E' indubbio che la fenomenale performance di due grandissimi attori come Philip Seymour Hoffman e Meryl Streep (entrambi ottimamente doppiati) salti subito all'occhio. Il film è dominato in lungo e in largo dai loro faccia a faccia o dagli incontri della Streep (la vera protagonista) con la maestrina (Amy Adams) a la madre dell'alunno presumibilmente insidiato dal prete pedofilo. L'espressività, la forza che la Streep riesce a infondere al suo personaggio lo carica di un realismo che è la vera chiave di lettura del film, nel quale si analizza con estrema cura uno stato d'animo più comune di quanto si possa pensare: essere prigionieri di un dubbio è...Leggi tutto sentirsi minare nelle proprie certezze, capire che non tutto nella vita si può arrivare a comprendere, aprire gli occhi di fronte a un ampio raggio di ipotesi sfuggenti e ingannevoli. L'impostazione teatrale del film toglie inevitabilmente dinamismo, mette alla prova chi è abituato a un altro tipo di spettacolo, ma allo stesso tempo costringe a concentrarsi sui dialoghi e le interpretazioni riavvicinandoci a un certo tipo di cinema che oggi capita d'incontrare sempre più di rado. Non ci si aspettino chissà quali colpi di scena, ci si accontenti di seguire attentamente il percorso emozionale di questa direttrice di ferro (Streep) alle prese con un caso che le appare via via insieme più chiaro e meno chiaro. Film d'attori e di sceneggiatura, con la regia piuttosto in ombra.
Una severa Streep dirige la scuola di St. Nicholas con rigore. Un carismatico prete, Padre Flynn (Hoffman), si oppone velatamente a questi modi integerrimi. Lo sguardo indagatore della Streep insinua in una giovane sorella (e nello spettatore) il dubbio sulla sua presunta pedofilia. I personaggi sono ben descritti nella loro psicologia, tuttavia al film manca qualcosa che lo renda memorabile. Shanley affronta un tema caldo, lo fa con coraggio (lanciando qualche sasso, contrapponendo il bigottismo al falso progressismo), ma il risultato è freddo, distaccato.
MEMORABILE: "Le facili scelte di oggi avranno delle conseguenze domani".
Dietro la perfezione glaciale di uno stile controllatissimo non c'è nulla di particolarmente nuovo ed originale. Non che il film sia brutto ma sconta una verbosità eccessiva, che imprime alla pellicola un ritmo troppo dilatato e ben poco avvincente, ed anche una certa incompiutezza (specie nel finale) che potrebbe far irritare più di uno spettatore mentre altri potrebbero considerare azzeccato il finale aperto. Ottima l'interpretazione della Streep (che gigioneggia non poco) mentre non sembra memorabile quella di Hoffman.
MEMORABILE: Tutto il colloquio fra la preside e la madre del ragazzino di colore.
Nel collegio di una parrocchia cattolica si contrappongono le due personalità del prete e della superiora che sospetta il primo di pedofilia. Il dubbio è un film molto sobrio e rigoroso tutto basato sullo scontro tra le personalità dei protagonisti. Nulla di nuovo sotto il sole, ma una solida pellicola dalla buona sceneggiatura, ben girato (benchè piuttosto convenzionalmente) e segnato dalle ottime interpretazioni dei due protagonisti (ma anche gli altri attori non sono da meno). Da vedere per riflettere.
Film dall'impostazione rigorosa così come rigoroso è il collegio diretto da una severissima, cinica ed odiosissima Madre Superiora (Meryl Streep). Bene Seymour Hoffman nei panni del prete sospettato dalla suora di essere un pedofilo. Personalmente lo preferivo, come personaggio. Più carismatico. Finale aperto che ha un po' deluso le mie aspettative ma confesso che non lo avrei fatto finire altrimenti.
MEMORABILE: Vedere la arpia tormantata dal dubbio è impagabile.
