Dersu Uzala - Il piccolo uomo delle grandi pianure - Film (1975)

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Dersu Uzala - Il piccolo uomo delle grandi pianure

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 19/02/07 DAL BENEMERITO CAESARS
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Caesars 19/02/07 12:12 - 3794 commenti

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Splendido ritorno al cinema di Akira Kurosawa dopo un periodo di profonda crisi culminato col tentativo di suicidio. Il film narra le avventure di una guida mongola che accompagna un ufficiale russo (Vladimir Arseniev l'autore del libro autobiografico dal quale la pellicola è tratta) impegnato lungo un periodo di svariati anni nella perlustrazione della tundra. Storia di un'amicizia molto profonda, è forse l'apice massimo della carriera del grande regista giapponese. Assolutamente da vedere.

Il Gobbo 18/10/07 08:41 - 3015 commenti

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Primo scricchiolio in una carriera fin lì impeccabile. L'Imperatore soccombe al trappolone eco-buonista grondante retorica, ne vien fuori un affresco di indubbia bellezza figurativa ma senza la forza cinematografica dei suoi film migliori, pur nutriti di un umanesimo profondo. In parole più semplici, un po' barboso. Naturalmente da qui a definirlo brutto ce ne corre, i ciofeconi arriveranno a fine curriculum (e vita).

Daniela 9/02/09 13:10 - 12670 commenti

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Elegiaco, maestoso inno al legame fra uomo e natura attraverso il ritratto di un minuto cacciatore nomade, che parla con gli animali e gli elementi naturali; nel contempo storia dell'amicizia che può nascere fra due persone diversissime per razza, cultura, condizione. Il ritmo lento, segnato dall'avvicendarsi delle stagioni, consente di immergersi nel fiume di emozioni visive offerto dalla natura dei luoghi, splendidi e selvaggi, ancora incontaminati e "innocenti" come l'indimenticabile Dersu. Commovente il finale.
MEMORABILE: La tormenta di vento sul lago gelato, le foto in bianco e nero che ritraggono Dersu, l'incontro con la tigre.

Galbo 11/02/09 05:59 - 12399 commenti

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Il rapporto tra uomo e natura, raccontato con toni elegiaci e con un senso di attesa e stupore quasi mistico, è il tema portante del film di Akira Kurosawa che ha per protagonista un mongolo che fa da guida ad un ufficiale russo. Girato con ritmi rispettosi dei tempi naturali, il film è interpretato (benissimo) da un cast in cui spicca (nella parte del protagonista) un attore non protagonista. Bellissima la fotografia.

Rebis 22/07/09 18:17 - 2339 commenti

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Frutto di una profonda crisi esistenziale, Dersu Uzala è l’opera che (ri)sintonizza la poetica di Kurosawa ai cicli biologici e vitali della Natura. L’incedere, maestoso e silente, sospinto tra scorci di siderale bellezza, conduce ad una percezione totalizzante e animista del creato che annienta qualsiasi forma di antropocentrismo. Pacato, emotivamente calibrato e proteso verso l’insorgere di una misteriosa quanto necessaria epifania, il film riconcilia l’uomo alle asperità del mondo, individuando il viatico e la misura della sua dimensione spirituale. Commovente.

Pigro 19/05/10 09:26 - 9672 commenti

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L'amicizia tra un cacciatore mongolo e un ufficiale russo nel corso degli anni sullo sfondo della grande taiga siberiana. E' proprio quest'ultima il vero protagonista del film: immensa, stupefacente, insidiosa, lussureggiante, arida, dai magnifici colori e dai suoni polifonici. E alla fine è l'amicizia antica con la natura a risaltare. Un'amicizia spezzata, oggi, che Kurosawa rievoca con straordinaria spettacolarità, imponendo anche allo spettatore un ritmo naturale, diverso: lento e maestoso, ma mai sfibrante, semmai misterioso.

Giùan 30/03/12 11:54 - 4562 commenti

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Film che segna una cesura nella carriera ma in verità nella stessa vita dell'ultimo samurai del cinema nipponico. Venuto dopo lo smacco di Tora e il tentato suicidio, è un'opera che coniuga magistralmente umanesimo e sacro senso della natura. A muoversi sul perenne scacchiere della Taiga sono non i guerrieri epici di altri suoi film ma due piccoli eroi consci della loro finitezza. Cinema sentimentale nel senso più profondo del termine, in grado di commuovere, gonfiare il cuore e donar pace ai nostri sciocchi turbinosi pensieri. Semplice Capolavoro.
MEMORABILE: La lingua in cui si esprime Dersu/Munzuk; Tutta la parte cittadina; Il finale sulla tomba.

