Sull'onda del successo di LA SCUOLA, ma senza dimenticare i gloriosi "Ciavarro-movie" alla CHEWINGUM e nemmeno la goliardia esagerata pur se spesso squallida dei Pierini di Alvaro Vitali, Federico Moccia (il figlio di Pipolo, che con Castellano firmò un impressionante numero di commedie comiche) dà il suo contributo alla commedia di ambientazione scolastica sfruttando tutti i luoghi comuni possibili e usando personaggi-tipo visti mille volte: il grassone Giuliano, che vede la sua storia d'amore con la "facile” Alex interrompersi a causa della propria...Leggi tutto burinaggine mal vista dalla ragazza (in effetti l'abuso del romanesco è in questo caso veramente eccessivo), il classico triangolo lui (Stefano, il bello e buono della classe) lei (Caterina, la splendida ragazza appena arrivata) l'altro (Gianluca, il bello e dannato) che si concluderà con una prevedibile rissa, il professore porcellone che non esita a promettere buoni voti in chimica alle ragazze disponibili, l'occhialuto iettatore e via dicendo. Tuttavia, pur in un'ottica di spudorato riciclaggio (anche di gag, sparate a raffica e con riferimenti a celebri film come L'ATTIMO FUGGENTE o altrettanto celebri spot: “Di chi è questo?") Moccia innesta la quarta e, grazie a un montaggio perfetto e velocissimo, sa inserirsi nel cinema moderno tenendo la macchina da presa in costante movimento e inventando soluzioni visive a volte apprezzabili. E poi in fondo, se si eccettua l'innaturale Stefano, il cast funziona (se poi le battute fanno pena è colpa della sceneggiatura) e soprattutto la vecchia guardia (bravissimo Gianfranco Barca, il prof di italiano) sa rendersi simpatica. In un breve cameo c'è addirittura Paolo Bonolis (fa il negoziante rasta), lasciando l'impressione che il trash sia lì a un passo...
Mamma mia che fatica... Ad arrivare a fine film, intendo. Se non fosse stato per la presenza di un paio di belle figliuole, credo che avrei interrotto la visione a circa mezzora dall'inizio. Trama inconsistente (e fin qui), attori imbarazzanti (velo pietoso su Bonolis), regìa da soap mediaset pomeridiana e sulle battute che dovrebbero far ridere è meglio non dire altro. Evitabile.
Moccia rules! In un nugolo di appassionati cultori di letture - che Liala al confronto è Hemingway - da mare e sole ed ombrelloni, ecco il nostro paladino. Film - si fatica ad etichettarlo così - che annoia e disturba dal primo all'ultimo frame. Spesso ci si chiede il perché e nemmeno alla fine si ha una risposta. Regia banale è dir poco e sceneggiatura idem (ergo dialoghi terribili). Evitare con cura!
Il "regista" in seguito si sarebbe pure dilettato nel comporre (scrivere è tutta un altra cosa), cose del tipo Tre metri dopra il cielo e simili, dando la stura a tutto un sottogenere che continua ancora oggi. Ovviamente, parlare di regia, sceneggiatura o di interpretazione in questo caso è del tutto inutile. Sprecati nel marasma generale il grande Gianfranco Barra e Paolo Bonolis al suo esordio cinematografico nel ruolo del tutto ridicolo di un rasta di colore. Da evitare.
Da buon cultista "anni 70-80" ha preso corpo in me da 3-4 anni una forte repulsione verso questi nuovi fenomeni giovanili come Moccia e il suo compare Mo(u)ccino. E quindi mi ero sempre ripromesso di non vedere mai niente di codesti "autori". Il film in questione lo vidi ai tempi della prima passata in tv (che avvenne tipo 5 anni fa) e solo pochi giorni fa mi sono accorto del nome del regista. Ecco.. la mia promessa non è stata mantenuta e putroppo a mia insaputa ho visto un Moccia-movie, anche se ben diverso dai librettini d'amore di ora.
MEMORABILE: Bonolis copia pari pari la parte del cartolaio interpretato da Giuliani, nei ragazzi della III°C.
