Lo spaventapasseri - Film (1973)

Lo spaventapasseri
Locandina Lo spaventapasseri - Film (1973)
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Scarecrow
Anno: 1973
Genere: drammatico (colore)

Cast completo di Lo spaventapasseri

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La nostra recensione di Lo spaventapasseri

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Classico esempio di road-movie all’americana, in un'epoca in cui gli echi di EASY RIDER dovevano ancora spegnersi. Gene Hackman e Al Pacino non inforcano però le cromate Harley-Davidson di Nicholson e Fonda; preferiscono affidare le sorti del loro viaggio attraverso l'America (dalla California a Detroit) all’occasione del momento, rendendo così ancora più avventuroso l'itinerario. Passeranno per Denver, dove finiranno in carcere per 30 giorni e dove si consumerà l'unico vero imprevisto. Già, perché il regista Schatzberg non pare interessarsi troppo a proporre situazioni nuove o curiose, preferendo soffermarsi sull’analisi...Leggi tutto psicologica dei due personaggi e sul loro rapporto. E non ci sarebbe nulla di male, data la caratura artistica di Gene Hackman e Al Pacino, capaci da soli (soprattutto il primo, in questo caso) di catalizzare la nostra attenzione. Purtroppo però è la sceneggiatura a presentare molte lacune, incapace di creare dialoghi brillanti e in troppi momenti ripetitiva. Pensiamo a Lion, per esempio (Al Pacino): dovrebbe essere lo sdrammatizzatore comico del gruppo, ma il suo umorismo non è certo trascendentale e quando Max (Hackman) lo imiterà farà ancora peggio, risultando spesso forzato e innaturale. Ed ecco che allora si fa sentire l'assenza di un ritmo narrativo accettabile e soffermarsi a contemplare la splendida fotografia di Vilmos Zsigmond non può certo bastare. Schatzberg vorrebbe portarci a riflettere ma soggetto sceneggiatura non glielo consentono; almeno fino allo splendido, drammatico finale a Detroit: finalmente qui Pacino può tornare a essere ciò che è e la sua telefonata con la moglie è di grande intensità.

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Tutti i commenti e le recensioni di Lo spaventapasseri

TITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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Flazich 14/01/07 11:10 - 685 commenti

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Due persone (un ex galeotto e un mezzo spiantato), si incontrano per caso e iniziano assieme un lungo viaggio, ognuno coi propri rimorsi, rimpianti e sogni. Lo spaventapasseri che dovrebbe allontanare le negatività della vita non sempre funziona e i due si accorgono che non è così facile raggiungere quanto si erano prefissati (uno voleva aprire un autolavaggio, l'altro rivedere il figlio abbandonato). Metafora di come il "sogno americano" non sia così facile da raggiungere. Il film vinse Cannes.

Febriz 24/11/09 00:06 - 23 commenti

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Solido e ottimo film degli anni '70 che ci regala un ottimo Pacino e un rude Hackman alle prese con il loro viaggio "interiore" fatto di ricordi, rimorsi e previsioni per un futuro che stenta a concretizzarsi. Fotografia ottima, musiche melanconiche, attori secondari perfetti.

Rebis 3/06/10 21:22 - 2439 commenti

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La sequenza iniziale sembra saltar fuori dalle pagine di Samuel Beckett: solo che questa volta Godot arriva, impregnando il mondo con il suo carico di significati e rabbia, dolore e follia. Perché, o si impara a diventare spaventapasseri e a far ridere gli uccelli, oppure si deve fare a botte per continuare a sopravvivere. Devastazione del sogno americano in un limpido e assorto on the road condotto per mano dai due bravissimi interpreti, Gene Hackman e Al Pacino. Stupefacenti aperture paesaggistiche nella straripante fotografia di Vilmos Zsigmond.

Buiomega71 23/05/11 10:17 - 3047 commenti

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Uno dei capolavori della new Hollywood anni 70. Feroce, tenero, picaresco e intenso, un viaggio on the road indimenticabile e che lascia il segno. Schatzberg si rivela un regista eccezionale, attento alla psicologia e alle sfumature dei personaggi, ma anche ai luoghi e alle tensioni emotive. Quasi "scorsesiano" nell'intelaiatura e con più di un punto in comune con Un uomo da marciapiede. Hackman è a dir poco immenso, mentre Pacino tratteggia perfettamente lo schizzoide, ora tenero, ora indifeso, ora folle. Immensamente sottovalutato.
MEMORABILE: Richard Lynch, in carcere, che vuole il sedere di Al Pacino (e non in senso lato); la crisi di schizzofrenia di Pacino; il doloroso finale.

Deepred89 17/07/14 16:06 - 3829 commenti

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Tipico road-movie settantiano, ottimamente confezionato ma non privo di qualche difficoltà a ingranare, anche perché la trama è composta perlopiù da una serie di episodi non sempre esaltanti e l'unica attrattiva dei due personaggi principali risiede inizialmente nella sola bravura dei due interpreti, almeno finché volenti o nolenti non si comincia ad affezionarcisi. La parte finale è la migliore, anche se fa riflettere il fatto che in un film tanto volutamente antispettacolare i reali picchi coincidano con le rare scene a effetto.
MEMORABILE: La sequenza alle fontane.

