Vai alla scheda Sei nel forum Discussioni di

Discussioni su Il gioco di Gerald - Film (2017)

DISCUSSIONE GENERALE

30 post
  • Schramm • 9/10/17 13:07
    Scrivano - 7818 interventi
    Galbo ebbe a dire:
    Digital ebbe a dire:
    Galbo ebbe a dire:
    Rimango della mia idea. Non credo che definire mediocre il doppiaggio sia un insulto. Altrimenti aboliamo il diritto di critica....

    Si, invece è un insulto, perché vai a criticare i professionisti che ci hanno lavorato, definendoli mediocri quando non lo sono mai stati e mai lo saranno. Comunque resta pure della tua, distorta, "idea".


    Dooo questa sentenza credo che si possano abolire serenamente tutti i pallinaggi sotto il 3....


    ...e cambiare la legenda anche alla voce "mediocre, ma con un suo perché"... :D
    Ultima modifica: 9/10/17 13:08 da Schramm
  • Rebis • 9/10/17 13:18
    Compilatore d’emergenza - 4441 interventi
    io l'ho visto a casa di amici che hanno Netflix... il doppiaggio non mi ha infastidito, mi è sembrato in linea con l'impianto televisivo generale. Poi non so se in lingua originale ci avrebbe guadagnato.
  • Zender • 9/10/17 15:01
    Capo scrivano - 49047 interventi
    La frase "Consiglio la versione originale in quanto a mio parere il doppiaggio italiano è mediocre..." direi che non ha proprio niente di male, Digital. Oltretutto Galbo ha pure scritto "a mio avviso". Se uno non può avere una propria idea, peraltro non offensiva, nei confronti dui un doppiaggio o di un film... Io posso anche trovare mediocre un doppiaggio anni 70 con Amendola o chi vogliamo alla fine, sono mie opinioni tanto quelle su di un film. Poi tu hai ovviamente tutto il diritto di ribattere spiegando che la Gugino la doppia una signora doppiatrice eccetera, va benissimo e non mi pare Galbo abbia nemmeno ribattuto... Io ho trovato i doppiaggi Netflix in linea con quelli buoni, oi ognuno la pensa come vuole.
    Ultima modifica: 9/10/17 15:02 da Zender
  • Daniela • 9/10/17 15:28
    Gran Burattinaio - 5940 interventi
    [b]Digital ebbe a dire:
    Allora, Alessandra Korompay sulla Gugino è ottima così come è ottimo Antonio Sanna su Bruce Greenwood. .

    Digital, nella mia chiosa nel forum non mi riferivo specificatamente a questo film, che al momento non avevo ancora visto, ma più in generale al fatto che ultimamente mi è capitato, soprattutto su Netflix, di imbattermi in doppiaggi inascoltabili - e in merito credo che sia nel giusto Galbo quando li addebita alla fretta di proporre la pellicola in palinsesto.
    Quella stessa fretta che, subito dopo la seconda guerra mondiale, portò all'arrivo sugli schermi italiani di un gran numero di pellicole statunitensi doppiate con accenti sballati e parole desuete (chi conosce la saga dell'Uomo ombra sa bene a cosa mi riferisco).

    Chi volesse avere un'idea di ciò che definisco come doppiaggio "inascoltabile" potrebbe cimentarsi nella visione di Barricade, horror sempre proposto da Netflix, se non fosse che si tratta di un prodotto tanto mediocre che non mi sento di consigliarlo a nessuno, neppure a scopo dimostrativo.

    Sul doppiaggio di questo non mi posso esprimere, avendolo visto in originale, però non comprendo come tu possa definire "distorta" l'opinione di Galbo che l'ha giudicato negativamente.

    Il giudizio di Galbo è certo opinabile, come lo sono tutte le opinioni di natura estetica, e si può benissimo non condividerlo ma bollarlo come "distorto", accusandolo addirittura di essere offensivo nei confronti di onesti lavoratori che fanno il loro mestiere... beh, questa mi pare sinceramente un'esagerazione.

