Documentario di CUL(ça va sans dire)TURA che pretende d'esplorare l'arte dello strip-tease dalla notte dei tempi (o quasi, si parte con Cleopatra!) sino al futuristico 2000 (che poi già è passato). 17 esilaranti capitoli, senza mai nudi integrali (bikini e stellette a coprir capezzoli la fanno da padrone), ma conditi dalla presenza di creature fantastiche (Dracula e Frankenstein). Uno dei primissimi "nudies" fatti in casa, e nemmeno disprezzabile, anzi. Così un esagerato, ma comprensibile, data "la carne" al fuoco, utente di imdb: "Best stripping-movie I've ever seen"!
La storia dello spogliarello attraverso i secoli, con intenzioni di ironia (ma solo intenzioni, non si ride mai) e affastellamento di personaggi che fanno da contraltare alle caste prestazioni delle artiste. In un'epoca in cui la pruderie cercava faticosamente di diventare qualcosa di visibile, può essere considerato un documento sociologico. In alternativa, un ottimo sonnifero.
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La lotta per la libertà di costume (e di pensiero) - 1
Questo titolo, uno tra i tanti pseudo-erotici che a partire dal 1960 (dopo lo spartiacque de La dolce vita) invasero le sale italiane con finalità onanistico-speculative, ci sembra ideale per riportare uno stralcio di una lettera datata 1964, inviata da un parroco del Viterbese al Presidente della Camera dei Deputati durante l'azione, avanzata con raccolta di firme presso l'opinione pubblica scandalizzata, promossa da forze clericali "contro la pornografia e la volgarità cinematografica".
Notare che, al di là degli edificanti intenti morali, l'uomo di Chiesa manifesta uno sprezzante razzismo nei confronti delle popolazioni emarginate
"Da relazioni di missionari, inviate da terra di missione, viene riferito che questi selvaggi, nel confessarsi, si accusano di 'Aver veduto films italiani' per dire senz'altro films immorali.
Bella gloria per noi italiani essere peggiori dei selvaggi"