Primo ruolo importante Al Pacino, protagonista con Kitty Winn di questo freddo, distaccato ritratto di eroinomani newyorchesi, la cui esistenza si snoda tra uno "schizzo" e l'altro (i primi piani su vene e siringhe si sprecano) senza che il resto della giornata si riesca a riempire di un senso anche vago. Gli incontri con gli amici (amici per modo di dire), la lotta per trovare i dollari con cui pagarsi la dose, la caduta di lei nel baratro inevitabile della prostituzione... Il tutto senza che una colonna sonora possa nascondere i silenzi di dialoghi continuamente frammentali, senza che qualcosa impedisca d'indugiare sui volti terribilmente privi di sguardi. Schatzberg inquadra la...Leggi tutto realtà ricostruita con piglio documentaristico, infischiandosene di inserire qualche trovata che possa distogliere l'attenzione dalla sua visione asettica almeno quanto la fotografia attraverso cui la si riprende. Sta in questo il pregio ma anche il limite massimo del film, inevitabilmente monotono e a dire il vero molto prevedibile: quanto accade non va molto oltre ciò che si può immaginare pensando alla vita vuota di una coppia tossicodipendente e la sceneggiatura non trova quasi mai spunti che la rendano interessante... Per fortuna la bravura di Pacino e della Winn (premiata a Cannes) non è in discussione. Il sesso è vissuto mai con trasporto (e l'incipit post-aborto è sintomatico...).
Primo ruolo da protagonista per un giovanissimo Al Pacino, che già ci regala una prova assolutamente convincente. Da rilevare anche l'interpretazione della coprotagonista, Kitty Winn, molto buona anch'essa. Seguimo i due, una coppia di tossicodipendenti, nella loro personale discesa agli inferi nella New York inizio anni '70. Niente di particolarmente eccezionale ma il film è diretto con mano robusta e ci fa partecipi di una realtà aliena (fortunatamente) alla maggior parte di noi.
Bell'esordio da protagonista per un Al Pacino ipercinetico e su di giri. Il grande Al mostra già a piene mani il suo carisma, che da solo vale più dell'intero film. Questa escursione nel sottobosco dello spaccio newyorkese infatti è proposta con un ritmo troppo lento e una stucchevole ripetitività (le 4 o 5 scene in camera da letto che via via si vedono sono quasi identiche tra loro). Sembra che la sceneggiatura manchi proprio alla base. Purtroppo i sempre bravi Julia e Sorvino fanno delle comparsate brevissime. Ottima la fotografia, assenti le musiche.
Realistico ritratto di una "comunità" di drogati che vengono descritti in maniera nuda e cruda, senza fronzoli, senza compiacimenti visivi, senza luoghi comuni e, soprattutto, senza scusanti sociologiche. Ottima regia, sceneggiatura scarna ed efficace. Notevole la prova di Al Pacino, come quella di Kitty Winn, giustamente premiata a Cannes. Uno dei migliori film sul tema che rivelò il talento di un regista di grande valore, ma poco conosciuto ed un po' troppo discontinuo. Da riscoprire e rivalutare. Sarebbe un peccato ignorarlo.
Film d'esordio come protagonista assoluto per il grande Al Pacino, Panico a needle park è (fin dal titolo) uno spaccato della vita dei "tossici" newyorchesi. Nella discesa agli inferi della tossicodipendenza della coppia di protagonisti, il regista non risparmia allo spettatore alcuna depravazione e lo fa in maniera realistica e senza alcuna forma di compiacimento realizzando un'opera a metà tra fiction e documentario.
Una discesa all'inferno della droga, con immagini ben realizzate che aumentano il valore della pellicola. Un giovanissimo e, perché no, affascinante Al Pacino, nel primo ruolo da protagonista, mostra quello che poi si rivelerà un vero talento. Film senza dubbio da vedere.