Puppigallo 25/08/12 15:44 - 5279 commenti

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"Toh guarda, è un uomo per davvero". Questo è il commento di uno dei soldati alla vista di Dersu, che passo dopo passo li conquisterà tutti, sottoscritto compreso. E' la storia di una vera amicizia, ma soprattutto di un piccolo grande uomo, semplice ma geniale proprio nella sua linearità di pensiero, nella logica che nasce dall'esperienza, dagli anni vissuti nella taiga. Un uomo buono, indissolubilmente legato alla natura e rispettoso di essa, al limite della venerazione, pur essendo un cacciatore. L'ultima parte è meno incisiva, ma resta un grande esempio di cinema poetico-avventuroso.
MEMORABILE: I segni che vede solo lui ("Voi siete come bambini, vostri occhi vede niente"); Il silenzio minaccioso del lago; la Il dramma degli "occhi cattivi".

Mickes2 9/10/12 16:07 - 1670 commenti

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Storia di un rapporto d'amicizia e fratellanza tra un ufficiale russo (con drappello di militari al seguito) e un abile cacciatore. Sullo sfondo l'imponente bellezza e le numerose insidie della taiga siberiana. Intenso ed elegiaco inno ai sentimenti; sublime e poetica simbiosi riflessiva sul rapporto natura-uomo. Il ritmo naturale e contemplativo è quello dell'esistenza che scorre e la felicità, la malinconia e il dolore che attraversa i personaggi sono gli stessi dello spettatore, incantato da tale universalità. Struggente ed emozionante.
MEMORABILE: La legna preservata; La costruzione della capanna d'emergenza tra i ghiacci; Il secondo incontro; Dersu in casa, seduto sul letto; Il finale.

Enzus79 12/10/12 15:19 - 2901 commenti

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Capolavoro di Akira Kurosawa. La tematica dell'amicizia fra due uomini qui è raccontata benissimo. Bellissime le immagini che fanno da sfondo a questa storia. Dersu Urzala fa quasi tenerezza per la sua bontà. Bellissimo e meritatamente premiato con l'Oscar.

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Almicione 2/07/14 01:59 - 764 commenti

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Non tipica di Kurosawa né tantomeno del cinema in generale, questa pellicola s'incentra sul confronto fra l'orientale Dersu (legato alle avite tradizioni indigene) e il capitano Arseniev (il moderno cittadino del XX secolo); ma soprattutto sul fascino provato dall'uomo civilizzato nei confronti del selvaggio (vedi "Cuore di tenebra"). Tra paesaggi spettacolari, perfettamente ripresi dall'esimia regia di Kurosawa, i due affrontano varie peripezie, che nella prima parte risultano più avvincenti rispetto alla seconda (un po' spenta). Gran lavoro.
MEMORABILE: Dersu Uzala che rende attoniti i soldati russi quando colpisce la corda; Le riprese delle immense distese innevate.

Cotola 18/07/14 16:15 - 9052 commenti

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Splendido film dominato da una Natura potente e terribile dinanzi alla quale è necessario adeguarsi. Ad ergersi altissima c'è poi anche la figura di Dersu (che si imprime nella memoria in modo indelebile), personaggio di enorme umanità e semplicità, la cui logica stringente stupisce per candore e per la profondità che riescono a raggiungere le sue affermazioni. E' anche uno strepitoso inno all'amicizia, sentimento universale che può unire le persone più differenti tra loro. Parte finale un po' calante, ma epilogo commovente.

Pinhead80 16/05/15 14:21 - 4767 commenti

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Il piccolo uomo delle grandi pianure è in realtà un grande uomo e lo scopriremo poco alla volta durante il film. Così come grande è il regista Akira Kurosawa a firmare un capolavoro di umanità e natura. Gli splendidi paesaggi fanno da cornice a una storia d'amicizia che tocca nel profondo. Laddove non esistono barriere, nella vastità della natura selvaggia, anche l'uomo riesce ad abbattere il muro interiore che lo rende ostile.

Paulaster 19/09/18 17:45 - 4425 commenti

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Il rapporto tra un capitano russo e un cacciatore della taiga. Film basato sulle contrapposizioni (la libertà e la cattività, l’uomo e gli animali, gli spazi e la città) nel quale il collante è l’amicizia che travalica le diversità. Kurosawa usa la filosofia della natura per descrivere che vivere con semplicità è più facile rispetto all'avere comodità che rendono schiavi e che distruggono l’ambiente circostante. Ottimo Munzuk nell'impersonare l’uomo pieno di generosità.
MEMORABILE: La fucilata alla fune; Il capriolo salvato; La capanna nella tormenta; Dersu davanti al fuoco in casa.

Bubobubo 23/01/20 21:41 - 1847 commenti

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Un Kurosawa inedito che, raccontando la storia di una profonda amicizia tra un esploratore russo e un cacciatore nomade siberiano, riflette sul legame tra natura e cultura, tra uomo e paesaggio, tra finitezza e infinito, immerso nelle spire di una storia che non fa altro che impetrare la propria atavica tragicità. Carbura con più lentezza rispetto ad altre opere del maestro giapponese (pessimo, a tal proposito, il doppiaggio italiano), ma vale la pena seguirlo sino in fondo. Nei panni di Dersu Uzala recita il musicologo Munzuk.
MEMORABILE: Dispersi nella tormenta, in mezzo al nulla; Dersu mira al sacco, mancandolo; Il finale.