Il tema è la ricerca della verità da parte della direttrice di una scuola su un presunto caso di pedofilia, ma è più in generale il dilemma del processo indiziario. Quando gli indizi sono frammenti di comportamento dell'indiziato ecco che assumono un significato o un altro a seconda dell'esperienza o pregiudizio o benevolenza di chi li esamina. E chi per obbligo di ruolo deve decidere non si sottrae, ma il dubbio morderà a lungo la sua coscienza. La sceneggiatura scandisce con grande sapienza i diversi approcci, gli attori sono superbi. Gran film.
MEMORABILE: Il colloquio tra la madre del ragazzo e la direttrice. Scoprire inaspettatamente e dolorosamente che tra bianco e nero la verità spesso è grigia.
Dramma confezionato in maniera corretta, ben recitato, secco ed essenziale. I personaggi sono ben tratteggiati e Streep e Hoffman sono garanzia di qualità interpretativa. Tuttavia l'eccessiva sobrietà della pelliccola debilita il lato emozionale del gioco: il film scorre, interessa, ma non scava mai nel profondo, lasciando la spiacevole sensazione di fredda superficialità. Sicuramente sufficiente, ma abbastanza fiacco.
La pedofilia è un tema che di solito surriscalda le anime. Shannon sceglie di non spettacolarizzarlo, quindi niente scene madri e bambini sbattuti in prima pagina e chiude con un finale esplicitamente aperto. Condivisibile, anche perché consente di allargare la discussione ad altri soggetti tipo il conservatorismo o il danno arrecato dalle semplici parole. Si nota però anche un eccessivo distacco e teatralità del racconto. I rapporti tra i tre personaggi sono ben disegnati, rimane qualche dubbio sulla resa di Seymour nel ruolo di padre Flynn.
Film rigoroso che non scende a compromessi con lo spettatore. Quadrato, lento ma affascinante, pone il tema della pedofilia nelle istituzioni (particolmente, nel caso, in quelle religiose) insinuando nello spettatore il terribile ma assillante dubbio che percorre la mente dei protagonisti. Anche lo spettatore si farà la sua opinione, ma corrisponderà poi alla realtà? Da vedere.
Film dalle tinte cromatiche serie e austere che sottolineano in modo inequivocabile un mondo cattolico vecchio e stantio. Il dialogo tra la direttrice e il prete ne è un chiara dimostrazione. Memorabile interpretazione di Meryl Streep che riesce, in modo molto convincente, a far sue le vesti di una suora/direttrice dell'istituto scolastico. Anche Hoffman convince nei panni del padre, ma la sua performance è oscurata da quella della protagonista. Bello.
MEMORABILE: La ripresa aerea della Streep avvolta dal vento e dalle foglie.
Algido e rigoroso, come la cinica madre superiora a cui Meryl Streep dà vita con un'interpretazione da manuale: le fanno da contraltare il controverso Hoffman e la dolce Adams. Shanley prende il tema rovente della pedofilia e lo cala in un gelido e distaccato giallo dai ritmi lenti e dagli archi tensivi ampi: ma evidentemente anche il gelo fa venire brividi, perché l'emozione accompagna ogni passaggio di una sceneggiatura raffinata.
Amo i film che raccontano storie in cui è difficile separare nettamente il bianco dal nero, i torti dalle ragioni, il bene dal male. La vita reale è ambiguità, e il grande cinema è quello che sa trasferire questo principio nelle immagini e nella narrazione. "Il dubbio" è uno di questi film, senza risposte definitive e senza certezze, ed inoltre si giova di una mostruosa interpretazione di due attori veri come Meryl Streep e Philip Seymour Hoffman, che riescono ad incarnare i due punti di vista antagonisti senza mai scadere nello stereotipo.
Dà l'idea di un'enorme parabolona, di un esercizio di stile, più che di un film vero e proprio, ma col ciarpame cinematografico che gira ultimamente, ci si può accontentare. Naturalmente, a dare un senso al tutto, ci pensano gli attori, con performance convincenti, in grado di sopperire a una sceneggiatura non certo prodiga di guizzi particolari, ma che basa tutto sui botta e risposta dei due protagonisti e sugli interventi della timida e impaurita giovane insegnante, che risulterà la più equilibrata. Bella la parabola delle piume del cuscino squarciato, che si spargono come la menzogna.
