Curiosità su 4 mosche di velluto grigio - Film (1971)

CURIOSITÀ

18 post
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  • Cotola • 7/07/08 14:30
    Consigliere avanzato - 3844 interventi
    Piccola curiosità tra gossip e cinema che serve però a mettere in evidenza come il cinema di Argento sia pieno di elementi autobiografici (seguiranno, infatti, curiosità analoghe su altri film)

    Alcune situazioni, in particolare quella della incomunicabilità fra i due protagonisti, Roberto e Nina , riflettono indubbiamente il periodo di crisi che attraversava all'epoca il matrimonio di Argento. Una crisi che di lì a poco sarebbe culminata nel divorzio. In tal senso va considerata anche la scelta non casuale dei due attori che ne interpretarono i ruoli, Michael Brandon e Mimsy Farmer, la cui somiglianza fisica con Argento e la sua signora, risultava davvero impressionante. Innegabile, quindi, al di là della finzione cinematografica, la forte matrice autobiografica della storia raccontata nel film.

    Fonte: il sito ufficiale di Dario Argento il cui indirizzo è www.darioargento.it
  • Caesars • 3/12/08 09:11
    Scrivano - 16811 interventi
    In molti libri, ad esempio quello di Fabio Maiello edito da Alacran oppure quello di Luigi Cozzi (cosceneggiatore del film) edizioni Profondo Rosso dedicato a questa pellicola, il nome del protagonista risulta Roberto Fabiani e non il corretto Roberto Tobias. Probabilmente sulla sceneggiatura originale il cognome era Fabiani e poi venne cambiato in Tobias (chissà per quale ragione...)
  • Zender • 4/02/09 09:21
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Oggi il curatore della mostra itinerante "I flani di Legnani" (per l'appunto il Legnani) ha deciso insieme al restauratore Zender che la tappa genovese dovesse essere onorata pubblicando i flani di due classici amatissimi del caro Caesars. Ecco a voi quindi il secondo, 4 mosche di velluto grigio:

  • Lucius • 23/05/09 18:52
    Scrivano - 9051 interventi
    * Il finale del film fu girato con una macchina da presa speciale, la Pentazet utilizzata all'epoca dall'Università di Lipsia per lo studio della fusione dei metalli.

    ** Negli U.S.A. è uscito con il titolo Quattro mosche sul velluto grigio.

    *** Dietro la maschera del "pupazzo" con la macchina fotografica durante le riprese agiva Luigi Cozzi.

    **** Nel medaglione che Nina porta al collo c'è una mosca imbalsamata.

    *** Il cuore che si vede pulsare nei titoli di testa del film è una creazione di Carlo Rambaldi.
  • Undying • 3/10/09 03:16
    Risorse umane - 7574 interventi
    Un grillo metamorfosato in mosca

    "Nella versione primitiva del film, l'immagine impressa sulla retina della vittima assomigliava a quella di un grillo; il protagonista riconosceva, alla fine del film, che si trattava del crocifisso che la moglie portava al collo, il cui oscillamento ricordava la figura di un grillo. Dario e Luigi rimpiazzarono il crocifisso con un collier che conteneva una mosca e il gioco riuscì alla perfezione."

    Caroline Vié, "Dario Argento: les aspects méconnus d'un poète du macabre", in L'Écran Fantastique n. 54, 1985
  • Lucius • 11/10/09 21:10
    Scrivano - 9051 interventi
    La deflagrazione nella sequenza dello scontro della vettura con il camion nell'ultima sequenza del film procurò un grave incidente ad uno dei tecnici.La scena dell'esplosione,ripetuta in più ciak, perchè non avveniva alcuna deflagrazione, all'ultimo ciak avvenne con qualche secondo in anticipo, rispetto al previsto,un tecnico del team, ne rimase coinvolto con gravi ustioni su tutto il viso e parte degli arti.Subi vari interventi ma non tornò come era prima.
  • Fabiodm102 • 31/10/10 19:45
    Disoccupato - 346 interventi
    Doppiatori:

    *Massimo Turci: Michael Brandon
    *Vittoria Febbi: Francine Racette
    *Pino Locchi: Jean-Pierre Marielle
    *Sergio Graziani: Bud Spencer
    *Luciano De Ambrosis: Calisto Calisti
    *Gianfranco Bellini: Gildo Di Marco
    *Pino Colizzi: Jacques Stany
    *Giorgio Piazza: Tom Felleghy
    *Mario Mastria: Fulvio Mingozzi
    *Serena Verdirosi: Costanza Spada
    *Roberto Chevalier: Fabrizio Moroni
    *Arturo Dominici: Pino Patti
    *Cesare Barbetti: Aldo Bufi Landi

    Stefano Satta Flores e Oreste Lionello si doppiano da se.

