Ennesimo sotto-VENERDI' 13 senz'arte né parte. Anzi, questa volta un po' di arte è rintracciabile nella fotografia, più ricercata del previsto e superiore a quella sciapa e povera che siamo abituati ad incontrare in questo tipo di film. Trattasi tuttavia dell'unico punto a favore di uno slasher risaputissimo, in cui gli effetti speciali mancano di fantasia (né sono granché bene realizzati) e il sangue vira molto più al gore che allo splatter. La vicenda si apre al solito camping nel bosco, dove un gruppo di amici ascolta tra gli alberi la storiella dello sceriffo locale: parla di un pazzo...Leggi tutto (tale "Madman" Marz) che si aggirerebbe nei dintorni richiamato da chi grida il suo nome. Inutile dire che i fessacchiotti urlano in tutte le salse con l'effetto immaginabile: Marz, con ascia e salopette, comincerà pazientemente la sua opera di decimazione sulle orme del più noto Jason. Tornati al campo, infatti, i nostri si avvieranno diligentemente nel bosco uno a uno (la stessa notte) in modo da facilitare la falcidie al pazzerello. Che qualcuno ne impicca, qualcun altro prende ad asciate... Scarso anche dal punto di vista dei nudi femminili (d'altra parte le giovani sono più brutte del previsto), il film è tutto un passeggiare circospetti nei boschi pronti ad urlare di terrore alla comparsa dell'omone dal folto capello bianco. Staccando di tanto in tanto nelle stanze del camping dove si fa sesso, si chiacchiera e ci si chiede che fine han fatto questo e quello.
Nel biennio '81/'82 negli USA uscirono una serie di spin-off del fortunato Venerdì 13, alcuni dei quali anche migliori del prototipo. Madman non è tra quest'ultimi, pur mantenendo un regime dignitoso per tutta la sua durata. La storia, scontatissima, lo accomuna ai contemporanei (e ben migliori) The Burning ed Humongous, ma qui la tensione latita e il gore, seppur presente, non abbonda. Riuscita qualche scena, attori nella media, fotografia particolarmente nitida, finale truce che fa guadagnare punti. Si può vedere, anche se non è fondamentale.
MEMORABILE: La decapitazione con il cofano della macchina.
Slasher dei primi anni ottanta che ovviamente si rifà ai vari Venerdi 13 e compagnia bella (ma più spesso brutta). In questo caso il livello qualitativo è decisamente più basso, in quanto viene meno la suspense e anche gli omicidi sono impostati in malo modo, nel senso che si vede ben poco sangue. Cast anonimo eccezion fatta per Gaylen Ross, che avevo già visto in Zombi di Romero.
Le analogie di questo piccolo slasher con Venerdì 13 sono evidenti e il livello è forse inferiore, ma il cattivone di turno non è niente male (sembra un incrocio tra un incarognito babbo natale fuori servizio e Bigfoot) e ci regala anche qualche bell'uccisione (l'incredibile decapitazione con il cofano di una macchina). La storia è il solito brodino (lo scetticismo di fronte alla leggenda) e per giunta il ritmo non è dei migliori in più punti, ma quel simpaticone di Madman Marz non si dimentica facilmente.
Luogo recondito, gruppetto misto e mostro di turno che si aggira. Struttura archetipica slasher, con tanto di falò introduttivo che fa tanto teen time. Giannone gira in modo pulito questa fiaba horror, infarcendola di stilemi come la macchina in panne o la fuga per il bosco, al tempo di un sonoro mai distratto. Gli attori sono forse la parte meno felice dell'operazione, impacciati o eccessivamente sopra le righe e manca anche la componente sexploitativa, spesso necessaria per rendere la pietanza più piccante. Discreto, nulla più.
MEMORABILE: La canzoncina dell'incipit; Il look di Madman Marz.
Anonimo slasherino anni '80. Sebbene la locandina e il titolo stesso siano rimasti nell'immaginario collettivo, non ha molte frecce al proprio arco. Il Madman eponimo è il solito gigantesco killer che miete giovani vittime a più non posso cercando di inserirsi sull'onda del successo di Jason Voorhees, non riuscendoci. Nonostante la confezione sia decorosa, meglio di tanti altri B-movie del periodo, manca il mordente e manca una dose soddisfacente di gore che rivitalizzi la situazione. Resta uno dei tanti slasherini che non dicono nulla.
Madman Marz non è il peggior boogeyman del creato (anche se per tre quarti di film ne inquadrano solo mani e zampe) e il contorno è quello dello slasher ‘80s tra campeggi e storielle attorno al fuoco, eppure Giannone si dilunga troppo sui volti dei trasognati protagonisti e perde un tempo enorme assopendosi nelle notturne e impervie scorribande boschive. Un po' di sangue e un paio di morti iconiche ci sono ma il surplus è la sporadica Gaylen Ross, qui anche in fugace topless (e, vista l’identificazione totale con Zombi, non è la prima cosa che uno si aspetta). Passibile ma passabile.
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Mai uscito in Italia (come una bella fetta degli slasher ottantiani, due su tutti The Burning e The Mutilator)
Per chi interessato (come il sottoscritto) c'è il BR americano della Vinegard Syndrome, rigorosamente uncut e regione 0 (come indica anche Nocturno in home video)
Sempre pensato che dietro tutti questi inediti ci sia stato lo zampino di qualche regista italiano attivo principalmente nel genere horror/thriller il quale, per avere meno concorrenza, ne impediva l'uscita. Questa come teoria complottistica. L'altra, quella -forse- più reale, è che all'epoca, questo genere di film incassava poco e perciò evitavano di distribuirli.
Digital ebbe a dire: Sempre pensato che dietro tutti questi inediti ci sia stato lo zampino di qualche regista italiano attivo principalmente nel genere horror/thriller il quale, per avere meno concorrenza, ne impediva l'uscita. Questa come teoria complottistica. L'altra, quella -forse- più reale, è che all'epoca, questo genere di film incassava poco e perciò evitavano di distribuirli.
Mhà, la prima teoria mi pare un pò "favolistica", la seconda più concreta...