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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Ennesima rilettura del "Canto di Natale" di Dickens, con uno “Scrooge” qui chiaramente ispirato all'Alberto Sordi del MARCHESE DEL GRILLO calato però in una Roma di metà Ottocento, in cui la nobiltà è ancora l'unico requisito che conta per farsi davvero rispettare. Così almeno la pensa Bartolomeo Proietti (Giallini), gretto mercante e possidente in procinto di sposare la giovane Domizia (Bottone) per guadagnarne i titoli nobiliari. Un matrimonio combinato e voluto anche dal padre (Rubini) di lei, aristocratico in disgrazia che, pur di mantenere l'alto standard di vita...Leggi tutto cui è da troppi anni abituato, non si preoccupa di dare la propria figlia in moglie a chi lei non ama.

Bartolomeo, che vive con la sua governante Teta (Bevilacqua) attorniato dal fido cocchiere (Bannò) e dal contabile di casa (Di Lorenzo), è cinico, sfacciato, sgarbato, e d'improvviso si accorge di non avere a disposizione gli scudi che ha promesso al padre di Domizia "in cambio" della mano di sua figlia. Chi glieli doveva fornire viene ghigliottinato prima di svelare dove ha nascosto il forziere che li contiene e così, pur di ritrovarlo, il protagonista si rivolge a una sacerdotessa dell'occulto che si dice in grado di conversare con i morti; la donna tuttavia, invece di metterlo in comunicazione con il povero decapitato, lo avvisa che sono altri defunti a volerlo fare. Bartolomeo se ne va scocciato, ma a breve si troverà a fare i conti con il primo dei fantasmi "dickensiani", quello del passato. Nel caso specifico sarà Beatrice Cenci (Tantucci) a condurlo all'orfanotrofio dove è cresciuto; toccherà poi a Giordano Bruno (Timi) fargli capire cosa stia realmente accadendogli intorno nel presente e infine il Papa Borgia (Battiston) ad aprirgli gli occhi sul suo infausto futuro portandolo a riconsiderare il suo atteggiamento.

Insomma, "Il Canto di Natale" lo conosciamo tutti anche qui in Italia e trasferirlo nella Roma del passato sa tanto di furbata per evitare di inventarsi qualcosa di nuovo che dia un briciolo di sostanza alle smargiassate di un Giallini che peraltro, visto il tema per famiglie, si rivela più contenuto del previsto. Il film non insiste infatti sul versante della commedia preferendogli l'approccio moralisticheggiante, educativo ed edulcorato, nel quale tuttavia affogano miseramente le speranze di farsi qualche sana risata. L'apporto in sceneggiatura di Costella e Martani si avverte poco e l'estrema cupezza della fotografia, che anche nelle rare scene diurne non incontra mai un raggio di sole, diventa sintomo di una pesantezza inattesa che, per un film del genere, si traduce in una scarsa presa delle già rade battute.

La lezione di vita che i tre fantasmi danno a Bartolomeo mette in luce una buona cura nella stesura dei dialoghi ma il film è penalizzato da un regia stanca, attenta alla qualità delle riprese (soprattutto in esterni) e in generale alla forma dimenticando di dare ritmo, energia, verve a quella che diventa una buia favola retta da un Giallini sempre bravo ma non al meglio e da tre "spalle" (i fantasmi) che in nessuno dei casi riesce realmente a incidere. Lo stesso dicasi per chi gravita intorno al protagonista, fratello rivoluzionario (Sartoretti) compreso. IL PRINCIPE DI ROMA, insomma, si trascina faticosamente tra sfarzosi scenari che si sarebbero volentieri sostituiti con un po' di comicità in più, perché se il paragone con Sordi sulla carta poteva reggere, all'atto pratico nessun passaggio del film resta impresso. Edoardo Falcone, che aveva esordito con l'ottimo SE DIO VUOLE, pare col tempo aver perso per strada la capacità di divertire in favore di un avvicinamento deludente a commedie misticheggianti o natalizie.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 19/11/22 DAL DAVINOTTI
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Markus 19/11/22 11:21 - 3687 commenti

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La romanità di Giallini e il robusto schema narrativo tratto da "Canto di Natale" di Dickens al servizio d'un personaggio che si rifà - per sommi capi - al Sordi del Marchese del Grillo. Nelle intenzioni (e le aspettative del pubblico...) ilarità a profusione con la consueta irriverenza di certa romanità d’antan, ma all'atto pratico... un film d'una noia persino sfiancante. Cupo, privo di battute, senza un solo momento trascinante; pellicola che si sostiene per la sola professionalità degli attori, che fanno quel che possono. Quasi terribile.

