L’esperanza d’Escobar trova qua pieno compimento: la crudissima realtà che fa 69 col realismo magico. E’ come se De Palma, Scorsese, Babenco, i Soprano, Gomorra, Ferrara e Di Leo, Fulci e Coppola, la telenovela, 20 anni prima e Bougas si trovassero a ballare sullo stesso palco l’oppa gangnam style in salsa caraibica in un’ insalata russa di scenari e specifici eterogenei quanto interdipendenti ove politica e polizia stanno in bilico tra etica coraggio e corruzione. Attorno all'inferno, il girotondo del cast fa cascare il mondo. Qualità a megatoni, davanti alla quale si può solo morire di piacere.
Sembra un personaggio inventato, ma Pablo Escobar è realmente vissuto e Narcos ne racconta l’epopea. Serie degna delle migliori produzioni cinematografiche del genere, realizzata non solo illustrando i fatti (probabilmente in modo un po’ romanzato) ma “scavando” doverosamente nella psicologia dei personaggi e affondando il coltello della narrazione delle radici del male. Peraltro come da tradizione riesce a creare spesso una vera empatia dello spettatore nei confronti del personaggio principale, ottimamente interpretato dall’attore Moura.
Capita molto di rado, in film o serie in cui il narcotraffico è il tema portante, che l'intelligenza degli autori, supportata da una ricerca storica molto seria e severa, riesca a realizzare un'opera completa, tralasciando la trasmissione di emozioni puramente cinetelevisive ad altri e concentrandosi sui fatti. Anche la descrizione psicologica dei personaggi viene lasciata da parte a vantaggio degli eventi e reazioni, lasciando a chi guarda il compito di riflettere su di essi. E, stante la molteplicità dei messaggi, lo si fa molto. Totale.
Prima della visione, al centocinquantesimo boss della malavita, mi chiesi se ci fosse veramente il bisogno di impiegare altre ore della mia breve vita in tal modo: la risposta, dopo la visione, è sì. Non che ci sia nulla di nuovo o sorprendente nella vita di Escobar che non si possa trovare anche altrove, da Napoli a Miami. Tuttavia, a livello cinematografico, la serie è un piacere per gli occhi: regia pulita e tagliente, ritmo forsennato, personaggi non troppo ricamati ma dritti all'essenza. E poi Moura tira giù veramente l'asso. Seconda stagione in calando.
Non è semplice raccontare una storia tanto pregna di accadimenti, romanzandola quel tanto che basta da renderla credibile. Non è facile mescolare così bene il reale e l'immaginario, i filmati dell'epoca e quelli riprodotti, attraverso un sapiente uso di costumi e di ambientazioni. Coraggiosa ma efficace anche la scelta di mantenere la lingua originale che comporta sottotitoli onnipresenti ma che non pesano affatto sul risultato finale. Perfetta anche la scelta degli attori. Tutti (e sottolineo tutti) credibilissimi ed estremamente bravi.
Tra la fiction e il documentario (magnifiche le immagini di repertorio inserite durante le puntate), questa serie non ha davvero nulla da invidiare alle grosse produzioni anche italiane come Gomorra. Altra idea geniale è non tradurre i dialoghi in spagnolo doppiando solo quelli in inglese: un modo ancora più realistico per misurare la distanza tra gli americani e i colombiani. Narcos però non è solo un viaggio nel narcotraffico ma anche un racconto di 25 anni di politica estera americana. Ottimo il cast, nel quale ovviamente svetta il brasiliano Wagner Moura.
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DiscussioneIra72 • 6/09/17 19:42 Call center Davinotti - 17 interventi
La terza stagione è una bomba. Molto carismatici i personaggi, grazie anche alla credibilità degli attori. Non era semplice mantenere il livello delle prime due, incentrate su un Pablo decisamente ben interpretato. Eppure me la sono goduta assai! Più movimentata, meno romanzata, con un Pacho ed un Salcedo che non fanno rimpiangere le prime due stagioni. Ritmo eccellente, più scanzonata ed ironica, senza mai scivolare nella leggerezza (perché gli argomenti trattati non lo consentono. Sarebbe un crimine in aggiunta ad una moltitudine di crimini farlo).
DiscussioneZender • 7/09/17 08:06 Capo scrivano - 47802 interventi
OK, mancano i soliti pallini del giudizio però.
DiscussioneIra72 • 7/09/17 14:48 Call center Davinotti - 17 interventi
Non trovo l'opzione che me lo consenta! Sarebbe "Un film straordinario, quasi perfetto!"
DiscussioneZender • 7/09/17 18:03 Capo scrivano - 47802 interventi
4 e mezzo quindi (va scritto a mano in questo caso :)
Ok, inserito, grazie.
DiscussioneIra72 • 8/09/17 17:47 Call center Davinotti - 17 interventi
Perfetto, grazie!
DiscussioneFabbiu • 13/10/17 11:54 Archivista in seconda - 652 interventi
Terza Stagione ****
Abbattuto Escobar, sparisce S.Murphy, ma rimane l'agente J.Pena (l'ottimo P.Pascal) ad occuparsi dei nuovi nemici e questa volta, a narrare anche i fatti. Si poteva pensare che accantonando situazioni e personaggi, sarebbe potuto calare l'interesse, eppure, nonostante il subentro di una nuova coppia di giovani poliziotti americani (scelta che sembra voler mantenere una tradizione delle stagioni precedenti) la terza stagione conferma la serie di pregiata fattura. Vi è ancora una validissima scrittura degli episodi che, sempre riescono ad appassionare, grazie al godibile equilibrio costruito tra la storia poliziesca e la cronaca ufficiale, nuovamente testimoniata da succulenti incursioni dagli archivi fotografici e televisivi. I nuovi personaggi (in parte già anticipati dalle precedenti stagioni) sono interpretati da un cast davvero fenomenale.
Ho divorato prima e seconda serie in pochi giorni bellezza sbalorditiva attori superlativi , realizzazione superba coinvolgimento totale la seconda serie va' vista tutta d' un fiato......non saperei dire chi e' il personaggio migliore ma gli intrighi loschi di Pena sono stupendi....bravi bravi bravi
Kaciaro ebbe a dire: Ho divorato prima e seconda serie in pochi giorni bellezza sbalorditiva attori superlativi , realizzazione superba coinvolgimento totale la seconda serie va' vista tutta d' un fiato......non saperei dire chi e' il personaggio migliore ma gli intrighi loschi di Pena sono stupendi....bravi bravi bravi