Ci si è messa l’intera famiglia Band a lavorare a TERROR VISION nel tentativo di rilanciare la claudicante Empire Pictures: il padre Albert alla produzione, Richard alle musiche e Charles come produttore esecutivo affidano la regia a Ted Nicolaou, che ne fa uscire un film semidemenziale ma con qualche qualità. Innanzitutto la fotografia dalle tonalità sature e i colori intensi fa sembrare il film quasi un comic alla Dick Tracy; poi gli effetti speciali, benché grossolani, offrono almeno tre scene splatter di sicuro divertimento! La storia è minimale: un mostro plutoniano arriva dallo spazio nella casa dei Potterman attraverso un’antenna parabolica. Uscito dal televisore, farà una strage divorandosi...Leggi tutto gran parte degli inquilini. A metà strada tra le produzioni della Troma e gli horror umoristici stile LA CASA DI HELEN, il film ha dalla sua, perlomeno nella prima parte, una sceneggiatura accattivante (sempre ai limiti della ricercata idiozia, comunque) e una galleria di personaggi meno politically correct del solito: ci sono il nonno guerrafondaio, i genitori piacenti che cercano tramite rivista uno “scambio di coppie”, la figlia punk... Insomma, ci si può anche divertire: il mostro (una sorta di Jabba The Hutt più viscido e repellente) è piuttosto ben fatto e perfora le sue vittime con tenaglie acuminate, il nonno verrà compresso e succhiato emettendo liquidi verdastri, la conduttrice televisiva sfoggia un petto degno dei film di Russ Meyer... Peccato che a lungo andare affiori inevitabilmente la noia e la vicenda non offra più alcuno spunto d'interesse. La fase della tentata educazione del mostro è troppo lunga e inconcludente e il finale arriva decisamente troppo tardi.
In fin dei conti è un'innocua sciocchezzuola, però il film del rumeno Nicolaou è uno dei prodotti più divertenti della mitica Empire. Si respira un'aria idiota e da film demenziale, ma supportata dagli incredibili mostroni creati da John Carl Buechler, da citazioni che vanno da Poltergeist a Videodrome alla coppia di genitori sessualmente attiva di Graham/Woronov, con qualche colpo basso ben assestato. Curioso come anticipi certi temi di Society, soprattutto nella famiglia "disfunzionale". 80 minuti di assoluto delirio. A suo modo un piccolo cult.
MEMORABILE: La canzoncina/tormentone "Terror vision"; Il mostrone fagogitatutto; Il finale aperto; "L'addomesticazione" del mostrone.
Folle commedia fanta-orririfica con atmosfere in bilico tra Troma e Love Me Licia girata in un'unica, coloratissima location e interpretata da attori costantemente esaltati e sopra le righe. Citazioni a go-go, cromatismi da fabbrica di marshmallow, pettinature e abiti godibilmente allucinanti, centinaia di spunti umoristici di cui qualcuno va pure a segno, una notevole opening-track, effettacci gustosi e abbondanti e la capacità non prendersi mai sul serio. A rischio stucchevolezza, ma più consapevole e anticipatore del previsto. Sufficiente.
Indigesto fin da subito per chi cerca un horror decente ha però il merito di guardare già nel 1986 all'evoluzione del genere (un'evoluzione che personalmente non ho particolarmente apprezzato e che fa un po' cadere le braccia). Il cast ha qualche volto interessante ma, paradossalmente, è ancora più disperante vedere buoni nomi in un lavoro simile. Decisamente pollice verso.
Se non si è abituati a questo genere di pellicole si rischia subito di rimanere sconvolti dalla demenzialità dilagante da ogni parte. Un polpettone kitsch tra fantastico e comicità di bassa lega ambientato in interni dai colori sgargianti e vividi in cui un occhio attento può, forse, trovare qualche citazione dotta che, però, sposta di poco l’ago della bilancia. Il problema è che, a prescindere da tutto, ben presto ci si annoia perché il film risulta piatto e un po’ monotono. Per pochi secondi appaiono gli W.A.S.P. nel videoclip di "Tormentor".
Gradevolissimo pastrocchio colorato, pirotecnico e ricco di rumori strani. Il film diretto da Nicolau, forte di abbondante autoironia e costruito con una certa anarchia giocosa, viaggia sui binari del divertimento e la scarsezza di mezzi tecnici. La visione, inaspettatamente, risulta simpatica e scorrevole, pur rimanendo abbastanza sottotono a livello di guizzi narrativi. Colpisce - in positivo - la critica verso l'influenza dei media nei confronti del nucleo familiare, non così robusto e solido di fronte alle tentazioni.
MEMORABILE: Il mostro aspirapolvere; L'esordio in campo di Medusa; L'apparizione dell'astronauta con tanto di tuta spaziale.
Occorre lasciarsi andare e rinunciare a parte della propria dignità di critico per apprezzare tale sciocchezza comedy-horror. Mostraccioni di gomma, personaggi strampalati (leggi: scemotti assai), dialoghi un po' così... Nonostante il disastro non mancano momenti quasi divertenti (la famiglia a letto equivocata come orgia). La palese e costante mancanza di ritegno da parte del regista (che sembra godere a distillare il peggio) è il punto di forza della simpatica bruttura.
Una delle più bizzarre produzioni di casa Band. Una sgangherata commedia horror fantascientifica che, oltre alla storia stramba, si diverte a mettere in scena protagonisti demenziali e parodistici (la ragazza conciata come Cyndi Lauper) in location surreali dove il camp abbonda e straborda. C'è anche un alieno carnivoro e ventriloquo a complicare ulteriormente le cose. Nella sua breve durata non fa mancare le risate e l'innocuo divertimento, anche grazie al cast piuttosto ricco di volti noti. Da vedere col cervello spento, vale una riscoperta.
MEMORABILE: La title-track; Le acconciature dei protagonisti; L'arredamento di casa Putterman; La finta orgia organizzata dal mostro; La svolta family-friendly.
Passabile e divertente, con un titolo ingannevole che fa pensare a un film dell'orrore; in realtà è un fantastico demenziale all'americana. All'inizio è un po' noioso, poi prende subito ritmo. Discreti gli effetti speciali; il cast se la cava bene, bello lo score musicale con la canzoncina "Terrorvision" che apre e chiude il film. Sicuramente un'occhiata la merita.
MEMORABILE: L'alieno verde spiega che il mostro sul suo pianeta è un animale domestico.
Commedia sci-fi/horror che si fa apprezzare più per l'estetica e per le caratterizzazioni dei personaggi che per la storia in sè; gli interni coloratissimi, il look della famiglia protagonista, le varie bizzarrie, liquami verdastri, alieni caricaturali, riferimenti continui alla cultura pop del periodo e un'ambientazione surreale che fanno sorridere e rendono la visione perlomeno interessante e peculiare. Sotto la stordente patina cartoonesca c'è però ben poco e il film finisce per assomigliare più che altro a un lungo sketch parodistico.
Meraviglioso tripudio carnevalesco, in senso positivissimo dato che ci bombardano con una tavolozza di colori sgargianti, di melma colante e di make up mostruoso in cui la gommosità del mostriciattolo regna sovrana. La trama e gli interpreti sono al servizio della costruzione degli effetti ed è di certo questo a dare un quid in più. Politicamente scorretto, con ragazzini che imbracciano armi (per la gioia del nonno) e genitori scambisti. A tutto ciò si aggiunga la critica alla tv, altro mostro in grado di "inebetire" le masse, qui rappresentate dalla famigliola. Gagliardo e tosto.
Terror Vision: ovvero la grottesca e agiatissima esistenza borghese di fine anni 80 letteralmente fagocitata dalla tv via cavo. Comedy horror che col passare degli anni è divenuta un vero e proprio cult , vista ora sembra quasi concepita come materia di studio sulla mancanza di senso e raziocinio dell’uomo di fronte all’evoluzione sociale. Splatter, liquami e infantilismi a non finire ben incorniciati da una messinscena bizzarra ma funzionale.
Più anni 80 di così è davvero impossibile. Simpatica fantasciocchezza demenziale, che ha il pregio di durare il giusto e di avere come mostro una sorta di Quasimodo dello spazio, bistrattato e bisognoso di affetto, che però cela un'insaziabile fame di tutto. Naturalmente, quando l'assurdo essere non è presente il tutto perde quel minimo di senso nella visione. Ma per fortuna lo di vede abbastanza spesso e questo dà un perchè alla pellicola. Visione consigliata ai nostalgici dei "fantamostromovie" anni 80.
