Carrol Baker, una piscina, possibili moventi legati al denaro... Gli elementi tipici del giallo dell'epoca concentrati in un film italo-spagnolo ambientato in Inghilterra, con un protagonista elegante (Craig) che sembrerebbe essere la reincarnazione di Barbablù. Come definire d'altra parte chi in tre anni si sposa tre volte e per tre volte perde la moglie in circostanze poco chiare? L'ultima vittima, in ordine di tempo, è una giovane che affoga nella piscina della villa, notata dalla fida domestica (Campa) e solo in un secondo tempo recuperata dal marito, che non sembra poi così scosso (perché dovrebbe? Dopotutto per lui è pratica abituale). Immediatamente...Leggi tutto sospettato, Arthur subisce l'inevitabile processo, dal quale viene tuttavia assolto con formula piena. Il commissario (Lopez Vazquez) però, e con lui il detective delle assicurazioni, vuole vederci chiaro perché le coincidenze restano comunque troppe. "Barbablù", intanto, si rifà una vita e dopo poco... ci ricasca. Questa volta è una nuova vicina di casa, Julie Spencer (Baker), a farsi decisamente avanti tuffandosi in piscina senza chiedere il permesso per poi flirtare spudoratamente. Prima ancora di accorgersene Arthur è già risposato, col commissario deciso a spiarne le mosse in ogni modo. Prima di un'ultima parte (entra in scena la Malfatti!) in cui come da prassi esploderanno metaforicamente i fuochi d'artificio con una serie di colpi di scena pretestuosi e piuttosto improbabili, la trama si svolge linearmente, senza grandi sorprese e con lo spagnolo Lopez Vazquez che, forte dei propri trascorsi comici in Spagna, azzarda un'interpretazione tra il serioso e il caricaturale (lo doppia Ferruccio Amendola) poco in sintonia con la direzione thriller della vicenda, alla quale manca in ogni caso una tensione minima in grado di renderla interessante. Di buono ci sono le location nei pressi di Dover, con la Baker che si sporge dalle immancabili bianche scogliere, e qualche notevole squarcio bucolico percorso dalle auto in velocità, ma nei suoi ingranaggi con pallidi richiami a REBECCA il film non ingrana mai: Craig è fin troppo rigido, la Baker meno maliziosa del previsto e la Malfatti marginale (spunta anche Enzo Garinei, unica altra presenza italiana nel cast), mentre Pietro Umiliani provvede a uno score di maniera che non lascia il segno. Come il film d'altronde, privo di guizzi che lo possano elevare da una routine non disdicevole ma scarsamente coinvolgente, datato nel suo sonnacchioso incedere e risaputo anche nei minimi scontri coniugali ("Perché sei entrata in questa stanza chiusa? Cosa cercavi?"). I sospetti si sprecano, in ogni direzione, e fanno presagire un finale da seguire attentamente che però non trova mai il modo di stupire per particolari invenzioni. Così ci si trascina stancamente fino ai titoli di coda senza sussulti nel ricordo di certi intrecci lenziani che vincevano il confronto: più scintillanti, incalzanti, vivi...
Co-produzione italo-spagnola gialla piuttosto modesta. La storia prima delinea una trama ben precisa (un possibile uxoricida assolto si risposa, la nuova moglie morirà?) per poi cambiare completamente direzione (e questa è l'unica sorpresa che può invogliare alla visione). La baker è deliziosa, la Malfatti perfetta. Non male le musiche di Piero Umiliani, Vazquez interpreta probabilmente il poliziotto più stupido nella storia del cinema giallo italiano.
La predominanza di un taglio "spagnolo" (nazione che, all'epoca, prediligeva tematiche condivise dai cineasti italiani) dovuto alla regia impone al film un registro psicologico distante dai limitrofi gialli classici. L'apporto italiano in sceneggiatura, dato da Sabatino Ciuffini, non permette al film di raggiungere risultati simili ai coèvi thriller nostrani. Di buono, oltre alla serietà della messa in scena ed alla professionalità del cast, si segnala la perfetta colonna sonora di Piero Umiliani ed il professionale doppiaggio d'epoca.
Modestissimo thrillerino spagnolo che fa il verso ai film di Lenzi (basti guardare la protagonista principale) ma che non ha il minimo nerbo narrativo, tanto da presentare situazioni poco interessanti e del tutto usuali, compreso il blando colpo di scena finale. Solo per gli amanti del genere ed i fan sfegatati della Baker.
