Lo stesso Mattoli lo definì il suo film “farsa”; e altro non è, in effetti: una farsa senza pretese che vive sulla bravura della collaudata coppia Totò/Peppino i quali animano come di consueto due personaggi antitetici: Peppino è il fratello bigotto e ricco, Totò quello finito in miseria che ostenta una nobiltà presunta attraverso anche una parlata zeppa di ripetizioni ed erre moscia. Purtroppo è proprio questa scelta inedita, di variare la pronuncia, ad affievolire la portata comica delle gag, tanto è vero che quando Totò se ne libera (e avviene piuttosto di rado) il quadro complessivo migliora sensibilmente. Anche perché, come detto, il film è una commedia degli equivoci superata e...Leggi tutto figlia di una sceneggiatura assai modesta (alla quale si affacciarono, assieme a Edoardo Anton, i giovani Castellano e Pipolo), che propone pochi duetti divertenti e alla quale, per fortuna, Totò e Peppino hanno aggiunto con le loro improvvisazioni un po' di umorismo in più. Cosa poi infastidisce molto è l'uso delle musiche di Gianni Ferrio, troppo frequentemente sovrapposte ai dialoghi: provocano una gran confusione che ricorda i peggiori momenti delle precedenti farse mattoliane. Sorprendono invece in positivo le scenografie ricche e la bella fotografia (un bianco e nero splendidamente contrastato) di Alvaro Mancori, a dare almeno una patina di lusso a una pellicola che altrimenti sarebbe risultata un po' tanto misera. L'interazione tra i due grandi attori napoletani è comunque costante e tanto basta a elevare le qualità comiche del film, spassoso in più occasioni (memorabile Totò quando vuole far erigere al fratello una tomba di famiglia completa di archi, putti e muro del pianto!) ma penalizzato in primis dalle esagerazioni finto-nobiliari della parlata di Totò. Riccardo Garrone è il forzuto. Marcel M.J. Davinotti jr. Chiudi
Celebre Totò&Peppino, giustamente definito “farsa” sin dai titoli di testa. Comunque non all’altezza della fama e della nota, bellissima frase di Totò (vedi sotto), ma talora assai divertente, anche perché i due sono in gran forma e specialmente Carlo Croccolo è loro degna spalla. Delia Scala affascinante. A un certo punto Totò dice pure di aver fatto, insieme a un altro, “tre anni di seminario a Cuneo”.
MEMORABILE: Scelta forse banale, ma inevitabile. “Signori si nasce… e io lo nacqui, modestamente”.
La battuta più famosa la dice Totò: "Signori si nasce e io lo nacqui, modestamente". Detto questo, il film non è completamente riuscito, nonostante Totò (il nobile Zazà) si dia da fare per dare un po' di colore a una sceneggiatura piuttosto grigia, anche se il suo personaggio è più macchiettistico del solito (quasi eccessivo). Bello il suo rapporto col maggiordomo (lo tratta male e gli fa pagare tutto). Divertente la scena al circolo (la puntata, la palla in testa, il sigaro), oltre a un paio di scambi con Peppino (il fratello sarto). Non male.
MEMORABILE: Totò al circolo: "Ma che bella battuta che ho fatto". Dopodichè, guarda il suo interlocutore e aggiunge: "Peccato che l'ho sprecata così".
Una delle pellicole più curate da un punto di vista narrativo: Totò, nei panni del compassionevole Zazà (Ottone Degli Ulivi) infonde un profilo convincente al suo idealistico personaggio, che di espedienti tira avanti e che cerca di sfruttare, economicamente, il più concreto fratello (Peppino De Filippo).
Nonostante sia pellicola più curata e più ricca di "valori", a livello popolare passa in secondo piano rispetto a titoli più banali ma senz'altro di contenuto più esilarante.
Film totalmente "giocato" sulle schermaglie tra i due fratelli, uno onesto lavoratore, l'altro furbastro che vive di espedienti: benché dotato di momenti divertenti (ed alcune battute rimaste nella storia), non può dirsi molto riuscito, a causa di una sceneggiatura un po' anonima ed anche una certa stanchezza degli attori, non brillantissimi come in altre occasioni.
Scioperato scroccone donnaiolo firma cambiali col nome del fratello, che invece è ricco e onesto lavoratore; seguono equivoci a ruota. Farsa molto modesta, con i soliti Totò e Peppino a tirare le fila e garantire il divertimento. Alcuni momenti proverbiali, alcuni momenti curiosi (le prove in teatro), una giovane e promettente Delia Scala, per il resto niente di memorabile. Musica fastidiosamente insistente.
