Baby blood - Film (1990)
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Baby blood
Anno: 1990
Genere: horror (colore)
Regia: Alain Robak
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La nostra recensione di Baby blood
L'IMPRESSIONE DI MMJ
Horror estetizzante alla francese che guarda con decisione al BASKET CASE di Henenlotter e piazza in grembo alla protagonista (Emmanuelle Escourrou) un bimbo sanguinario e parlante, che comunica attraverso la pancia e chiede sempre nuovo sangue. Si tratta di un'entità primigenia non ben definita, nata nella notte dei tempi e che infilatasi nel corpo di un giaguaro passa in quello di un serpente per fecondare Yanca, la popputa assistente di un domatore circense. Scappata dal circo, Yanca se ne va in città col suo pericoloso fardello e comincia a massacrare chi incontra per soddisfare la brama di sangue del nascituro, che di quello si nutre....Leggi tutto Un po' vampiro, un po' signora Julia di HELLRAISER, la protagonista si muove preferibilmente in scenari deserti, di notte e frequenta personaggi equivoci che può massacrare senza dare troppo nell'occhio. E' evidente che più che alla storia Alain Robak è interessato alla raffinata messa in scena, a cui una buona fotografia e un approccio registico molto attento ai tecnicismi danno un senso di modernità non comune, per gli horror del tempo. Il sangue non manca e gli effetti speciali non deludono per un film che potrà trovare i suoi estimatori. Certo i risicati dialoghi non aiutano a dare consistenza a una storia elementare, ma se si è alla ricerca di un po' di sano gore e di horror serio e mai comico nonostante le premesse un po' ridicole e uno sviluppo che sulla carta parrebbe puntare quasi alla parodia, BABY BLOOD potrebbe essere il film giusto; perché qui non c'è niente da ridere. Emmanuelle Escourrou sembra un po' ripercorrere, negli atteggiamenti, le interpretazioni distaccate della Adjani di POSSESSION o della Kinski del BACIO DELLA PANTERA, senza indulgere in grida belluine o gesti scomposti, inserendosi (anche per le inattese scene di nudo integrale) nel solco di un certo cinema francese quasi d'autore, che sfrutta la forza iconoclasta dell'horror per permettersi giochi di luce, sangue e violenza gratuita altrove non facilmente giustificabili.
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 31/05/10 DAL BENEMERITO BRAINIAC POI DAVINOTTATO IL GIORNO 2/07/14
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- Quello che si dice un buon film:
Herrkinski - Non male, dopotutto:
Schramm - Mediocre, ma con un suo perché:
Marcel MJ Davinotti jr., Brainiac - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Kinodrop
Francia, Anni '90: mi vengono in mente Di Biagio e Vanessa Paradis. Eppure nei 90's c'era chi in casa "blues" non si votava solo a vincere mondiali e a piazzare hit zuccherose nell'hit parade, ma si svenava per l'horror. Yanka è una vixen alla Caprioglio (fase Paprika) che lavora in un luna park gestito da freak-ettoni e bestie che si liquefano come i languidi baci della pantera. Deflorata da un vermazzo elmeriano deciderà di emanciparsi come l'Adjani, mantenendo le forme burrose con una dieta di carni rossissime. Baby blood: ovvero quando l'horror poteva citare i bebè senza chinarsi a implorar grazia.
Chi tanto riempie bocca e carta con la nouvelle vague dell'horror transalpino faccia retromarcia e perquisisca questo corpo informe; nelle mutande gli stanerà la refurtiva di Henenlotter ma rimarrà semi-ipnotizzato da strabismi narrativi venerei (termine oculato, considerato l'infero costrutto pre-maman) che collocano l'opera in un'interzona eidetica ove delirio psichico della protagonista e surrealtà oggettiva ballano il sirtaki; il sangue riempie i fotogrammi a tamburo battente, i curiosi accenni visionari giocano pari e patta con balordi squilibri descrittivi. Buon sangue, talvolta, mente.
Da un antefatto panoramico su savane e foreste lo spazio si riduce poi a qualche roulotte di un circo scalcinato di fiere selvagge, molto inquiete, che subodorano la presenza di un qualcosa di estraneo che si impossessa della fragile e bella Yanka. Horror transalpino girato evidentemente con poco, con una discreta idea di partenza ripresa in seguito in "Prevenge", ma con un andamento più grottesco e facilone che orrifico, nonostante l'esibizione di ettolitri di sangue e con effetti speciali ridotti al minimo specie nelle ultime sequenze. A parte qualche guizzo, risultato mediocre.
Truce horror francese che anticipa di un bel po' la rinascita dei 2000, a partire da uno stile per l'epoca già moderno, quasi da film arty, per arrivare a una violenza splatter a tratti davvero brutale; la minimale storyline segue le scorribande sanguinarie della gestante Yanka (una burrosa Escourrou), incinta di un mostruoso essere, in una sorta di horror on-the-road che in un'escalation di follia omicida si fa seguire con interesse, nonostante una certa ripetitività. Cinema in bilico tra il basso e l'alto, su quella sottile linea tutta 90s che profuma di cult minore indie.
MEMORABILE: In ambulanza.
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