Rocchiola 6/02/17 12:33 - 1009 commenti

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Road movie sulla fine del sogno americano che sembra una versione moderna dell'Uomini e topi di Steinbeck, apprezzabile soprattutto per il tono picaresco con cui affronta una sconfitta dura e ineluttabile e per la recitazione dei due protagonisti che riscatta anche le parti più monotone del racconto. Inoltre si potrebbe guardare anche solo per ammirare la fotografia di Zsigmond con quei pittorici cambi di colore e tonalità del cielo nella sequenza iniziale. Tra i comprimari la palma spetta a Lynch molestatore gay, giustamente punito da Hackman.
MEMORABILE: Le avance di Lynch nella prigione; La telefonata di Pacino all'ex compagna che mentendogli gli dice che il figlio è morto; Lo spogliarello di Hackman.

Rigoletto 31/01/20 11:49 - 1825 commenti

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Burbero ex carcerato con un sogno nel cassetto si mette in affari con uno scanzonato squattrinato; i due sono caratterialmente opposti ma la convivenza funziona, finché... Monolitico. Un film estremamente compatto che offre personaggi dalla psicologia frammentata. Hackman e Pacino fanno a gara di bravura e si dimostrano interpreti eccezionalmente maturi che sapranno dar vita a personaggi credibilissimi. Tra rudezza e allegria, tra tenerezza e tristezza, Jerry Schatzberg firma un micro-capolavoro che meriterebbe maggiore visibilità.

Daniela 17/06/20 16:06 - 13071 commenti

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Max è un erascibile ex galeotto,  Lion un vagabondo reduce da un'imbarco in mare: si incontrano facendo autostop e,  nonostante i caratteri molto diversi,  decidono di proseguire il viaggio insieme... Film importante che ricorda per soggetto all'altra celebre amicizia tra due emarginati, anche se qui la narrazione è più frammentata, legata com'è al topos dell'on-the-road disseminato di incontri. Anche in questo caso, decisivo l'apporto degli attori: se Pacino dà sfoggio della sua versatilità passando dal comico al tragico, non gli è da meno il grintoso Hackman. Epilogo commovente. 

Mattatore 10/09/23 19:33 - 87 commenti

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Arguto road-movie schatzbergiano in parte ancora impregnato di quella febbrile desolazione settantiana della quale un energico/mortale Pacino fu protagonista due anni prima nel suo bruciante esordio, qui incanalata in un tragicomico bildungsroman all'insegna dell'avventura, della risata esorcizzante, dell'imprevista sofferenza; perfettamente abile nel crogiolarsi in entrambi i registri dolce-amari, il co-protagonista è affiancato da un altrettanto solido Hackman, mattatore burbero ma paterno. Uno squarcio di vita scevro di fortuna, celato da una coltre di ingenua speranza. Notevole.
MEMORABILE: Il gramo incontro dei due; Metafora dello spaventapasseri; Il tentato stupro di Lion; Lo spogliarello di Max; L'amara telefonata; La fontana; Finale.

Paulaster 24/10/23 18:04 - 4734 commenti

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Due uomini cercano di ricominciare una vita, uno dopo il carcere e l’altro da una fuga matrimoniale. Trama di stampo on the road anche se l'attenzione è sui tentativi personali dei due protagonisti di svoltare. Descritta molto bene e senza fronzoli, l'America di provincia; anche la fotografia aiuta in tal senso. Hackman superlativo nella prima parte, anche perché Pacino cerca solo di mettersi in mostra. Nell'ultimo segmento i ruoli si ribaltano e Pacino dimostra cosa vuol dire cambiare recitazione, passando da guitto a intensamente drammatico.
MEMORABILE: L'approccio in galera; Lo spogliarello di Hackman; La telefonata; Col bambino nella fontana.

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Noodles 12/06/24 16:01 - 2553 commenti

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Vero è che la componente mentale e la crescita dei personaggi sono importanti anche nei road movie. Ma se il film presenta solo questo e si dimentica di unirci avventura e sorprese, ecco che la storia può veramente deludere. Troppi interni, troppe parole e poca azione, pochi paesaggi, poche sorprese. La coppia di protagonisti va alla grande ma non ha a disposizione una sceneggiatura davvero interessante. Bella la fotografia, anch'essa sprecata per un film che avrebbe potuto essere molto di più e invece galleggia tra l'insipido e la noia. Grande spreco.

Apoffaldin 3/10/24 11:46 - 207 commenti

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Due uomini, uno uscito dal carcere l'altro sbarcato da poco, si incontrano sulle strade d'America e progettano un futuro di lavoro insieme. Il passato presenterà il conto al secondo. Film discontinuo. Alterna cose belle a momenti (che momenti non sono) di notevole stanca. Viste le poche idee degli sceneggiatori, almeno quindici minuti in meno avrebbero giovato al risultato finale. La classe dei due protagonisti e la fotografia di Zsigmond non bastano a definirlo buono. Comprensibile soltanto pensando al contesto del 1973 che abbia sottratto la Palma d'oro a La grande abbuffata.
MEMORABILE: Il paesaggio: grande protagonista dei primi minuti; Al Pacino nella fontana.
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