Deliziosa commedia dai toni leggeri ma non disimpegnata, Alice riesce a toccare vari temi, il più importante dei quali è la capacità dell'individuo di bastare a se stesso, senza rinunciare alla propria personalità. La storia della giovane vedova che torna alla sua città natale con figlio al seguito è anche una storia di piccole solidarietà femminili in un mondo (spesso maschile) ostile ed è interpretata con grazia da una bravissima E. Burstyn, giustamente premiata qui con L'Oscar.
È una classica storia di formazione, anche se la protagonista non è un'adolescente. Ed ha il fascino di tutte le storie di formazione, nonostante l'ambientazione poco "romantica" (l'America suburbana, autostrade, motel e stazioni di servizio): un viaggio che doveva essere un ritorno al passato si trasforma nella scoperta di una nuova dimensione e di un futuro diverso. Divertente Vic Tayback, che per anni sarà Mel nella sit-com Alice, ispirata al film!
Alice è una donna che si ritrova a dover tirar avanti il proprio figlioletto da sola, partendo di nuovo da zero. Film ben riuscito perché riesce a mettere lo spettatore nelle condizioni di vivere in prima persona i tormenti di Alice, alle prese con uomini che non la capiscono e con un figlio che la mette spesso di fronte alle sue insicurezze.
MEMORABILE: L'entrata di Harvey Keitel nella stanza del motel.
Quando siamo colti da un irresistibile senso di déjà-vu guardando un film, o è perché in effetti non ricordavamo di averlo già visto oppure è perché siamo di fronte ad un classico tout court. Per "Alice" di Scorsese vale naturalmente la seconda ipotesi. La purezza e l'entusiasmo che il regista evince dalla provincia americana adombra già l'epitaffio de L'età dell'innocenza, fine di ogni candore possibile. La spontaneità degli interpreti - meravigliosa Ellen Burstyn - conquista e aiuta a eludere alcuni inconvenienti ritmici. Fotografica sirkiana di Kent L. Wakeford. Edenico.
Splendido e riuscito ritratto di donna, grazie alla sensibilità-abilità di Scorsese e a quella dello sceneggiatore Robert Getchell che costruiscono una figura femminile
molto interessante nel suo misto di fragilità e volontà. Di sicuro non tutto è originale, ma le emozioni sono assicurate. Contribuiscono fortemente al risultato finale tutti gli attori, su cui però spicca la magnifica interpretazione della Burstin, premiata giustissimamente con l’oscar. Dal film nacque anche una serie televisiva che riprese alcuni personaggi.
Capolavoro scorsesiano, che, anche se fatto su "commissione", rimane uno dei suoi film migliori. Già all'inizio, dove l'immenso Martin cita Il mago di Oz per poi prendere la via del "road movie". Straordinari scorci della provincia americana e Scorsese si autocita: l'entrata nel bar di Alice con camera a mano e luce naturale rimanda a Mean Streets e il violento di Keitel sembra uscito dai suoi "gangster movie". Si addolcisce un po' nel finale, ma resta un film immenso e indimenticabile. Grande prova attoriale della Burstyn. Capolavoro.
MEMORABILE: La Burstyn e suo figlio in auto, mentre viaggiano per le strade di provincia americane e parte il pezzo di Elton John "Daniel", dall'autoradio.
Opera su commissione di Martin, dopo il personalissimo capolavoro Mean streets. In Alice dà già prova di maturità/mestiere mettendo su pellicola una storia scritta da altri e a misura di attrice (Ellen Burstyn si meritò l'Oscar) rendendosi affidabile anche per Hollywood. Il successo di cassetta poi è testimoniato dalla serie che ne trasse origine. Di suo Scorsese ci mette l'amore per la musica e l'on the road, la naturalezza nella direzione degli attori e il graffio distonico, rispetto al "buonismo" dell'operazione, del cameo violento di Keitel.
MEMORABILE: La furibonda scenata di Keitel di fronte ad un attonita Burstyn; il duetto tra i "piccoli" Jodie Foster e Alfred Lutter.
