Lara è una bella ragazza che, come molti adolescenti, è insoddisfatta del proprio aspetto fisico. Nel suo caso questo è aggravato dall'essere nata in un corpo che non sente come suo, quello di un maschio... Storia transgender raccontata con garbo ed interpretata con finezza ma anche troppo "morbida" per convincere: Lara ha un padre eccezionalmente comprensivo, è piuttosto ben integrata con le compagne e deve solo attendere il compimento dei 18 anni per l'operazione di cambio di sesso, per cui mal si comprende la sua inquietudine che si manifesta in episodi di crescente autolesionismo.
MEMORABILE: Le estenuanti lezioni di danza, con i piedi sanguinanti per le bende troppo strette
Da una parte l'interpretazione notevole di Polster, 17enne capace di rispondere a tutte le aspettative del regista; dall'altra una storia narrata con delicatezza e lontana da pericolosi cliché ma che non decolla veramente e pare limitata dalla scelta di concentrarsi unicamente sul protagonista e sulla danza. Ci sono la costruzione dell'atmosfera e il sommesso indugiare sul volto di Lara e sulle sue giustificate paure. Ma qualche sfogo o sponda in più potevano aiutare il coinvolgimento in un film che a ogni modo dimostra più di un perché.
Transgender affronterà la terapia per il cambiamento di sesso. Film sulle turbative sessuali che indirettamente ci consegna un messaggio di normalità su un tema discusso (a livello ecclesiastico ma anche nel quotidiano). Sceneggiatura che per questo in Italia possiamo solo sognare. L'andamento ha pochi sobbalzi in quanto il protagonista, essendo estroverso nel manifestare i suoi disagi, appiattisce il senso di frustrazione. Finale doloroso, ultima inquadratura scontata.
MEMORABILE: I movimenti di danza sott'acqua; Il fratellino che la chiama col nome da maschio; Il pene mostrato alle ragazze.
Pur con alla base un soggetto stravisto, un film ben girato e psicologicamente raffinato (eccetto nell'esito "massaccesiano" della vicenda, piuttosto discutibile), con un protagonista tanto fisicamente esemplare che se da un lato l'empatia impenna, dall'altro si finisce per semplificare una questione complessa (come per Indovina chi viene a cena, l'obiezione è: così è troppo facile!). La figura del padre, quasi da lacrima-movie seppur senza troppe lacrime (è comprensivo, buono, equilibrato e "open-minded"), incrementa la godibilità del film.
Un ragazzo che aspetta di cambiare sesso vista la sua notevole femminilità che si evidenzia nelle estenuanti e, talvolta tediose, lezioni di danza. Una pellicola indubbiamente interessante ma gravata da lungaggini e soprattutto priva di mordente narrativo eccezion fatta per la decisione finale del protagonista. Il tema merita la visione ma mostra un clima talvolta edulcorato (vedi il padre iper buonista).
Deve piacere, innanzitutto, la danza classica. Buona parte del film, infatti, propone intere sequenze di Lara che immola il suo corpo pur di conquistare un posto in quel mondo, in primis al prossimo saggio. Parallelamente Victor (sedicenne transgender) compie estenuanti sacrifici per diventare, finalmente, Lara, ma l’attesa dell’ambita operazione che potrà fare una volta maggiorenne sembra infinita. Il tema non è nuovo, si sa, ma la regia ha il suo piglio. Polster fa il resto, meravigliosamente. Il risultato finale è una pellicola delicata, intima, realistica.
Lara, nata in un corpo di un maschio, sogna di diventare una ballerina e per cambiare sesso affronterà un percorso psicologico difficile. Pellicola abbastanza convincente, ma la durata di un'ora e quaranta pare un po' eccessiva: le scene delle lezioni di danza sembrano non finire mai, oltread essere ripetitive. Finale che rasenta l'estremo e che fa scemare il giudizio.
Forzare il corpo per fargli raggiungere l’obiettivo della mente. Nella storia dell’adolescente transessuale che vuole diventare donna e ballerina si concentra la fragile complessità di un’età inquieta, spinta a bruciare le tappe con coraggio e incoscienza. Ottima opera prima, delicata e impressionista, sottovoce ma anche decisa, con un protagonista semplicemente straordinario dal volto angelico e quasi immateriale, e dai piedi sanguinanti come un Cristo. Belle scene della scuola di danza ipnoticamente estenuanti. Finale un po’ sbrigativo.
Raccontare su schermo storie di transizione e transgenderismo rischia sempre di soccombere sotto un fuoco incrociato di critiche dall'opposta polarità. Se, da una parte, Dhont azzarda l'assegnazione del ruolo della protagonista Lara ad un bravissimo ed androgino Polster (scelta politicamente rischiosa, ma forse inevitabile), dall'altra disegna con dovizia di grigi le conseguenze di una scelta radicale, di cui un'accettazione frammentaria e conflittuale è solo il rigurgito più sensazionalistico e superficiale. Il doloroso finale aumenta senza grande preavviso il contagiri drammatico.
MEMORABILE: Party fra ragazze con dileggio; Gli ultimi 15'.
NELLO STESSO GENERE PUOI TROVARE ANCHE...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
DiscussioneRaremirko • 2/03/21 21:16 Call center Davinotti - 3863 interventi
Film riuscito, intimo, abbastanza calibrato, su un tema spinoso e delicato come il cambio di sesso; rare le sbavature (la scena della fellatio per esempio, gratuita e fuori contesto), regia invisibile, ottimi i momenti musicali e il modo attraverso cui è stato comunicato il disagio del/della protagonista.