Hunted - Chi ha paura del lupo cattivo? - Film (2020)

Hunted - Chi ha paura del lupo cattivo?

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Tutti i commenti e le recensioni di Hunted - Chi ha paura del lupo cattivo?

TITOLO INSERITO IL GIORNO 30/01/21 DAL BENEMERITO DANIELA
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Daniela 30/01/21 09:00 - 13293 commenti

I gusti di Daniela

Sequestrata da un maniaco e dal suo complice/succube, una donna riesce a fuggire quando l'auto su cui viaggiano ha un incidente nel mezzo di una fitta foresta.. Rilettura di Cappuccetto rosso con inversione dei ruoli tra cacciatore e lupo, la cui natura fiabesca è palesata da interventi salvifici oppure semplicemente incongrui che stridono con il realismo di una caccia crudele. Questa discrepanza, unita a certi comportanti illogici, può lasciare perplessi ma il film si fa apprezzare per la buona messa in scena, il ritmo sostenuto, la ost ansiogena, le prove convincenti del cast. 
MEMORABILE: Le disavventure del povero Andy; La mamma zombi; I guerriglieri e la tinta blu; L'irruzione nell'appartamento in vendita.  

Lupus73 31/01/21 15:30 - 1605 commenti

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Mamma nel bosco narra una fiaba medioevale al figlio; è l'intro del film che poi ha come protagonista una ragazza abbordata in un disco bar da un tizio simpatico che si rivela un maniaco con tanto di complice; la foresta sarà la sua salvezza. Parliamo di una foresta pulsante nella sua flora e fauna che tinge il thriller (con venature horror) di toni fiabeschi mostrando negli utimi 15' la volontà della regia di giocare con l'ironia delle immagini, con un'eroina divenuta sorta di berserker pagana con face-paint blu (un colpo di paint ball) e ramo simil mazza. Riuscito e originale.
MEMORABILE: Il finale ricostruisce un film epico sottotraccia: il cane-lupo, il poster-foresta, la guerriera-la ragazza.

Schramm 2/03/21 18:33 - 4036 commenti

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Cos'è Cappucetto Rosso se non il primo deliverance-savage-survival della storia? La Francia non solo ce lo rammenta riavvalendosi dell'ultima parola sull'estremo somatizzando interiorizzando metabolizzando Watkins via Du Welz, ma ci sorprende sibillina: quando la bocca s'apre per il primo sbadiglio, un facio rictus d'ammirazione la terrà spalancata. Merito dei jolly dichiarati in una seconda mano tutta sfumature, dove tutti sono al contempo bimba cacciatore lupo nonna. Non dovesse bastare, Bronchart, quasi jokeriano nel dar vita al monito di Hobbes, fa macchina motivazionale a sé.
MEMORABILE: "Costola di Adamo", Freccia; Allucinazioni; Agenzia immobiliare; OST.

Kinodrop 7/03/21 20:03 - 3400 commenti

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All'interno di una foresta, animata da creature fiabesche che come figure giustiziere interagiscono con l'umano, si opera una sorta di inversione tra il bene e il male; così la vittima di un maniaco a oltranza si muta in una furia vendicatrice. Thriller piuttosto originale con diverse venature di ironia (specie nei momenti decisivi) che stemperano il pericolo del "già visto" o del grossolano e che ci introducono in un realismo "fantastico"  ben interpretato dalla notevole duttilità degli attori nel rendere, con intelligente equilibrio, la sottile linea di confine tra dramma e gioco.
MEMORABILE: Il cinghiale; La freccia conficcata nell'orecchio; Il corvo/sentinella; In fuga tra i giocatori di paintball; La lotta nella casa in vendita; Il cane.

Capannelle 18/03/21 23:49 - 4572 commenti

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Parte come un classico rape and revenge, sostenuto da interpreti credibili e da un discreto ritmo. Sembra di andare su un "già visto" contaminato da atmosfere alla Deliverance quando poi prende diverse pieghe, tra cui una inaspettata e legata al prologo del racconto. Questo mantiene alta l'attenzione anche se nel frattempo la credibilità è stata messa a dura prova. Anche l'epilogo, pur contenendo un alto potenziale sarcastico, rischia di minare la tenuta del tutto. Comunque godibile e ben equilibrato tra diurno e notturno.

Anthonyvm 11/05/21 15:44 - 6555 commenti

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Cappuccetto Rosso, anziché nel lupo cattivo, incappa in una coppia di psicopatici col pallino degli snuff movie: sarà l'inizio di un'estenuante fuga nella foresta. Buon horror survivalista che il Paronnaud di Persepolis amalgama a massicce dosi di black humour, fissando il composto con originali nebulizzazioni fantasy ed eco-vengeance (una specie de L'ultimo weekend in salsa fiabesca, con salvifici interventi animaleschi alla Dario Argento, fra Opera e Phenomena). La violenta catarsi finale non trova forse una chiusura conforme alla stravaganza delle premesse, ma lo spettacolo c'è.
MEMORABILE: Il bellissimo prologo semianimato in silhouette; Il dito nella ferita aperta; La freccia nell'orecchio; Il corvo; L'imbarazzo dell'agente immobiliare.

Herrkinski 25/05/21 14:55 - 8740 commenti

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La (brutta) introduzione fiabesca in CGI risulta un'anticipazione dello spirito selvaggio che animerà la nostra eroina nella lotta nel bosco coi due maniaci stupratori; Paronnaud punta sui dettagli e sull'impatto visivo per dare un minimo d'originalità a un survival/revenge altrimenti già visto mille volte e meglio. Funziona comunque di più la prima parte, pur scontata ma dalla buona atmosfera, piuttosto che l'interminabile e quasi cartoonesca lotta finale. Valori produttivi buoni e cast adeguato ma per rinverdire il genere servono più idee e a livello action la concorrenza è alta.
MEMORABILE: La freccia nell'orecchio; La curiosa somiglianza di Worthalter col comico Ficarra...

Voloerrand 6/09/21 17:57 - 46 commenti

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Non basta esordire con una felpa dal cappuccio rosso per pretendere di girare una interpretazione moderna dell'immortale favola di Cappuccetto Rosso. Attori mediocri, come la regia e in definitiva il film. Poco realismo, poca suspense, poco in generale. Neppure i boschi vengono filmati come dovrebbero, per renderne la magia favolistica che emanano normalmente. Si salva il cartone animato iniziale.

Puppigallo 2/02/22 14:13 - 5494 commenti

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Tra realtà e sinistra leggenda che ritorna, questa pellicola procede soprattutto grazie al protagonista (con lui nessuno è al sicuro, compare e se stesso compresi). Il resto è la classica caccia predatore vs preda anabolizzata dalla follia del cacciatore e dalla graduale reazione della preda, che sfocia anche nel sovrannaturale (c'è pur sempre una leggenda da seguire). Dura il giusto e questo aiuta molto, visto che il finale ha più l'aspetto di una maionese impazzita, nonostante il geniale "Ti amo". Comunque, nel complesso non male.
MEMORABILE: Ferita pigiata "Ti fa male?"; Come "curare" il problema alla faccia; "Frecciata" senza arco; Le "proprietà curative" temporanee del taser.

Buiomega71 16/04/22 01:25 - 3109 commenti

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Il survivor movie si imbratta di surrealismo (la mamma zombi resuscitata col taser, il povero Andy ridotto a squarci e tumefazioni) in cui Paronnaud prende la via di sozzerelli filmetti snuff pornografici che si mescolano a fiabe crudeli e a boschi insidiosi. Dopo un incipit che mozza il fiato (discoteca, approccio, rapimento, incidente, fuga e caccia) ci si addentra nel groviglio lisergico, dove il softair prende pieghe allucinogene, si aprono i campi di granturco per arrivare a un parapiglia violento (nella casa) quasi da cartoon. Quello che Revenge doveva essere e non è stato.
MEMORABILE: Il bacio gayo prima dell'impatto col cinghiale; La ragazza piangente nel video porno/snuff (Apri le gambe); Andy, nastrato sugli occhi stile Intacto.