    Direzione del doppiaggio Sergio Graziani

    Doppiaggio CD
  • Lucius • 15/11/10 21:30
    Scrivano - 9051 interventi
    Uno dei fascicoli tra i primi e più rari a trattare i primi film di Argento ed in particolare Quattro mosche di velluto grigio:



    Casa editrice: Edizioni Intereuropa 1972

    Collana di cinema 8 - Periodico bimestrale - Gennaio 1972

    all'interno:

    presentazione - incontro con Dario Argento - quattro mosche di velluto grigio - si gira - Dario e gli squartatori - i primi due film di Argento - gli imitatori- in fondo alla piscina - la lucertola con la pelle di donna - l'uomo dagli occhi di ghiaccio - la bestia a sangue freddo -la farfalla con le ali insanguinate - giornata nera per l'ariete - la coda dello scorpione - la tarantola dal ventre nero - il passo dell'assassino - Dario Argento - gli incassi.
  • Bergelmir • 1/03/12 23:35
    Galoppino - 211 interventi
    Nel film c'è una sequenza in un teatro in cui succede qualcosa.

    Mentre il protagonista è impegnato a fare appunto qualcosa, c'è una persona che porta una maschera inquietante da carnevale, che scatta delle foto con una macchina reflex evidentemente di marca Nikon modello "F", che si riconosce dalla particolare forma dell'alloggio del pentaprisma.

    Dopo consultazioni con esperti del settore, possiamo affermare che l'esatto modello sia Nikon F Photomic FTn, dotata di obiettivo 35mm f/1,4 AiS.

  • Lucius • 30/04/13 20:13
    Scrivano - 9051 interventi
    Direttamente dalla prestigiosa collezione Lucius, il flyer originale giapponese:

  • Buiomega71 • 9/03/14 09:54
    Consigliere - 25999 interventi
    Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni, con tanto di "Paurometro" (Ciclo: "TuttoArgento", 20 febbraio 1986) di Quattro Mosche Di Velluto Grigio:

  • Samuel1979 • 18/10/16 09:55
    Addetto riparazione hardware - 4188 interventi
    Nella scena girata al negozio di dischi si vede (catalogato tra i "classici"), l'album "Ssssh" (1969) dei Ten Years After:

  • Samuel1979 • 18/10/16 20:19
    Addetto riparazione hardware - 4188 interventi
    Un po' di dischi nel soggiorno di Roberto Tobias (Brandon). Si vedono:
    A) Traffic - John Barleycorn Must Die (1970) (individuato da Kanon)
    B) George Harrison - All Things Must Pass (1970) (individuato da Il Dandi)
    C) Crosby, Stills & Nash (1969) (individuato da me)
    D) If I Could Only Remember My Name - David Crosby (1971) (individuato da Kanon)


  • Il Dandi • 5/10/17 05:59
    Segretario - 1488 interventi
    Come scriveva anche Zender nel suo commento, il personaggio del senzatetto Diomede detto "Dio" (in inglese Godfrey detto "God") interpretato da Bud Spencer è preso in prestito dal romanzo "La statua che urla" di Frederic Brown; dallo stesso romanzo Argento aveva già tratto il soggetto di L'uccello dalle piume di cristallo.
  • Buiomega71 • 8/05/18 19:21
    Consigliere - 25999 interventi
    Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71 il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima visione Tv (venerdì 13 aprile 1984) di 4 mosche di velluto grigio:

  • Schramm • 16/07/18 16:33
    Scrivano - 7694 interventi
    La storiella raccontata da Satta Flores, viene dritta da Mattatoio n.5 di Vonnegut.

    Il ruolo del protagonista venne inizialmente offerto a James Taylor, che declinò. Rifiuti successivi gli vennero da Terence Stamp e Michael York.

    Per l’incipit Argento fece recapitare a un Brandon digiuno di expertise musicale una batteria e gli mise a disposizione un insegnante.

    Per la scena dell’incubo-flashback, citazione di quello di Bronson in C’era una volta il West (dallo stesso Argento scritto), Argento chiese e ottenne il permesso per girare nella moschea di Ubqa, nella città santa di Qayrawan in Tunisia. Per l’occasione vennero affittati dei cammelli che però vuotavano la vescica ogni qualvolta veniva battuto il ciak. Trovandosi la location in discesa, l’urina convergeva nel cortile della moschea, andando a finire in un serbatoio dotato di un sistema di filtri per la raccolta dell’acqua piovana. Nonostante l'appresatarsi presso i cammelli di alcune maestranze munite di secchi per evitare questa mescita, Argento si attirò comunque il malcontento delle autorità tunisine e dovette rinunciare a inserire i cammelli nel girato.

    Argento rimase profondamente scontento del primo montato di Franco Fraticelli, che giudicò inguardabile e distante dall’impronta onirica da lui voluta e perseguita, rendendolo pari a un qualsiasi thriller degli epigoni di quegli anni. In tutta risposta Fraticelli si difese dicendogli che aveva cercato di dare coerenza e logicità a un girato privo di ratio. Ne scaturì una furiosa lite che culminò con lo smontaggio del materiale e la defezione del montatore, che venne sostituito da una provvidenziale Francoise Bonnnot, fresca di oscar per Z - L'orgia del potere.

