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TITOLO INSERITO IL GIORNO 24/12/15 DAL BENEMERITO HERRKINSKI
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Herrkinski 24/12/15 01:42 - 8072 commenti

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L'esordio di Calahan è un horror epidemico che vorrebbe proporre una critica ai social network e a certa gioventù americana odierna; se la morale è fin troppo ovvia, la realizzazione non è certo meglio, presentando una fotografia da serie tv nobilitata solo da qualche discreta inquadratura della mdp e una carenza di idee nello script; tutto è prevedibile e privo di pathos, lo splatter è d'ordinanza e mai impressionante, le pretese cronenberghiane restano sulla superficie del teen-horror e nulla salva lo spettatore da una noia assai fastidiosa.

Daniela 28/03/19 13:44 - 12625 commenti

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Almeno per ora, anche se sussiste il sospetto, non ci sono prove certe che l'uso compulsivo dei social network possa provocare l'insorgenza di danni cerebrali, ma in futuro chissà... le "prove" potrebbero venire ad aggredirci. E'quel che ipotizza questo horrorino che, dopo una partenza tutto sommato promettente, si impappina nel raccontare gli sforzi di un piccolo gruppo di universitari, uno più antipatico dell'altro, per respingere l'assedio da parte di simil-zombies assetati i sangue. Tutto già visto, a parte una sequenza di auto-medicazione tosta di digerire (troppo assurda).

Taxius 7/05/19 12:45 - 1656 commenti

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Brutto horror che butta alle ortiche un'idea quantomeno interessante, ovvero un social network come causa di un' apocalisse zombi. L'inizio, per quanto banale, non è neanche malvagio, ovvero il solito gruppetto di festaioli universitari che resta bloccato all'interno di una casa allo scoppio dell'epidemia, ma già dopo mezz'ora si cominciano a notare i sintomi del fatto che tutto peggiorerà. Brutta la trama ma soprattutto male la regia di Cody Calahan, che fa sembrare il tutto un filmetto televisivo da due soldi.

Pumpkh75 30/05/19 15:03 - 1740 commenti

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Appetitosi i primi e gli ultimi sessanta secondi. Con questa premessa, facile intuire quel che c’è nel mezzo: sciatteria para-televisiva, inquadrature e dinamiche saccheggiate altrove, una ideuzza in fondo apprezzabile (i social come nuovo virus letale per il genere umano) trattata senza alcun spessore e con un pressapochismo frettoloso che la mortifica ulteriormente. Addizionale nota di demerito per il cast: ci fosse un solo personaggio che susciti una minima empatia. Robetta di poco valore.

Pesten 18/11/19 13:01 - 786 commenti

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Un social network riesce a generare un tumore nel cervello di chi lo usa, che si trasforma in zombi: interessante o meno, è l'applicazione a tagliare le gambe al tutto. I primissimi minuti fanno intuire qualcosa di buono, ma poi il volto monoespressivo della protagonista svela quello che ci aspetta per i 90 minuti successivi: piattume totale. Si salva la truculenza delle scene finali, che lascia la strada aperta a un eventuale sequel, ma per il resto la sensazione di trito che accompagna la visione è costante.

Schramm 10/01/22 14:19 - 3490 commenti

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Hideo killed the windows star. Pandemovie inverecondo con riporto di webinfection e letteralizzati pericoli da algoritmo. La dipendenza da social redroom (ah ah!) è un virus che fa del mondo un server crollato. Contro il frammento che vale più dell'intero e contro l'umanità intera che manda tutto in frammenti, l'hN1N 2.0 tutti unisce, parcellizzandoli in un Right at your monitor. La soluzione? Sta tutta nel Pi Greco. Falsa, ché in video-chat abbiamo anche la variante Romero. Sarà utile a waneggiamenti futuri. Non dissuadere dalla visione chi legge è pari a un'omissione di soccorso.

Buiomega71 8/04/23 00:52 - 2901 commenti

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Incipit che pare preso da un nuovo Scream, poi, Calhan tiene bene a mente le infezioni baviane, i tumori al cervello cronenberghiani e i suoi derivati, fino a una chiusa finale apocalittico/romeriana che alza l'asticella sul mare magnum del déjà vu degli assedi, degli zombi e dei virus. Almeno un momento notevole (la ragazza infetta albero di natale) e l'auto trapanazione del cranio dai riverberi fulciani. Il resto sa di già visto, ma l'atmosfera cupa, le allucinazioni tsukamotiane alla Giacobbe e i parassiti henenlotteriani danno una marcia in più. Derivativo ma con un suo perché.
MEMORABILE: L'assassinio a freddo del creatore del social network (tra John Lennon e una scena analoga di Scarlatti) in diretta tv; L'eye violence con vermetto.

