Tutta sopra le righe questa commedia, a partire dalla sceneggiatura fino alle interpretazioni, dove giganteggia (in tutti i sensi) un Marlon Brando capace di dimostrare la sua bravura in qualsiasi occasione. È proprio questo eccesso a rendere divertente un film che sembra avere questo unico scopo ma, forse senza averne l'intenzione, fa anche una sorta di parodia di un'America provinciale evidenziandone gli aspetti più bassi, legati a crudeltà, corruzione e desiderio di ricchezza, come rivalsa verso una vita senza prospettive. Buona soundtrack.
Diciamocelo: è un bene che il grande Marlon abbia avuto il tempo di girare The score prima di lasciarci, perché chiudere la carriera con questo lavoro sarebbe stato davvero triste. La storia non è neanche malaccio, la sua interpretazione, nella pochezza di impegno richiesta dal contesto, è più che buona. Charlie Sheen appare piuttosto forzato, ma è comunque più che dignitoso. Quel che manca davvero è una sceneggiatura decente, ove il film sembra procedere come un mucchio di scene che si susseguono trascinandosi verso il finale. Evitabile.
Film che ruota intorno ad una rapina ad un treno tentata da due balordi imparentati con un tirrannico direttore penitenziario. Uno degli ultimi film con Marlon Brando, ovviamente realizzati esclusivamente per motivi "alimentari". La presenza dell'attore (che "gigioneggia" da grande istrione) è l'unico motivo di curiosità di un film davvero brutto, con sceneggiature e regia sciatte e un mediocre cast di contorno.
Sciatto tentativo di commedia heist sfumata in nero, nel quale due giovinastri organizzano una rapina per vendicarsi del tirannico suocero. La sceneggiatura fa acqua da tutte le parti, gli elementi di sesso e violenza sono inseriti in modo stridente e grossolano, il ricco cast è sprecato e la performance di Brando, per quanto gigionesca, mette solo tristezza. Per fortuna non è stato il suo ultimo film: sarebbe stata un'uscita di scena decisamente degradante.
Film improbabile con personaggi improbabili e sceneggiatura improbabile. Per fuggire dalle umiliazioni di un suocero terribile in due si improvvisano rapinatori, ma il risultato non rispecchia le attese. Una commedia dove tutti sembrano sotto l'effetto di sostanze strane, tra dialoghi da Scemo e più scemo e poliziotti rimbambiti. Ma non fa ridere, se poi quello è lo scopo, solo lascia perplessi.
Commediaccia, che tende a irritare, soprattutto a causa dello spreco di attori, asserviti a una sceneggiatura di bassa lega, con dialoghi spesso solo sciocchi e umorismo di medio-bassa lega. Difficile trovare qualcosa di positivo; e vedere Brando ridotto a parodia umana, gigioneggiare, rubicondo con baffetto e amoreggiare col suo "alce" (il fuoristrada prediletto), finisce per mettere una certa tristezza, più che divertire. Decisamente evitabile.
MEMORABILE: "Mi ha usato come "alce" espiatorio"; "Dove vuoi portaci?". "Chi può dirlo...magari all'inferno".
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Penultimo film di Brando, circondato da un buon cast non al momento migliore della propria carriera, per un film che non si è filato nessuno nè all'uscita nè dopo.