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Bubobubo 30/04/22 19:04 - 1847 commenti

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Sull'opportunità di invertire per l'ennesima volta gli archetipi di Cappuccetto Rosso adattandoli all'ormai predicibile canovaccio rape & revenge post-femminista (?) si può discutere. La questione è piuttosto un'altra: dove finisce il film vero e proprio e ha inizio il suo speculare metatesto? La protagonista che nel suo sitibondo bramare il sangue del lupo cattivo viene cecchinata da una pallina di gelatina colorata è sottile ironia o grottesco kitsch? Madre rediviva dopo ferita mortale è motteggiare gli stereotipi o non avere il senso della misura? Chissà se esiste una risposta.
MEMORABILE: Il finale non è mai in discussione: perché tirarlo così per le lunghe, e per di più affastellato da marginalia così camp?

Jena 16/06/24 14:41 - 1679 commenti

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Parte come vaga rilettura di Cappuccetto rosso (vedi l'introduzione fiabesca o il red hood della protagonista), poi prosegue come classico rape and revenge, con però continui spiazzanti cambi di direzione che danno al film una certa originalità rispetto al solito messaggio "me too" su "donna predata dal maschio lupo cattivo". Girato benissimo da Paronnaud, con poche cadute di tensione, una buona soundtrack e sprazzi di ferocia splatter. Bene la Debay, ma eccellente Worthalter che con smorfie ghignanti e occhiatacce ironiche ricorda proprio i lupi dei cartoon alla Ezechiele lupo.
MEMORABILE: Il cinghiale salvatore; Il trattamento "medico" al povero Andy; Freccia piantata nell'orecchio; La survival risorta; Furia vendicatrice con clava.
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  • Discussione Lupus73 • 31/01/21 15:44
    Capo call center Davinotti - 58 interventi
    Nel film si scorge sottotraccia una sottile critica tra paganesimo di civiltà antiche (europee e in questo caso nordiche) e cristianesimo come creatore di mostri contemporanei dalla sessualità repressa; si veda l'analogia tra il predicatore medievale nella fiaba iniziale che diventa il carnefice della ragazza (indicata come "strega" ma poi salvata dai lupi) e lo psicopatico nel presente che sfoga la sua sessualità repressa (frutto comunque di una società moderna cristianizzata dalle radici) nelle modalità mostrate nel film, sconfitto dalla ragazza messa alle strette, che vede risvegliare in sè una natura guerriera sopita anche grazie al contatto con le forze naturali della foresta. C'è sicuramente qualche analogia intrerpretativa psicologica anche con film come "In compagnia dei lupi" (più schiacciato sulla fiaba di cappuccetto rosso) e non da ultimo la sfumatura hobbesiana.
  • Discussione Buiomega71 • 24/06/21 19:32
    Consigliere - 27174 interventi
    Da noi in dvd come Hunted-Chi ha paura del lupo cattivo?
  • Discussione Buiomega71 • 16/04/22 10:44
    Consigliere - 27174 interventi
    Inizio al fulmicotone che non lascia un attimo di respiro (discoteca, approccio, rapimento, incidente, fuga e caccia), in quello che è un survivor movie che si ammanta di riverberi fiabeschi e ancestrali, prende derive sempre più surreali e diventa quello che il sopravvalutato Revenge, alla fine, non è stato.

    Non si può parlare di "rape & revenge" (lo stupro ai danni di Eve, in realtà, non viene commesso) ma di rivalsa femminea sul maschio alfa, di un ritorno allo stato ferino (ad un certo punto, Eve, viene pittata, in volto,con lo sparo improvviso di un fucile da softair. dai colori alla Braveheart, regredendo allo stato di cacciatrice ferina e non poco fuori di testa, tra urla selvagge e evoluzioni da amazzone), dove la natura (e i suoi abitanti, che siano daini, corvi, cinghiali) la protegge e le fa da habitat per mutarla in una creatura vendicativa e guerrigliera.

