Bowling a Columbine - Documentario (2002)

Bowling a Columbine
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Bowling for Columbine
Anno: 2002
Genere: documentario (colore)

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Perché negli Stati Uniti il numero degli omicidi è sempre terribilmente superiore a quello di tutti gli altri paesi civilizzati? E’ forse perché l'acquisto e il possesso delle armi vengono garantiti dal famoso secondo emendamento e concessi a chiunque? All'indomani delle stragi di Columbine, dell'Oklahoma, dell'omicidio nel Michigan di una bimba di sei anni da parte di un suo coetaneo, è assolutamente urgente parlarne. E Michael Moore lo fa con il suo stile documentaristico aggressivo, montando con macabra ironia le frasi di cittadini americani per i quali l'uso delle armi pare uno dei diritti inalienabili fondamentali. Ma non può essere un motivo solo, la causa scatenante di tanta furia omicida,...Leggi tutto spiega lo stesso Moore: in Canada si vendono fucili e pistole a bizzeffe eppure si muore pochissimo, non ci si spara mai e si vive con la porta di casa sempre aperta. Deve essere la paura, quel sentimento di terrore che TG e governi instillano nell’anima degli americani con ogni mezzo diffondendo una sensazione di panico costante incontrollabile. E certo le campagne per la difesa personale di enti come la NRA (rappresentate da vip come Charlton Heston, intervistato nel finale), acronimo per National Rifle Association, non possono che peggiorare la situazione. Girato senza fronzoli, essenziale, con qualche intervento di troppo non del tutto pertinente (e che ovviamente acquista più significato per chi nella realtà americana ci vive) ma intelligente e arguto. Forse un po' dispersivo e strutturato senza la sufficiente linearità, ma sicuramente un film necessario.

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Magnetti 22/02/07 12:13 - 1103 commenti

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Di questo documentario ho apprezzato due aspetti. Il primo l'argomento trattato dal regista Moore che, andando contro tutto e tutti, ha il coraggio di affrontare ciò che per motivi di interessi economici molti richiudono nel cassetto: il business delle armi da sparo negli Stati Uniti. Il secondo è la qualità del documentario che cattura l'attenzione dello spettatore come pochi altri. Moore ci sa fare veramente con la telecamera, reinventandosi un genere (il documentario, appunto).

G.Godardi 21/04/07 06:57 - 950 commenti

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Se i documentari di Moore hanno tanto successo di pubblico c'è un motivo: pur essendo documentari, di fatto sono dei film narrativi. Paradossalmente c'è più narrazione in un suo film che in un altro tradizionale di finzione. Poi ha l'indubbio merito di trattare temi impegnati e scottanti con la giusta dose di ironia, senza per questo svilire il messaggio di fondo. Inoltre ha l'arguzia di accompagnare le immagini con canzoni di gruppi underground e impegnati, in modo da avere un riscontro di pubblico ancora maggiore, specie giovanile. Intelligenza e arguzia.

Caesars 23/04/07 09:47 - 3790 commenti

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Interessantissimo documentario di Michael Moore che cerca di analizzare, l'indomani della strage di Columbine, il perchè di tanti morti negli USA. Difficile individuare una sola causa ma senza dubbio la cultura rafforzata dai mass media sul legittimo possesso e uso delle armi da fuoco è diffusissima, al contrario del vicino Canada dove si vive ancora con le porte aperte (e questo mi ha stupito davvero). Triste vedere la vera faccia di un "mito" come Charlton Heston, che rimedia una figura ben peggiore del tanto vituperato Marilyn Manson.

Red Dragon 23/04/07 21:26 - 125 commenti

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Meno eclatante e quindi forse meno coinvolgente di Fahrenheit 9/11 (anche, probabilmente, a causa dell'argomento meno "urgente" e sensazionale), questo Bowling a Columbine è forse migliore. Ironico ma meno sbeffeggiante, svaria da South park a Charlton Heston e prova a spiegare il perchè negli States le armi da fuoco facciano così tanti morti mentre, ad esempio, i vicini di casa canadesi vendono più armi ma dormono serenamente con la porta aperta. Una critica sociale che cerca di andare in profondità. Delizioso il cartoon. Da vedere.