    (Fonte: Dario Argento, Paura)
  • Lucius • 7/10/22 09:26
    Scrivano - 9051 interventi
    Direttamente dall'Archivio cartaceo Lucius, un altro flano d'epoca del film:

  • Apoffaldin • 4/04/24 16:03
    Galoppino - 29 interventi
    LE "VERE" QUATTRO MOSCHE (CONTIENE SPOILER)
    Dobbiamo forse a un uomo di Amburgo se le mosche argentiane si sono potute imprimere negli occhi di Dalia. Luigi Cozzi ha sempre sostenuto che la sua trovata dell'ultima immagine fissata nella pupilla della morta fosse piaciuta molto ad Argento ma che a quell'epoca il regista era refrattario alle storie improbabili, fantascientifiche. Così lo sceneggiatore, per rassicurarlo, gli disse che aveva letto sul "Corriere della sera" che una sperimentazione del genere era già in corso in Germania. (Cfr. a partire dal minuto 16, Intervista a Luigi Cozzi, in "Giallo argento su velluto grigio", documentario negli Extra del DVD del film).

    Vediamo un po':
    * "Nell'occhio della morta il fotogramma dell'assassino?", in "Corriere della sera", 1 dicembre 1970, pag.10.
    * "Nell'occhio della vittima l'immagine dell'omicida?", in "Corriere d'informazione", (versione pomeridiana del "Corriere della sera"), 1-2 dicembre 1970, pag. 11.
    * "L'uomo di Amburgo risolverà il giallo del Garda?", in "Corriere d'informazione", 2-3 dicembre 1970, pag.11.

    Dovrebbero essere queste (o almeno una di queste) le pezze d'appoggio scientifiche fornite da Cozzi al Dario dubbioso. Per esattezza filologica va precisato che Cozzi dice: "Quando lavoravamo alla sceneggiatura (...) mi ricordo che sul "Corriere della sera" trovai una notiziola: diceva che la polizia in Germania stava per sperimentare una macchina che forse avrebbe potuto leggere l'ultima immagine sulla pupilla di una persona morta". (Cfr. Intervista a Luigi Cozzi, cit.)

    Ma a parte l'orientamento "germano-centrico" del ricordo di Cozzi, torna tutto con il resto della sua intervista. L'esperimento da fare sulla pupilla di una  morta, la notizia letta sul "Corriere della sera", cito Cozzi: "Quando lavoravamo alla sceneggiatura" (e gli articoli, come si vede, sono dei primi del dicembre 1970), e l'esperto venuto dalla Germania con la sua macchina (vedremo meglio in seguito).

    Prima di procedere con qualche citazione più interessante per quello che riguarda gli aspetti che ci interessano, per una migliore comprensione complessiva, contestualizzo brevemente il fatto di cronaca.

    Il 30 settembre 1970 una donna (non serve fare il nome) scompare da Seriate. Tre giorni dopo viene ritrovata carbonizzata nelle acque del lago di Garda, all'altezza di Sirmione. Viene identificata grazie ai gioielli e soprattutto alle perizie disposte su capelli, unghie e gruppo sanguigno. Nei giorni successivi la stampa veicola un notevole senso d'ottimismo sugli esiti dell'indagine: il 12 novembre si dice che l'assassino "ha le ore contate"; il 26 che il mistero sta per essere svelato: pare che il giudice istruttore "abbia firmato due ordini di cattura, quattro secondo altra fonte". (Cfr. "Il giallo di Sirmione verso l'ultimo capitolo", in "Corriere della sera", 26 novembre 1970, pag.10).

    E invece niente. Alcuni sospettati ma nessun imputato.
    Allora ecco l'idea del giudice istruttore: invitare a Brescia da Amburgo un esperto in fotografia il quale, nel suo paese, si sarebbe messo in luce per una serie di singolari esperimenti. "Egli cioè, insieme con alcuni specialisti in neurologia, sarebbe riuscito a ricavare, dal cristallino dell'occhio di cadaveri, l'ultima immagine che vi fu riflessa" (cfr. "Nell'occhio della morta il fotogramma dell'assassino?", Corriere della sera, cit.)

    Le indiscrezioni vengono confermate dal successivo articolo del "Corriere d'informazione" (1-2 dicembre 1970, cit.) che nell'edizione del 2-3 dicembre (cit.) testimonia la "viva attesa negli ambienti del palazzo di giustizia per l'arrivo dell'uomo di Amburgo incaricato di fotografare l'occhio della vittima di Sirmione e ricavarne, in quanto possibile, una fotografia che si spera sia quella dell'assassino".

    Per la cronaca: lo studio fotografico, definito dal giornalista "molto fantascientifico" non portò i risultati sperati e l'assassino, per quanto ne ho potuto sapere, rimase sconosciuto.