MEMORABILE: "C'è decadenza intellettuale"; Nonno "omogeneizzato" davanti al nipotino; Alla tv trasmettono Il mostro dei cieli; Mai dire balordo a un mostro.
Tra le più divertenti commedie fanta-horror della seconda metà degli anni '80 (insieme ai famosi clown killer spaziali), trionfo degli adorabili mostri della Empire in un clima tra John Waters, Frank Zappa e Pedro Almodóvar: sembra di vedere un cartone animato con protagonisti in carne e ossa. Attenzione però: il côté demenziale dell'operazione non nasconde la critica al rimbambimento televisivo, al clima guerrafondaio dell'epoca e alla crisi delle famiglie! Tuttavia, il film è anche un peana al cinema-bis più fantasioso, soprattutto se trasmesso da selvagge emittenti locali.
Simpatica baracconata anni Ottanta targata Charles Band con tutti gli annessi e connessi del caso. Qui la commistione tra fantascienza, horror e commedia funziona bene e fa il suo lavoro, divertendo lo spettatore; ovviamente a patto di gradire le regole del gioco. La storia è semplicissima e ha come basi la solita invasione aliena e un gruppetto di resistenti. Gli effetti speciali si palesano solo a tratti ma quando lo fanno sono generosamente splatter e "disgustosi" nel dispensare liquami e frattaglie varie. Per nostalgici di un cinema ormai scomparso.
Bizzarra e demenziale horror comedy con evaso alieno (imbarazzante coacervo e spreco di lattice) che si rifugia tra le onde di un'antenna parabolica e finisce per assimilare una strampalata famigliola americana con genitori yuppies e scambisti, nonno reduce di guerra fanatico di survival, figlia adolescente fan di Cindy Lauper con boyfriend metallaro (un irresistibile John Gries) e ragazzino sveglio. Completa il quadro la diva televisiva Medusa, emula di Elvira, che non corre il rischio di pietrificare i suoi fan perché nessuno la fisserebbe ad altezza del crine serpentiforme.
MEMORABILE: Le code di lucertola per snack; Medusa in auto "punzecchia" il suo autista per farlo partire.
Pur trovandoci in presenza di una stravagante sciocchezza, variopinta e demenziale, Band e Nicolau trovano forza e tempo di farcirla di spunti satirici e sberleffi delle manie dell’epoca, risultando anche spavaldi quando si vestono da pepati precursori degli swingers parties. Nel sottolineare un gran lavoro sul set della crew italiana e un gruppo di attori più strambo degli stessi personaggi che interpreta, nel cuore restano però i limacciosi, arrabattati e teneramente splatterosi effetti di John Carl Buechler. Yuzna né è vittima e carnefice. Sempre sia lodata la Empire.
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DiscussioneCaveman • 28/02/21 19:07 Servizio caffè - 403 interventi
Veramente divertente questa pellicola. Summa del cinema B del periodo. Mostriciattoli, ragazzini, fraintendimenti. Il tutto coloratissimo e divertente. Un cult da recuperare.
MusicheDave hill • 27/02/25 08:50 Servizio caffè - 217 interventi
La colonna sonora è della art punk band losangelina The Fibonaccis. Orecchiabile, caruccia, a me ricorda i B-52s e i coevi Oingo Boingo. Decisamente più interessante è, però, il nome del gruppo. Leonardo Bonacci detto il Fibonacci (Pisa, settembre 1170 circa – Pisa, 1242 circa) è stato un matematico italiano. Fibonacci è noto soprattutto per la sequenza di numeri da lui individuata e conosciuta, appunto, come "successione di Fibonacci" - 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89 ... - in cui ogni termine, a parte i primi due, è la somma dei due che lo precedono. Sembra che questa sequenza sia presente in diverse forme naturali (per esempio, negli sviluppi delle spirali delle conchiglie). Una particolarità della sequenza o successione di Fibonacci è che il rapporto fra le coppie di termini successivi tende molto rapidamente al numero 1,61803..., noto con il nome di rapporto aureo o sezione aurea. (fonte Wikipedia).