Sceneggiatura più curata che in altre occasioni similiari per questo confronto fra due fratelli, il primo sarto ecclesiastico, pio e parsimonioso, l'altro sfaccendato, amante delle belle donne e perennemente in bolletta. Però, nonostante i vari aspetti positivi (alcune battute proverbiali, Carlo Croccolo spalla eccellente nel ruolo del domestico mal pagato) affiora pure una certa stanchezza nel confronto fra Peppino e Totò, forse troppo imbrigliati nelle maglie della farsa per poter dare libero sfogo alle loro doti migliori.
MEMORABILE: La descrizione della tomba faraonica per la presunta moglie defunta
Una continua girandola di battute e situazioni "pericolose" che il nobile Zazà riesce sempre e comunque a sbrogliare. Totò è fantastico nei panni dello spiantato, ma pieno di savoir vivre, Ottone degli Ulivi (Zazà) e spara una battuta dietro l'altra con una parlata dall'accento classico dei nobili gagà di un certo meridione. Peppino, sempre vittima, lo segue con la solita bravura. Girato in un bel b/n con i tempi giusti e teatrali della farsa. Bravi anche i comprimari con le belle Delia Scala, Moira Orfei (e Carlo Croccolo mangia baccalà).
Il principe della risata (nonché di Bisanzio e di Costantinopoli, conte palatino, cavaliere del Sacro Romano Impero) a cui furono riconosciuti tanti cognomi e titoli da rendere il suo passaporto corposo come un volume enciclopedico, non rinnega lo scugnizzo illegittimo del rione Sanità: Zazà, nobile spiantato, donnaiolo, istrionico, snob e spiritoso fuori posto, resta una maschera indimenticabile e molti sono gli attori che se ne ricorderanno; e il film ruota tutto attorno a lui, relegando il bigotto Peppino accanto alle altre (valide) spalle.
Sicuramente da rivalutare, con un Totò in forma strepitosa ed un Peppino che tiene tranquillamente il passo. Il principe recita con accento frou frou e unisce due tratti costanti della sua maschera, ossia la "fame" e l'ostentazione di nobiltà. Ottimi i comprimari, dalla bella e altrettanto brava (un tempo eran entrambe le cose) Delia Scala a Riccardo Garrone, passando per i "soliti" Croccolo (il cameriere, ovviamente non pagato) e Pavese. Da notare anche la bellissima e acerba Angela Luce. Forse non raffinatissimo, ma uno dei Totò più spassosi.
MEMORABILE: Croccolo che sbatte letteralmente in faccia a Totò "la solita mortadella"; La lite tra i due fratelli vestiti da parroci.
Mattoli è probabilmente il regista che ha diretto più volte Totò. Non è quindi un caso se le migliori maschere del Principe De Curtis passano proprio per le sue mani. E quella del barone Ottone degli Ulivi, insieme al finto Principe di Casador di Miseria e nobiltà, sono sicuramente le più riuscite nell'immensa filomografia di Totò. Anche qui le battute memorabili si sprecano e quel parlare da gagà napoletano rimarrà impresso per sempre nella storia della cinematografia. E, udite udite, questa volta c'è persino una sceneggiatura che non demerita.
MEMORABILE: Totò che illustra il mausoleo funebre al fratello: "Il muro del pianto, il muro del pianto".
Un film dove Totò interpreta il Barone Ottone Degli Ulivi che è l’esatto contrario del Barone Antonio Peletti protagonista di 47 morto che parla. Due film dove il protagonista assoluto è il “denaro”; lì perché patologicamente risparmiato, qui perché dissipato con assoluta amoralità. Totò è il personaggio principale di una società aristocratica di primo novecento parassita e dedita solo al gioco e agli amplessi passeggeri con soubrette leggere e caramellose. Travolgente la recitazione farsesca di Totò.
MEMORABILE: Il contrasto totale tra Totò e il fratello conservatore Peppino, sarto provetto di solida estrazione borghese, è il sale che insaporisce tutto il film.
Grande film di Totò e Peppino; entrambi in splendida forma regalano alcuni fra i duetti migliori della loro carriera, per una volta anche aiutati della sceneggiatura, che riesce nell'intento di ricreare la farsa in ambito cinematografico. Puntuale e svelta la regia del fido Mattoli, ottimo il cast di contorno in cui spiccano personaggi come Delia Scala, Croccolo, Riccardo Garrone. Azzeccata anche la colonna sonora, da non perdere.
