Giallo di ambientazione londinese diretto dall’italianissimo Giuseppe Rosati (che si firma Aaron Leviathan!) con un cast di spicco: nella parte dei tre pretendenti al titolo di presidente di una potente compagnia troviamo infatti Joseph Cotten, Adolfo Celi e Leonard Mann. Uno solo di loro, alla morte del presidente, potrà ereditarne la carica. E a una settimana dall’elezione cominciano i doppi e tripli giochi con conseguenti decessi “accidentali”. A tornare sempre è la figura dell’avvenente Gloria Guida, che le sue grazie pare concedere a tutti senza troppi problemi. Ma chi si nasconde dietro le soggettive misteriose e il binocolo che segue le vittime da lontano?...Leggi tutto Fin troppo facile scoprirlo, alla faccia del colpo di scena finale che dovrebbe stupirci! Lo stile di Rosati richiama i gialli alla Agatha Christie che andavano abbastanza di moda come genere “finto straniero” nell'Italia di inizio Settanta: considerato che il film è del 1978 non si può non definire il lavoro di Rosati anacronistico. In realtà fu girato prima col titolo di DELITTO PERFETTO ma non completato da Rosati. Solo in seguito il montatore Franco Fraticelli si incaricò di dargli forma compiuta e di arrivare al minutaggio minimo. La cosa è resa evidente dalle pause inutili e dalle lunghe sequenze prive di dialogo che non aggiungono nulla. Un risultato modestissimo, insomma, appena ravvivato dalla bravura del cast (ci sono anche Alida Valli come madre di Mann e Janet Agren come moglie di Celi) e da un soggetto se non altro meno caotico di quanto il regista provi a farci credere confondendo le acque. Le indagini vengono condotte con molta superficialità e infatti il finale punisce la legge (forse).
Colpo di coda di un certo filone thrilling italiano con qualche ambizione (il cast internazionale) e d'impostazione classica, ma rabberciato alla meglio e infatti pieno di tempi morti e smagliature. Sprecato il grande Celi, Cotten ormai fuso, la Gloria invece è sempre un bel vedere. Leonard Mann/Manzella ora fa il medico, e diciamo che il cinema non ha perso poi tanto. Inconsistente.
Discreto giallo ereditario con meccanismo à la Agatha Christie, da cui si riprende uno dei suoi classici trucchi per nascondere l’identità dell’assassino (in realtà facilmente intuibile, anche ricordando la disposizione dei nomi nei titoli di testa). Non mancano alcuni stilemi argentiani e omicidi brutali e ingegnosi, come quello di con il pacemaker di Cotten. Apprezzabile soprattutto per il nutrito cast internazionale, che affianca la Guida al sullodato Cotten.
MEMORABILE: La morte di Joseph Cotten, costretto a strapparsi dal petto il pace-maker, dopo che l'assassino gliel'ha fatto andare in tilt.
Film interrotto per mancanza di soldi, poi ripreso e completato (ma pare senza pagare nessuno) e in qualche modo comunque fatto uscire in sala (in alcune sequenze si usò una controfigura della Guida perchè l'attrice non era disponibile a riprendere la lavorazione). Tenta di fare il giallo all'inglese e in Inghilterra è infatti ambientato, ma si aggroviglia in una miriade di colpi di scena degni della peggior telenovela brasiliana. Per non parlare dell'evento chiave, su cui si snoda tutto il mistero: improponibile. Però il cast è eccezionale.
Giallo con un cast davvero fenomenale. Non manca nessuno: la Guida, la Agren, la Valli... e funziona anche sul versante maschile con gli ottimi Celi, Cotten (degno di nota il suo omicidio molto violento), Gora, Ressell, Tom Felleghy! C'è pure Paul Muller! La storia ha qualche punto morto, è vero, e il finale non convince troppo (decisamente aperto a mio avviso), ma si fa vedere. Sufficiente. Ottime musiche di Carlo Savina.
MEMORABILE: L'omicidio di Cotten col pacemaker, il finale con Felleghy!
Cast grandioso per questo film che -com'è noto- venne interrotto e ripreso solo molto tempo dopo e senza poter disporre di tutti gli attori che sarebbero serviti. Lo sviluppo narrativo è comunque piuttosto lineare nonostante le traversie produttive, peccato solo che il film giunga ad un finale davvero inverosimile. Qualche esterno cartolinesco londinese e le solite ville romane, ovviamente. La Guida mostra il pelo, il che non è un dettaglio.
