Thriller poliziesco teso ed avvincente, giocato sul sottile filo che separa bene e male e legalità e crimine. Sceneggiatura di ferro, ritmata da dialoghi rudi e realistici. Interpretazione notevole per Nolte, ma ottimo tutto il cast. Musiche di Ruben Blades. Da vedere.
Tratto da un romanzo scritto da un ex giudice della corte suprema, è una storia che ruota intorno all’inchiesta sull’uccisione di uno spacciatore da parte di un poliziotto newyorchese. Come sempre nei film di Sidney Lumet la spettacolarità e l’interesse per le storie raccontate si sposano alla causa dell’impegno civile. Ne deriva un film che intriga e fa riflettere (sulle brutalità del potere esecutivo) sorretto da ottime interpretazioni del cast.
Il titolo originale (in italiano: "Domanda & risposta") lascia intendere il taglio che Lumet vuole dare alla sua opera la quale, in effetti, può avvalersi di una sceneggiatura tesa e robusta e di tematiche (legge, corruzione, razzismo, omosessualità) che fin dal suo debutto (La parola ai giurati) hanno sempre contraddistinto il regista di Philadelphia. Il film comincia col piglio giusto per poi lasciare il passo a qualche verbosità di troppo, quasi sempre relativa alla love-story del protagonista, fino al serrato e violento finale. Nolte vero e proprio babau.
Vice procuratore distrettuale al primo incarico deve condurre l'inchiesta sull'omicidio di un malavitoso da parte di un tenente dai metodi brutali ma molto stimato dai colleghi... Lumet torna sui temi della giustizia e della corruzione all'interno della polizia che era già stata al centro di opere famose come Serpico e Il Principe della città con un plot complesso, con molti personaggi in campo, dall'inizio asciutto e dall'epilogo fra il tragico e l'amaro, ben interpretato da tutto il cast. Peccato per il sotto-intrigo sentimentale, assai poco convincente, che indebolisce l'impatto.
MEMORABILE: Relativamente all'esistenza di verbali: "La carta brucia a 451 Fahrenheit..."
Un benintenzionato neoprocuratore affronta un caso apparentemente semplice per scoprire che dietro si cela un grosso giro di corruzione. Lumet torna sul luogo del delitto affrontato in Serpico, senza una star di prima grandezza ma con un cast efficace ed equilibrato, su cui spicca Assante, mentre il più debole è proprio il protagonista Hutton. La storia non ha nulla di originale, infatti il film va avanti senza guizzi, in maniera abbastanza routinaria fino all'epilogo, peraltro non scontato. Buon cinema, ma da Lumet ci si attende di più.
17 anni dopo Serpico Lumet dirige un nuovo mix tra poliziesco classico e film di denuncia cui avrebbe giovato una maggiore compattezza. Se infatti la prima mezz'ora e gli ultimi venti minuti sono decisamente coinvolgenti, la parte centrale è ordinaria amministrazione, con qualche momento di tedio. Cast complessivamente buono (ma il protagonista Hutton non ha il giusto carisma), dialoghi curati e sceneggiatura che mette sul piatto la corruzione nella polizia, gli intrighi della magistratura, il razzismo e l'omosessualità. Forse un po' troppo...
Poliziesco robusto, dalla struttura classica tra poliziotti corrotti e narcotrafficanti quasi buoni. Il ritmo a volte rallenta un po' troppo, soprattutto a causa della sciapa love story di sfondo, ma il tratteggio dei personaggi e del mondo della criminalità metropolitana funziona e coinvolge. Un feroce Nolte ruba la scena al più insipido Hutton; tra loro la buona prova di Assante e un bel comparto di comprimari tra cui Dutton e Guzman. Realistico nella sua violenza e ben diretto, buona la fotografia.
Lumet torna al tema della corruzione tra le forze dell’ordine completando un’ideale trilogia con Serpico e Il principe della città. Il potere è corrotto ma riesce sempre e ancora a farla franca. Niente di nuovo all’orizzonte ma resta comunque un poliziesco violento e duro in una New York magistralmente fotografata dal grande Bartkowiak. Un Nolte massiccio e corpulento è un superbo "cattivo tenente". Senza le solite parentesi melodrammatiche sarebbe stato probabilmente superiore ai due predecessori. Guzman come agente portoricano è perfetto.
MEMORABILE: O’Neal che accusato intona "Que sera sera"; Nolte che strizza le palle a un travestito; Il viscido avvocato Pearlstein.
