Titolo al quale si deve ufficialmente il neologismo del filone, anche se l'anno precedente su Playmen un acuto recensore aveva già sfornato il termine decamerotico in relazione al film di Pasolini. Si tratta, in buona (buonissima, dato il cast femminile) sostanza, di un film strutturato in 5 segmenti, del quale resta a discreta memoria quello del medico che approffitta di una moglie finta malata. Rispetto alla media, l'ilarità è più accentuata, di pari passo con l'erotismo, garantito anche dalla presenza della Santilli (l'Antonia di Nocturno).
Discreto decamerotico multidialettale in cinque episodi il cui filo rosso è il tema del marito cornuto. Il cattivo gusto è trattenuto e domina la scena l'allegria, garantita da un folto gruppo di validi caratteristi (De Luca, Dori, Garrone, D'Orsi...) e dai canti goliardici di Pisano. Il gineceo, specializzato nel genere, è ricchissimo e assai generoso: tra le migliori la Santilli, brava attrice e abbondantemente spogliata.
MEMORABILE: L'episodio di Ciccillo con il cetriolo che guarisce ogni prolema femminile...
Modesto film di Biagetti (che pure qui non gestisce il ritmo, mal distribuendo il tempo alle varie fasi), che si salva dall’ignominia solo grazie a un quarto racconto gradevole e ben recitato (quello con Pino Ferrara, Dori, la Santilli e la Ferronao ) e da trame non male, però sfruttate maluccio (terribile la recitazione richiesta a Bufi Landi nella novella d’ambiente romagnolo e inspiegabile la scelta di filmare molte scene in un vero budello). Girato in fretta (notare la comparsa che perde palesemente l’equilibrio mentre impalla Pino Ferrara!). Dal gineceo stavolta spicca la Nell.
Decamerotico composto da cinque storie che hanno come comune denominatore quello dell'uomo tradito dalla propria moglie. Il maschio a tutti gli effetti non ci fa una gran bella figura perché viene fotografato come un essere ingenuo incapace di rendersi conto delle evidenti corna che si ritrova a portare. Come sempre alcuni episodi sono riusciti meglio di altri (il primo e il terzo su tutti), anche se il livello è mediamente basso. Cast femminile di tutto rilievo, soprattutto se consideriamo le scene di nudo.
Diretto da Biagetti sotto pseudonimo, è il film che ha dato il nome a questo prolificissimo genere di cui incarna i pochi pregi e i molti difetti, a partire dalla monotonia delle trame che gira e rigira vertono sempre sulla stessa solfa: mariti vecchi e allocchi che si credono furbi, mogli vogliose che li cornificano a ogni piè sospinto e aitanti stalloni sempre pronti alla bisogna. Una certa cura formale e l'imponente gineceo, fra cui spiccano una nudissima Santilli doppiata in napoletano e la sempre divina Orchidea, non bastano a sollevarlo da un'irrimediabile aura di mediocrità.
MEMORABILE: La finta confessione della Giorgelli al marito che si fa passare per il prete.
Tra i primi esemplari del filone, si distingue se non altro per un impianto piuttosto professionale; l'estetica e il gineceo sono l'unica cosa degna di nota in un lavoro altrimenti dimenticabile in cui le solite storie tra vecchi cornuti, giovani amanti e discinte fanciulle non offrono nulla di particolarmente memorabile. I cinque episodi si confondono subito nella memoria dello spettatore e non lasciano il segno, riducendo il film alla solita sequela di gag poco comiche e nudità di rito, nello stile di un filone qui ancora fresco ma che da lì a poco stancherà ampiamente.
Decamerotico “felice”, in quanto considera amori e tradimenti divertendosi a prenderli in giro. L’inno alla gioia per fomentare i comportamenti gaudenti (e impenitenti) prosegue con episodi slegati tra loro, ma la componente del sesso e delle corna è comunque elemento comune. Linguaggio non eccessivamente scurrile e adeguate presenze, sia maschili che femminili, lo portano a un livello leggermente più alto della media del genere e alla fine qualche sorriso lo strappa pure. Anni 70 allo stato puro (o impuro che sia).