    PS: per la sottoscritta, il discorso finisce qui, non voglio alimentare polemiche.
    Ultima modifica: 9/10/17 15:30 da Daniela
  • Digital • 9/10/17 18:54
    Portaborse - 4157 interventi
    Senza voler fare il falso modesto direi che un po' ci capisco di doppiaggio e so perfettamente quando ci sono voci imbarazzanti e quando, come nel caso di questo film, attori ancor prima di doppiatori i quali svolgono da decenni il proprio lavoro a livelli ragguardevoli. Poi può capitare che ci sia stata una volta in cui, per mille ragioni, si son presentati al leggio con meno mordete del solito, ma non è questo il caso (al limite si può ragionare di come la Korompay sia di qualche anno più anziana della Gugino e quindi, FORSE, non è proprio aderentissima, ma sono davvero inezie, tant'è che tale differenza non inficia sulla bontà del doppiaggio). Comunque, per curiosità, mi piacerebbe che lo riguardassi doppiato, Daniela, così, tanto per avere un giudizio in più.
    Detto questo lungi da me scatenare una polemica, anche per me si può chiudere amichevolmente qui. ;)
  • Brainiac • 19/10/17 22:14
    Call center Davinotti - 1464 interventi
    Sono un kinghiano-osservante ma da (non)splendido quarantenne di tutti i romanzi scandagliati intorno ai vent'anni ho ricordi non sempre completi (eufemismo!), anche perchè sono del partito di "quelli che non rileggono mai". Questa trasposizione è una bomba, mi ha fatto tornare alla mente tutto quello che avevo rimosso come mi succede raramentissimamente col buon Beppone ma soprattutto ha ricostruito l'immagine mentale che mi ero proiettato nella sala-proiezioni cerebrale alla grandissima, facendo riaffiorare tutta una serie di sensazioni che avevano accompagnato la lettura. Sono davvero sorpreso, se si passa sopra ad un finale un po' "cartonato" questo netflix-original va dritto-dritto nella mia top-five dei riadattamenti di SK.
    Ultima modifica: 19/10/17 22:19 da Brainiac
  • Galbo • 20/10/17 12:43
    Consigliere massimo - 4019 interventi
    Per gli estimatori di King segnalo che Netflix ha appena rilasciato 1922 tratto da un racconto dello scrittore
  • Buiomega71 • 13/04/24 10:22
    Consigliere - 27250 interventi
    Restava uno dei romanzi di King mai tradotti per lo schermo (rimangono, a ora, La lunga marcia, Rose Madder, La bambina che amava Tom Gordon e pochissimi altri) e si poteva capire il perchè (concentrato com'era nei dedali mentali di Jesse ammanettata ad un letto, in balia delle sue paure, delle sue visioni dovute alla disidratazione e di traumi rimossi).

    Flanagan riprende , in parte, la struttura di Oculus (la disgregazione familiare in primis,il/ la protagonista che scivola nella follia e nel decadimento fisico, la madre di famiglia incatenata, la realtà che si mescola alle allucinazioni) e lo amalgama perfettamente con il testo kinghiano.

    Ne esce un kammerspiel dall'altissima tensione claustrofobica, un teatro dell'assurdo, dell'orrore e della morte, in perenne stato di allucinazione (il fantasma di Gerald, il doppelganger di Jesse e un mostruoso serial killer necrofilo alla Ed Gein dalle fattezze lynchiane) dove il martirio della Gugino (in un tour de force sadico davvero degno di nota) assume i lineamenti, nel suo volto colmo di sofferenza, degrado fisico e disperazione, quasi reganiani.

