Negli anni del secondo conflitto, la ricerca di riscatto sociale della bella Mamie tra Cisco e Honolulu. Eccentrico melò diretto dal "macho" Walsh e interpretato dalla giunonica Jane Russell. L'indomito Raoul sopperisce all'eccesso di miele dello script con la sua proverbiale ferrea direzione. Ne vien fuori l'originale ritratto di una donna disposta a sacrificare i sentimenti alla ricchezza, vista, in un ottica protestante, come "restituzione" di uno status morale e non solo. Un ideale a cui la statuaria Jane aderisce con intensità e carattere. Da vedere!
Melodrammone hollywoodiano abbastanza convenzionale, diretto correttemente da un ottimo regista come Raoul Walsh. Il tema è quello del riscatto sociale e il film vale sostanzialmente la visione per la presenza della prorompente (e brava) Jane Russell. Discreta anche l'ambientazione mentre la sceneggiatura è troppo ricca di luoghi comuni e di situazioni stereotipate per produrre una vicenda davvero intrigante.
Il fascino lussureggiante e ambizioso di una ribelle Jane Russell – ottimamente doppiata da Lydia Simoneschi -, il calore del Cinemascope, l’attacco di Pearl Harbour: singoli elementi che restano molto più impressi della volatilità della storia di un amore impossibile (bene comunque che venga rigettato il lieto fine) e di un apologo sul denaro che preclude la vera felicità. Walsh ha cura altresì dei numeri musicali della protagonista e di alcuni personaggi secondari (la tenutaria Agnes Moorehead e il suo bieco e manesco compare Michael Pate) che si affacciano prepotenti sulla scena.
MEMORABILE: La nuova tinta di Jane Russell; l’attacco di Pearl Harbour; “If You Wanna See Mamie Tonight” degli Ames Brothers.
Temi cari della filmografia hollywoodiana dell'epoca: le differenze sociali e i tentativi di riscatto dalla mediocrità e dalla povertà. Jane Russell è la protagonista ideale di una Mamie dura e scafata ma ancora pronta all'amore, che piange sulle sue disavventure solo quando non vista. Ricorda Da qui all'eternità, da cui prende location e periodo, per non parlare dei locali dove i militari "compravano" la compagnia femminile. C'è il tentativo di non esprimere giudizi, ma la condanna per la protagonista risulta evidente.
MEMORABILE: Il marinaio che compra centinaia di bollini per la compagnia della giocatrice.
Dramma hollywoodiano generoso di mezzi e colori, ridondante e scontato in diversi passaggi, non esente da luoghi comuni. La Russell è costantemente in scena e dunque tutto ruota intorno al suo personaggio di femmina in rivolta (come da titolo originale), scafata sognatrice materialista con motivazioni. Il prodotto è buono, non tocca altezze notevoli ma è meritevole di visione, specie per i devoti dei melodrammi anni '50.
Mamie Stover è una bellissima donna il cui unico scopo è quello di diventare ricca per tornare trionfalmente nel paesello natio dove ha trascorso l'infanzia tra povertà ed umiliazioni. Prostituta in un locale a Honolulu, accumula una fortuna ma commette l'errore di innamorarsi... Melodramma sentimentale ultra-convenzionale in cui dovremmo in teoria empatizzare con Russell alla ricerca di riscatto sociale, ma è difficile, considerato il cinismo con cui accoglie la notizia dell'attacco a Pearl Harbor. Nel resto del cast, spiccano Moorehead gelida maitresse e Pate, suo bieco braccio destro.
MEMORABILE: L'epilogo amaro: il momento migliore della pellicola.
Mamie, cinica prostituta rimbalzata da un bordello all'altro a furia di fogli di via, vorrebbe costruire il proprio riscatto sociale vendendosi agli uomini e speculando con sadismo sulle disgrazie altrui. Sfavillante più nei colori che nell’intreccio (sostanzialmente modesto e ripetitivo), lascia per tutto il tempo lo spettatore in mezzo a un guado dove non sa per chi o per cosa debba parteggiare. Nessuno merita empatia, tranne forse la defilata fidanzata di Jim, una graziosissima Joan Leslie: lei sa di essere un spanna sopra Jane Russell, e aspetta paziente che passi la buriana.
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CuriositàDaniela • 21/02/20 08:22 Gran Burattinaio - 5941 interventi
All'inizio del film la protagonista ha i capelli mori, ossia del colore naturale di Jane Russell, ma dopo essere stata assunta nel locale di Honolulu gestito da Bertha (Agnes Moorehead) se li tinge di rosso per avere più successo con la clientela.
Anche Moorehead dovette tingersi i capelli per esigenze di copione, diventando bionda color platino.