Classico e prevedibile road-movie con annessa storia di formazione, riesce ad elevarsi dalla media grazie a diversi elementi di pregio: il parco attori innanzi tutto (bravissimi persino i bambini, tra cui un'imperdibile Jodie Foster) ma anche una regia davvero notevole. Il meccanismo si inceppa un po' verso la fine (i continui alti e bassi della protagonista sfiancano) ma nel complesso il film funziona.
MEMORABILE: Il primo giorno di lavoro (da incubo!) di Alice alla caffetteria.
Una Ellen Burstyn dolce e decisa, svampita e romantica, esuberante e fragile, in una parola meravigliosa... protagonista di un percorso formativo barcamenandosi su e giù per la provincia americana con figlioletto al seguito (una peste!). Magnifica l'alternanza narrativa - che spazia dai toni leggeri ad altri più cupi e malinconici - di questa disamina sentimentale con arguta riflessione sull'importanza della famiglia come collante dell'esistenza e sulla solidarietà come simbolo di affermazione. Probabilmente lo Scorsese più sensibile e intimista.
Non tra i capolavori di Scorsese, ma in ogni caso un vivido scorcio di provincia americana entro cornici ora favolistiche (l’incipit campagnolo) ora di duro realismo (la violenta schizofrenia di Keitel); lo attraversa una galleria di donne, uomini e bambini che risaltano in dialoghi arguti e spumeggianti. Da non perdere le scaramucce tra la madre Burstyn e l’irrefrenabile figlioletto e la verve di una Jodie Foster “maschiaccio” prima della sua metamorfosi per Taxi driver. Ispiratore di una nota sit-com.
MEMORABILE: La storiella del cane, del gorilla e dei testicoli.
È intelligente e spigliata, ma si innamora sempre di uomini burrascosi: è Alice, e deve conquistarsi la vita on the road, cercando un lavoro e crescendo un figlio. Un film di omaggio alla Hollywood d’antan, dal prologo che ricorda Il mago di Oz agli inserti da musical, ma scalpitante nel suo stile realistico da film indipendente anni 70. E che riesce a sondare il dramma di una donna sola con leggerezza e ironia, da commedia classica. Brava Burstyn, simpatico Lutter (il ragazzino), già conturbante Foster androgina dodicenne.
Tipica pellicola new-hollywoodiana tra road movie e spinte femministe (tra le figure maschili si può giusto scegliere la meno peggio). Nulla di particolarmente innovativo nel soggetto, ma colpiscono la tenerezza dei duetti tra la Burstyn (eccezionale) e il piccolo Lutter così come la carica travolgente del tutto. Azzeccate canzoni in colonna sonora. Bello, convincente e rappresentativo di un'epoca e di un linguaggio cinematografico.
Dopo Mean streets e prima di Taxi driver, Scorsese realizza questa gradevole commedia on the road, tutta al femminile, con una Ellen Burstyn reduce dal successo de L'esorcista. Abbastanza scorrevole, è la storia di una giovane vedova che, insieme al suo figlio, cambia città, in cerca di successo e amore. Il film riesce a non annoiare lo spettatore, grazie anche alle perfomance degli attori.
MEMORABILE: La giovanissima Foster con un look mascolino.
Ellen Burstyn interpreta nel modo migliore Alice, una donna qualunque a cui la vita non ha regalato nulla. La sua recitazione - unitamente alla regia di Scorsese - restituisce un film intenso, ma non pesante nell’affrontare un tema delicato che avrebbe potuto facilmente annoiare e risultare indigesto. Scorsese punta al contatto diretto, dando l’impressione allo spettatore di trovarsi nel bel mezzo di un litigio o di uno scontro verbale, avendo la bravura di non sfociare mai nella lacrima facile e arrivando lo stesso in profondità.
Cantante vedova si rimetterà in sesto facendo la cameriera. Scorsese mette da parte i virtuosismi tecnici e si concentra sui personaggi: accorata la Burstyn mentre un aiuto viene dal ruolo del figlio (ottima pure la Foster). Più improntato alla commedia, il film fornirà lo spunto per la serie di Alice virando alla fine nel sentimentale. Piccoli sprazzi di violenza con Keitel o le botte al ragazzino, ma rimane un ritratto delicato di donna che cerca di migliorare la propria vita.
MEMORABILE: La Foster che finge di farsi male; Il brano cantato al bar; Le battute della cameriera Flo.
Ormai capace di gestire qualsiasi genere, Scorsese affronta con il suo stile originale la commedia sentimentale. Tra le sue prime opere è una delle più leggere, ma sotto la scorza romantica emerge un quadro della provincia americana duro e violento. Un ritratto femminile "on the road" nel quale i maschi sono quasi tutti violenti e insensibili. Memorabile galleria di figure minori tra cui spiccano un Keitel marito fedifrago e manesco e una Foster adolescente ubriacona. Ebbe un enorme successo, tanto da generare anche un serial televisivo.
MEMORABILE: Keitel che prende a calci la moglie; La fuga alcolica di Tommy da Audrey; La sboccata Flo, L'imbranata Vera; La citazione iniziale dal Mago di Oz.
Commedia quasi on the road per Martin Scorsese. È un film che risulta sempre godibile in ogni suo aspetto, con un bel cast e una bella vicenda di sottofondo. Il problema è però che la storia non presenta nessun tipo di sussulto particolare e scorre piacevole ma anche un po' scontata. La commedia non è il genere esatto del regista, che ci mette la sua abilità però si vede che fatica. Ellen Burstyn è molto brava e non sfigura il cantante country Kris Kristofferson. Lo si guarda volentieri, ma non a tutti lascerà qualcosa.
Alla morte improvvisa del marito, Alice deve riconquistare la sua autonomia e recuperare gli entusiasmi soffocati nel matrimonio, in particolare la sua aspirazione giovanile di cantante. Una sempre fresca commedia on the road che vede Alice e il vispo figlioletto, in giro verso Monterey tra entusiasmi e delusioni anche sentimentali, alla ricerca di stabilità e realizzazione. Si apprezzano il piglio registico del giovane Scorsese, la brillantezza dei dialoghi e in primis la grande interpretazione della Burstyn, vitale, fragile e insieme combattiva, attorniata da camei "scorsesiani".
MEMORABILE: I perenni interrogativi di Tommy e i battibecchi con la madre; La barzelletta senza fine; Il violento Ben; La caotica tavola calda; La piccola Foster.
Rimasta vedova, senza un soldo e con un figlio da mantenere, una ex cantante decide di tornare nella sua città natale e si mette a cercare un lavoro per pagarsi il viaggio... Un film "piccolo" se raffrontato ai capolavori del regista, ma prezioso come ritratto di una donna che deve fare i conti con la perdita delle illusioni, fresco nel descrivere un rapporto madre-figlio non convenzionale, realistico nell'alternare momenti lieti ad altri tristi o drammatici. Messa in scena brillante, cast tutto in parte a partire dalla meravigliosa protagonista, bello il finale aperto.
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CuriositàColumbo • 19/06/11 10:28 Pulizia ai piani - 1097 interventi
Piccole apparizioni di Scorsese e del regista Larry Cohen come clienti della tavola calda dove lavora Alice.
CuriositàColumbo • 19/06/11 10:30 Pulizia ai piani - 1097 interventi
Lo sceneggiatore Robert Getchell scrisse anche una serie televisiva (Alice) ispirata ai personaggi del film:
Ma, paradossalmente, e a questo Scorsese settantiano che sono più affezionato e che amo di più in assoluto
HomevideoRocchiola • 28/09/18 09:29 Call center Davinotti - 1290 interventi
Il DVD Warner è ormai fuori produzione ma risulta ancora reperibile sui principali siti internet a prezzi decenti.
Si tratta comunque di un'edizione datata che presenta un video panoramico 1.85 non particolarmente definito e con qualche segnetto qua e la. L'audio italiano originale mono è discreto ma migliorabile. Insomma sarebbe lecito aspettarsi una riedizione adeguatamente restaurata in HD, ma per ora anche all'estero questo titolo non è ancora uscito in bluray !!!