MEMORABILE: La preside (Streep), che "addenta le palle del prete" come un mastino, non mollandole più, in una stretta mortale, dolorosissima e senza speranza.
Gigantesca prova del duo Streep/Seymour che da sola vale la visione dell'intero film, fatta di espressioni sfuggenti, tenerezza/durezza e dubbi (ed è proprio il dubbio sulle presunte attenzioni di padre Flynn nei confronti di un bambino del collegio il cardine del film). La tematica spinosa viene trattata con delicatezza e senza eccessi e raggiunge l'obbiettivo di portare lo spettatore ad un livello di riflessione molto alto.
Gran filmone di tradizione, orchestrato con nitida regia realistica e con strepitosi attori impegnati in dialoghi perfetti, e imperniato su un tema classico e complesso che affonda nel confronto psicologico: il sospetto, quello di una suora che intravede nelle attenzioni di un prete per un ragazzo i segni della pedofilia. Coerentemente il film non affronta la questione apparentemente centrale, perché il succo vero sta nella frattura spirituale della donna che contrappone la sua certezza marmorea fondata sul dubbio ai dubbi che pure dilagano.
Un buon film che inizia lentamente ma poco alla volta cresce, mostrandone il valore. Tanti i segnali che mostrano un profondo cambiamento nel mondo (la morte di Kennedy primo tra tutti). Una pellicola circolare, inizia e termina con il dubbio. Superba, come sempre, Meryl Streep.
Storia che si basa principalmente sull'ottima interpretazione di Meryl Streep e Philip S. Hoffman. I loro "battibecchi" sono scritti benissimo e tutti da gustare. Non c'è un vero e proprio colpo di scena, ma il finale lascia comunque pensare. Consigliabile.
In una scuola cattolica, la madre superiora diffida di un sacerdote progressista che si oppone ai suoi metodi autoritari, fino al punto di sospettarlo di "speciali" attenzioni nei confronti dell'unico alunno nero, mal accettato dai compagni. Tema caldo, quello della pedofilia, affrontato in modo freddo, evitando spettacolarizzazioni emotive, immergendo ambienti e cose in una luce invernale azzurrina, soffermandosi più sui ritratti psicologici che sulle azioni. Scelta rigorosa, accompagnata da superbe prove attoriali, ma poco coinvolgente.
MEMORABILE: Il dialogo fra la madre superiora e il madre del ragazzo
Trasferire un'opera teatrale (vincitrice del premio Pulitzer nel 2005) su pellicola non è mai un compito semplice; sorprendentemente il regista ci riesce regalondoci un film molto intenso. La regia sobria e agile grava tutto lo spettacolo sulle spalle solide degli attori, che forniscono una prova convincente ed esaltante. Senza l'artificio di virtuosismi registici il buon Shanley mostra tutta la sua classe nella scrittura, delineando dei personaggi dallo spessore umano notevole. ***!
Il film sconta l'elongazione su pellicola del puntuale testo teatrale, che lo stesso Autore provvede a metter in scena con l'intento (di cui si apprezza giusto la linearità) di farlo conoscere ad un più vasto pubblico, senza "reinventarlo" e contaminarlo nell'innesto cinematografico. Possiamo di conseguenza ammirare le prove attoriali (con peraltro Hoffman un po' sagomato nel ruolo e la Streep che torna ai suoi personaggi "manierati") e la raffinata ambiguità dello script, che tuttavia francamente pare più apodittico che destinato ad aprire discussioni.
MEMORABILE: La scena tra Meryl Streep e Viola Davis.
I dubbi di una bigotta suora nei confronti di un parroco moderno e aperto verso i giovani. Uno sviluppo narrativo molto verboso in cui due protagonisti mostrano grandi capacità recitative. Il pericolo pedofilia è solamente accennato e il finale crea qualche lieve perplessità, tuttavia la solidità della trama emerge.
In un'austera scuola cattolica, la severa madre superiora accusa di pedofilia il carismatico e progressista Padre Flynn. Dramma realistico ed efficace, dalla chiara influenza joyciana per quanto riguarda il tema del dubbio come paralisi esistenziale. La fotografia fredda e l'introspezione psicologica tagliente concorrono nel creare un'atmosfera di sospetto e chiusura verso il nuovo (la storia è ambientata negli anni del Concilio Vaticano II), nella quale si consuma la guerra fra i due protagonisti. Eccezionale la prova di Meryl Streep.