Gialletto spagnolo esile esile, dotato di un curioso spunto di partenza ma piuttosto povero di idee, che si ingarbuglia inutilmente nel secondo tempo. Nonostante questa sceneggiatura tutt'altro che impeccabile ed una regia non proprio memorabile, il film non è da buttare: la fotografia e il motivo musicale di Umiliani non sono niente male e l'intreccio ogni tanto incuriosisce. Belle anche le voci del doppiaggio, nonostante la sincronizzazione non sia sempre perfetta. Insolita per il genere la totale assenza di scene di nudo o violenza.
Un titolo bellissimo e alcune sequenze probabilmente ispiratrici del nostro La casa con la scala nel buio (tipo la scena in cui la vicina entra senza permesso nel parco della villa per farsi il bagno in piscina) per un discreto giallo dalle buone atmosfere. Il personaggio della Baker è eccessivo ed invadente, il film avrebbe ottime potenzialità, ma che vengono però disattese nel girato.
Giallo spagnolo in chiave para-lenziana (con la Baker protagonista e musiche di Piero Umiliani). Poveristico ma professionale, prevedibile ma corretto. Non disprezzabile, in definitiva, ma non certo un tassello fondamentale del filone: l'intreccio (a metà tra Dietro la porta chiusa e Il dolce corpo di Deborah) è uguale a tanti, ed essendo privo degli ingredienti più gustosi della formula (psichedelia e scene sexy) rischia pure di annoiare.
MEMORABILE: "Pronto? Sono Julie Spencer, è lì Julie Spencer?"
Pensavo fosse un titolo imprescindibile nel suo genere invece è soltanto un thrillerino mediocre, con un colpo di scena prevedibilissimo ed un secondo inaspettato ma per niente efficace. Si lascia tuttavia guardare, in attesa della spiegazione finale.
Coproduzione di tutto rispetto. Trama ed ambientazioni eccellenti; se la Baker è in netto calo c'è la Malfatti a far da punta di diamante come già in molti altri film, anche quando recita poco. Non particolarmente truculento, ma nemmeno così scontato (anzi, di colpi di scena ce ne sono parecchi). Simpatico il commissario nella sua impotenza e nelle sue considerazioni surreali.
Le premesse si riagganciano a certo Hitchcock (Rebecca, Il sospetto); la “lenziana” Baker entra in scena facendo avvertire aria di complotti, mentre la Malfatti conferisce un’aura gotica, tanto che nelle sue visioni all’interno della sinistra dimora si scorgono ombre di danze macabre. Di fatto privo di tensione, il film si appoggia a sobrietà e correttezza e alle frequenti parentesi umoristiche affidate al ben poco sagace commissario José Luis López Vázquez. Flemmatico e imperturbabile il protagonista Michael Craig; Enzo Garinei insolitamente doppiato da Gianfranco Bellini.
Sulle note da enigma lounge del maestro Umiliani; Carrol Baker, in un ruolo para-lenziano, si muove ambigua nella trama di questo thriller che si colora di giallo/meló, sbiadito da una messa in scena (leggi regia) insipida, priva di quei lampi di stile che, illuminando la superficie figurativa/cinematica e il narrato, lo avrebbero distanziato dal convenzionale. Verso il finale, che non esalterà lo spettatore esigente, Marina Malfatti ondeggia, folle, in una delle poche sequenze di riuscita suggestione.
Carrol Baker, icona del cinema giallo di Umberto Lenzi, ci diletta con l'usuale ruolo di bella e misteriosa nell'eclettico mondo dei riccastri tormentati. Tutto perché c'è un vedovo sospetto su cui indagare accuratamente. Bella pellicola da annoverare tra quelle del periodo 70s, si arricchisce verso la fine di una Marina Malfatti d'annata e incisiva. Tratto da un racconto pubblicato su Hitchcock magazine, è un gioiellino da non perdere.
Consapevole di una modestissima copia di un déjà vu, ammetto che me lo sono comunque goduto. Saranno il fascino del periodo, le ambientazioni gradevoli, la Baker e la Malfatti - che già, solo a guardarle, fanno thriller anni 70 - tutto sommato il film scorre. Senza grandi guizzi, ma senza nemmeno tanti sgradevoli orpelli pretenziosi. Un film modesto, che nulla toglie e nulla aggiunge. Ma intrattiene gradevolmente. Peccato per la figura dell'ispettore (Vazquez), che toglie molto fascino al film. Farsesco, inutile, ingombrante. Finale ingenuo.