    Dietro terribili abusi incestuosi paterni (la bellissima e suggestiva eclisse di sole, seduti sulla panchina e sulle gambe di papà e lui che si struscia ansimando "Continua a guardare", per poi instaurare, con la figlia "prediletta", un subdolo e meschino gioco psicologico) con l'ex bambino prodigio di ET in un ruolo sgradevolissimo, un marito misogino (la sua volgarissima battuta sull'involucro femminile) che si rimpinza di viagra e si eccita con fantasie stupratorie, un cane randagio che strappa la carne a morsi dal cadavere di Gerald (quest'ultimo lo ribatezza scherzosamente Cujo, e le citazioni kinghiane arrivano anche da Cose preziose, detto sempre da Gerald nel bel mezzo di un discorso e, naturalmente l'eclissi) e le pantomime per prendere un semplice bicchiere d'acqua che diventano durissime prove di sopravvivenza.

    La deriva nella follia della donna, che vede sè stessa sia d'adulta che da bambina, vittima non solo della situazione da "trapped movie" ma corrosa dai suoi stessi demoni (la morte sotto forma di un uomo deforme e ghignante, che, con la rivelazione finale si scoprirà che...) e dai suoi traumi dell'adolescenza abusata mai rimossi.

    Un momento fa vacillare la visione, rendendo la scena quasi insostenibile (le anime candide sono avvisate), nello "sguantamento" scarnificante della mano che passa dalla manetta (di incredibile iperrealismo l'effetto ultragore del grande Robert Kurtzman), orchestrato da Flanagan con gran perizia registica.

    Peccato che il finale vada un pò in calando, con spiegoni su spiegoni, aule di tribunale con confronto faccia a faccia e il fastidioso sentore da "Donne al bivio" (in aiuto delle persone che hanno subito abusi nell'infanzia, la rinascita dopo il supplizio).

    Ma Flanagan si dimostra autore raffinato e intelligente, con una forte personalità, che lo distacca nettamente dall' essere solo un semplice metteur en scene.

    Ottimo il doppiaggio italiano, con notevoli punte di turpiloquio nei dialoghi tra Jesse e il "fantasma" di Gerald.

    Topina
    Ultima modifica: 6/05/24 21:21 da Buiomega71
  • Herrkinski • 18/04/24 18:37
    Consigliere avanzato - 2663 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Restava uno dei romanzi di King mai tradotti per lo schermo (rimangono, a ora, La lunga marcia, La bambina che amava Tom Gordon e pochissimi altri)
    Tra l'altro La lunga marcia, uscito a nome Richard Bachman, era un bellissimo romanzo e ho sempre pensato che sarebbe diventato un thriller distopico eccellente se trasposto al cinema dal regista giusto. Idem per altri romanzi rimasti inediti, specialmente a nome Bachman, come Ossessione e Uscita per l'inferno, anche se probabilmente troppo nichilisti e scomodi oggigiorno per esser trasposti al cinema. Forse negli anni '80 e '90 sarebbe ancora stato possibile...

  • Rebis • 18/04/24 21:10
    Compilatore d’emergenza - 4441 interventi
    Herrkinski ebbe a dire:
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Restava uno dei romanzi di King mai tradotti per lo schermo (rimangono, a ora, La lunga marcia, La bambina che amava Tom Gordon e pochissimi altri)
    Tra l'altro La lunga marcia, uscito a nome Richard Bachman, era un bellissimo romanzo e ho sempre pensato che sarebbe diventato un thriller distopico eccellente se trasposto al cinema dal regista giusto. Idem per altri romanzi rimasti inediti, specialmente a nome Bachman, come Ossessione e Uscita per l'inferno, anche se probabilmente troppo nichilisti e scomodi oggigiorno per esser trasposti al cinema. Forse negli anni '80 e '90 sarebbe ancora stato possibile...

    I romanzi firmati come Bachman in realtà sarebbero decisamente in linea con la cupezza dei tempi attuali, espressa anche da diversi registi, e molto adatti ad una trasposizione  cinematografica. Paradossalmente il meno interessante è proprio L'occhio del male che invece un adattamento l'ha avuto, essendo un horror di routine decisamente meno scomodo. 

    Ultima modifica: 18/04/24 21:12 da Rebis