Totò e Peppino offrono una commedia spassosa e caotica: l’intreccio di menzogne e inganni in cui ognuno dei due fratelli sembra avere qualcosa da nascondere arriva a un apocalittico finale dal quale usciranno “liberati”, liberi soprattutto di poter continuare a litigare. Classica pellicola del duo in cui la trama è solo un esile pretesto per le continue gag. Leggero.
MEMORABILE: Signori si nasce, e io modestamente, lo nacqui; Il progetto della tomba!
Altro film di Totò, altro esempio di grande cinema. Totò, alias il barone Zazzà, donnaiolo e squattrinato ma nobile e generoso, con la sua strana dizione si prende gioco della vita come fosse un grande teatro o una passerella, scontrandosi inevitabilmente coi problemi reali basati, come sempre, sulla cronica (come quasi in tutti i film) mancanza di soldi e cambiali in scadenza. Alla figura di questo nobile scialacquatore di denaro fa da contraltare un piccolo grande Peppino, sarto indefesso e tanto religioso. Numerose gag da ricordare.
È una testimonianza delle doti di Totò attore, che non si limitano a una battuta divertente ma che sono evidenti a tutto tondo nel personaggio del barone Ottone Degli Ulivi. Croccolo è una spalla degnissima, capace di fornire lo slancio per tanti momenti di puro divertimento. Non tutto riesce alla perfezione; il personaggio di Garrone è alquanto banale e fastidioso, ma nel complesso il film funziona.
Simpatica commedia-farsa che mette in scena lo scontro tra due fratelli che non potrebbero essere più diversi. Come sempre in queste occasioni la pellicola si regge soprattutto sulla verve del duo Totò-De Filippo anche se qui c'è pure la gustosa presenza di Carlo Croccolo, di Garrone e di Delia Scala. Molte le risate, i momenti e le battute (tra cui una mitica e proverbiale che dà il titolo al film) riuscite ma alla fine si sente che manca qualcosa per farlo entrare nel novero dei migliori del principe della risata.
MEMORABILE: La madre di mia figlia è morta due giorni prima che nascesse la bambina; Croccolo "serve", oggi diremmo impiatta, la mortadella a Totò.
Farsa di Mattoli orchestrata su un soggetto classico del teatro di rivista, che trova la sua ragione di essere solo nella splendida prestazione dei due protagonisti, coadiuvati da validi caratteristi come Garrone, Pavese e il solito Croccolo qui particolarmente in forma. Alcuni scambi di battute sono fulminanti ed è difficile non ridere, ma nel complesso la mancanza di idee ne fa un prodotto minore della filmografia di Totò e Peppino. Decorativo il cast femminile. Un classico del nostro cinema comico che si rivede sempre con piacere.
MEMORABILE: "Bona, bona questa, peccato che l'ho sprecata così"; I soliti tre anni di militare a Cuneo che per Totò finto prete diventano tre anni di seminario.
Contrapposizione tra due fratelli diametralmente opposti di carattere: l’estroverso e il parsimonioso. Prima parte basata sulla parlantina di Totò e il suo fare elegante (ma senza un soldo in tasca) che diverte anche grazie a battute memorabili. I seguenti giochi delle parti che sfruttano la Scala come finta figlia invece risultano abbastanza forzati, negli sviluppi. Buona prova anche di Croccolo e del geloso Garrone. Classico bailamme finale.
MEMORABILE: “Domani ti pago”; La maleducanda; “Peccato che l’hai sciupata”; “Modestamente lo nacqui”.
Deliziosa commedia basata su sotterfugi e situazioni paradossali (il barone spiantato che si fa mantenere dal suo cameriere di fiducia, ruolo interpretato spesso dal bravo Croccolo) in cui le gag si susseguono in un crescendo di equivoci. L'accoppiata Totò/Peppino si rivela ancora una volta vincente; buono il cast di contorno (soprattutto la simpaticissima Scala), regia veloce, esilarante il finale "a sorpresa" (per il povero Pio!).
MEMORABILE: Il pranzo di Battista a casa Degli Ulivi.
Totó e Peppino sono i protagonisti di questa commedia tendente alla farsa dove non tutto è riuscito. L’alchimia tra i due si percepisce, ma la sceneggiatura latita e a volte la recitazione sembra quasi forzata. Anche l’innesto dell’ottima Delia Scala non aggiunge sale alla pellicola che prosegue pertanto tra alti e bassi. Piacevole Carlo Croccolo in un ruolo di spalla. Talvolta risulta urticante la parlata di Totó con la erre moscia (ma gliela si perdona).
