Bello o brutto che sia, Karate Kid è l'originale, il più noto tra i karate-movies, il modello per tutti gli epigoni a seguire. Questo capitolo, sicuramente meno interessante del secondo (che aveva dalla sua un'affascinante cornice orientale, pregna di paesaggi e tradizioni), è strettamente collegato alle vicende del primo film, senza troppe varianti: offrirà quindi momenti godibili ai fanatici della coppia Macchio/Morita, ma il vero cultore delle arti marziali (e di cinema) continuerà a guardare altrove. Griffith è doppiato dal nostro Luca Ward.
Terzo capitolo della serie che ha riportato in auge (sia pure filtrati da un'ottica tipicamente occidentale) i film sulle arti marziali. Purtroppo dopo un secondo episodio non memorabile, la china discendente continua inesorabile con questa terza puntata. Nemmeno il grande mestiere del regista Avildsen riesce ad evitare il naufragio artistico di un film brutto e prevedibile dove i personaggi sembrano quasi una parodia di sè stessi.
Soporifero. A mio avviso è meglio che vi risparmiate la visione, non vi perdete davvero nulla; poi chi è a causa del suo mal... Film senza senso, senza recitazione, senza storia.... Insufficiente anche Morita.
Terzo capitolo della serie (l’ultimo con Macchio) che non aggiunge assolutamente nulla di nuovo ai capitoli precedenti. Lo schema è sempre lo stesso e perciò non meraviglia che la noia regni sovrana dall’inizio alla fine. Incredibilmente sarà seguito ancora da un altro film (ma al femminile). Ha deluso anche gli appassionati delle pellicole precedenti.
Disastro dopo i due film precedenti della saga, perché puntando sull'incapacità di Ralph Macchio nelle arti marziali (che le busca anche qui dai membri del "Cobra Khay") e sulle lezioni da biscotto della fortuna di Pat Morita, si trascura tutto il resto. "Rocky" si manteneva interessante con situazioni drammatiche e credibili, "Karate kid" è solo l'elogio del nerd pestato e perseguitato dai karateki cattivi. Brutte notizie anche sul fronte ragazze: Robyn Lively è solo un'amica che non partecipa all'incontro finale fra Daniel e il Bad Boy. Out.
Terzo capitolo della saga di Karate Kid. Ma era davvero indispensabile? Storia che ormai raschia il fondo del barile, personaggi ridotti a patetiche figurine senza dignità e regia indecorosa di un ex ottimo regista. Persino Pat Morita risulta insopportabile. Con un seguito ulteriore e un remake del primo film in arrivo.
Inutile sequel che passa dal giovanilistico all'infantilistico disperdendo quanto di positivo s'era visto nelle due puntate precedenti. Non riesce ad aggiungere nuovi fattori d'interesse, perde l'efficacia umoristica (le massime spirituali di Morita appaiono stupide) e lo scontato combattimento finale sembra banale. Mantiene solo un buon ritmo. Ralph Macchio non sembra affatto un 28enne ma non è più adatto per un ruolo adolescenziale. Il peggiore della quadrilogia.
Il terzo episodio della saga mostra il fiato corto e una notevole pochezza di idee. Si riprende lo spunto dal primo episodio ma le troppe ripetizioni e l'assenza di spunti nuovi rendono la narrazione monocorde, nonostante l'inserimento di nuovi cattivi troppo stereotipati che sembrano non crederci anche loro. Carente.
Ignobile terzo episodio, decisamente peggiore dei precedenti a causa sopratutto di una storia ridicola, infarcita di scene pietose (in particolare quella al dojo). Cast pessimo: un mediocre Morita rimane il meno peggio in questa "opera" dove si vede in azione un orrendo gruppo di giovinastri finti duri con ciliegina sulla torta Kove e Griffith in una interpretazione da dimenticare. Uno zero totale.
MEMORABILE: I due maestri, dopo aver preso una raffica di colpi da Morita e non averne rifilato neppure uno, non trovano di meglio da fare che ridergli in faccia...
Terzo capitolo di una saga a corto di idee. Ancora Ralph Macchio (quasi trentenne spacciato per teenager) nei panni del nerd che la spunta sui bellocci e naturalmente Pat Morita, ma la vicenda stenta a decollare nonostante si cerchi di riprendere l'atmosfera del fortunato capostipite. Tutto già visto, prevedibile e il risultato si traduce in noia. La pellicola è vedibile in funzione della trilogia e solo per completezza. Al cinema, almeno negli Usa, fu un mezzo flop.
