Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Giùan: Il binomio Paolella-Principe De Curtis ha prodotto un paio variazioni sul tema totoesco decisamente anomale, toccando le corde più drammatiche, meno macchiettistiche della nostra straordinaria Maschera. Piovarolo, oggetto di visioni plurime, segue le vicende di un eroe dei nostri tempi: il capostazione La Quaglia, costretto a sgomitare nella tenaglia tra Italia monarchica, fascista e repubblicana. Forse qualunquista, ma non banale e condotto con un ritmo invidiabile (script di Benvenuti e De Bernardi). Messe memorabile di caratteristi: grandi Stoppa e Pica.
MEMORABILE: Le "apparizioni" della Beppa; Il vecchio garibaldino di Almirante; Il farfugliante ministro tonto di Besozzi con Segretario mellifluo (Trieste) a carico.
Pigro: I complimenti agli animali recitanti (e quindi a chi li ha saputi filmare al punto da farli sembrare attori consumati) sono solo il contorno a quelli per la delicata narrazione di questa favola che ha il sapore dell’antico e la tempra ideale della modernità. Infatti il maialino che si affranca dal destino gastronomico che lo attende per dimostrare capacità inaudite è il simbolo dell’emancipazione di tutte le categorie neglette dai pregiudizi. Senza che tutto ciò risulti pesante, anzi: un’opera divertente, piacevole, con momenti cult.
Giùan: Dopo opere alquanto discutibili, sulle quali anzi il dibattito era pressoché nullo, Egoyan torna a far parlare di sé con un film che racchiude alcune tematiche chiave del proprio cinema: la rimozione del passato e la fragilità dell'appartenenza. Lo fa grazie soprattutto a uno script geniale, capace di ravvivare il corpo freddo ma mai esangue del genocidio, ribaltando prospettive e centrando il bersaglio di disorientare le aspettative dello spettatore. Formidabile Plummer, arrancante nel corpo e nella mente. Qualche banalità nello svolgimento a "episodi".
MEMORABILE: La casa dei Kurlander, carica di rigurgiti vetero e neo nazisti.
Hearty76: Tratto da un romanzo di Joseph Joffo e remake dell'omonimo film del '75, narra le vicende di una famiglia ebrea francese che tenta di sfuggire alle persecuzioni naziste. Ben realizzato da vari punti di vista, intenso e poetico malgrado qualche romanzesco alleggerimento che rende alcuni passaggi più spediti e improbabili. Una produzione moderna su un evento storico di struggente portata, ma che non pecca di facili manierismi da fiction in costume. Eccellente la recitazione, specie dei due giovanissimi protagonisti. Molto significativo il finale.
Galbo: Enrico VIII non riuscendo ad avere figli maschi dalla moglie Caterina la ripudia sposando Anna Bolena ma contemporaneamente diventando amante della sorella di lei, Mary. Episodio molto conosciuto della storia (e alla base della nascita della chiesa anglicana), L'altra donna del re è un film realizzato con molta cura per la caratterizzazione ambientale (belle le scene e i costumi) e con un cast di primissimo livello; il tutto garantisce uno spettacolo gradevole, con il limite di una certa freddezza emotiva.
Herrkinski: Il tanto atteso incontro delle due megastar si rivela un mezzo flop. Infatti nel film di Avnet regna una certa inettitudine registica e persino due mostri sacri come De Niro e Pacino (specialmente il secondo) talvolta sembrano svogliati, come se stessero semplicemente timbrando il cartellino. Simpatico il colpo di scena, ma in compenso il finale non lascia nulla e il resto del film scorre piacevolmente ma senza pathos. In parole povere avrebbero potuto interpretarlo due attori qualunque e sarebbe comunque stato un poliziesco di basso profilo..
Daniela: Biondina ricca conduce un felice menage a trois con un ex militare e un buddista, coltivatori di marijuana, fino a quanto una banda di trafficanti messicani non ci mette lo zampino... Stone gira un film d'azione con pretese d'autore - evidenti nella voce narrante e nel finale bifido - fallendo su quasi tutti i fronti, a causa di una sceneggiatura raffazzonata, un terzetto di protagonisti bellini ma di poco spessore, la scarsa definizione degli altri personaggi. Nel ricco cast di contorno si salva il solo Benicio, gran bastardo, che guadagna al film un punto ma non garantisce la sufficienza.
MEMORABILE: Lo shopping prima della fuga, dove si dimostra che "O" non sta per Ophelia ma per Zero QI
Buiomega71: L'idillio matrimoniale spezzato dall'angoscia e dalla sociofobia (mai, come in questo film, le persone assumono tratti tanto spaventosi). Sitcom caliginosa e kammerspiel andato in acido, dalle cantine di Amityville horror per passare al surrealismo dell'home invasion, finendo in territori allucinogeni alla Invasione degli ultracorpi. Aronofsky perde il senno (deleteria la parte rumorosa tra il war movie, le teste di cuoio e I guerrieri della notte) ma si rifà con un finale di viscerale ferocia e crudeltà, tra neonati divorati e la Lawrence massacrata di botte. Geniale, nel suo caos.
MEMORABILE: La Lawrence costantemente a piedi nudi; Il tipo che ci prova con lei e le dà della "troia snob"; L'estirpazione del cuore; Il finale ciclico.
Galbo: Una giornalista americana conduce un'inchiesta su una bambina ebrea francese perseguitata dai nazisti.Film drammatico in cui le vicende della bambina si "intersecano" con quelle personali della protagonista adulta. Il regista ha il merito di avere recuperato un evento storico non molto noto fuori dalla Francia (la segregazione degli ebrei parigini al Vélodrome d'Hiver) e di avere realizzato un film piuttosto sobrio, che dà il giusto spazio alle vicende principali, con una buona caratterizzazione di tutti i personaggi.Buona la prova del cast.
Herrkinski: Da Thirteen passando per Sex Crimes o Le regole dell'attrazione, tanto per citare film in tema, la fotografia della vita dissoluta (senza redenzione, se non altro) di una liceale perversa e della sua cricca di amichette borghesi. Il vuoto esistenziale, la mancanza di valori, le famiglie assenti, gli adulti inermi di fronte al nulla giovanile che non possono comprendere; tutti temi già visti ed affrontati, ma tutto sommato ben resi senza rinunciare a qualche crudezza e ad un finale fortunatamente non consolatorio. Magnetica la Chiti. Non male.
Giùan: Commiato "hors categorie" per il regista più controverso del cinema francese. Fin dal titolo "proustiano" è un film in cui riecheggia il clima claustrofobico e morboso tipico dello stile di Clouzot, contrappuntato però dalla ricerca di opzioni tecniche altre, con cui raccontare patologie allora poco dicibili, ma alfine riconducibili alle dinamiche tra i sessi. Variazione originale sul tema del triangolo nel quale l'occhio e la visione hanno parte preponderante. Resta apppiccicato addosso e rimane in mente. Wiener e Terzieff emanano un fascino malato.
MEMORABILE: La prima seduta fotografica in cui la Wiener guarda Terzieff e la modella: montata in modo da render palpabile il crescendo di eccitazione-repulsione.