Dopo il folgorante esordio di BASKET CASE Frank Henenlotter ritorna con un altro horror personalissimo, di forte matrice indipendente e dimostrazione chiara di come si possano raggiungere ottimi traguardi anche senza grossi mezzi (pur se di sicuro superiori a quelli di BASKET CASE, dove gli effetti speciali erano molto più rozzi). Eylmer (e non Elmer, come recita il sottotitolo nostrano) è un serpentello che, se applicato al collo, fa penetrare tramite un sottile peduncolo un liquido bluastro nel cervello. In questo modo la vittima acuisce straordinariamente le percezioni “sentendo”...Leggi tutto i colori, le forme e aprendosi a un universo - come si può immaginare - affascinante. Purtroppo il serpentello, che crea dipendenza dal fluido proprio come una droga pesante (è in fondo, metaforicamente, un potente allucinogeno), chiede in cambio di succhiare i cervelli della gente, necessari alla sua sopravvivenza. Un baratto iniquo al quale nemmeno il protagonista Rick Herbst (doppiato dal nostro Pino Insegno) può sottrarsi. La situazione precipita minuto dopo minuto, lo splatter aumenta mentre Henenlotter non perde il filo, confezionando una storia ben sviluppata e ricca di fascino. Per la fotografia dai forti contrasti cromatici, per le belle musiche dominate da un inquietante organo, per una competente direzione del cast (tutti bravi i giovani attori), per un uso anomalo dell'ironia, che vira verso il sadismo e trova in Eylmer un mostriciattolo (parlante) simpatico e ben disegnato. Un horror finalmente fresco uscito da noi con due anni di ritardo (ma in versione più completa rispetto a USA e Inghilterra) che ricorda un po' il contemporaneo FROM BEYOND di Gordon. Un gioiellino underground che a molti potrà apparire solo sciocco ma è invece una straniante, originale riflessione sulla tossicodipendenza.
Trattasi di delirio della mente del giovane protagonista e di mostriciattolo spacciatore decisamente reale. L’essere è stupendo… come gli parla, lo convince, si finge suo amico. Lo manda in orbita (fantastico il modo), ma vuole qualcosa in cambio (ha una predilezione). Film marcio e sanguinolento, ma non decerebrato ( a cosa porta la dipendenza? Cosa si farebbe?). Da segnalare: l’interno dell’occhio, nella Metro, il tentativo di disintossicazione. Pellicola unica, che dice più di quello che può sembrare.
MEMORABILE: Il trip allo sfasciacarrozze; Ogni volta che al protaginista viene inoculata la potente biodroga.
Esperienza psichedelica, vista attraverso la mente (contorta) di Brian, il protagonista vittima di un parassita cerebrale metafora e al tempo stesso emblema delle droghe sintetiche. Frank Henenlotter ha raggiunto una certa maturità e si discosta dall'approssimazione presente in Basket Case. Brain Damage ha del film compiuto, trascende il genere e si apparenta a suo modo a certe tematiche care al cinema di Cronenberg, tipo Il Demone sotto la Pelle, del quale è un potenziale fratello cinematografico. Insistita la violenza, ma sempre irrealistica.
Letto da tutti come una metafora sulla droga, questo film conferma il non comune talento visivo di Henenlotter, che ottiene risultati ancora migliori rispetto al pur soddisfacente esordio. Ancora una volta le idee ci sono così come pure il divertimento. Narrativamente però qualcosa qua e là non va come dovrebbe e forse, alla lunga, il film tende un po' a ripetersi. Insomma anche questa pellicola, comunque buona, non mi ha convinto al 100%.
Divertente ma non eccelsa pellicola di Henenlotter. Il film è sostanzialmente una metafora della droga (ma credo anche decisamente sessuale), che non si prende (giustamente) troppo sul serio, anche perché l'essere mostruoso ha fattezze molto simili a Mister Hankey (la cacca di natale parlante di South park!) e quindi non potrebbe fare altrimenti. Comunque mi è piaciuto vederlo, perché gli effetti gore sono riusciti e sul film aleggia una sensazione di cult trash. Psicotropo!
Dopo il buon esordio con Basket Case, Henenlotter si arma di qualche buon effetto speciale e parte sulla stessa falsariga: Aylmer è un parassita che si mangia cervelli e vive addosso al protagonista. Un ospite tutto sommato simpatico, esigente, che adora esibirsi in qualche momento canoro. La follia regna sovrana nella pellicola: scene di fellatio con Aylmer che si mangia il cervello attraverso la bocca della lei, sangue a profusione, ecc. Insomma, il danno potrebbe farlo più a voi che guardate, assumete con cautela. Spettacolare.