    Fumettoso nello stile (il suo regista parla chiaro), che pian piano lambisce i toni rancidi del grottesco (il povero Andy continuamente sbertucciato, squarciato, tumefatto, per finire , nastrato sugli occhi, a correre nel bosco e a sbattere tra gli alberi stile Intacto, la mamma zombi resuscitata a colpi di teser, i soldato del softair che appaiono, nella nebbia, in stato pseudoallucingeno come nemmeno nei Serpenti della notte di Friedkin o nel nella nuova versione di Grano rosso sangue) e che portrebbe far storcere il naso ai puristi della plausibilità, ma che nelle intenzioni di Paronnaud diventa metafora sulla perdita del contatto con la realtà, come se il bosco, fosse una dimensione a sè, un'altro mondo al di fuori di quello che conosciamo, dove la preda diventa cacciatore e il cacciatore preda, tirando fuori gli istitnti più animaleschi di chi è, in un primo momento, braccato e senza, apparente scampo.

    Di mezzo sozzi filmetti porno/snuff, uno dei villain più luridi, bastardi e viscidi degli ultimi dieci anni (grandissimo Worhalter, con quel ghigno da scellerato stampato sulla faccia), una caduta liberatoria, nel fiume, che stà tra quella di Rambo e della nuova Jennifer da non violentare, baci gay prima del violento impatto con il cinghiale in mezzo alla strada che darà il via alla pericolosa partita, madri perforate, nelle orecchie, dalle frecce e almeno un momento disturbante che pare uscito da The Poughkeepsie tapes (la manzotta che fa la scemetta davanti alla telecamera di Worhalter , fingendo di avere paura, facendo le faccette buffe, che, poi, quando si prende uno sberlone in piena faccia tutto cambia, per ritrovarsi su uno squallido e infimo set di un porno/snuff : Apri le gambe) e tutto suggellato dal martellante score pseudocarpenteriano.

    Verso il finale (nel complesso residenziale, tra guardie notturne imbecilli che si guardano brucexploitation sullo smartphone, cani lupo ringhiosi che salgono gli scalini come nel finale di In compagnia dei lupi) si eccede, si va sopra le righe, tra tavolini e vetrate sfondate, lotte corpo a corpo, sonori pugni in faccia, dove il realismo della violenza va a farsi friggere e pare di vedere un cartoon di Tex Avery, smorzando la tensione palpabile che si era creata per quasi tutto il film, tra la Debay che sbraita invasata e Worhalter che le piglia di santa ragione, sibillando, con un sorrisetto che fa capolino nella maschera di sangue che è diventato, un canzonatorio Ti amo.

    Interessante il concetto di immergere un (de)genere ormai abusato in una situazione stralunata e irreale, ficcandoci dentro pornografia, dubbie prestazioni sessuali (la trovata del viagra se non "funziona" sul "set"), pseudoregisti psicopatici e misogeni cugini provinciali di Dino Velvet e una natura contro che non stà li a guardare (il corvo che si avventa sul set boschivo improvvisato del porno fatto al momento, con una corda, una telecamera e due vittime come "protagonisti").

    Veloce, di breve durata (83 minuti scarsi scarsi), senza tanti fronzoli, con una dirittura di arrivo forse un pò troppo all'eccesso (e un racconto iniziale animato dalle ombre cinesi non azzeccatissimo) ma di gran defribillazione (soprattutto nel primo tempo), qualche stoccata violenta ben resa (il sasso in faccia, le frecce scoccate) e un sano, quanto deliziosamente crudele, divertimento.

    I lupi non ci sono più, gli uomini si, purtroppo.


    Ultima modifica: 16/04/22 16:15 da Buiomega71