Afflitto da disavventure produttive, il film si regge su un colpo di scena finale (per altro non del tutto imprevedibile agli spettatori più scafati) assolutamente inverosimile per non dire truffaldino. Fino a quel momento la pellicola non regge malissimo (nonostante la tensione non sia certo alle stelle), ma l'epilogo rovina tutto. Curioso e ricchissimo il cast.
Non male. Si trasporta il killer argentiano coi guanti di pelle nel giallo inglese raffinato e ne esce un discreto film stile Agatha Christie (scordatevi quindi il sangue e la violenza). Ha qualche motivo d'interesse in un'ottima fotografia e in belle scenografie, nelle piacevoli musiche di Savina e, soprattutto, nello strepitoso cast: Celi, la bella Guida (fa il sicario!), Cotten (vittima dell'unica morte un po' violenta e sadica), Manzella, la Valli... Anche la sceneggiatura fila bene, peccato per il finale. Raffinato: Due pallini e mezzo.
MEMORABILE: L'omicidio di Cotten col pacemaker e la scena all'ippodromo col killer che spia la vittima col binocolo, gran plagio a L'uccello argentiano.
Interessante giallo con commistioni in stile Agatha Christie e pseudo/argentiane (guanti di pelle neri e cappello), si fa vedere con gusto grazie ad un ottimo montaggio in grado di supplire alle traversie produttive e ai buchi di sceneggiatura sparsi qua e là. I giallisti più smaliziati scopriranno dopo un quarto d'ora chi è l'assassino e non si lasceranno certo sorprendere dal colpo di scena finale... però il risultato finale è più che dignitoso. Ottimo cast e sempre audace la Guida con un paio di nudi integrali decisamente gratuiti.
MEMORABILE: L'omicidio di Joseph Cotten e il flashback dell'incidente stradale.
Ambientazione inglese per questo film che ricorda i gialli del passato a causa delle sue atmosfere plumbee e i guanti neri spesso in evidenza. Un intreccio industriale tra faide e morti accidentali con lo scontato sorpresone finale. Cast di buon livello ma regolato in maniera aziendale. La Guida si concede a destra e pure a manca.
Mediocre gialletto diretto in maniera dozzinale, pieno di assurdità e tempi morti, tutto giocato su un colpo di scena, quello nel prefinale, di desolante scontatezza (meglio quello che chiude il film, anche se messo in scena in maniera discutibile). Ci si annoia abbastanza, ma qualcosa da salvare ci sarebbe: la fotografia, le musiche spassose, un buon omicidio vagamente sanguinoso, un cast di tutto rispetto. Elementi che possono rendere il film gradevole al giallofilo, anche se il livello generale non raggiunge la sufficienza. Trascurabile.
Ecco un caso nel quale, io che largheggio, sono al contrario spietato... non si può fare un film che non fa una piega per oltre un'ora, attendibile e bello per molti versi, con un cast di tutto rispetto e farlo terminare in due minuti con un fermo immagine, come un tappo che ostruisce il deflusso dell'acqua. In quel caso ci sono solo due alternative: o il regista è così idiota che più idiota non si può, o si è sforato il budget fornito dalla produzione e non è il primo caso. Comunque il calcio in bocca che lo spettatore si prende fa proprio male.
Curiosa commistione tra giallo all'italiana e all'inglese, con una strizzata d'occhio ai lavori di Agatha Christie. La cosa più riuscita è il cast, composto da tanti volti cari al nostro cinemabis, con la Guida e la Agren in due ruoli abbastanza insoliti. La sceneggiatura è però un po' pasticciata e la noia fa capolino un po' troppe volte, domandando allo spettatore un certo sforzo per mantenere l'attenzione. Non troppo sanguinoso e nemmeno troppo poliziesco; l'intrigo è un po' alla Lenzi, ma non ne possiede né la verve né il ritmo. Fiacco.
MEMORABILE: Il pacemaker estirpato senza anestesia!