Pol 20/04/08 14:27 - 589 commenti

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Ottimo film/documentario che affronta l'argomento armi con notevole ironia ma senza mai scadere nella farsa. Utile promemoria sulle conseguenze che un generale clima di paura nei confronti degli altri (alimentato dai media) può avere sulla società (e anche l'Italia si sta muovendo in questa direzione). La vera forza di Moore sta nello stile di narrazione, nel saper fare contemporaneamente intrattenimento ed informazione senza sacrificare niente alla credibilità dell'inchiesta. Notevole.

Redeyes 18/06/08 10:23 - 2449 commenti

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Interessante documentario che può esser visto quanto meno sotto un duplice punto di vista. Da una parte è innegabile l'arte del regista e la capacità di trattare temi a noi, in questo caso Loro, cari, dall'altra è evidente la tendenziosità di certe argomentazioni, non del tutto veritiere. Si guarda con piacere il documentario per il suo taglio asciutto e non didattico, ma se non si apprezza il genere Grillo, ovvero "far la critica ma non trovar la soluzione attuabile" si può restarne delusi! Merita una visione senza dubbio, comunque!

Hackett 19/06/08 16:58 - 1867 commenti

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Interessante film documentario di Moore che con il consueto piglio politically scorrect si butta nello spinoso problema della scellerata vendita di armi negli States. Il caso è molto delicato, le immagini e le testimonianze sono toccanti. Il cinema di Moore può piacere o no, con la sua voce fuoricampo che ironizza e inveisce rendendo i suoi lavori più politici di semplici documentari, ma in ogni caso le vicende che riporta meritano sempre una visione.

Pigro 14/08/08 09:33 - 9666 commenti

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Tema del documentario è il proliferare delle armi e della violenza negli Usa. Moore compie una buona inchiesta, molto “personale” (anche nel senso del mettersi in gioco direttamente e istrionicamente), a partire dallo choc per la strage nel liceo di Columbine. Incredibili (per noi europei) certe scene sulla liberalizzazione della vendita delle armi; interessante l’indagine sulle ragioni della violenza grazie al confronto con il Canada (è la paura che la scatena, non le armi in sé); eccessivo il tampinamento di Charlton Heston.

Matalo! 15/08/08 13:18 - 1378 commenti

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Niente da dire nemmeno sul taglio arbitrario, che mi vede concorde ma nel quale avrei gradito meno gigioneria. Il problema dei film di Michael Moore è Michael Moore, antipaticissimo e ansioso di apparire, quasi avesse scelto questa strada e sposato queste idee perché incapace di accettarsi fisicamente e così trovare un veicolo per la sua rabbia. Ma l'abilità non si nega e il documentario è caleidoscopico e agile ben più di un film di Stone. Immortale il flash di Britney Spears con capigliatura a casco di banane che dichiara fiducia a Bush.
MEMORABILE: La faccia di Bush nella scuola mentre gli annunciano il crollo delle Twin Towers

Enzus79 14/11/08 10:11 - 2896 commenti

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Michael Moore ci porta la realtà sullo schermo, con un documentario che non guarda in faccia nessuno (nemmeno Charlton Heston). L'America "bombarola" ha molti scheletri nell'armadio e Moore tenta di svelarceli. La scena della strage di Columbine e la foto della bambina morta uccisa da un proiettile consegnata ad Heston toccano la sensibilità di chiunque.

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Rickblaine 14/11/08 11:28 - 635 commenti

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Documentario sull'America post-strage di Columbine. Uno stato (quello americano) diviso da modi di pensare che ostacolano una vita migliore al cittadino. Viaggio introspettivo alla ricerca delle motivazioni della gente a favore e a sfavore delle armi in casa. Politico e informativo sulle vere situazioni che compongono l'America, scoprendo crude realtà e sporche verità sul sogno americano. Moore cerca di essere il più obiettivo possibile, lasciando spazio alla gente che è vittima di irragionevoli tragedie.
MEMORABILE: L'intervista a Charlton Heston.

