La coppia Ric e Gian funzionava in TV, così qualcuno provò a lanciarla anche nel cinema con un soggetto western nella scia delle allora superstar Franchi e Ingrassia. Quel qualcuno fu Osvaldo Civirani, più noto come fotografo di scena in film come OSSESSIONE e LO SCEICCO BIANCO che come regista di mediocri erotici (SEXY PROIBITO il suo esordio) o western (IL FIGLIO DI DJANGO). Ma l'incasso al botteghino fu talmente misero che Ric e Gian tornarono...Leggi tutto in TV e Civirani li sostituì ben presto, per i suoi lavori comici, con gli "originali", Franchi e Ingrassia (suoi I DUE FIGLI DEI TRINITÀ o I DUE DELLA FORMULA 1 ALLA CORSA PIÙ’ PAZZA DEL MONDO). Qui Ric (irlandese) e Gian (scozzese, con tanto di kilt) sono nel west e devono condurre una diligenza, le cui ruote dovrebbero a loro insaputa essere d'oro, attraverso i territori dell'Ovest rischiando l'attacco di sudisti e indiani per portare l’oro a un cartello nordista. Il film racconta del loro viaggio insieme a un nordista in borghese che sorveglia le loro mosse, Barbara (una bella spia nordista), un contrabbandiere di alcolici (che i due berranno credendoli ricostituente) e una bara con chiuso dentro un pericoloso gangster (Tiberio Murgia) che si finge morto. Durante il viaggio il gruppo si scontrerà prima con gli indiani poi con un commando sudista (il cui colonnello è sempre Ric, favorendo così il solito gioco dei sosia). Si capisce subito quanto i due comici, soprattutto Gian, fatichino, al cinema. Non potendo contare su una sceneggiatura decente (e non essendo in grado di improvvisare come i grandi comici del periodo) rimediano una figura non proprio consolante: gag dilatate oltre ogni limite, battute mai divertenti, scarsa confidenza coi tempi comici... Oltretutto, inspiegabilmente, il film dura un'ora e cinquanta risultando insopportabilmente interminabile. E' vedendo film così che si capisce quanto Franco e Ciccio improvvisassero riuscendo spesso a salvare l'insalvabile.
Chissà cosa avevano in mente Ric e Gian quando accettarono di girare questa parodia di film western; forse eguagliare le geste cinematografiche di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, campioni d'incassi Anni Sessanta del genere? Fatto sta che questo film è una dimenticabile parodia, passata anni e anni or sono nelle nostre tv locali, dove l'allora giovane duo di comici trentenni cercava di divertertire il pubblico. Li rivedremo in Kakkientruppen nel ruolo di dottori.
Non si ride mai in questo pedestre tentativo di lanciare Ric e Gian al cinema sulla scia delle parodie western francocicciesche di cui Civirani, che lavorerà poi con il duo siciliano con risultati scadenti, ricalca lo stile. Il risultato è pessimo, con una trama inutilmente allungata e i due protagonisti assolutamente ingessati e antipatici, senza i tempi comici giusti per far divertire. La fase della cena con il capitano, in cui si fa uso della trovata del sosia (geniale...), è insostenibile come il resto del film. Orrendo!
MEMORABILE: La rasatura di Tiberio Murgia.
Osvaldo Civirani HA DIRETTO ANCHE...
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DiscussioneGeppo • 15/02/10 12:16 Call center Davinotti - 4356 interventi
Profonda tristezza per la morte di Gian (Gianfabio Bosco)... un altro grande amico che se ne va...
R.i.p.
DiscussioneCangaceiro • 15/02/10 12:52 Call center Davinotti - 739 interventi
Avevo letto nei giorni scorsi del suo ricovero in ospedale e delle sue gravissime condizioni..mi dispiace un sacco. Ciao Gian ci mancherai!
Spiace molto. Bravo attore teatrale e divertente in tv (cinematograficamente parlando ha fatto poco). Aveva iniziato col grande Gilberto Govi.
DiscussioneZender • 15/02/10 16:35 Capo scrivano - 48848 interventi
Chissà perché ma io lo lego sempre al marito della Salerno e "complice" di Calà in Fratelli d'Italia. Quindi scomparsi entrambi...
Discussione124c • 15/02/10 17:46 Contatti col mondo - 5193 interventi
L'anno scorso, o due anni fa, credo d'aver intravisto il duo in "I migliori anni" e Gian non era certo al suo meglio, tremicchiava come se avesse l'Alzeheimer. Poverino davvero!
DiscussioneCangaceiro • 15/02/10 20:24 Call center Davinotti - 739 interventi
Zender ebbe a dire: Chissà perché ma io lo lego sempre al marito della Salerno e "complice" di Calà in Fratelli d'Italia. Quindi scomparsi entrambi... Già, l'onnipresente signor Sauli! Alla fin fine forse quella è la sua più famosa e riuscita prova sul grande schermo (tra l'altro il segmento di Calà è il mio preferito in Fratelli d'Italia).