Lumet torna ai suoi temi cari, settantiani, della corruzione della polizia e del "sistema" che comunque l'ha vinta. Il film ruota attorno a un gigantesco (in tutti i sensi) Nick Nolte, che disegna un poliziotto talmente marcio, corrotto, violento, omofobo e razzista da far impallidire il Cattivo tenente di Ferrara. Mai sentiti tanti epiteti razzisti in un solo film. Hutton monoespressivo, bene invece Assante e Guzman che nella parte del portoricano si costruirà una carriera. Le lungaggini sentimentali fanno perdere qualche punto.
Poteva essere un piccolo capolavoro e invece niente da fare. Troppe cose non funzionano, pregiudicando l’esito finale. Si sente la mancanza di un montaggio serrato e conciso in grado di rendere la visione più dinamica e meno dispersiva. La durata, infatti, non è indifferente e se aggiungiamo anche una storiella sentimentale abbastanza impalpabile, ecco che la zavorra aumenta di peso. L’assenza di una colonna sonora che si ricorda tardi di lanciare qualche timido segnale si somma al resto. Pochi i momenti davvero convincenti.
La storia è l'ennesima riproposizione della lotta fra poliziotti marci e sbirri virtuosi, con Lumet che si diverte a mischiare le carte moltiplicando i passaggi che portano ad un epilogo scontato e amaro. Le oltre due ore di pellicola alla fine si sentono, anche perché la sceneggiatura non è sempre di primo livello, ma il film si segue bene grazie anche alla superba prova dei tre protagonisti, ben supportati dal cast di contorno. La confezione curata ne fa un film poderoso, a tratti avvincente e polemico al punto giusto, con la denuncia che si rarefa quando alza il tiro nel finale.
Vice procuratore indaga su un omicidio compiuto da un poliziotto. Il tema della corruzione nella polizia esaspera i toni, soprattutto a livello razziale e sessuale. Il clima malavitoso è rappresentato meglio rispetto all'ambiente poliziesco e il doppiaggio spagnoleggiante lascia a desiderare. Nolte dà fisicità al ruolo mentre Hutton finisce per essere ingenuo. Conclusione amarognola e retorica amorosa stucchevole. Durata francamente eccessiva.
MEMORABILE: La benzina per far esplodere la barca; L'informatore ucciso.
Film poliziesco del 1990 (meglio il titolo italiano, decisamente), evidenzia la corruzione che serpeggia nella polizia. Un giovane avvocato (Hutton) deve fare luce sul sordido Brennan (Nolte), ma la vicenda non è così semplice da risolvere. La pellicola di Lumet si segue, ma purtroppo si aggiungono diversi altri personaggi, la faccenda si ingarbuglia e spesso si fatica a seguirla. Buona la prova degli attori (Nolte è doppiato da Glauco Onorato) anche se risulta difficile pensare che la vicenda sia ambientata negli anni '70. Valido ma poteva essere ancora migliore.
MEMORABILE: Il "controllo sessuale" da parte di Brennan nei confronti di un travestito.
Tutto sommato un buon film. Un onesto ex-poliziotto, ora sostituto procuratore, dovrà affrontare un poliziotto considerato "leggenda" dai colleghi e che tanto "leggenda" non si dimostrerà. Ottima la prova del cast, ma film che presenta anche qualche grosso difetto; uno su tutti la patetica storia d'amore che vede coinvolti il sostituto procuratore e una sua vecchia fiamma ora compagna di uno dei cattivi. Discreto.
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Nell'edizione per la tv di questo film, Sidney Lumet si è firmato Alan Smithee (lo pseudonimo usato dai registi americani quando non vogliono apparire come direttori di un film). La fonte di questa notizia è Imdb, che però non riporta diverse versioni per la pellicola. Quindi Lumet ha deciso di disconoscere l'opera in un secondo tempo?
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv ("I Filmissimi", giovedì 22 luglio 1993) di Terzo grado:
HomevideoRocchiola • 4/05/18 09:49 Call center Davinotti - 1320 interventi
Il DVD della Fox è sempre in catalogo ed ormai disponibile a prezzi davvero bassi. Si tratta di un ottimo prodotto con video pulito e dalla definizione ottima. Audio italiano 2.0 surround dal livello un po' basso ma comunque più che discreto.
CuriositàZender • 12/07/22 17:24 Capo scrivano - 48956 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film: