bravissimo, tranne una inespressiva Rei che ha giustamente abbandonato la carriera di attrice subito dopo. Un film lento e prolisso, che non aggiunge nulla alla storia del cinema.
Una valida commedia basata sul doppio inganno, che sa tenere un buon ritmo per tutta la sua durata e non annoia mai, sia per l'ennesima grande prestazione di Ugo Tognazzi, sia per i numerosi dialoghi e momenti brillanti, sebbene grandi battute non è che ce ne siano. Bello lo stile del montaggio: spesso i dialoghi di una scena fanno da sottofondo ad altre, senza farci mai veramente capire se si tratti di scene vere o di immaginazione. Un film organizzato bene, che sa tenere vivo l'interesse con poca trama. Musica un po' ripetitiva. La poco nota Isabella Rei adatta al ruolo. Buono.
Interessante commedia questa "Bambolona", un po' perché ha una tensione quasi da thriller, con personaggi fantasma e comportamenti ambigui, e un po' perché ci restituisce uno squarcio impietoso sui quartieri realmente poveri, in cui si vive(va) disposti a tutto. Tognazzi magistrale, manco a dirlo, la Rei - della quale non si hanno più notizie dal film successivo - perfetta per il ruolo, timida e scostante all'inizio, sfacciata nel sorprendente finale. Un film ben girato e ben recitato che meriterebbe maggior considerazione.
Avvocato si invaghisce di una diciassettenne. Commedia di costume sul piccolo borghese che punta a portarsi a letto una ragazza con l’intento di scaricarla poi. Visto l’epilogo, il soggetto vorrebbe essere amaro ma appare solo come un tiramolla che ha alla base il denaro. Tognazzi regge un ruolo in equilibrio tra il patologico e il privo di sentimenti e la Rei (a tratti insopportabile) serve per dilatare i tempi. Per quanto riguarda la sceneggiatura, qualche imbeccata (lo zio al Ministero e la gravidanza) non sortiscono l’effetto sorpresa; anche le scene “felliniane” fanno solo colore.
MEMORABILE: Gli inseguimenti dalle Seicento; I debiti pagati col rubino; Le cento donne che girano nude per casa.
Un grande Tognazzi alle prese con un personaggio che gli è congeniale, quello dell’uomo benestante di mezza età che si incapriccia di una bambolona tutta fianchi e curve. Tutto converge nel disegno di portarsela a letto, senonché sarà lei a giocargli un brutto scherzo. Una commedia divertente, scoppiettante, ma che fa principalmente riflettere sulle povertà intellettuali di certi italici maschi di quei tempi, ricca di spunti e dialoghi per nulla banali. Non per nulla è tratto da un romanzo della De Cespedes.
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Ad un certo punto del film Tognazzi entra in un negozio di dischi: dentro una cabina di ascolto si intravede Renato Zero, all'epoca 19enne ma già provvisto di una camicia non propriamente sobria!
La versione mediaset presenta un lunghissimo taglio che elimina completamente la sequenza (l'harem organizzato dal cameriere) a mio parere più bella del film, e l'unica a contenere scene di nudo. La sequenza censurata dura la bellezza di 2 minuti e 52 secondi.
Integrali invece il dvd Medusa e il master che passa su Sky.
Il film è passato anche su Odeon. Secondo alcune voci, non si sa quanto attendibili, tale master manterrebbe la scena dell'harem.
Si, è VM18. Confermo.
Più che altro era un avviso per chi si accingesse a visionare il master mediaset senza pensare al fattore censure.
Tu sai nulla sul master di Odeon?
Dipende in che anno è stato trasmesso da Odeon. Perchè l'emittente milanese mandava uncut alcuni film ai 18(a fine anni '80 e metà '90). Poi cominciò a "purgare" anche lei i vm 18(ricordo una copia massacrata di L'importante èamare).
Io lo ricordo nel 2000/2001, era il periodo in cui trasmettevano anche La mazurka di Avati. In teoria dovrebbe essere cut, però spesso Odeon ci è passata un po' sopra alla legge mammì (ricordo bene intorno al 2006 I ragazzi del massacro in prima serata uncut). Quindi non si sa...
CuriositàZender • 3/09/16 18:02 Capo scrivano - 48336 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film: