Baci rubati - Film (1968)

Baci rubati
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Titolo originale: Baisers volés
Anno: 1968
Genere: commedia (colore)
Note: Fa parte della saga Doinel assieme a "I quattrocento colpi" "L'Amore a vent'anni", "Non drammatizziamo è solo questione di corna" e "L'amore fugge".
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/02/08 DAL BENEMERITO G.GODARDI
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G.Godardi 15/02/08 16:13 - 950 commenti

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Continuano le (dis)avventure di Antoine Doinel: dopo aver "terminato" il servizio militare torna nella vita civile passando da un lavoro all'altro e cercando di impalmare la bella Christine. Dopo la drammaticità dei 400 colpi, la leggerezza. Ma solo all'apparenza, perché il film ha un retrogusto amaro. Truffaut si diverte qui ad omaggiare i generi classici del cinema e illudere lo spettatore. Ma erano anche gli anni del '68 parigino e tale anarchia Truffaut l'esplicita nell'improvvisazione del film (attoriale e strutturale). Claude Jade è deliziosa.

B. Legnani 24/04/08 23:02 - 5449 commenti

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Delizioso, soffuso. L’autoironia di Truffaut, che racconta un po’ di sé e un po’ di Léaud, colpisce bene, anche perché narra qualcosa di goffo che a ciascuno di noi, in forma simile, è toccato. L’arguzia, poi, nel descrivere le piccole cose è dolcissima (la richiesta della doppia zolletta, il cavatappi al dito, le chiacchiere sul “dinosauro”...), e esalta le sorprese, come la fuga “à la Hitchcock” del post-caffé della Seyrig. Le poppe all'hotel sono della debuttante Brochard! Terza puntata della saga Doinel: ancora tanto l’amore per Parigi.
MEMORABILE: La selezione per il posto di magazziniere.

Continent 29/03/09 18:18 - 1 commenti

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L'ho visto talmente tante volte, l'ho analizzato scena per scena, che ora mi riesce difficile esprimere l'insieme di sensazioni che mi procura questo grande film. Un Truffaut anomalo, nel mezzo fra la comicità esibita di Mica scema la ragazza! (si veda l'ultima grande scena) e il Truffaut intimista che è presente in tutta la sua cinematografia. Il maestro ha fatto cose migliori, ma questo è un vero gioiello. Fantastica l'interpretazione di Léaud.
MEMORABILE: Il finale (interpretato, tra l'altro, da un grandissimo amico di Truffaut).

Brainiac 30/03/09 00:52 - 1083 commenti

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Film incentrato sulla maschera autobiografica di Léaud, che questa volta sembra recitare quasi fosse in una slapstick comedy, tante sono le sue espressioni stralunate ed i suoi tic. Però poi il film ci offre una lato amaro, una storia d'amore che sembra non sbocciare mai, una drammatica scena in cui il giovane protagonista declama una litania psicotica. Ed infine torna l'approccio comico, con la scena di chiusura, quasi demenziale. La via di mezzo fra il Truffaut intimista e quello leggero è questo piccolo grande film: divertente, inquietante, prezioso.
MEMORABILE: Doinel escogita un modo per ottenere un indirizzo attraverso un falso concorso a premi.

Homesick 26/12/09 17:46 - 5737 commenti

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Superati i travagli d’infanzia e le prime delusioni amorose, alla sua terza tappa Doinel è posto dinanzi ai problemi della maturità, declinati in consapevolezza del proprio ruolo nella società e in stabilità sentimentale. Truffaut alza i toni della commedia leggera in un racconto variegato, vivace e spesso esilarante che tuttavia mai giunge a soffocare l’atmosfera di delicato intimismo che avvolge la superlativa interpretazione (con relative improvvisazioni) verbale e mimica di Léaud nelle vesti di Antoine Doinel: istintivo, goffo, romantico, estroso, umorale.
MEMORABILE: Doinel che pronuncia i nomi davanti allo specchio.

Galbo 27/01/10 05:54 - 12246 commenti

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Il terzo film in cui il regista François Truffaut ritrova il personaggio di Antoine Doinel, interpretato dal suo attore "feticcio" Jean-Pierre Léaud (qui bravissimo). Pur realizzato nel pieno della contestazione giovanile del '68, il film è totalmente lontano dal clima politico/sociale e concentrato sulle vicissitudini del protagonista, raccontate con una chiave umoristica che nasconde un'amarezza di fondo.

Pau 4/06/10 20:53 - 125 commenti

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Film infuso del calore e dell'affetto di Truffaut nei confronti della sua creatura, Antoine Doinel, ritratto alla disperata ricerca di un posto nel mondo. Romanzo di iniziazione in immagini, si regge su un personaggio principale che prende al cuore per la sua intensa vitalità; pasticcione, affamato di emozioni, amante del bello, Antoine attraversa i diversi stadi dell'amore: da quello squallido delle donne di strada, all'idillio con una creatura angelicata e irraggiungibile, per trovare la gioia tra le comprensive braccia della sua Christine.
MEMORABILE: Antoine e Christine, dopo la prima notte d'amore insieme, si scambiano bigliettini mentre fanno colazione.

Caesars 6/04/11 09:00 - 3656 commenti

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Altra puntata della "saga di Antoine Doinel, come sempre interpretato da un ottimo Leaud. Qui il tono è leggero e divertente, ma sotto la patina scanzonata aleggia un'amarezza che rende più reale le avventure del nostro protagonista. Doinel ha poco più di vent'anni e quindi è alle prese coi problemi tipici di quest'età: donne e lavoro; incontrerà qualche difficoltà in entrambi i campi ma tutto questo lo aiuterà, forse, a crescere. Un film decisamente consigliabile, che si pone a mille miglia di distanza dalle commedie "giovanilistiche odierne.

Cotola 11/12/11 00:10 - 8794 commenti

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Gustoso terzo capitolo della saga di Antoine Doniel. Pur discontinuo, presenta un discreto ritmo e diverse parti e momenti riusciti. Stupisce poi come la delizia e la bellezza si palesino quando non te lo aspetti, specie nei piccoli gesti e nelle piccole cose. Di grande tenerezza gli ultimi dieci minuti che si concludono “follemente” dimostrando che Truffaut diverte ma il suo sorriso spesso è ben più che amarognolo.
MEMORABILE: La colazione tra Antoine e Christine dopo la prima notte d'amore: scena di rara tenerezza e pudore.

Rebis 26/06/12 13:53 - 2279 commenti

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Terzo capitolo della saga Doinel, vide Truffaut distratto dal set e impegnato nelle manifestazioni contro il licenziamento di Langlois dalla Cinémathèque Française, culminate con la clamorosa sospensione del festival di Cannes '68. Ne deriva un film svagato, più ricco di episodi che di storia, una libera passeggiata tra i generi - dalla commedia al noir - in cui, coerentemente, Léaud fa della recitazione una maschera allegorica. Il carattere di Doniel è più enunciato che rispettato, perdendo in parte profondità e fascino. Ma Truffaut sa rendere preziosa anche un'opera non proprio fondamentale.

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Mickes2 28/12/12 23:29 - 1670 commenti

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Rieccoci: Antoine Doinel e il suo approccio trasognato, istintivo e passionale nei confronti della vita e dell’amore. Pellicola di formazione dallo stile eclettico, che scambia continuamente i registri narrativi in un continuo andirivieni di piccoli avvenimenti, tra litigi e colpi di fulmine, licenziamenti e posti di lavoro non proprio onorati. Al centro il bisogno di un trovare un proprio posto nella società in una fase delicata della crescita. Mirabile la leggerezza del racconto di Truffaut, così come quella sua vena ironicamente amara.

Ryo 23/07/14 12:43 - 2169 commenti

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Il piccolo Antoine, personaggio protagonista de i 400 colpi e alter ego di Truffaut, cresce, matura ed è alle prese con le donne. Lo stile del regista utilizzato in questi film che raccontano di relazioni è molto labile e lascia sempre con il dubbio di un qualcosa di mai definito e con il cambiamento sempre dietro l'angolo, senza un epilogo certo. Buona la sensazione di freddo distacco dalla narrazione registica.

Modo 1/08/14 23:39 - 932 commenti

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Delizioso, romantico, a tratti buffo. La giovinezza avvolta dal mantello prima che questo si apra all'età matura. Truffaut ci regala un film dove il protagonista (ottimo Leaud) cerca di arrabattarsi nei suoi vent'anni tra amori e lavori. Donna sempre al centro dell'attenzione, qui nelle vesti di prostituta giovane, poi matura. Nel finale il tutto sembra prediligere una linea, anche se il regista ci regala un monologo che "sembra" spiazzarci.