Galbo 20/11/08 08:51 - 12393 commenti

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A tutt'oggi l'opera più riuscita del filmaker documentarista Michael Moore. Il film è un documenatario ma avvince come una fiction per la cura e l'incisività con cui è realizzato. L'autore è portatore di un robusto messaggio antimilitarista di fondo e comprova le sue tesi nel modo migliore possibile interessando in tutti i modi lo spettatore e accompagnando le immagini con un'ottima colonna sonora.

Cotola 23/11/08 22:53 - 9044 commenti

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Ottimo documentario a "tesi" (dicesi anche pamphlet) che, partendo da un tragico fatto di cronaca, radiografa in maniera magistrale e con grande lucidità la mania, estremamente inquietante, tutta americana per le armi. Sicuramente il miglior lavoro di Moore che sa essere davvero efficace e sferzante senza alcuna partigianeria. Bello e meritevole di essere visto.

Fabbiu 10/09/09 09:19 - 2145 commenti

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Tra quelli visti è il video-inchiesta di Moore che preferisco. Probabilmente perché il tema (le armi in Usa) è, per sua natura, molto conformabile al timbro registico del documentarista: macabra ironia, mette in luce le incoerenze e le debolezze delle vittime di un sistema studiato a tavolino, risalta le ipocrisie della gente, cerca le risposte a fondo, tagliando fuori il mito dell'America armata per un fatto di cultura (La Germania non ha forse una storia di sangue?), semina perplessità e apre la mente. Ottimo lavoro.
MEMORABILE: La storia dell'America raccontata con una simpaticissima animazione; l'intervista ad un ideatore di South Park; il confronto con il Canada.

Ilcassiere 9/11/09 20:07 - 284 commenti

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Moore analizza in modo efficace la mania degli americani per le armi. Il fatto di considerare una libertà la possibilità per tutti di detenere un'arma è un grande abbaglio. Il confronto con il Canada è spietato: stessa quantità di armi nella popolazione, meno incidenti, meno paura. È proprio questa la chiave, la paura. Paura di un nemico immaginario, che c'è o non c'è a seconda dei comodi del governo e, soprattutto, delle lobbies delle armi. Davvero disgustoso Charlton Heston.

Renato 11/11/09 12:11 - 1648 commenti

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Il primo film di Moore che ho visto, se ben ricordo. Tratta di un tema molto delicato e spesso poco comprensibile per un europeo (la facilità con cui si possono comprare armi negli Stati Uniti) prendendo spunto da un fatto di cronaca, e lo fa con buona tecnica, fornendo parecchie informazioni. Al di là di tutto però la retorica del regista, debordante quasi quanto il suo panzone, finisce a tratti con l'infastidire. Comunque sia, Moore farà anche di peggio in séguito.
MEMORABILE: Il cartoon che spiega la corsa agli armamenti degli yankees attraverso i secoli.

Didda23 20/01/11 12:53 - 2426 commenti

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Ottimo documentario, riesce a colpire e soprattutto a far riflettere. La critica sociale è forte, intensa, partecipata. Lo stile gradevole, ironico, pungente. A tratti strappa pure qualche risata amara, perché certe posizioni sostenute da persone pro-armi sono davvero ridicole. La chiave di lettura utilizzata, la paura, è vincente ed efficace. Da vedere.

Pinhead80 2/04/11 17:28 - 4760 commenti

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Tra le migliori opere di Moore, che indiaga con sguardo attento e indignato alla facilità con cui chiunque può procurarsi un'arma negli States, anche attraverso internet. Lo stile come al solito documentaristico porta, nelle varie interviste, a sviscerare quella contraddizione che è insita in chi crede che le armi siano un diritto innegabile. La strage di Columbine è un triste monito a ciò che la politica della paura e del terrore ha portato negli Usa. Micidiale.