Ovvero: come trascorrere un pomeriggio nella banalità ai limiti dell'autolesionismo (dello spettatore che assiste, ovviamente). Moccia non si prende il disturbo di imbastire una trama o di trovare qualche novità e il film naviga a vista fra cafonate giovanili e tormentoni burini. E un paio di belle figliuole in tenuta succinta o qualche scopiazzatura non bastano certo a far lievitare l'impasto. Sono riusciti a rendere insipido persino Barra; quanto a Bonolis... tiremm innanz. Gradevole come mangiare un chilo di farina cruda.
Attribuire più del pallino secco risulta già eccessivamente premiante per una disgustosa pellicola che, oltre a non poter strappare neppure mezza risata al pubblico più ebete d'Europa e ai parenti degli attori, ha dato spazio a Paolo Bonolis, il re dei sudatori televisivi, in una delle sue versioni più fastidiose. Più che pessimo: sarà un errore lessicale, ma rende il concetto!
MEMORABILE: Offensivo per il genere umano indicarne uno: ovunque si verifichi la presenza di Moccia, lo squallore e lo sconforto divengono assoluti protagonisti!
Difficile giudicare un'opera così sconcertante per tanti motivi. Trovare una cosa positiva in questo calderone di freddure e momenti pseudo-trash credo sia un'impresa impossibile. Non c'è approfondimento dei personaggi, non c'è umorismo, non c'è niente. Il tentativo poi di inseriere momenti parodiati di altri film/pubblicità risulta semplicemente ridicolo. Perfino peggio di quanto mi aspettassi.
Nonostante qualche problema qua e la è un film simpatico e spensierato... non è comico in senso stretto ma il suo scopo non è di far sganasciare dalle risate gli spettatori. È un film sulla scuola, sull'adolescenza, sull'ingenuità di quell'età. Un film destinato agli adolescenti. Io l'ho visto quand'ero piccolo e tutt'ora, dopo anni, ogni tanto lo rivedo.
A dieci anni da I ragazzi della 3^C Moccia torna sul luogo del delitto per finire il lavoro (ovvero il massacro). Dove nella serie dell'87 c'erano almeno protagonisti simpatici, qualche attore di rango e un'atmosfera ingenua ma genuina, qui manca quasi tutto, a partire proprio dal film. Impossibile simpatizzare per personaggi così rozzi e squadrati (e qualche volta apertamente odiosi), che ciarlano di banalità in una sceneggiatura non pervenuta. Notevoli certe freddure che credo siano tra le peggiori della centenaria storia del cinema.
Commediaccia giovanilistica di lega bassissima che annovera un cast modesto e raccogliticcio e mostra le solite ovvietà scolastiche. Situazioni scontate e recitazioni al limite sindacale che conducono al nulla assoluto. Per Moccia un esordio di una tristezza infinita.
Una commedia giovanilistica di bassa lega che sinceramente non ha nessuna freccia al proprio arco a causa di una sceneggiatura e di battute fin troppo banali e che spesso non fanno neppure ridere. La recitazione poi è a livelli quasi imbarazzanti. Cameo inutile di Paolo Bonolis in versione rasta.
Il film ha due soli pregi: una colonna sonora niente male, ricca di successi "eurodance" degli anni 90, e l'ambientazione (seppur un po' forzata, come in Quattro bravi ragazzi l'aula è pasticciata e graffitata!). Un terzo pregio potrebbe essere il cast femminile, molte alla prima e unica esperienza: sono belle e se la cavano meglio dei corrispettivi giovani maschi (eccezion fatta per Barra e Della Casa, qui sprecati). Per il resto il film è un'accozzaglia di battute che non fanno ridere, situazioni squallide, temporali finti con il cielo senza nuvole. Pessimo.
MEMORABILE: Il temporale fasullo con il cielo chiaro e limpido; Le numerose freddure: su tutte quella sugli Stati Uniti.
Terrificante commediola giovanilistica in cui nulla funziona; non fa ridere, non intrattiene, non fa riflettere e annoia dal principio alla fine! Inoltre è mortificante vedere personaggi palesemente troppo grandi rispetto al ruolo interpretato. Piange il cuore nel vedere confusi in questa operazione attori veri come Barra e Della Casa. Nemmeno rivalutabile in ottica trash.
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