Uno dei film della cosiddetta New Hollywood che ha provato senza infingimenti a squarciar il velo sulla realtà degli eroinomani, valutandone impatto sociale e soprattutto riflessi nelle relazioni personali. L'alterno Schatzberg firma senza dubbio la sua opera migliore, aiutato dalla illuminazione livida di Holender e dalle interpretazioni credibili del giovin Pacino e dell'intensa Kitty Winn. Come accadrà in qualche modo ad Amore Tossico stona, nella diretta crudezza del film, un surplus di inutile sentimentalismo, che suona come roba "tagliata" male.
La scelta coraggiosa di optare per un registro "documentaristico" a discapito di quello romanzato rende la discesa negli inferi della dipendenza da eroina cruda e reale, in perenne equilibrio fra empatia/dispatia. Non ci sono un prima e un dopo; non c'è un inizio di concatenazione casuale. C'è solo un "terrificante" racconto di una generazione senza uno scopo "nobile", che vaga ciondolando da un posto all'altro alla ricerca di uno schizzo di felicità. Il viso consumato e infelice della Winn è più significativo di qualsiasi campagna antidroga.
MEMORABILE: La recitazione di Al Pacino alle prese con un malore dovuto all'eccessivo uso di stupefacenti.
Non siamo di fronte a un film d'azione o a un thriller. Il panico di cui si parla è la mancanza di eroina. E' lei la tristissima protagonista di questo film, che annovera nel cast un giovanissimo Al Pacino. La dipendenza verso questa sostanza porta le persone a deprivarsi di ogni tipo di sentimento; conta solo farsi. Schatzberg, attraverso riprese che non ci risparmiano nulla, riesce nell'intento di farcelo capire. Duro da digerire.
Film talmente mediocre da farmi chiedere come Al Pacino sia potuto diventare quella celebrità che tutti conosciamo e apprezziamo partendo da contesti così infimi, della dimensione neanche di un pisello, ma di un microbo. Come potenza non arriva neanche a quella del peggior telefilm; non è marcio, né drammatico, tantomeno poetico o intriso di pietà, ma semplicemente insulso e inconcludente. Infine non aggiunge nulla alle più elementari conoscenze su qualsiasi tipo di droga. Bocciatissimo, senza alcuna attenuante!
MEMORABILE: La battuta sul tipo che cerca droga dal veterinario e si spara un vermifugo in vena è la più squallida tra tutte.
Cronaca di una coppia di tossici e dei loro amici emarginati nella New York dei primi anni 70 tra droga, furti e prostituzione. Il regista adotta uno stile disadorno molto realistico ma anche un po' monotono. La sceneggiatura è quasi inesistente ma ci pensa al Pacino al primo ruolo da protagonista a ravvivare la situazione con la sua recitazione nervosa e frenetica. Resta comunque il miglior film sulla droga della New Hollywood, quasi una versione aggiornata de I giorni del vino e delle rose in cui l’alcolismo è sostituito dalla siringa.
MEMORABILE: La visita di Bobby a Helen in ospedale; La caduta in mare del cane; L’arresto di Bobby tradito da Helen.
Valorizzato dalla credibilità di un Pacino ai tempi ancora sconosciuto (ma già overacting nelle crisi d'astinenza) e dalla stessa New York di Un uomo da marciapiede, è uno dei titoli di culto imprescindibili della New Hollywood nonché uno dei primi e più innovativi film sulla tossicodipendenza. Film non perfetto, sospeso nel limbo tra verità e sentimentalismo, talvolta più sgradevole che drammatico; probabilmente non si poteva fare di meglio e anzi è già tanto. Peccato però per l'adattamento dei dialoghi in italiano, non sempre riuscito.
Un mattone pesante da digerire sia per l'argomento che per il modo in cui è stato trattato da Schatzberg, tutto immerso in un grigiore e in uno squallore, umano prima che sociale, terrificante. Al Pacino al primo ruolo da protagonista è già grande, uno dei pochi nati "maturi". La Winn è bravissima, metà tossica, metà Lolita e, senza bisogno di mostrare eccessivamente le curve, dimostra che può essere ricordata non soltanto per aver preso parte a L'esorcista.