Magi94 17/10/21 20:10 - 954 commenti

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Grande, indimenticabile epopea russa di Kurosawa che apre a un cambiamento netto e sofferto nella carriera del regista. Impossibile non farsi rapire dal fascino umano (e veritiero) di Dersu; non buon selvaggio bensì esponente di una civiltà complessa e pacifica, parallela a quella occidentale ma alle prese con gli scontri e malintesi della modernità. Dopo una prima parte lenta dai toni quasi documentaristici, l'intensità del dramma e della storia d'amicizia fiorisce nella lunga seconda parte. Meravigliosi scenari e attori insostituibili per una grande perla del cinema mondiale.
MEMORABILE: La notte sul lago ghiacciato; Il vecchio cinese che immagina il suo giardino; Il rincontro di Dersu con il capitano; Lo struggente finale.

Alex75 5/11/21 19:32 - 880 commenti

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Opera atipica di Kurosawa, per temi e ambienti, è una meditazione elegiaca e insieme grandiosa sul rapporto tra uomo e natura, e tra uomo e civiltà attraverso la figura semplice e insieme saggia del generoso cacciatore nomade Dersu Uzala e la sua amicizia con un ufficiale civilizzato e riflessivo, nello scenario immenso e misterioso della taiga siberiana, che detta ritmi e suoni della vicenda. La profonda umanità dei protagonisti e del loro rapporto rende coinvolgente e a tratti struggente una narrazione che sconta – forse inevitabilmente - una certa lentezza di fondo. Esemplare.
MEMORABILE: Il rifugio di canne; "Insieme si va, insieme si lavora, non serve grazie"; L’incessante canto degli uccelli nella taiga; La tigre; Il finale.

Noodles 20/07/23 09:18 - 2233 commenti

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Temi di questo straordinario film sono l'amicizia e il rapporto tra uomo e natura, nonché l'inconciliabilità tra la vita nella foresta e quella in città. Kurosawa gigantesco in una delle pellicole che meglio ha descritto tali temi, avvalendosi anche di una fotografia splendida senza essere pomposa e di due ottimi protagonisti, la cui amicizia è a tratti commovente. È vero che il ritmo non è proprio veloce, ma non te ne accorgi perché è un film che ti rapisce ad ogni scena e inquadratura. Poetico e crudele, è imperdibile e non mancherà di far riflettere.
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  • Discussione Raremirko • 30/11/19 01:10
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Oscar meritato per il film che venne girato dal regista poco dopo una crisi che lo spinse pure quasi al suicidio; girato in russo, molto ben documentato, tratto dal famoso libro, tiene per tutti e 130 i minuti.

    Leale, sincero, è un riuscitissimo film sull'amicizia, in tal caso simboleggiata dal bonario piccolo uomo delle pianure.

    Notevole e favolistico.
  • Discussione Caesars • 22/10/21 12:32
    Scrivano - 16812 interventi
    Non sapevo che la storia di Dersu Uzala fosse già stata portata su grande schermo nel 1961
    Dersu Uzala
  • Discussione Caesars • 6/05/22 14:44
    Scrivano - 16812 interventi
    Versione del  film russo del 1961.
    Entrambe le pellicole tratte dal libro Dersu Uzala di Vladimir Arsen'ev

    Ultima modifica: 6/05/22 15:01 da Caesars
  • Discussione Kami • 23/02/24 15:39
    Galoppino - 121 interventi
    Per Caesars: grazie mille, sai dirmi per favore dove si può vedere il film del 1961?

    Il film di Kurosawa dura più di 130 minuti, nel doppiaggio italiano erano state tagliate alcune parti, poi reintrodotte ma in russo senza sottotitoli. Due ore e 22 minuti circa dura il film, che è tratto da due diari di Arsen'ev, quello tradotto in italiano e un altro che mi sono procurato un inglese.
    Ultima modifica: 23/02/24 17:17 da Zender
  • Discussione Kami • 23/02/24 17:51
    Galoppino - 121 interventi
    Trovato, c'è su YouTube. In russo con i sottotitoli inglesi automatici, è già qualcosa. Del film di Kurosawa ho invece il dvd. 
    Grazie ancora di cuore, se non fosse stato per questo sito davinotti e per Caesars, mai avrei saputo dell'esistenza del primo film. Commenterò entrambi i film naturalmente.
  • Discussione Caesars • 23/02/24 23:44
    Scrivano - 16812 interventi
    Kami ebbe a dire:
    Trovato, c'è su YouTube. In russo con i sottotitoli inglesi automatici, è già qualcosa. Del film di Kurosawa ho invece il dvd. 
    Grazie ancora di cuore, se non fosse stato per questo sito davinotti e per Caesars, mai avrei saputo dell'esistenza del primo film. Commenterò entrambi i film naturalmente.
    Fa piacere sapere di essere stato utile.