MEMORABILE: La faccia del marito "becco" che guarda la moglie alla "cura" del cetriolo e le sue considerazioni finali poco scaltre.
Uno dei capostipiti del genere decamerotico, ne mostra anche i pochi pregi e i tanti difetti, soprattutto l'atavica mancanza di argomenti. Anche qui abbiamo cinque episodi, ovviamente infarciti di corna, mariti stupidi, mogli e servette furbe, membri di grandi dimensioni e chi più ne ha più ne metta. Il tutto inserito in una cornice medievale tutto sommato piacevole e ben realizzata. Si avverte anche il tentativo di una certa professionalità rispetto alle commedie coeve, ma la noia la fa comunque da padrona e i cinque episodi finiscono per essere tutti uguali. Mediocre.
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DECAMEROTICO - La serie completa Titoli della serie Decamerotico distribuiti da noi in VHS grazie alla Shendene & Moizzi, componenti il ciclo "La commedia boccacesca all'italiana" (ogni titolo contiene il link alla scheda davinottica del film):
Il Dandi ebbe a dire: Camille Keaton è accreditata ma non appare nel film.
Alcuni dati dell'epoca alludono a una struttura a sei episodi (così scrisse Davide Pulici sul dossier "Decameroticus"), ma nelle versioni che girano da anni del film di Biagetti (Vhs, dvd, passaggi televisivi ecc.) gli episodi sono solo cinque, ed erano cinque anche nella copia proiettata in sala nel lontano 1972. Resta però un mistero il fatto che nelle fotobuste e in tutto il materiale pubblicitario d'epoca siano presenti delle immagini inedite, che ricordano (in parte) la novella "Masetto da Lamporecchio" (Giovanni Boccaccio, "Decameron", terza giornata, novella prima). Che si tratti di un episodio mai montato? Probabile, perché la pellicola uscì nelle sale senza subire alcun taglio e con il divieto ai minori di 18 anni (perciò sarebbe da escludere il fatto che si tratti di un qualcosa bocciato in censura). Che fosse la Keaton quella giovane monaca raffigurata sul materiale pubblicitario?
Alexpi94 ebbe a dire: Che fosse proprio la Keaton quella giovane monaca raffigurata sul materiale pubblicitario?
Difficile a dirsi così col binocolo, ma non mi sembra lei (la forma del naso in particolare non corrisponde); inoltre Camille nell'intervista dice proprio di non averlo girato (e vabbè, potrebbe pure non ricordarlo) e di averlo visionato, nel dubbio, solo su segnalazione del suo credito.
In compenso la Keaton è presente nel Decameron n.2 di Mino Guerrini. La produzione e la distribuzione dei due film NON mi risulta la stessa, ma è possibile che la circostanza abbia ingenerato in qualche modo una confusione?
Il Dandi ebbe a dire: Difficile a dirsi così col binocolo, ma non mi sembra lei
Mi conferma Camille:
"I was not in the movie pictures above but was all ready to go"
e aggiunge inoltre:
"I am in Decameron n°2 by Mino Guerrini. I never knew the reason that happened."
Da quello che leggo nelle locandine e nei manifesti, il titolo completo di questo film dovrebbe essere "Decameroticus - Le più divertenti novelle erotiche del Boccaccio", invece nei titoli di testa della pellicola e come riportato anche dalla maggior parte dei siti, il titolo è "Decameroticus" e basta. Devo quindi ritenere "Le più divertenti novelle erotiche del Boccaccio" un semplice sottotitolo oppure devo considerare "Decameroticus - Le più divertenti novelle erotiche del Boccaccio" come aka di "Decameroticus"?
DiscussioneZender • 30/08/23 08:08 Capo scrivano - 48940 interventi
E' il solito discorso dei sottotitoli. Non esiste una regola vera. A volte si aggiungono ai titoli, altre no, a discrezione di chi archivia il film in un sito o in qualsiasi lista.
E' il solito discorso dei sottotitoli. Non esiste una regola vera. A volte si aggiungono ai titoli, altre no, a discrezione di chi archivia il film in un sito o in qualsiasi lista.