Saintgifts 14/12/14 19:38 - 4098 commenti

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Giustamente nel mezzo della saga di Antoine Doinel, con un Léaud pienamente credibile e diviso, rispecchia molto bene il passaggio difficile (ma entusiasmante) verso l'età adulta del protagonista. Doinel impacciato, ma attento, suscita simpatia e attrazione nei rapporti generali, ma non sul lavoro, dove si dimostra ancora troppo poco furbo. Occasione sfruttata bene da Truffaut per mostrare una serie veramente ricca di personaggi che ruotano attorno al giovane Antoine, in scene di vita quotidiana isolate da ogni altro contesto.

Il Dandi 15/12/19 21:09 - 1917 commenti

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In pieno '68 parigino Truffaut (che aveva già anticipato le liberazioni anti-borghesi in Jules e Jim) decide invece di proseguire la saga di Antoine Doinel all'insegna di una poetica leggerezza e di un umorismo sottile e malinconico, accompagnando il suo attore feticcio Léaud (che alle prese con scene fumettistiche esaspera deliziosamente i suoi manierismi) verso l'età adulta, in un percorso (aneddotico e forse poco lineare) che parte dai baci negati dell'amore mercenario a quelli teneri dell'amore "definitivo". Intimista e agrodolce.
MEMORABILE: "Detesto il provvisorio... io sono definitivo!".

Fromell 5/08/20 09:11 - 77 commenti

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Siamo di nuovo nella vita (stavolta post adolescenziale) di Antoin Doinel, alter ego del regista francese, interpretato da un Jean-Pierre Léaud qui più bravo che mai. Il film racconta i suoi tentativi di realizzarsi nel mondo della società svolgendo lavori di vario genere tra cui collaboratore di un detective privato con risultati picareschi. Tutto è filtrato attraverso lo sguardo innocente, stralunato e ironico del protagonista, e il modo in cui si approccia al mondo non può non ricordare il personaggio creato da un altro Jean-Pierre (Jeunet) nel Favoloso mondo di Amélie.
MEMORABILE: Antoin Doinel che, davanti allo specchio, ripete allo sfinimento i nomi delle donne di cui è innamorato.

Giùan 25/12/20 17:07 - 4302 commenti

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Per lunghissimi tratti baciato dalla grazia d'una irresistibile leggerezza eterea, si apre e chiude con due immagini alternativamente definitive: le grate che serrano la Cinematheque e lo sconosciuto messaggero dell'amore "risolutivo". Truffaut si muove in questa dialettica tra provvisorio e decisivo con uvolontà d'ispirazione che aderisce con sincera caparbietà a ogni frammento di pellicola, trovando in Leaud un incredibile potere catarifrangente. Meraviglioso il "teatrino" dell'agenzia investigativa e prelibato il rapporto seduttivo con la magnifica Seyrig. Soavemente spasmodico.
MEMORABILE: Il caffè tra Antoine e Madame Tabard; Antoine davanti allo specchio ripete a mo' di kharma i nomi di Christine, Fabienne e il proprio.

Myvincent 21/01/21 15:29 - 3600 commenti

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In parte autobiografico, il film narra le vicende di un giovane innamorato che cambia lavori senza sfondare in nessuno, a causa del suo vivere trasognato. Il mondo è quello di Truffaut, fatto di sottintesi, di novità stilistiche, di trovate, molte delle quali francamente ingenue e non sempre riuscite. Solo se sintonici con esso si apprezzerà il vissuto del suo protagonista (il solito nevrotico Leaud) e si giustificherà un finale assurdo che sembra rovinare tutto il resto.

Magi94 24/07/21 18:48 - 909 commenti

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Meraviglioso capitolo della saga di Antoine Doinel, il primo con tratti marcati di commedia. L'umorismo leggero ma spassionato di Truffaut colpisce nel segno in una fantastica commistione di divertente ironia e riflessione malinconica sulle esperienze amorose di Antoine. La regia dimostra di sapere dirigere i tempi alla perfezione, così come gli attori recitano con una naturalezza che rende la storia ancora più sentita. Spiccano la rappresentazione buffa dell'agenzia di detective e del negozio di scarpe.
MEMORABILE: Hitler, meraviglioso paesaggista; Il finale.