Capannelle 4/01/14 23:43 - 4411 commenti

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Probabilmente la miglior opera di Moore, che non senza ironia squarcia il velo sull'America dal grilletto facile e dalle paure generalizzate. Molto bravo nella tecnica del confronto o nella scelta delle immagini; peccato si dimentichi di approfondire la pista dei media che instillano paura, che era la più interessante. Qualche pausa nella seconda ora di trasmissione e qualche limite di partigianeria, ma contenuto.
MEMORABILE: Il cartone sulla nascita degli Usa; In Canada a controllare le porte lasciate aperte.

Lythops 3/11/14 12:00 - 1019 commenti

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Documentario sociale di rara efficacia e ottimamente argomentato, questo Bowling ci riguarda anche da vicino visto che la nostra identità europea sta lentamente scendendo ai livelli di quella statunitense. Michael Moore, profondamente avverso a una certa stampa conservatrice e per questo denigrato con pretesti risibili, crea un'opera che, con interviste e filmati, porta avanti le proprie tesi (e conclusioni) che danno soluzioni e dati molto differenti da quelle cui giungono sociologi dozzinali o il classico uomo comune. Bello, raro.

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Schramm 27/06/15 16:46 - 3495 commenti

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In un incalzante thought-provoking il polemos di Moore esplora la diretta proporzionalità tra crimine e cultura della paura, politica e strategia della paranoia, marketing delle armi e fanatico rapporto fiduciario verso di esse (incluse quelle nucleari), tra giustizia fai da te e pacifismo (incluso quello ipocrita dei costruttori di missili). Abile maieuta, Moore lascia che il vaso di Pandora si apra da sé e rigurgiti paradossi, contraddizioni e pericoli di un permissivismo che garantisce scenari di apocalisse quotidiana in un’America che ha fatto del riding the bullet il proprio credo.
MEMORABILE: I fucili regalati dalla banca e quelli di marca Marx!; La chiosa di Marylin Manson: “Non direi niente ai ragazzi che hanno ucciso, li ascolterei: è ciò che nessuno ha mai fatto”

Piero68 15/09/15 14:30 - 2957 commenti

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La strage della Colombine high school è solo il pretesto per addentrarsi nelle fobie dell'America di inizio millennio, nei suoi peggiori difetti e, soprattutto, nel come sia facile procurarsi un'arma in uno Stato dove la difesa della proprietà privata e della propria vita è sancita dalla costituzione. Speculazioni delle multinazionali e interessi miliardari ovviamente tengono in piedi questo baraccone. Una bella lezione di Moore sul come si fa giornalismo di inchiesta e sul come si gira un documentario che vuole mettere a nudo alcune criticità.
MEMORABILE: "Da queste mie fredde mani morte" (ovvero la frase di Heston alla convention sulle armi mentre stringe una carabina).

Paulaster 26/11/15 10:03 - 4419 commenti

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Nel suo stile provocatorio ma sottile Moore esplora il mercato della paura venduto dai media per foraggiare la vendita di armi in Usa. Analisi storiografica, indagine sugli addetti ai network, persino su chi impersona il “demonio” (Marilyn Manson, che poi è il più lucido), con sullo sfondo la strage della Columbine con interviste e audio da brividi. La parte delle lobby con la Nra è più debole in quanto si colpisce solo Heston, che dà la parvenza di essere solo un buon oratore.

Il ferrini 20/05/16 00:40 - 2358 commenti

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Indubbiamente il capolavoro di Moore, che in due ore non sbaglia assolutamente niente: le provocazioni, le battute, le interviste. Indimenticabile quella a Marilyn Manson e soprattutto l'imboscata finale a Charlton Heston, testimonial per la National Rifle Association, al quale chiede di scusarsi con le vittime delle armi da fuoco cui fa propaganda. Sconvolgente il confronto fra l'ossessione Usa per la sicurezza e lo stile di vita canadese, documentato dallo stesso regista che si introduce tranquillamente nelle abitazioni lasciate aperte.

Alex1988 6/11/17 18:51 - 728 commenti

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Ecco che la fama dello scomodo Michael Moore inizia a espandersi prima della definitiva consacrazione, due anni dopo, con Fahrenheit 9/11. Il tema del commercio di armi negli Stati Uniti è sempre di grande attualità e, nonostante qualche leggero momento morto, il documentario riesce a coinvolgere come fosse un vero e proprio lungometraggio.

Bubobubo 11/03/19 23:24 - 1847 commenti

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Nell'altalenante filmografia di Moore è il punto in cui con maggiore efficacia si coniugano spirito critico, acuto sarcasmo e sostanza narrativa, anche per la scelta di un'apertura di impatto, quasi kafkiana (la cessione gratuita dell'arma in banca). Un europeo mediamente istruito avrà sempre l'impressione che Moore scopra l'acqua calda, ma la storia (compreso il recente dibattito pubblico) insegna che il concetto di "ovvietà" ha dei confini parecchio fluidi al di là dell'oceano. Il finale, drammatico, è polarizzante.

Reeves 24/02/23 08:52 - 2216 commenti

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Un film forte, potente, coistruito con grande cura e dotato di un ottimo ritrmo. Moore, che in altri film si mostra troppo declamatorio, in questo caso riesce perfettamente a centrare uno dei grandi mali della società americana, le pressioni che i fabbricanti d'armi esercitano sui mass media e sui politici di destra ottenendo in cambio una pericolosissima libertà di accesso alle armi mortali. Inquietante.

Teddy 31/03/24 03:34 - 825 commenti

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Dalle piccole città alle mastodontiche metropoli fino sobborghi dimenticati. “Bowling a Columbine” attualizza la storia conferendo a un’umanità reietta, plagiata e spaurita un calibro emblematico. Il doppio binario sulla critica impietosa e l’arte della compassione è vivacizzato da un montaggio a regola d’arte, mentre sullo sfondo - fra notevoli scorci paesaggistici - l’America si piega sotto l’ironia cupa e fulminante di Moore. Attuale.
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  • Discussione Capannelle • 1/03/18 14:38
    Scrivano - 3513 interventi
    Titolo originale: Bowling FOR Columbine
    Titolo italiano: Bowling A Columbine

    Qualcuno sa perchè?
  • Discussione Zender • 1/03/18 14:56
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Credo proprio perché in italiano Bowling for Columbine non si capisce cosa significhi, mentre bowling A Columbine (che è un luogo) sì.
  • Discussione Capannelle • 1/03/18 19:25
    Scrivano - 3513 interventi
    Oddio lo capisco solo perché me lo scrivi tu e non mi dice tanto. Se bisogna cambiarlo facciamolo bene...
    Ma è una mia pippa che non intacca il valore del film. E il fatto che purtroppo non passi di attualità.
    Ultima modifica: 1/03/18 19:25 da Capannelle
  • Discussione Zender • 2/03/18 08:21
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Oddio lo capisco solo perché me lo scrivi tu e non mi dice tanto.

    In che senso? A me sembra abbastanza chiaro. Bowling for Columbine a me fa venire in mente giocare a bowling per vincere una colomba.
  • Discussione Redeyes • 2/03/18 13:47
    Formatore stagisti - 953 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Credo proprio perché in italiano Bowling for Columbine non si capisce cosa significhi, mentre bowling A Columbine (che è un luogo) sì.

    Io credo trattasi proprio di una traduzione mal venuta o quanto meno con poco impegno.
    Columbine è sì un luogo ma soprattutto la scuola, pertanto sarebbe forse stato più corretto chiamarlo Bowling alla Columbine
  • Discussione Zender • 2/03/18 14:28
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Bowling alla Columbine però mi fa pensare a un modo di giocare a bowling però :)