Non sapendo dei problemi produttivi, pensavo che la fiacchezza generale e le immotivate lungaggini fossero un astuto espediente di Rosati per narcotizzare lo spettatore ed avere così più probabilità di sorprenderlo con i colpi di scena finali, tanto telefonati (specialmente il primo) quanto non plausibili. Un po' di narcolessia è anche utile per far passare l'ambientazione in una Londra "alla vaccinara". Da salvare l'ottimo cast, la scena del pacemaker e qualche simpatica atmosfera da giallo british.
Un giallo venale e morboso richiederebbe altri scenari, altri corpi, altri volti... magari la volgare e abbronzata borghesia vip "continentale", non il milieu aristocratico della pallida Inghilterra, tra caminetti, cacce alla volpe e teiere! Una difformità fastidiosa tra confezione e contenuto, un corto circuito ben poco elettrizzante; se ci aggiungiamo attori poco convinti, ritmo fiacco, dialoghi impacciati, e un ispettore di Scotland Yard tra i più anonimi mai conosciuti... abbiamo senz'altro uno dei gialli meno interessanti mai visti!
MEMORABILE: Un po' di sesso torbido per ravvivare l'insieme: la Agren che se la fa con due ragazzi nello chalet di caccia. Il ridicolo è in agguato...
Il fatto che il film faccia uso di location reciclate non è di per sè un sintomo di fattura scadente. La pellicola è un giallo industriale con morti vere e presunte, un cast variopinto ma interessante e con una soundtrack curiosamente incisiva. La presenza della Valli dà un valore aggiunto a quella che sembra una storia alla Colombo. Le incongruenze nel narrato vengono appianate dal colpo di scena finale. Si poteva fare di meglio, ma chi si accontenta gode.
Per i maniaci degli Anni Settanta è impagabile vedere sedute l'una accanto all'altra Alida Valli e Maria Tedeschi... E che dire degli impeccabili maggiordomi Müller e Perego? Cast qua notevole e là adorabile, che supplisce alle lacune di un film che mescola il giallo inglese, quello argentiano e quello lenziano. Certo, Mann sparisce in cotale compagnia maschile, mentre le due bionde hanno ottimi argomenti. Il primo colpo di scena non è neppure tale, ma l'altro non è male.
Giallo d'ambientazione britannica non proprio riuscito ma con alcune trovate interessanti. Purtroppo l'anello debole del film sono la sceneggiatura piuttosto fiacca (che penalizza gran parte dell'opera e che forse spiega l'estrema facilità nel trovare l'assassino) e il finale francamente deludente. Comunque il film è ugualmente scorrevole, anche per merito dell'ottimo cast impiegato, sia quello maschile (Celi, Mann, Gora, Cotten, Felleghy) che quello femminile, con una bravissima Valli e le splendide Guida e Agren. Non male.
MEMORABILE: L'omicidio di Cotten: una delle migliori trovate del film.
Buono (***)! A partire dal cast che funziona bene, proseguendo con le location nella "vecchia" Inghilterra, sfruttate ottimamente. Positivo il giudizio sulla dinamica degli omicidi, con il punto splatter che potrebbe impressionare l'utente "delicato". Ci sono pure (e non guasta) un paio di nudi tanto gratuiti quanto notevoli esteticamente. La storia è quella che è, col colpo di scena intuibile, almeno in parte, ma questi film si godono senza spremersi troppo le meningi. Pecca un po' la parte tecnica, in particolare nel montaggio. Comunque consigliato!
Film interessante per l'intreccio della trama, che lascia desiderare solo per il finale scontato. Nell'ottimo cast un bravo Adolfo Celi, qui stranamente vittima, due bellezze del periodo, la Agren e la Guida e una piccola parte per Alida Valli. Alcune uccisioni sono un po' forzate anche se fantasiose, ma nel complesso i canoni classici del giallo si trovano tutti, anche se non sempre sfruttati a dovere. L'ambientazione e le musiche sono la parte peggiore di una pellicola comunque accettabile.
Il colpetto di scena pre-finale gode di altissima improbabilità drammaturgica (anche se parecchi se lo saranno aspettato); quello conclusivo, però, è davvero gratuito e, perciò, sciocco. E questo micidiale uno-due viene subìto dallo spettatore dopo più di un'ora in cui la tensione si mantiene a livello zero (e in cui qualcuno, di tali spettatori, è già groggy). Il cast, ricchissimo, serve a poco. Da evitare.