Quando l'eroina scarseggia si è pronti a qualsiasi cosa. La storia della coppia protagonista diventa modello della comunità di tossici di New York. Non si punta a scandalizzare, ma le scene sono d'impatto come le interpretazioni sofferte. Bene Pacino, anche se la vera sorpresa è la Winn, che sembra un angelo precipitato all'inferno. Regia prettamente descrittiva degli avvenimenti attenta alle espressioni ravvicinate dei volti.
MEMORABILE: Il buco nel braccio; La preparazione delle bustine; Il cagnolino in mare; Il ragazzo che si atteggia a letto.
Notevole e crudo esordio da protagonista per un già solido Pacino, capace di sussurrare e poi gridare al pubblico un credibilissimo processo di mutazione caratteriale, esordendo con una vivace e inarrestabile energia giovanile per poi addentrarsi con gran realismo in uno stato di aliena paranoia e febbrile assuefazione. Schatzberg delinea così un allucinato ma al contempo lucidissimo documento ritraente uno spaccato di vita/morte newyorchese, impreziosito di reali personaggi appartenenti al nebuloso mondo dell'eroina. Regia scarna e scevra di moralismi. Ottima anche la Winn.
MEMORABILE: Le incredibili scene corali di consumo della sostanza; I giovani tossicomani devastati dall'assenza di eroina in città; L'ottimo e ambiguo finale.
Moltiplicando otto per Otto e prima delle vittorie di Pirri, delle endovenose del dr Caligari, del berlinese avvento di Zooroastro, Schatzberg pennella - con quel neo-neorealista fare paradocumentaristico così rischiosamente affacciato sulla staticità telefilmoide - un quartiere città mondo a misura di pere mature che cascan da sé, di dipendenze e astinenze, furti e prostituzione, retate con ricatto incorporato e overdosi in agguato. Pacino inizia a sporcare la propria cine-fedina di zucchero marrone e a farsi valere. Attorno, l'urlo della città si fa sbadiglio - anche della sala.
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HomevideoRocchiola • 12/03/19 20:20 Call center Davinotti - 1320 interventi
Ho in mano il DVD in questione ed è marchiato sul dorso e sul retro FOX. Non vi è alcuna indicazione relativa alla Dolmen !!!!
HomevideoRocchiola • 13/03/19 19:30 Call center Davinotti - 1320 interventi
Esatto è la stessa che posseggo io, ma sul sito Dvdweb precisano che è una produzione Fox distribuita dalla Warner. Comunque sulla confezione appare solo il logo classico della 20th Century Fox.
Rocchiola ebbe a dire: Esatto è la stessa che posseggo io, ma sul sito Dvdweb precisano che è una produzione Fox distribuita dalla Warner. Comunque sulla confezione appare solo il logo classico della 20th Century Fox.
Il dvd è solamente della Fox video (il retro cover del dvd nè è la prova inconfutabile)
quando acquistano il cockerino, pacino lo chiama rocky e la winn ribatte "sa di campione di boxe". pacino di rimando "ehi, rocky, sai tirare di destro?"
quando acquistano il cockerino, pacino lo chiama rocky e la winn ribatte "sa di campione di boxe". pacino di rimando "ehi, rocky, sai tirare di destro?"
quando acquistano il cockerino, pacino lo chiama rocky e la winn ribatte "sa di campione di boxe". pacino di rimando "ehi, rocky, sai tirare di destro?"
sarà un caso?? :D :D
In realtà penso si riferissero a Rocky Marciano
Vero. Pensa, l'avevo totalmente rimosso e stavo iniziando a convincermi che il rocky di avildsen fosse un cripto-omaggio a questo film.
Comunque le perplessità espresse a pagina 1 sono rimaste invariate anche a una seconda visione in originale.