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LE LOCATION
TITOLO INSERITO IL GIORNO 2/03/24 DAL BENEMERITO HERRKINSKI
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Clicca sul nome dei commentatori per leggere la loro dissertazione ( vale mezzo pallino)
- Davvero notevole!:
Daniela, Schramm - Non male, dopotutto:
Herrkinski, Kinodrop
Un uomo si ritrova intrappolato a casa di una donna che vive sul fondo di un canyon, senza modo di risalire e preso di mira da un gruppo di ragazzini selvaggi. Un'idea bizzarra che il regista di videoclip Clay mette in scena con un bel gusto per l'immagine, prendendo ispirazione da tante fonti differenti; da riferimenti biblici a riflessioni esistenziali, fino a suggestioni pagane ed elementi para-horror a metà tra Le colline hanno gli occhi e Il signore delle mosche, crea un clima allucinato che ricorda i film di Eggers, in una location davvero surreale. Ottima la coppia Haze/Sheil.
Dopo essersi perso nel deserto, un uomo si ritrova intrappolato in fondo a una buca in cui vive una donna... Remake de La donna di sabbia in cui gli abitanti del villaggio sono sostituiti da un branco di bambini e adolescenti selvaggi che sembrano parenti stretti di quelli del Signore delle mosche. Scontata la mancanza di originalità, ma il film si fa ugualmente seguire con interesse per la bellissima ambientazione del deserto dello Utah e per le convincenti prove attoriali. Prima opera di finzione per Clay, già regista di documentari e video musicali: un esordio promettente.
Con le intenzioni di fotografare l'eclissi totale di sole, un escursionista si perde nel deserto e trova rifugio all'interno di un canyon dove vive una donna misteriosa e silente, ma presto prenderà atto di non poterne più uscire a causa di un gruppo di feroci ragazzini che incombe dall'alto. Le aspettative di una narrazione sul versante horror vengono vanificate quasi subito dalle vicende domestiche nella casetta rustica in mezzo al nulla e nell'attesa di un qualcosa di rilevante che invece si manifesta solo verso la fine. Tra Eggers e Aster, un tentativo più estetizzante che altro.
Dal frame 1, lo stravolgente incipit mostra tutte le credenziali: ipermetropia collinare che mette a fuoco (in ogni senso) l'avventuriero senza bussola e torrente del lupo in cui annegherà e noi con lui. Da qui vale più il viaggio della meta: una sbronza di suggestione perpetua tra sonagli allarmanti (eclisse formiche graffiti), herzoghismi di una natura tanto bella quanto abortiva, serradoriani personaggi strambi andante; finché non sarà la meta dell'egemonia matriarcale a farsi tessitura, sfilacciantesi in caroselli cringe (l'amplesso ralenty) ma che intabarra un rilevante esordio.
MEMORABILE: "Noi viviamo nel deserto: ma oltre è tutto un miraggio"; Il sound-engineering di F. M. Einheit.
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- x Zender,da inserire in nota:
remake de La donna di sabbia del 1964.
Inoltre su IMDB è segnalato come film tvUltima modifica: 7/05/24 11:21 da Daniela - Ok per il remake, ma per film tv inidichiamo solo quelli che hanno scritto proprio "film per la tv" o "video".
- Ma non è un remake però, di sicuro non ufficiale. Non ho visto il film giapponese a cui fa riferimento, ma credo abbiano preso in prestito alcune idee e basta, oppure copiato.Ultima modifica: 8/05/24 05:01 da Herrkinski
- In effetti neanche Imdb lo segna come tale, Daniela.
- quella di danyta è un'eccellente intuizione perché lo ricorda per più di un verso ma effettivamente mi sembra scavalcare le intenzioni del regista, al più si può parlare di remake involontario o criptoremake, ma che sia ufficiale ho qualche dubbio. bisognerebbe magari controllare se il regista l'ha dichiarato in sede d'intervista
- Schramm ebbe a dire:
al più si può parlare di remake involontario o criptoremake,
Remake involontario?
Conosco bene La donna di sabbia e la trama di questo film rispetto a quella del film giapponese è troppo simile per poter parlare di remale involontario: a parte la diversa ambientazione (in pieno deserto invece che sulla riva del mare) e la sostituzione degli abitanti del villaggio con dei ragazzi semi-selvaggi, la situazione in cui si viene a trovare il protagonista, le dinamiche che si sviluppano tra lui e la donna e anche l'evoluzione della vicenda sono identiche.
Non ho letto le dichiarazioni del regista in proposito ma, se non ha fatto alcun riferimento a La donna di sabbia (il film oppure il romanzo di Kobo Abe da cui lo stesso è tratto), allora a mio parere si può parlare di plagio. - non dico che non ci siano cromosomi narrativi e tematici comuni, ma tutto è possibile, d'altronde anche il regista di squid game spergiurava di non conoscere as the gods will manga né film... devo comunque ammettere che io lungo la visione non ci ho affatto pensato. il primo intertesto che mi ha fatto gong fin dalla primissima immagine (il bambino che sgranocchia il ditino) è stato il craven collinare. per propaggine wolf creek e wrong turn. col tutto che ho adorato la donna di sabbia. però senz'altro quella che hai tracciato con teshigahara è una parentela più che legittima.
- Ho trovato un'intervista del regista in cui dichiara:
"Nel raccogliere le idee mi sono ispirato molto a “La donna di sabbia”, un romanzo giapponese di Kobo Abe, che ha come protagonista un uomo confinato in una fossa di sabbia. Il mio film va in una direzione molto diversa, parte da lì e poi va da un'altra parte."
Intervista (in inglese)Ultima modifica: 29/05/24 01:13 da Herrkinski