Thedude94 19/04/22 23:29 - 1021 commenti

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Deliziosa commedia di Truffaut su un giovane ragazzo un po' strano, ancora inconsapevole del suo posto nel mondo e perennemente alla ricerca di una vita sentimentale migliore per sé stesso. Il punto forte, oltre alla sceneggiatura fluida e compatta, è sicuramente l'ottima prova di Léaud, il quale mediante una recitazione più corporea che altro riesce a trasmette le insicurezze e le inquietudini di un giovane ragazzo caparbio e determinato in ogni lavoro che prova ad affrontare. Il tutto è condito da momenti molto divertenti e scene quasi assurde, tra pedinamenti e amanti d'ogni tipo.

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Jandileida 8/08/22 15:21 - 1506 commenti

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Che cosa ci resta di questa terza avventura di Doinel? Senza dubbio la grazia straordinaria di Truffaut nel trasformare il quotidiano in leggerezza e gli ostacoli in siepi fiorite da superare in un sol balzo. La messa in scena è così ben orchestrata da essere a tratti quasi musicale, come nelle scene nell'ufficio di investigazione. Antoine nel frattempo è cresciuto e gli tocca confrontarsi con lavoro e amore: Léaud solca i marosi passando dallo sguardo furfantesco a quello amabile con la solita maestria. L'intermezzo da preda e predatore con la Seyrig merita da solo la visione.

Il ferrini 7/10/22 23:25 - 2210 commenti

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Film grazioso, con un protagonista sempre goffamente fuori posto, che nel lavoro così come nell'amore risulta per sua natura inadatto alle regole, ma senza mai volerle intenzionalmente sovvertire. Inutile sottolineare come la regia di Truffaut sia ancora una volta così intima e delicata da portare lo spettatore ad empatizzare con Doinel, personaggio da lui inventato qui alla terza di cinque avventure. Cinema da riscoprire.

Paulaster 5/06/23 18:10 - 4172 commenti

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Il giovane Doinel viene riformato dal servizio militare causa instabilità del carattere. La prima parte sembra un'operetta nei vari spostamenti lavorativi e conseguente approccio giovanilistico. Con la virata in direzione del tema amoroso il protagonista accentua la sua maturazione pur affrontando due differenti relazioni. Gran ritmo e piccole trovate di toccante delicatezza. Léaud riesce anche nei momenti più da commedia.
MEMORABILE: L'irruzione nella camera d'albergo; Il contratto con la moglie del titolare; L'amore definitivo.
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  • Discussione Cotola • 11/12/11 00:17
    Consigliere avanzato - 3810 interventi
    Ammetto che scrivendo il mio commento, nel punto in cui esalto la delizia e la bellezza nel mettere in scena le piccole cose, ho preso
    spunto da Buono. Lo pensavo anche io e mi sembrava una cosa così bella che l'ho voluta scrivere anche io per rimarcare una delle caratteristiche migliori del film. Spero che
    il nostro pittore non passi alla cassa per
    chiedermi i diritti :-)
    Ultima modifica: 11/12/11 00:18 da Cotola
  • Discussione B. Legnani • 11/12/11 10:59
    Pianificazione e progetti - 14852 interventi
    Ho verificato. Non credo che si possa ritenere presente, al di là di ogni ragionevole dubbio, il plagio.
  • Homevideo Xtron • 20/11/12 21:36
    Servizio caffè - 2096 interventi
    Il dvd BIM

    Audio italiano e francese 2.0
    Sottotitoli in italiano
    Formato video 1.66:1 16/9
    Durata 1h27m09s
    Extra Presentazione di Serge Toubiana, Truffaut parla del ciclo Doniel, il caso Langlois, Spot a sostegno di H. Langlois, Trailer, Filmato festival di Cannes 1968, Commento audio di C. Jaude e C. De Givray

    Un'immagine dal dvd (si trova al min. 54:10)

    Ultima modifica: 21/11/12 08:52 da Zender
  • Curiosità Samuel1979 • 4/05/17 01:26
    Addetto riparazione hardware - 3975 interventi
    Il libro letto da Antoine Doinel (Leaud), mentre svolge il servizio di portiere notturno è "La sirène du Mississippi" di William Irish, del 1947 (pubblicato in Francia nel 1950):