MEMORABILE: Il colloquio fra la direttrice e la madre del ragazzo; "Io vivo nel dubbio, un atroce dubbio!"
Film di stampo classico, come oramai è difficile vederne, che si avvale di ottime interpretazioni (a mio parere la Streep supera il pur ottimo Seymour Hoffman) e di una sceneggiatura perfetta. Ovviamente l'origine teatrale fa sì che la pellicola abbia un ritmo estremamente lento e sia tutta basata sui dialoghi tra i protagonisti; ciò per alcuni potrebbe rappresentare un ostacolo difficile da superare, ma la visione rimane sempre molto interessante e si rimane ben distanti dal rischio di annoiarsi. Visione straconsigliata. Almeno ***!
Un film in cui la regia conta poco (o nulla) e tutto gravita attorno agli attori principali. È un'opera teatralmente ineccepibile, di alta maestria attoriale che potrebbe riuscire "indigesta" a chi probabilmente si aspetta un qualsiasi momento di suspence o di azione. Eccezionale la bravura degli attori.
MEMORABILE: L'intero colloquio tra la madre del ragazzo di colore e la suora.
Notevole soprattutto grazie ai suoi attori: è una gara di bravura quella tra Hoffman e la Streep (prendi Il diavolo e vestilo da suora: perfetta nel suo personaggio come lo era stata in quello di Miranda Preastley) - ma anche la Adams ci mette del suo. La regia è talvolta sopra le righe, con cifre stilistiche che sembrano voler risultare evidenti a ogni costo (le inquadrature "storte"). Ciò che sembra non voler azzardare troppo è la sceneggiatura, che avrebbe potuto viaggiare ad altezze molto più elevate se non si torcesse su se stessa a metà film.
Film dall'impianto molto classico, dalla regia composta e mai invadente passando per un plot scritto con cura per i dettagli fino alle interpretazioni d'alta scuola di Streep e del già molto rimpianto Seymour Hoffman; non male nemmeno la Adams nel ruolo dell'ingenua novizia. Per quanto qua e là l'origine teatrale si faccia eccessivamente presente, finendo per togliere un po' di dinamicità alla vicenda, il film riesce a coinvolgere. Insomma una buona pellicola in parte rovinata però da un finale aperto che sinceramente mi ha lasciato piuttosto deluso.
Non ci sono bianchi e neri: viviamo in una zona grigia priva di certezze, giustizia ed errore coesistono e non sono nettamente distinti. La lotta fra la chiusura mentale di chi demonizza il cambiamento (la Streep) e la freschezza di chi rivendica la necessità del progresso (Hoffman) non si risolve per forza in un dualismo fra bene e male: l'ombra del dubbio impera e in questo senso il tema della pedofilia gioca un ruolo essenziale. Ma il comune senso del dubbio può unire anziché dividere: il finale lo dimostra. Gran film, da vedere e discutere.
MEMORABILE: Il pettegolezzo; L'incontro fra la Streep e la madre della presunta vittima; Hoffman e la Streep litigano e i ruoli di ribelle e autorità s'invertono.
Da una famosissima opera teatrale un film scuro e severo. Il dubbio è principalmente un dramma con quattro personaggi e poche location, costruito su una labirintica percezione della realtà, della morale e della fede. La regia di Shanley è precisa, non scende a compromessi e ha il coraggio di lasciare ai volti degli attori le redini del racconto. Granitica Meryl Streep, fanciullesca Amy Adams, enigmatico Philip Seymour Hoffman. Gotico e atipico invece il guardaroba disegnato da Ann Roth.
Storie di sogni e disincanti, personaggi accuratamente indefinibili che si aggirano dentro un postribolo dai mille occhi, legati tutti dall’impossibilità di trovare un appiglio morale; tutti incatenati dal dubbio e da un perfido, inossidabile status gerarchico. Melodramma religioso dall’aspetto quasi neo-gotico, diretto con una certa eleganza e scritto su misura per esaltare la performance del cast. Meryl Streep, prima tetragona poi derelitta, è un mostro di bravura.
La pellicola è una riflessione complessa sulla natura della verità e sull’ambiguità morale, che lascia una profonda inquietudine: ciò che appare certo potrebbe non esserlo mai del tutto. Un’opera essenziale per chi cerca cinema che interroga, anziché spiegare. Hanley costruisce una trama in cui il dubbio, come suggerisce il titolo, non è solo un tema, ma uno stato d’animo persistente. Ogni personaggio è intrappolato nella propria percezione della verità.
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Non ho visto The Reader e quindi non mi posso esprimere sulla Winslet (ottima in Revolutionary road) ma la Streep a mio parere è bravissima in questo film e meriterebbe la statuetta
DiscussioneZender • 22/02/09 19:12 Capo scrivano - 48839 interventi
Ho appena letto la recensione di Grada e devo dire che ha confermato in pieno. A questo punto, di fronte a pareri che se va male mettono due e mezzo direi che è un film che va visto per forza. E' che quella locandina non mi attirava per niente...
Disponibile in edizione Blu-Ray Disc dal 07/12/2011 per Miramax/Eagle Pictures:
DATI TECNICI
* Formato video 1,85:1 Anamorfico 1080p
* Formato audio 5.1 Dolby Digital: Italiano Inglese Tedesco Polacco Russo Ucraino
5.1 DTS: Italiano Tedesco
5.1 PCM: Inglese
* Sottotitoli Italiano Inglese Inglese NU Tedesco Arabo Portoghese Polacco Russo Ucraino
* Extra Il Dubbio: dal palcoscenico allo schermo
La composizione della colonna sonora
Il cast
Le suore della carità
Commenti audio
Lo hanno trasmesso "fuoriprogramma" ieri sera (verso le 23.30) su RAI2, per onorare la memoria del povero Philip Seymour Hoffman. Fortunatamente sono riuscito a beccarlo dall'inizio. Davvero un buon film, con un'ottima sceneggiatura e due splendidi interpreti prinicipali (a mio giudizio Meryl Streep si mangia a colazione anche il pur bravissimo Seymour Hoffman)
DiscussioneZender • 6/02/14 15:33 Capo scrivano - 48839 interventi
Caesars ebbe a dire: Lo hanno trasmesso "fuoriprogramma" ieri sera (verso le 23.30) su RAI2, per onorare la memoria del povero Philip Seymour Hoffman. Fortunatamente sono riuscito a beccarlo dall'inizio. Davvero un buon film, con un'ottima sceneggiatura e due splendidi interpreti prinicipali (a mio giudizio Meryl Streep si mangia a colazione anche il pur bravissimo Seymour Hoffman) Secondo me qui sono davvero bravissimi entrambi. Hanno scleto il dubbio per commerare, quindi. Han fatto bene direi. Uno dei film che maggiormente mostra la qualità della recitazione di Hoffman.
Caesars ebbe a dire: Nelle note è indicata musica di Philip Glass, Imdb però riporta chiaramente Howard Shore come autore della colonna sonora.
Ottima osservazione
DiscussioneTeddy • 7/05/23 03:26 Call center Davinotti - 56 interventi
Cotola ebbe a dire:
Il film è candidato a 5 premi oscar:
Miglior attrice protagonista (Meryl Streep) Miglior attore protagonista (Hoffman) Miglior attrice non protagonista (Amy Adams: la giovane insegnante) Miglior attrice non protagonista (Viola Davis: la madre del ragazzino di colore) Miglior sceneggiatura
Quasi nulle le possibilità di vittoria per Hoffman (Ledger ha praticamente già vinto tanto che i bookmaker non lo quotano nemmeno) e la Streep (La Winslet è favoritissima). Anche per l'attrice non protagonista speranze ridotte al lumicino visto che dovrebbe vincere la Cruz di "Vicky Cristina".
La Winslet l’Oscar avrebbe dovuto vincerlo per “Eternal Sunshine of the Spotless Mind”, mentre la Streep senza dubbio andava (ri)premiata per questo, dove regala una prova attoriale sbalorditiva!