Pellicola che si basa completamente sulla chimica tra Totò e Peppino; e tanto basta a farla piacere. Non è certamente il miglior film con i due napoletani, ma ha le proprie cartucce da sparare. Un Totò sempre splendido con la finta erre moscia e bardato a lutto (pare un pinguino) rimane forse la scena migliore. Garrone fidanzato geloso e Croccolo maggiordomo senza infamia e senza lode. C'è comunque di che divertirsi.
Due fratelli, uno barone dissoluto e squattrinato, l’altro avaro e bigotto: il primo finge di avere una figlia per spillare quattrini al secondo. Farsa, come recita il cartello iniziale, scatenata e un po' facile, con evidente e voluto impianto teatrale reso palese dalle scenografie di cartone; ma grazie agli attori fenomenali (oltre a Peppino, Totò trova qui una magnifica spalla in Croccolo), i dialoghi sono irresistibili, le batture fulminanti scrosciano a pioggia e il divertimento è assicurato.
MEMORABILE: I duetti di Totò col cameriere Croccolo; Il “tombone” di famiglia.
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In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
Undying ebbe a dire: Gugly ebbe a dire: ho sbagliato...volevo dire doppiato
Merito la fustigazione Gugly: ti ho corretto io l'intervento.
Non mi sembra, però, che in questo film Totò sia doppiato...
Non lo so, ma tieni presente che Croccolo faceva un'imitazione incredibile.
CuriositàUndying • 20/10/08 23:43 Controllo di gestione - 7585 interventi
Hai ragione, B.Legnani: l'ho notato quando mi sono rivisto Passi Furtivi in una Notte Boia.
Ragion percui ho ridato a Gugly quel ch'è di Gugly... ;)
DiscussioneZender • 21/05/11 12:14 Pianificazione e progetti - 46939 interventi
Scusa Neapolis, potresti descrivere un po' meglio la scena di Scala e Garrone che passeggiano in piazza? Che passeggiano si vede già dal fotogramma, sarebbe sempre utile spiegare un po'... Non è che magari succede qualcosa nella chiesa? Di che parlano?
Zender ebbe a dire: Ottimo Matemalex! chissà se è una coincidenza che l'ultimo film di cui avevi trovato la location era proprio l'unico in cui si vedeva questa piazza... E' una coincidenza, stavo "sfogliando" il forum a casaccio.
DiscussioneZender • 21/05/11 13:27 Pianificazione e progetti - 46939 interventi
Così è perfetta, grazie Neapolis.
Per Matemalex: sfogliare a casaccio il forum DA CERCARE è sempre operazione meritoria. Coincidenza curiosa, comunque.
In curiosità la cosa è rimasta sospesa ma credo anch'io che Totò in questo film sia doppiato da Croccolo e in particolare si avverte quando fa la voce da gagà. Qualcuno ha qualche fonte certa?
DiscussioneGraf • 8/10/14 14:45 Call center Davinotti - 910 interventi
Neapolis ebbe a dire: In curiosità la cosa è rimasta sospesa ma credo anch'io che Totò in questo film sia doppiato da Croccolo e in particolare si avverte quando fa la voce da gagà. Qualcuno ha qualche fonte certa?
Per avere una pronta risposta si dovrebbe "scongelare" Squash che in materia di doppiaggio ne sapeva una più del diavolo.
Chi più di lui?
Graf ebbe a dire: Neapolis ebbe a dire: In curiosità la cosa è rimasta sospesa ma credo anch'io che Totò in questo film sia doppiato da Croccolo e in particolare si avverte quando fa la voce da gagà. Qualcuno ha qualche fonte certa?
Per avere una pronta risposta si dovrebbe "scongelare" Squash che in materia di doppiaggio ne sapeva una più del diavolo.
Chi più di lui? si potrebbe tentare ma poi dovrebbe citare la fonte (che lui dice essere lui) e ritorniamo al punto di partenza.
DiscussioneRambo90 • 15/12/19 02:14 Capo scrivano - 402 interventi
In Totò Diabolicus potete sentire Totò doppiato da Croccolo (nel ruolo di Laudomia). La voce, pur se contraffatta, è totalmente diversa. Per cui direi che qui non è doppiato.
DiscussioneRambo90 • 15/12/19 02:23 Capo scrivano - 402 interventi
Potrebbe essere lui giusto nella scena in giardino quando incontra Garrone