MEMORABILE: Il cameo del protagonista di Basket Case è da non perdere!
Ottimo horror con protagonista l'inquietante mostro Elmer (o Eymer, il suo vero nome) che dà al malcapitato di turno sensazioni uniche in cambio di cervelli umani! Sangue abbondante, interpretazioni degne. Da segnalare l'ottimo make-up del viscido mostro che sta addosso al corpo del malcapitato tutto il tempo. Da non sottovalutare.
MEMORABILE: La letale fellatio alla ragazza in un locale chiamato Inferno!
Culto personale. Questo esplicito metaforone sugli effetti della droga girato da un Henenlotter in stato di grazia riesce a superare l'ostacolo del ridicolo (e con un pupazzetto di gomma come protagonista non era facile) grazie alla buona interpretazione di Hearst, al carisma del parassita Eylmer e a un tono che si mantiene in bilico tra il grottesco e il serioso fino all'indimenticabile finale. Certe trovate come il celebre blowjob "al sangue" non fanno altro che confermare la caratura di un horror tra i migliori del decennio.
Interessante viaggio allucinato attraverso la mente di un giovane ragazzo tenuto in scacco da un essere aberrante che, in cambio di vittime sacrificali, inietta nel cervello una sostanza in grado di "sballare". Impietosa analisi su come l'assumere sostanze stupefacenti porti a compiere gesti estremi pur di soddisfare le proprie pulsioni. Registicamente interessante con alcuni guizzi resi con grande intuitività e buon piglio estetico-visivo. Pecca dal punto di vista della narrazione, dove si accusa un po' di stallo nonostante l'esigua durata. ***
Grande horror ottantiano con protagonista Rick Hearst, futuro divo di soap opera. Un ottimo incubo zeppo di scene godibilissime e indimenticabili. Unico neo, forse, è che il mostriciattolo Elmer ricorda quello visto in un altro cult horror degli anni '70. Ma l'ottima operazione non ce lo fa pesare.
Spassoso film underground del creativo Henenlotter, che già aveva stupito col suo piccolo cult Basket Case. In questo caso ci troviamo di fronte a un curioso prodotto che forse vorrebbe essere anche una riflessione sulle tossicodipendenze e che va a situarsi in un universo allucinogeno e mutazionistico quasi cronenberghiano. Non manca una buona dose di splatter e di umorismo grottesco, tipico del cinema di Henenlotter; buoni anche gli SPFX e l'animazione del mostriciattolo parassita, piuttosto singolare. Decisamente riuscito, da riscoprire!
MEMORABILE: Il blow-job mortale; Il cameo sulla metro che riporta a Basket Case.
Dopo l'ottimo esordio con Basket case, il talento visionario di Henenlotter riesce a creare un altro originalissimo film, ricco di metafore (il mostriciattolo Aylmer è sinonimo di droga) e di scene memorabili. Il pregio più grande del regista sta nello sfruttare come elemento disturbante il fatto di avere pochi mezzi economici a disposizione: il risultato, infatti, è un film dall'atmosfera cupa e malata dall'inizio alla fine. Notevoli anche la colonna sonora e gli effetti splatter. Horror di altissimo livello e psichedelico quanto basta.
Dopo The basket case (ironicamente citato nella splendida sequenza del metrò), Henenlotter torna a giocare con gli eterodossi meccanismi simbiotici dell’horror tirando fuori dagli abissi del subconscio questo alien fallico, capace di esplicitare senza fraintendimenti psicanalitici, ma anzi con un certo insano divertimento le addiction sessuali, come le dipendenze ancestrali d’ogni genere e risma. Tecnicamente il gusto del bizzarro raggiunge vette davvero “allucinogene”, fino all’esplosione psichedelica finale. Un po’ tirato per le lunghe ma vero cult.
MEMORABILE: La fellatio; Le iniezioni del mostriciattolo dietro al collo.
Buon horror made in Usa, forse uno dei migliori del periodo che abbia visto. Scene splatter a go go che onestamente non ho trovato fastidiose. Atmosfere, oltre che cupe, anche divertenti. Visionario e più che originale. Non ci vogliono per forza le grandi major per far film godibili.
Dal genio creativo di Henenlotter una piccola gemma sulle droghe e relativa dipendenza. Ottimo nella messa in scena, concisa e visionaria, malgrado le risorse economiche limitate. Funzionano anche i dialoghi e ci si ritrova ad ascoltare Elmer quasi avendo paura di restare invischiati nella sua melma fangosa fatta di false promesse. Indovinata la colonna sonora, dall’incedere lento e dalle sonorità avvolgenti e sinuose, che ben si amalgama con il tipo di accadimenti raccontati.
MEMORABILE: I dialoghi di Elmer per convincere Brian a un’altra dose; La fellatio mortalis.
Grande Henenlotter: convoglia la sua naturale predisposizione alla provocazione (basti vedere la “mostruosa” fellatio o la forma semi-escrementizia del parassita) in una acidissima metafora della tossicodipendenza, talmente ben sviscerata che non ci fossero le doverose truculenze a ornare il racconto potrebbe essere proiettato nelle scuole (Frank, seguo i tuoi passi!). Se la regia è l’ago e luci e colori la sostanza psicotropa, le sorprendenti musiche sono il pistone che inietta. Un trip no-trip che consiglio di cuore.
Forse il più riuscito dei film estremi di Henenlotter. Sembra evidente la metafora della dipendenza da droga, anche se a guardar bene c'è anche la dipendenza dal sesso, con inserti ai limiti dell'hard e la forma chiaramente fallica del buon Elmer. Il pezzo forte è lo splatter molto spinto almeno per quei tempi, con ottimi effetti speciali artigianali: non si dimenticano le penetrazioni frontali di Elmer a caccia di cervelli, nonchè l'incredibile fellatio in discoteca (da xxx). In definitiva un Cronenberg prima maniera più sozzo e violento.
Henenlotter colpisce ancora e, dopo il mitico Basket case, si supera con questa eccellente metafora sugli effetti della droga. L'Elmer del titolo è un verme parlante falliforme che secerne un fluido in grado di dare euforia, estasi, allucinazioni e dipendenza. In cambio chiede cervelli umani e si serve del suo "schiavo" di turno per trovarli. Di nuovo si tratta il tema della simbiosi malata, ma il budget è più sostanzioso (e si vede) e lo stile registico si è affinato. Surreale, onirico, comico, con ottime musiche ed effettacci gore. Must!
MEMORABILE: Il cameo di Duane e Belial nella metropolitana; La celebre scena della fellatio fatale; Il finale tragico e azzeccatissimo.
Non un capolavoro, ma un film più che discreto, che dosa nel modo giusto scene di orrore e splatter con momenti comici. La trama è banale; non così il film, che scorre per quasi novanta minuti senza annoiare mai. Effetti speciali discreti. Colonna sonora quasi assente, passabile la prova del cast. Consigliato agli appassionati del genere e non solo.
MEMORABILE: Elmer che canta in attesa della puntuale crisi di astinenza.
Superiore al ben più celebre esordio. La messa in scena pauperistica e raffazzonata è messa al servizio di una storia di mostruosa e distruttiva simbiosi che può divenire simbolo di altrettante dipendenze fatali. Lo squallore del basso budget intensifica paradossalmente il senso del disagio (al pari delle squinternate musichine synth) così come alcuni colpi maestri di cattivo gusto (la fellatio assassina) accrescono la bizzarria funebre del tutto. Cast ovviamente trascurabile.
Il film di Frank Henenlotter persuade in funzione d'una messa in scena generata in definitiva come un dramma esistenziale, relegando l'aspetto orrorifico - che di certo non manca - quasi a un accessorio che di tanto in tanto fa capolino, nella sua rozza ma allucinante efficacia. Lo squallore delle location newyorchesi (su tutti l'"hotel Sunshine") e la bizzarria del serpente-cervello parlante non sono altro che un valore aggiunto di un'opera imperfetta ma dotata di un'aura di culto che gli si confà senza troppe pretese. Belle le musiche.
Brain Damage è un film sull'apertura dei Chakras, che conduce all'illuminazione. È anche un film sull'omosessualità repressa e liberata in azioni criminali, sebbene, in apparenza, sia un film sulla dipendenza dalle droghe. Henenlotter è la grazia che ogni horror fan si merita dopo essersi sorbito dozzine di pellicole anodine: qualcosa dalle parti di una sodomizzazione consenziente o, appunto, di una iniezione di eroina. Sublime e trash, estatico e truculento, dirama i suoi molteplici sensi in un formalismo viscerale e oltraggioso. Cult nell'anima, prima di qualsiasi riconoscimento.
Fuori dalla mente di Brian soltanto una metropoli di sangue e cemento, cupa, malridotta e ben trapiantata all’interno delle nevrosi repressive. Dentro, invece, un vortice rapinoso e stordente, un cammino estetizzante e sensoriale di allucinata libidine. Henenlotter ricama puro e ibrido, trash e sublime, in un viaggio che ha mille punti di partenza ma un solo, inevitabile punto di non ritorno. La bellezza di Rick Hearst incanta.
Il rimando piuttosto ovvio alle conseguenze della tossicodipendenza cerca di dare un certo spessore a questa bizzarra storia di un connubio tra un orribile mostriciattolo parlante che si nutre di cervelli umani e un giovane caduto nella sua trappola psicotropa. L'idea di fondo (pur non originale) suscita all'inizio una qualche curiosità speranzosa di uno sviluppo coerente, che invece si riduce a un'iterazione dello stesso giochino, tra il gore, l'erotico (sottinteso o esplicito) e qualche colorato trip sottocosto. Fa sorridere in alcuni casi, ma non si sa dove voglia andare a parare.
Questa volta Henenlotter firma un horror ma in realtà è un pretesto per raccontare e fare un'analisi sul problema della tossicodipendenza. Malgrado qualche momento trash con protagonista Elmer, Henenlotter riesce come sempre a mescolare comicità, horror, dramma e riflessioni profonde come pochi sono stati in grado di fare. Bellissime alcune sequenze allucinanti, buoni gli effetti speciali, eccellente la prova di Hearst.
MEMORABILE: La morte via fellatio; Elmer che imita Sinatra nel lavandino; Il lampadario che si trasforma in occhio.
Una chiarissima ed efficace metafora sull'uso e abuso di droghe pesanti, ma con conseguenze ancora più nefaste (il protagonista subisce un lento e brutale decadimento, ma ad altri andrà molto peggio). La storia non ingrana subito e ha qualche ripetizione, ma in compenso sono da apprezzare la buona prova di tutto il cast, l'onestà degli effetti speciali e qualche sanguinosa truculenza assortita. Menzione per il cattivo della situazione, che suscita quasi simpatia in certe situazioni (l'espressione buffonesca e l'ottimo doppiaggio contribuiscono) pur essendo un vero fetente. Buono.
MEMORABILE: Tentativo di fellatio finito male; Aylmer si burla del protagonista agonizzante; Kevin Van Hentenryck in metropolitana.
Il detto gergale dei tossici “avere addosso la scimmia”, diventa qui “avere addosso la tenia”. Effetti visivi da videoclip anni '80, grandangoli, cromatismi lisergici, effetti stop and go alla “Sledgehammer”, manca solo il logo di Mtv. E poi sangue a fiumi, schifezze random, sbudellamenti, urla e sesso. Bello Rick Herbst, un Sid Vicious dandy passato dal Chelsea Hotel al Sunshine Hotel, ma che preferisce un fallo canterino a Nancy Spungen. Film teoricamente interessante come impatto e tematica, peccato che il voler strizzare l’occhio a un pubblico teenager ridicolizzi il tutto.
MEMORABILE: “Devi avere un mostro qui sotto”; La crisi d’astinenza in hotel; Il bacio in metropolitana.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Il blu-ray Sinister ha un master 1080p progressivo ottimo! Visto ieri su un TV da 65" con grande soddisfazione. Il fatto che sia un blu-ray masterizzato per quel che è costato va benissimo.
Ma i costi di stampa di un bluray sono davvero così elevati rispetto a quelli di un dvd da giustificare questa politica? La domanda non è una provocazione ma chiedo proprio per capire... Non converrebbe stampare solo il bluray aumentando leggermente il prezzo?
Esatto, una cosa assurda... Non si capisce che utenza pensano di soddisfare con questi prodotti visto che ormai il mercato dell'home video è solo per collezionisti super esigenti. A sto punto meglio i film in HD su supporto dvd.
Stampare in blu-ray costa almeno il doppio del dvd, e considerato l'andazzo del mercato italiano e dove il supporto più venduto è ancora quello in SD, difficile vedere certi titoli in HD... Comunque penso che la prima in Italia ad aver proposto supporti masterizzati per l'home video sia stata la Legocart. Ho ancora funzionanti le copie di Cybertech PD e di Sorvegliato a vista, usciti circa 20 anni fa.