I punti cardine che portano all’incontro con il nuovo antagonista sono sempre gli stessi e ruotano attorno alle ricerca di un motivo per darsele. Ci sono sempre i buoni e i cattivi che arrivano a scontrarsi secondo snodi narrativi esasperati e non sempre plausibili nel reale. Non mancano nemmeno le frasi a effetto e un eccesso di adrenalina a gonfiare l’enfasi delle singole scene. Per fortuna, almeno questa volta, il flirt con la ragazza di turno è contenuto a poco, risparmiando minuti preziosi. Appena passabile.
L'ultimo capitolo "ufficiale" della serie non risolleva le sorti dopo il già pessimo precedente; la confezione è blandamente televisiva, specialmente nel risibile primo tempo che assomiglia sempre più alla coeva imitazione italiana del franchise, mentre si segnala qualche momento più riuscito nella seconda parte grazie perlopiù al perfido Griffith. Il match finale risulta comunque piuttosto anti-spettacolare ed è difficile scorgere il mestiere di Avildsen in questo teen-movie scontato e dai dialoghi imbarazzanti. Si rivedrà il cast principale della serie riunito solo 30 anni dopo.
Il terzo capitolo ottiene livelli tali di parodiabile cartoonismo da convertire l'insulsaggine in simpatia: dall'impensabile ingenuità di Macchio, cui non sembrano essere bastati due film per rispettare il maestro e i suoi profondi valori (fra insulti, furti e tradimenti spirituali, c'è da farsi due domande sui meriti del ragazzo...), all'anche meno plausibile intervento supereroistico di Morita al dojo Cobra Kai, dal diabolico e sghignazzante Terry Silver (in pratica un villain da film Troma!) al concitato e ovvio torneo finale, quasi si è lieti di assimilarne la frivola catchiness.
MEMORABILE: Silver inquina, corrompe, inganna e si compiace di tutto questo; Il sangue sulle mani di Daniel; Il furto rovinoso del povero bonsai sullo strapiombo.
Terzo capitolo del Karate Kid: questa volta Daniel convince il suo maestro Miyagi un'altra volta ad allenarlo per combattere contro un vecchio nemico. Storia prevedibile quanto banale. Dalla sua ha il pregio di intrattenere. In alcuni momenti si cade in un sentimentalismo inutile. Discrete le scene di combattimento, così come la colonna sonora. Se non l'avessero girato non ne avremmo sentito la mancanza.
Tremendo terzo capitolo con un cattivo ridens da fumetto di bassa lega, che unito al proprietario spiantato del Cobra Kai daranno via a un duo di dementi "personaggisticamente" improponibili. E purtroppo anche il protagonista, che già nel capostipite non era il massimo della simpatia, qui si riscopre anche gonzo, cadendo nel "tranellone" del malvagio riccone. Ormai il karate è finito in seconda fila; e anche il maestro, coi suoi bonsai, dimostra di aver già sparato tutte le cartucce migliori, a parte qualche "dice il saggio". Evitabile.
MEMORABILE: Il maggiordomo gli porge il telefono: "Signore, per la fornitura di plutonio" (per farlo sembrare ancora più cattivo...); "Fagli sanguinare le mani".
Male questo terzo capitolo della saga dedicata al karate; Avildsen sembra non avere idee e ritorna sulla trama già vista, con i Cobra Kai come nemici, questa volta aggiungendo un villain bizzarro e irritante, interpretato per niente bene da Thomas Ian Griffith, il quale esagera con smorfie e faccette. Non c'è azione, non c'è amore e non c'è lo spirito della disciplina che viene messa da parte per dare sfogo alla violenza gratuita e all'ira di alcuni personaggi esageratamente caricati. Si salva solo qualche aforisma del maestro Miyagi. Da non rivedere.
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MusicheTomastich • 7/07/11 19:04 Call center Davinotti - 117 interventi
ancora titoli di coda e ancora grandissimo AOR con la Little River Band:
"Listen to your heart"
Credo di essere uno dei pochissimi estimatori dei (all'epoca delle rispettive uscite) capitoli finali di "Karate Kid" e "Rocky" entrambi diretti da John G. Avildsen.
DiscussioneCaveman • 22/12/18 18:55 Servizio caffè - 403 interventi
Kanon ebbe a dire: Credo di essere uno dei pochissimi estimatori dei (all'epoca delle rispettive uscite) capitoli finali di "Karate Kid" e "Rocky" entrambi diretti da John G. Avildsen.
Nemmeno a me è dispiaciuto questo filmetto, almeno ha una buona fotografia e la storia non annoia.
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv ("I filmissimi", lunedì 11 novembre 1991) di Karate kid III - La sfida finale: