Swab non ha paura di sporcarsi le mani, rimescolando nel fetido, nel torbido e nel degrado: un posto brullo, deteriorato e squallidissimo sperduto nel nulla , da qualche parte, nel Montana, tristissime fellatio in gabinetti luridi, vagine, sbattute in faccia, e ascelle pelose, sangue mestruale, tarantinamente in fissa con i piedini femminili, magari meglio se sporchi, marchettari, mostruosi dildi di gomma non propriamente lavati da far pulire con l bocca, lascivi preti "cadaverici" che si tolgono la dentiera (lo schifo in cui solo Larry Clark con
Ken Park aveva osato) per poter eseguire meglio repellenti cunninlingus, brutali stupri omosex con, al seguito, teste sfondate, babbi natale di colore non dissimili da
Babbo bastardo, camionisti infoiati e bisunti (Web doveva avere in mente il
Whore russelliano), sceriffi segretamente omosessuali (un invecchiatissimo William Baldwin) in uno strano e morboso rapporto dai riverberi quasi incestuosi, innamorato di un ragazzetto prostituto che potrebbe essere il figlio che non ha mai avuto.
In tutte queste miserie umane, intinte nel melmoso e nel sordido, Web si muove tra
Mysterious skin e
La morte corre sul fiume in versione muliebre, con un'occhio benevolo verso le quattro prostitute (la figlia di Josh Brolin che indossa perennemente ciabattine aperte col pelo, Sam Quartin, la moglie di Swab nella realtà, e una stralunata e incisiva Olivia Luccardi, che assomiglia non poco a una giovane Linda Hamilton con diastema dentale, via di mezzo tra
Anna dei miracoli , l ' Anthony Perkins di
China Blue e l'invasata mamma di
Carrie) non esattamente bellissime, ma con volti vissuti e scavati dalla durezza della vita.
L'atmosfera cupa e degradata non è poi così differente da quella dei
Ragazzi del fiume (credevo fosse ambientato d'estate, invece è pieno inverno), e dalla puzza dei piedi (e non solo) che emana la pellicola, si passa al fanatismo religioso, a deliranti crisi mistiche salvifiche, in un crescendo di follia uterina religiosamente schizofrenica che sfocia in un massacro sanguinoso che non risparmia niente e nessuno (l'orgasmo al sangue, le matite piantate nel collo durante l'atto sessuale, le feroci pugnalate con crocefissi "ammazzavampiri"), dove Web , dal torbido e morboso pessimismo di certi nostri fumettacci editi dalla Ediperiodici o dalla Edifumetto (penso a
Storie nere del primo , o
Attualità nera del secondo) tirando in ballo Araki, Fassbinder, Rob Zombie e il primo Verhoeven, sposta l'asse sulle sette del reverendo
Jones, e chiude, con strazio, sulle note di ""Don't dreams it's over" .
Direttamente dal marasma degli straight to video, una straniante, olezzosa e piacevole sorpresa.