Mediocre trasposizione da Molière realizzata da Tonino Cervi. Uno dei capolavori del commediografo francese viene ridicolizzato a raccolta di macchiette e privato dell'impostazione generale e della superba messa in scena tipica delle migliori rese teatrali. In parte la responsabilità di questa poco riuscita intepretazione è dovuta allo sbagliato impiego di Sordi che si cimenta in un'interpretazione troppo magniloquente e schiamazzante e meno ironica e sottotraccia del dovuto. Bravo invece Christopher Lee.
Pallosissimo. Non ci sono altri sinonimi per descrivere questo film. Scialbo, inconsistente, prolisso e veramente mal fatto; mi spiace solo che Sordi abbia partecipato nel cast, sono assolutamente convinta che questa pellicola senza di lui avrebbe fatto la fine della comune spazzatura.
Brutta trasposizione dell'opera del grande Molière; Tonino Cervi e Alberto Sordi vogliono ripercorrere i fasti de Il Malato Immaginario ma falliscono miseramente. Scene da fiction di basso livello, narrazione prolissa e priva di slancio. Sordi purtroppo sembra in questo caso narcotizzato, ripete quelle due o tre battute risapute ma colpisce poco. Inconcludente.
Da rivalutare, soprattutto per l'interpretazione di Sordi che come suo solito è capace di reggere l'intero film. Effettivamente tutto sembra costruito per esaltare il suo personaggio, dal cast non d'altissimo livello all'ambientazione scenografica in sintonia con la recitazione sordiana, che d'altronde valorizza una commedia di Molière molto leggera. Sicuramente meno divertente del Malato immaginario, ma con qualche chicca tipicamente in stile sordiano: il dirindindin delle monetine è ormai un cult.
Bella ricostruzione della Roma barocca e dei costumi del Seicento, con colori tra Tiziano e Fellini, anche se la fotografia non è ottimale. Non sono riuscite le atmosfere che dovrebbero essere macabre quando appare il Cardinale Christopher Lee: la luce dei lampi e la sua figura non vengono risaltate come dovrebbero, mentre il bordello (girato al castello di Ariccia) è buono e vengono mostrati nudi. Un tardo film commedia italiano (televisivo) con Sordi anziano, ma che interpreta bene il ruolo dell'avaro. La trama risulta piatta.
MEMORABILE: Un ricco deve essere avaro, sennò diventa povero.
Un film ingiustamente sottovalutato, perché al di là di una confezione quasi televisiva (la scenografia e i costumi son buoni, le musiche e la fotografia decisamente meno), offre una delle migliori interpretazioni degli ultimi anni di Sordi. Scatenato, con intercalare ormai cult (dindiridin...) ed espressioni spassose, affiancato poi da un cast di prima grandezza dove spiccano l'ancora piacente Antonelli, un Lee malefico (anche qui!) e un Croccolo davvero divertente. Il ritmo è un po' lento, ma è un film sicuramente gradevole. Promosso.
Un cast di tutto rispetto circonda Sordi in questa trasposizione dell'opera di Molière. Probabilmente si poteva fare di meglio, contando su tali nomi, ma tutto sommato il film non è poi così male. Il grande attore romano forse non si esprime con la brillantezza dei momenti migliori (nonostante occupi un ruolo a lui completamente calzante) ma riesce comunque a reggere la scena ed a offrire qualche spunto divertente. Il finale appare raffazzonato e frettoloso, come a testimoniare quanto ormai la trama non avesse più nulla da dire. Sufficiente.
MEMORABILE: Arpagone che scopre la richiesta del prestito "a babbo morto" da parte del figlio; L'ultimo scambio di battute con Christopher Lee.
Uno degli ultimi film simpatici di Alberto Sordi. Buona la scenografia e discreta l'ambientazione. Attori bravi sulla carta ma un po' ingessati, specialmente Bosè. Sordi regala ancora qualche battuta ed è divertente vedere come conta le monetine! Non raggiunge altre pellicole d'epoca da lui interpretate, ma la sufficienza la strappa.
Nonostante l'interpretazione sopra le righe di parte del cast e una regia televisiva è Sordi a sorprendere con la sua interpretazione ricca di sfaccettature, donando lustro e grande aderenza al personaggio di Molière. Le ambientazioni sono degne di nota. La Antonelli si fa notare con un'interpretazione su di giri, mentre Bosé convince solo grazie al doppiaggio. Grande sfoggio di costumi d'epoca. Senz'altro da rivalutare.
Ho voluto vedere questo film subito dopo Il malato immaginario per cercare un continuum artistico, sebbene tra i due film vi siano 11 anni di differenza. Ho trovato un Sordi pressoché identico, forse complice l'ambientazione simile, ma sembrerebbe che Sordi sia stato estrapolato dall'uno e inserito nell'altro. Tuttavia nel complesso, questa (non brutta) trasposizione di Molière appare più fiacca della precedente e la cosa dispiace perché il grande attore romano sembrerebbe tagliatissimo per entrambe. Bravo, come sempre, Christopher Lee. **
Il ricco vedovo Don Arpagone cerca di evitare nuove nozze per sé ed intanto briga per far sposare convenientemente i suoi due figli, senza considerare che entrambi hanno già trovato l'amore altrove... Dopo il Malato immaginario, Cervi ripropone la coppia Sordi/Antonelli nella trasposizione di un altro capolavoro di Molière con risultati ancora più sconfortanti, soprattutto per la prova mediocre di Sordi che oltretutto schiaccia quella del resto del cast. Resta il rammarico per il mancato incontro tra l'attore ed il personaggio in altri tempi ed in altre occasioni.
La commedia di Molière è reinventata a misura di Sordi e calata nel contesto decadente dello Stato pontificio dove appunto l’attore e gli sceneggiatori si muovono più a loro agio. Il film è a tratti prolisso e farraginoso, e a tratti frizzante e spiritoso: insomma, discontinuo, ma tenuto unitario e saldo dall’istrionismo in automatico del protagonista. Alla sontuosa ricostruzione ambientale non corrisponde altrettanta cura cinematografica e un’opera potenzialmente ricca anche di scene memorabili scivola piuttosto mediamente.
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Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv della long version (domenica 10 novembre 1991, la seconda parte andò in onda lunedì 11) di L'avaro: