Prima di diventare l'acclamato regista di documentari fondamentali come BOWLING A COLUMBINE e FAHRENHEIT 9/11 ma dopo aver già affinato le armi con ROGER AND ME, Michael Moore dirige questa commedia politica di denuncia che coi suoi documentari c'entra poco ma fa ben capire le sue posizioni pacifiste. In pratica Moore (che è anche sceneggiatore unico e produttore) immagina che il presidente degli Stati Uniti (impersonato dal pacato Alan Alda), per recuperare popolarità nei sondaggi in vista delle...Leggi tutto elezioni, si inventi insieme al suo staff un nuovo nemico che possa sostituire i comunisti o i terroristi in modo da riattivare le morenti aziende belliche americane. Lo trova nel vicino Canada, contro il quale monta una campagna mediatica martellante facendo credere che sia fonte di mille pericoli nascosti e approfittando di una lite tra canadesi e americani al confine, sulle cascate del Niagara. Lo sceriffo di lì (John Candy, alla sua ultima non memorabile apparizione), centro della lite, diventa l'idolo nazionale e partirà per Toronto dove punta a liberare una sua collaboratrice "catturata" dal nemico e "tenuta in ostaggio". Moore (che fa anche una comparsata tra i manifestanti anti-Canada) ne approfitta per mostrare le enormi differenze culturali tra un paese pacifico a guida socialista (il Canada) e uno scosso da costanti impulsi guerrafondai (gli USA). La ragione sembra stare da una parte sola. Purtroppo, nonostante gli encomiabili intenti e una realizzazione corretta, il film è piatto e monotono, quasi mai divertente. Dan Aykroyd fa un cameo come poliziotto canadese.
Discreta commediola che si avvale di alcune divertenti gag e di simpatici attori, qui lasciati a briglia sciolta. Menzione particolare per il mai troppo compianto Candy; un Alda efficace come suo solito e un Belushi azzeccato nel suo ruolo. Rapido, folgorante cameo di Dan Aykroyd. Punto debole dell'operazione la regia di Moore, davvero priva di mordente. Il resto è passabile.
Mereghetti ha in parte ragione nel definirlo uno scherzo portato alle lunghe, in effetti lo è; ma non ha colto l'originalità della demenzialità satirica di Moore (fa un divertente cammeo): in questo film c'è molto di Fahrenheit e molto di altre sue inchieste: licenziamenti, armi, gli ipocriti e stupidi servizi informativi, presidenti che mettono in scena finti allarmi, l'uomo nero... insomma è un surrealismo poi non tanto surreale, comicità basata sull'orrore del vero. Le buone trovate ci sono (la guardia canadese), i ritmi arzilli pure.
Satira di un certo effetto, seppure spesso ripetitiva o dal ritmo non troppo scatenato. Moore, al suo unico film di finzione, riesce a fare la sua denuncia nascondendola in una trama demenziale e sguaiata, con molte gag che vanno a segno. Alda e Candy sono ottimi protagonisti, così come i vari caratteristi che appaiono da Pollak a Nunn e il divertente cameo di Aykroyd. Un paio di anni più tardi la stessa trama sarà al centro del più fortunato Sesso e potere.
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DiscussioneRaremirko • 2/07/18 22:38 Call center Davinotti - 3863 interventi
Notevole satira della mentalità USA, soprattutto relativa alla classe politica, che fa umorismo su cinismo, allarmismo e via dicendo.
Cast notevole e, seppur la regia di Moore qui non sia nulla di che (farà meglio coi documentari seriosi) l'impianto tematico è notevole e, più o meno, credo che in certi ambienti a noi negati circolino pressapoco i dialoghi che qua sentiam fare da presidenti, militari,ecc..
Anche io ho pensato a Sesso e potere che comunque, 2 anni dopo, sarà cinematograficamente superiore.
Un film discreto, con qualche momento divertente (i volti canadesi che passano alla tv, quando si dice che "son tra noi", tra i quali Reitman e Mike Myeers) e molto precorritore dei tempi (dal 2001 in poi, basta sostituire "talebano" a "canadese", e si ottiene la triste realtà).