Per ricoprire il ruolo di dirigente in un'importante azienda londinese, qualcuno elimina, simulando morti accidentali, i vice destinati alla scalata. Pellicola insolitamente altalenante, valorizzata da uno splendido cast (pur se non utilizzato al meglio) che il regista non ha voluto sottoscrivere nei titoli di testa. E a torto, perché l'atmosfera, la colonna sonora (opera del grande Carlo Savina) e il twist end finale, più comprensibile e accettabile oggi che allora, lo rendono quantomeno esemplare curioso del cinema bis anni '70. Da vedere...
MEMORABILE: Il tentativo di rimozione del bypass cardiaco, eseguito in fin di vita da Joseph Cotten...
Titolo invitante, buon cast, ma svolgimento non all'altezza. L'aver messo molta carne al fuoco non ha giovato complessivamente a questo giallo londinese che, pur risultando promosso, non va oltre la sufficienza. Funzionano poco i dialoghi e la struttura centrale, ma un'ultima parte ben fatta rivitalizza il tutto. Se vi piace il genere lo potete guardare, altrimenti passate ad altro (in ogni caso, la Guida in topless è sempre interessante).
Giallo a eliminazione, racconta di una poderosa eredità macchiata di sangue a causa di variegati delitti che tutto hanno, salvo essere perfetti e indecifrabili. Gli amanti del genere avranno di che indovinare la dinamica, deliziandosi, per lo meno, delle svestite grazie di Gloria Guida, qui accompagnata a un cast davvero internazionale. Dategli un'occhiata senza impegno.
Va ammesso, a onor del vero, che senza un cast di cotanto calibro e l'innegabile fascino british anni 70 questo film non varrebbe granché. Non che sia brutto, ma non spicca né per ritmo (blando e sconclusionato), né per originalità, anche se l'omicidio in cui il pacemaker va in tilt è ben congegnato. L'epilogo, poi, oscilla tra l'assurdo e il banale, peccando di ingenuità. Troppo poco spazio a Celi e alla Valli, purtroppo.
Non sarebbe poi così malvagio, ma fiacchezza generale, vicenda (in parte) scontata, interpretazioni (e sopratutto personaggi) non troppo convincenti lo rendono un film di livello medio-basso (che non decolla mai del tutto). Peccato perché offre una buona fotografia, musiche piacevoli (e incalzanti) e alcuni omicidi ben girati. Un'occasione sprecata.
Mediocre, anche meno. Musica e fotografia dignitose; non tutto il cast (ricco e accattivante) è a piombo. Il giallista (scafato o novizio che sia) capirà molto presto l'identità del misterioso assassino, che si muove in un'atmosfera ibrida o, meglio, di emulsione acquosa tra attitudine italiana (alla Lenzi con un diafano tocco argentiano) e inglese (Agatha Christie). La tensione vera e l'inesorabile magnetismo di genere risultano evasi e latitanti. Il pre-finale e il finale, messi in scena con rara imperizia, affossano senza scampo il prodotto.
Un giallo a tinte piuttosto sbiadite in cui, dopo pochi minuti, già si capisce dove si andrà a parare. Non intriga minimamente, non ci sono momenti di pathos, nonostante il cast sia di assoluto livello (da Adolfo Celi a Joseph Cotten, da Alida Valli a Franco Ressel, Leonard Mann, Gloria Guida e Janet Agren). Veramente poco da salvare, se non le grazie sempre apprezzabili di Gloria Guida.
Modesto giallo che tenta di rinverdire un genere ormai passato di moda, almeno nel panorama del cinema italiano. Un cast di nomi illustri e la suggestiva ambientazione londinese non riescono a dare vita a una vicenda contorta e spezzettata, esageratamente lenta e poco plausibile, soprattutto se si pensa all'assurdo finale. Tecnicamente il film non è fatto male e Rosati sa come muovere la macchina, ma senza una storia adeguata la sua diventa una battaglia contro i mulini a vento. Anche le musiche di Savina sono piuttosto avulse dal contesto narrativo. Mediocre ed evitabile.