Rambo90 20/11/22 22:59 - 7697 commenti

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Il Canto di Dickens è una storia che non smette mai di affascinare, seppure declinata in modi diversi. E così anche questa riduzione, con un bravo Giallini che dona al suo Meo contorni presi in prestito dai vari film in costume di Sordi, ha un suo perché. Con una buona messa in scena, momenti divertenti e la parte finale che non manca di toccare gli animi più sensibili. Bene il cast di contorno, con nomi altisonanti, e riuscito l'accompagnamento musicale.

Reeves 14/12/22 08:04 - 2214 commenti

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Lettura decisamente cupa del famoso romanzo di Dickens tutta incentrata sulle capacità recitative di Marco Giallini e sui personaggi di contorno, alcuni decisamente azzeccati (come il papa Borgia impersonato da Giuseppe Battiston senza barba, oppure Sergio Rubini principe spiantato). Se cercate le risate non fa per voi, ma qualche delicato momento è comunque garantito.

Caesars 21/12/22 11:07 - 3790 commenti

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Così così. Indubbiamente chi si aspetta una commedia divertente con un fuoco di fila di battute rimarrà deluso, trattandosi invece dell'ennesima trasposizione cinematografica del "Canto di Natale" di Dickens (o meglio, di una versione molto liberamente derivata da esso), risultando quindi un racconto morale non molto divertente. Giallini regge sulle spalle quasi tutto il peso del film, in quanto gli attori di contorno non incidono in modo particolare. La regia di Falcone è corretta ma non aggiunge molto valore al girato. Un prodotto in linea con l'atmosfera natalizia.

Galbo 5/05/23 06:55 - 12392 commenti

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Un "dickensiano" Canto di Natale in salsa romana, questo film di Edoardo Falcone che realizza una commedia drammatica incentrata su una figura gretta e arrivista che cambia direzione messa di fronte al proprio passato. Un personaggio che Giallini fa suo senza calcare troppo la caratterizzazione ma in modo piuttosto sobrio, coadiuvato da caratteristi ben scelti e con gustosi "innesti" come Time e Battiston. Qualche calo di ritmo nella parte centrale, ma nel complesso un film che (al netto della poca originalità della trama) si segue piacevolmente e con un finale tenero e malinconico.

Von Leppe 9/05/23 14:38 - 1262 commenti

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Praticamente Ebenezer Scrooge diventa Bartolomeo Proietti, un ricco romano con manie nobiliari. Somiglia pure a L'avaro. Il film si fa seguire volentieri tra commedia e sentimentalismo di tipo soprattutto mammone che rovina un po' il tutto, specie nel finale. Buoni invece i fantasmi che visitano il protagonista interpretato da Marco Giallini, presi da personaggi storici morti violentemente a Roma. Attori non proprio il massimo (vengono in mentre troppi paragoni con i predecessori), ma fa piacere una rispolverata al genere romanesco papalino.

Nando 17/05/23 17:29 - 3814 commenti

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Gradevole commedia romana in costume in cui si narrano le vicende di un ricco commerciante romano che ispira al titolo nobiliare. Tra salti temporali e illustri fantasmi si giunge al malinconico ma giusto finale. Bene Giallini anche se limitato dalle poche battute, appropriati Rubini, nobile decaduto ma bramoso di ricchezze, Timi, inquietante come Bruno e Battiston che strappa il sorriso. Nel complesso natalizio con un perché.

Gugly 19/09/23 23:14 - 1187 commenti

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Con il richiamo palese all'iconico personaggio sordiano e un pizzico di Checco Puricelli (la voglia di nobiltà), il film sembra avviarsi verso strade battute e ridanciane; assistiamo invece a una messa in scena palesemente ispirata al Canto di Natale Dickensiano con Giallini burbero Scrooge romanesco; professionalità degli attori e cura della messa in scena sono ineccepibili, ma non si capisce il senso dell'operazione; i tre mentori fantasmatici del protagonista sembrano scelti a caso tra le storie di Roma, con Timi/Giordano Bruno praticamente sosia di Volonté nel film di Montaldo.

Ira72 10/01/24 11:35 - 1313 commenti

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Giallini diverte nei panni di questo Principe mancato, arrivista e avaro, superficialotto e ambizioso nell'arrampicata sociale ove, da sempre, i soldi sposavano un titolo nobiliare e viceversa. A tratti il personaggio ricorda l'indimenticabile Marchese del Grillo ma non basta. Graziosa come favoletta di Natale e godibile per una serata in spensieratezza. Ma di più non si può pretendere perché l'insieme è un déjà vu, il resto del cast non spicca ed è essenzialmente il protagonista a intrattenere grazie alle noti dote interpretative.

Daniela 1/02/24 21:20 - 12662 commenti

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Nella Roma del Papa Re, un ricco bottegaio che aspira a diventare nobile come il Marchese Del Grillo e intanto ne segue le orme quanto a protervia, vive un'esperienza diskensiana tra passato, presente e futuro con la guida di tre illustri trapassati... Il film non fa mistero del suo essere palesemente derivativo e qualche guizzo di originalità in più sarebbe stato certo gradito, però è impaginato con un certo gusto, Giallini offre una prova colorita ma più sobria del previsto e alcune caratterizzazioni sono simpatiche, per cui nel complesso lo spettacolo è potabile.

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  • Homevideo Caesars • 25/01/23 14:26
    Scrivano - 16811 interventi
    Precvista l'uscita, in blu-ray e dvd, peer il 16 Marzo
    https://www.amazon.it/Principe-Roma-Blu-ray-Marco-Giallini/dp/B0BSVH5H7B/ref=tmm_blu_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=1674653098&sr=1-1
  • Discussione Gugly • 21/09/23 11:49
    Portaborse - 4710 interventi
    Come espresso nel commento non ho ben capito il senso dell'operazione: Giallini all'inizio fa chiaramente il verso a Il Marchese del Grillo e c'è pure un pizzico di Conte Tacchia, uno si prepara a fare un po' di risate e invece...alla fine si rischia pure la lacrimuccia! Non parliamo dei tre amici che affiancano il protagonista nella parte centrale del film! Due non somigliano per niente ai personaggi storicamente esistiti, Timi e' "na stampa e na figura" con Volonté protagonista del film di Montaldo Giordano Bruno, appunto...
    Siamo sempre lì, e' questo il cinema italiano attuale? Mah.
  • Discussione Zender • 21/09/23 14:27
    Capo scrivano - 47786 interventi
    Secondo me hanno immaginato che la figura del Marchese del Grillo per caratteristiche si potesse sposare bene con lo Scrooge di Dickens, e dal momento che ci si avvicinava al Natale ci han provato...
    Ultima modifica: 21/09/23 14:29 da Zender
  • Discussione Gugly • 21/09/23 17:04
    Portaborse - 4710 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Secondo me hanno immaginato che la figura del Marchese del Grillo per caratteristiche si potesse sposare bene con lo Scrooge di Dickens, e dal momento che ci si avvicinava al Natale ci han provato...

    Ignoro quanto abbia incassato il film ma personalmente mi sembra di mescolare mele e pere: il Marchese del Grillo se perde la cattiveria, in realtà gusto per la beffa pesante, non è più lui.
  • Discussione Zender • 21/09/23 18:05
    Capo scrivano - 47786 interventi
    Beh, ma inizialmente è come Scrooge, perfido appunto. Quindi viene rieducato e in quest'epoca di buonismo cambia anche lui :)
  • Discussione Gugly • 22/09/23 07:53
    Portaborse - 4710 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Beh, ma inizialmente è come Scrooge, perfido appunto. Quindi viene rieducato e in quest'epoca di buonismo cambia anche lui :)

    Il Marchese del Grillo diventa buono??? Non c'è più religione!!!