Storia di rivalsa camuffata da partita di poker, con colpi di scena progressivi e disvelamenti abbastanza sorprendenti. Ma tutto questo serve a Crowe soprattutto per raccontare amicizie e legami familiari, senza addentrarsi troppo nel dramma eppure risultando toccante verso la fine e riuscendo a farci affezionare ai suoi personaggi. Un film particolare, dalle varie anime, con la regia non sempre precisa ma che colpisce nel segno.
Brutto segno quando c'è uno sfoggio di macchinoni, ambienti eleganti e tavoli da gioco dove si puntano cifre spropositate. E' un segno che forse non c'è tanto da dire, soprattutto se non si vuole puntare sulla componente ironica e bisogna in qualche modo impressionare. La reunion dei vecchi amici poteva avere un senso ma non viene approfondita più di tanto, anche perché nella seconda parte interviene un incrocio drammatico con un gruppetto di persone che sembrano starci a forza. E da lì sale la voglia di alzarsi dal tavolo da gioco.
Col pretesto di una partita di poker, un miliardario invita nella sua megavilla alcuni amici di gioventù con cui ha conti da saldare... Chi si aspetta un Regalo di Natale stia alla larga perché le carte si intravedono appena, ma è meglio astenersi anche se si cerca un thriller intrigante con una sceneggiatura sensata, personaggi meno stereotipati, scene action ben girate, un finale che non sia tanto ruffiano e ricattatorio. Dopo un esordio non esaltante ma dignitoso, Crowe regista frana completamente con questo film-bluff che non rende un buon servizio neppure al Crowe attore.
MEMORABILE: In negativo: il combattimento nella semi-oscurità, goffissimo.
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