Quando il presidente di una multinazionale muore improvvisamente, si apre la sfida tra i tre contendenti alla sua poltrona e anche il conto alla rovescia su chi resterà vivo... Uno dei tanti gialli italiano truccati da anglosassoni, non indecoroso ma banale e diretto con approssimazione. Quanto al titolo, è farlocco: il delitto sarà anche perfetto ma, se la polizia avanza alla cieca, lo spettatore ci vede bene e basta una sequenza nella prima parte per fargli intuire chi sia la mente del piano criminale, rendendo prevedibilissimo il colpo di scena nel finale.
Giallo all'italiana del tutto inutile, che si presentava bene visto il cast (spicca Adolfo Celi) e il ruolo assolutamente inconsueto per Gloria Guida e Janet Agren. Anche il titolo faceva ben sperare, ma il tutto naufraga presto in una sceneggiatura piena di svolte di trama scontate, un colpo di scena telefonatissimo e soprattutto tante, tantissime incongruenze e sciocchezze. Difficile trovare qualcosa da salvare, se non una certa verve nel ritmo che permette di non annoiarsi eccessivamente. Film che non sa che strada prendere ed è meglio lasciare dove si trova.
Seppur il finale possa apparire forzato e abbastanza prevedibile, sono le atmosfere sublimi il vero piacere di questo giallo, proprio tipiche del genere. Nebbiose, notturne e misteriose. Gli attori hanno le facce giuste. E poi c'è Gloria Guida, che in un paio di occasioni ci delizia in tenuta adamitica, di cui una frontale abbastanza esplicita. Un tipo di cinema che, ahinoi, non tornera mai più. Notevole.
MEMORABILE: Gloria Guida ci fa dubitare sul fatto di essere una bionda naturale; Il pacemaker impazzito.
Penalizzato dalle traversie produttive e giunto leggermente fuori tempo massimo, è un giallo di stampo classico assai distante dallo stile di Argento e dei suoi epigoni. A compensare parzialmente la scarsa plausibilità della sceneggiatura, abbiamo un discreto ritmo, qualche atmosfera riuscita e, soprattutto, un cast eterogeneo ma importante, in cui Gloria Guida, solitamente avvezza ad altre pellicole, non sfigura al cospetto di mostri sacri quali Celi, Cotten e la Valli. Finale con due colpi di scena, prevedibile il primo, più gustoso il secondo. Non male le musiche di Carlo Savina.
MEMORABILE: I nudi di Gloria Guida; L'omicidio con pacemaker (l'unico momento sanguinoso); Il flashback dell'incidente; Il finale.
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Cotola ebbe a dire: Rosati non portò a termine le riprese. Il tutto fu portato a termine, in fretta e furia, dal montatore Franco Fraticelli. Il regista ha poi disconosciuto la pellicola in questione. Forse si potrebbe aggiungere il nome di Fraticelli vicino a quello del regista.
Cotola, potresti citare la fonte di questa notizia?
Forse era sulla rivista nocturno,ma non sono sicuro anche io.
Ricordavo anche io questa curiosità inserita dal buon cotola,e forse era su nocturno,forse..
Trivex ebbe a dire: Riprendo il discorso dalla sezione TV/SATELLITE
Cavoli, andava bene la versione tv...
Non capisco, il dvd rec salta il canale 28..passa dal 27 al 29...ma come è possibile????
Speriamo in un altro passaggio e speriamo di risolvere il problema.
Non riesci a far passare il segnale d'uscita del decoder (o della tv con decoder) direttamente al dvd rec tramite AV (1 o 2) così registri quello che stai guardando?
Certamente, l'unica pecca è che in questo caso odovrai lasciare acceso il tel o il decoder, ma perlomeno riuscirai nel tuo intento.
Mco ebbe a dire: Trivex ebbe a dire: Riprendo il discorso dalla sezione TV/SATELLITE
Cavoli, andava bene la versione tv...
Non capisco, il dvd rec salta il canale 28..passa dal 27 al 29...ma come è possibile????
Speriamo in un altro passaggio e speriamo di risolvere il problema.
Non riesci a far passare il segnale d'uscita del decoder (o della tv con decoder) direttamente al dvd rec tramite AV (1 o 2) così registri quello che stai guardando?
Certamente, l'unica pecca è che in questo caso odovrai lasciare acceso il tel o il decoder, ma perlomeno riuscirai nel tuo intento.
Alla fine ho preso (ordinato) il dvd.
La cosa col dvd rec è agghiacciante.
Comunque proverò a fare come dici tu, ma è un casino così.