Teddy 18/06/23 03:17 - 811 commenti

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Un delirio semi-privato, che coinvolge l’intero globo ma si svolge e si consuma in un micro-spazio. Perché sì, il film di Calahan è chiaramente un low-budget con ispirazioni da gran cult. Appesantito da una prima parte che fatica a mettere insieme i cocci, sfocia poi in un finale sanguinoso e sufficientemente cupo. D’impatto l’alfabeto sonoro a cura di Steph Copeland.

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  • Homevideo Taxius • 17/01/19 20:08
    Addetto riparazione hardware - 181 interventi
    Annunciata l'uscita in dvd e bluray con Midnighy Factory
  • Discussione Schramm • 9/01/22 20:55
    Scrivano - 7694 interventi
    per strano e buffo che sembri, credo sia al di là di ogni irragionevole dubbio che certe linee-guida dell'ultimo wan (l'elettricità interferita, il cerebro-tumore belial-elmeriano che vive di corpo proprio) vengono dritte da questo filmucolo della più brutt'acqua che merita se non altro per una ost che fa felici gli animi più dark-electro. non sapevo il regista avesse avuto la bronzea faccina di spingersi addirittura in un sequel. non m'arrischio.
  • Discussione Buiomega71 • 8/04/23 10:21
    Consigliere - 25934 interventi
    Se da una parte il derivativo ormai c'ha l'aria viziata del più trito deja vù (del terzetto assedio, virus e infetti non se ne può più) e sia leggermente spanne sopra al tipico zero budget fatto con amici nel week end , a Calahan va il merito di averci infilato dentro alcuni spunti e momenti interessanti e di avere chiuso il filmaccio con un suggestivo e evocativo, e poco speranzoso, sfondo apocalittico/romeriano degno del Giorno degli zombi 

    Va da se che questi filmettini difatto anche trascurabili arrivino da noi in home video (e magari, quelli più interessanti, anche no), ma non tutto è da buttare alle ortiche.

    In primis la carpenteriana e martellante OST di Stephan Copeland (cognome -omen), poi qualche idea non malaccio (la ragazza infetta "albero di natale" che da Dèmoni passa a Black Christmas, l'uccisione a freddo , in diretta tv, del fondatore del social zombificante che sta tra il mortale attentato a John Lennon e un momento analogo di Scarlatti, l'auto trapanazione al cranio dai riverberi fulciani, le allucinazioni perverse pseudo tsukamotiane che anticipano l'infezione, il tumore al cervello obliviano di Videodrome, l'eye violence, il vermetto henenlotteriano o del demone sotto la pelle-il campanilismo nazionale di Callahan per Cronenberg era inevitabile e una scena che Oz Perkins prenderà di peso per il suo ridondante Gretel e Hansel-lo schifoso parassita cordoso sfilato dalla bocca- l'incipit violento con le due ragazze che sembra l'intro di un nuovo Scream e l'atmosfera cupa che avvolge l'invernale cittadina canadese).

    Piccolo tasselli che se messi tutti insieme elevano, seppur non in maniera esponenziale, il prodotto dal mare magnum del già visto, consumato e digerito.

    Splatter nella media, risoluzione alla causa tumorale cerebrale totalmente delirante, low budget evidente, personaggi non simpaticissimi e ben poco empatici, i soliti infetti che da 28 giorni dopo, a REC fino a Dead Set ma anche basta e un'esorcismo via web tanto gratuito quanto inutile tanto è buttato lì.

    E anche la tirata verso l'assuefazione e lo strapotere dei social (compreso il cyberbullismo e il postare continuamente ogni cretinata) lascia il tempo che trova.

    Nell'insieme non malaccio, derivativo quanto si vuole, ma con un suo perchè.

    Destabilizzanti le dichiarazioni di Cody Calahan (riportate nel booklet contenuto nell'edizione "double bill" del blu ray della Midnight Factory) che afferma di preferire Lars von Trier a George Romero e Antichrist a La notte dei morti viventi.
    Ultima modifica: 8/04/23 11:53 da Buiomega71