Un giallo ampiamente citazionista e per questo abbastanza prevedibile nel suo complesso per chi bazzica il genere. Eppure l'intreccio raggiunge picchi di inverosimiglianza che paradossalmente qualche mezza sorpresa ci scappa comunque. La regia di Martin è abbastanza anonima (sesso e violenza del tutto assenti, difficile credere che sia lo stesso regista di Una candela per il diavolo), ma scorrevole e supportata da un buon cast: corretto Craig, la Baker sempre affascinante, allucinata la Malfatti, simpatico l'ispettore un po' imbranato di Vazquez. Discrete le musiche di Umiliani.
Pessimo giallo italo-spagnolo, che prende spunti qua e là da altri film dello stesso genere e li mischia in maniera pedestre, non riuscendo a generare la minima nota di tensione o di interesse. I presunti colpi di scena non fanno alcun effetto, la sceneggiatura è confusionaria al massimo, la regia anonima. Se si aggiungono anche i dialoghi pessimi e un commissario che è una sorta di parodia e rovina continuamente momenti altrimenti vagamente interessanti, la delusione è totale. Si salvano le protagoniste femminili e i begli scorci inglesi. Il resto è da dimenticare.
Nemmeno l'amore sconfinato per il giallo settantiano e per le sue molteplici derivazioni riesce a giustificare questa stantia e sconclusionata produzione italo-spagnola con ambientazione d'oltremanica. Sceneggiatura bucherellata, parti umoristiche irritanti (affidate al commissario), una propensione a mischiare esageratamente le carte ne fanno un prodotto trascurabile. L'unica cosa di valore è il doppiaggio, che raccoglie diversi nomi di livello (Colizzi, Romano, Bellini, la Savagnone, la Simoneschi fra gli altri).
Nonostante la presenza di due icone dei thriller complottistici, la Baker e la Malfatti, si differenzia da questi ultimi per l'assenza di sangue e di erotismo e si colloca piuttosto nei territori del giallo classico di ambientazione britannica. L'idea alla base della sceneggiatura è piuttosto modesta e ampiamente prevedibile nonostante i ripetuti colpi di scena, ma la regia di Martin, unita a una buona fotografia, è sufficientemente professionale per rendere il prodotto abbastanza godibile. Discreta la prova del cast, su cui primeggia una luciferina Malfatti dallo sguardo spiritato.
MEMORABILE: Le visioni della Malfatti nella casa abbandonata.
Thriller spagnolo che si rifà palesemente ai gialli Italiani di Lenzi, a partire dalla protagonista, una sempre piacevole Carroll Baker quarantenne. Tecnicamente non è nemmeno fatto male, con una fotografia piuttosto ricercata e la suadente colonna sonora di Umiliani, ma i pregi finiscono qui. Di contro ha un ritmo pachidermico, una totale assenza di tensione e un colpo di scena finale facilmente subodorabile. Film del tutto evitabile, consigliato unicamente ai fan più irriducibili della Baker o per gli amanti di certo cinema dei primi anni Settanta.
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Carrol Baker e' doppiata da Rita Savagnone
Michael Craig e' doppiato da Pino Colizzi
Marina Malfatti si doppia da sola
Jose Luis Lopez Velasquez e' doppiato da Ferruccio Amendola
L'avvocato dell'accusa e' doppiato da Carlo Romano
L'assicuratore e' doppiato da Giampiero Albertini
L'avvocato difensore e' doppiato da Glauco Onorato
La cameriera e' doppiata da Lydia Simoneschi
La moglie dell'ispettore e' doppiata da Rosetta Calavetta
Un avvocato e' doppiato da Alessandro Sperli'
Il prete e' doppiato da Gianfranco Bellini
Ci ha lasciato il buon caratterista spagnolo Jose Luis Lopez Vazquez all'età di 87 anni,ottimo interprete di numerosi film spagnoli,ma anche italiani.
R.I.P.
DiscussioneZender • 8/11/09 11:20 Capo scrivano - 47880 interventi
Beh, 87 anni giù il cappello. Di sicuro qui sarai quello che lo conosceva meglio, a livello cinematografico, Ciavazzaro, vista la tua nota passione per i film iberici.
Manca il titolo originale, qui riportato come aka: La última señora Anderson
DiscussioneZender • 20/01/12 16:15 Capo scrivano - 47880 interventi
Perchè è una coproduzione Italia/Spagna, per cui quello spagnolo è originale quanto il nostro. Non so come si possa stabilire che quello spagnolo è quello originale...